Italian Wine Drunkposting, ecco cosa ne penso

Italian Wine Drunkposting, ecco cosa ne penso

di Tommaso Ciuffoletti

Topo Gigio ha 5 milioni di followers su Facebook. Ricordo sempre questo dato quando devo analizzare dei presunti fenomeni social.
La pagina Facebook di cui parlo, di like ne ha poco più di 3mila, ma si merita una breve analisi su queste pagine.

Nel micromondo di chi scrive, chiacchiera, giudica, pontifica di vino spesso il pubblico è fatto da altri che a loro volta scrivono, chiacchierano, giudicano, pontificano. Un ecosistema piccolo, autoreferenziale e con la tendenza a prendersi sul serio ben oltre il ragionevole. Ottenere riconoscimento in un ambiente del genere impone dunque abilità diplomatiche al limite dell’andreottismo. Dosare attentamente i like sui social, non impelagarsi mai in polemiche che potrebbero far risentire qualcuno, prendersela a volte contro qualche malcostume, ma senza esagerare che non si sa mai.

Un micromondo, dunque, noiosissimo
All’apparenza. Perché poi ci si rifà in privato di quel che in pubblico non si dice. Ed è lì che, signora mia, ne volano di tutti i colori. Colui o colei a cui hai appena messo like diventa oggetto di scherno nella chat privata, colei o colui con cui hai appena fatto una degustazione lodandone pubblicamente la splendida compagnia e l’assoluta competenza, nel privato di una confidenza più volte confidata diventa il più incompetente dei Carneadi. E così via.

Italian Wine Drunkposting è una pagina Facebook creata ad inizio 2020 e da allora i suoi 3mila e passa followers se li è conquistati in virtù di una linea editoriale che gioca a tirar fuori dalle chat private quei commenti che non si fanno in pubblico. In altre parole, la vera forza di Italian Wine Drunkposting è l’ipocrisia fin troppo evidente che il mondo del vino e della sua comunicazione chiedono come lasciapassare. Alzarsi e dire ad alta voce quel che tutti sono in grado di vedere “Hey! Guardate che quel tizio vestito da fesso che si fa una foto con un bicchiere di vino in mano … beh è un tizio vestito da fesso con un bicchiere di vino in mano” può apparire poca cosa, ma può essere rivoluzionario se il contesto lo rende tale.

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In questi mesi IWDP mi ha fatto ridere molte volte, mi ha anche fatto conoscere un mondo che per larga parte ignoravo (specie nei suoi risvoltini più trash dalla degustazione con serpente agli account su Onlyfans), quello dei e delle wine influencers. La serie di prese di culo alle foto di bicchieri pieni e bottiglie tappate è stata a suo modo geniale. Così come la campagna dedicata a quelli che lanciano bicchierate di vino a caso, con rassegna di foto di gente che ‘sto vino lo lanciano per aria, se lo lanciano addosso, se lo sbrodolano sulla camicia, sul reggiseno, sulla canotta e non voglio sapere dove altro. Bellissimo, va detto, fu anche un meme in cui si prendeva per il culo Intravino e la perdita della sua carica polemica dei primi anni (in effetti oggi ci dobbiamo accontentare dei post di Morichetti sulle visite in cantina!).

Tre ulteriori note che è giusto segnalare
La prima è che su Facebook niente funziona come i meme, questa è una regola aurea che vale da anni, ma di cui tanti presunti professionisti della comunicazione si dimenticano. La comunicazione del vino su FB non fa eccezione. Una pagina di meme come IWDP ha successo anche per questo.
La seconda è che il pubblico di IWDP è fatto da una serie di aficionados tra cui figurano anche parecchie professioniste e parecchi professionisti del vino, che commentano, interagiscono e di fatto si divertono. Non era scontato.
La terza è che fra coloro che sono oggetti dei perculamenti di IWDP si distinguono quelli che se la prendono. Si distinguono in negativo. Perché prendersela difficilmente è una buona soluzione e lo è ancor meno per chi, aspirante influencer, vuole fare il personaggio pubblico.

Ma se tutto è così figo e così semplice, allora questa è nuova frontiera? No, ma di sicuro è una novità originale e divertente. Poi i limiti ci sono e ci mancherebbe.
Il primo e più evidente è quello del compromesso dell’anonimato. In realtà diciamo subito che questo mondo è talmente piccolo che l’anonimato è una chimera. Da tempo si conosce nell’ambiente il creatore della pagina e anche qualcuno di coloro che si sono aggiunti dopo. Teste originali, penne brillanti, ma pure con la necessità di quel poco di difesa che l’anonimato garantisce. Il prezzo che si paga in cambio è il rischio di rimanere in un limbo di forzata irresponsabilità. Altro rischio è quello connesso invece col canale d’elezione, Facebook, e i ritmi che impone a chi amministra una pagina fatta di solo traffico organico: riuscire ad aver sempre qualcosa da dire può essere difficile.

Altro punto che a volte mi lascia un po’ perplesso è il guardare al modello Zanzara in un modo reso esplicito dal ricorrere, nelle caption di IWDP, di citazioni ed espressioni rese celebri proprio dal famoso programma di Cruciani e Parenzo. La Zanzara, per chi non la conoscesse, è il programma radiofonico di maggior successo in Italia ormai da numerosissimi anni. Inizialmente aveva come chiave principale quella di svelare agli italiani le miserabili umanità che stavano dietro le figure degli onorevoli politici. Fu la ripresa per via radiofonica e in modo piuttosto originale, di un filone classico della satira più cinica, che nel frattempo Berlusconi aveva affermato sulle proprie tv e che aveva fornito il terreno di coltura per l’affermarsi di varia antipolitica (compresa quella di Berlusconi medesimo e, più di recente, del grillismo).
Nella sua evoluzione, tuttavia, La Zanzara è più banalmente diventato un immondezzaio a cielo aperto esibito tra rutti e scuregge dal lunedì al venerdì alle 18,30 su Radio24.

Ecco, una certa indulgenza all’azzuffarsi reiterato col vinnaturista di turno, piuttosto che una certa cattiveria gratuita verso alcune persone, mostrano rischi di zanzarismo che non sarebbe male evitare. Per dirla con l’Appino di Andate tutti affanculo “esser stronzi è dono di pochi, farlo apposta è roba da idioti”.

Fatti salvi questi appunti (di cui il team di IWDP avrà spero cura di sbattersi i c******i) va detto, per chiudere, che da quando c’è Italian Wine Drunkposting, il mondo del vino italiano è diventato sicuramente un po’ meno noioso. E per questo bisogna dire un chiaro e semplice: grazie!

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

45 Commenti

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

A me fa spesso abbastanza sorridere e svagare. È la sintesi perfetta di quello che mi piace e non mi piace e non mi piace nel mondo del vino. Comunicazione diretta, a volte scanzonata, a volte canzonatoria, a volte precisissima, a volte strampalata… non so come ci riescano, ma voi lo dovreste sapere un po’ meglio, no?

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Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Per quanto mi riguarda IWDP mi ha dato una bella sventagliata di energia virtuale. Forse la sua diffusione è stata favorita da questi tempi grami in cui ci si muovo poco o niente dalla scrivania, dalla vigna o dalla cantina. Non tutto quello che scrive mi trova d'accordo, non tutto quello che pubblica mi fa ridere, non tutti i post sono avulsi da volgarità e pressapochismo. Però lo leggo ogni giorno, mi fornisce una situazione aggiornata relativa a certe derive, frustrazioni, tendenze che vanno oltre come numero i tremila like. Dell'anonimato non mi frega nulla, penso di sapere chi sia/siano, ma non lo/li considero vigliacchi perché si nascondono dietro un acronimo. Ormai esiste IWDP [così come esiste Nelle Nuvole]. Spero anche io che non sbraghi e che si dedichi a spaziare oltre il vinnaturismo e le influencer taccate e scollate.

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Stanca di leggere queste cose

circa 2 anni fa - Link

Caro Tommaso, qualcosa di "novità originale e divertente" è al quanto banale da scrivere. Pagine come IWDP esistono da prima che il tuo caro amico aprisse la sua, basti pensare a Commenti Memorabili o Pastorizia Never Dies . Certo è tra i primi a creare una pagina di meme su un settore specifico: quello del vino. Ma come tutte le pagine nate per sfruttare l'aspetto satirico e ipocrita di un fenomeno comune, questa commette un errore molto grande.

Quando viene presa un img a caso da un profilo personale di un qualsiasi utente, professionista o meno, che si autodefinisce Influencer per pubblicarla su una pagina come IWDP, in quel momento viene commesso un reato e se te lo stessi domandando è quello di Appropriazione indebita di immagine. Indipendentemente dalla satira o dalla superficialità in cui viene compiuto il gesto di pubblicare il contenuto altrui sulla tua pagina, giusto o sbagliato, vai a creare un danno di immagine.

Ciò avviene, come t dicevo, da anni su facebook ma la cosa peggiore è proprio un tema che hai affrontato nel tuo articolo: L'ANONIMATO. Chi si cela dietro al post che punta il dito? Un professionista o un ragazzo frustato che non ha il coraggio di metterci la faccia. Credo più la seconda. Esempio sarebbe seguire il Musazzi che punta il dito verso gli orrori pubblicati dagli influencer ma mettendoci la faccia.

Allora concludo il pensiero dicendoti, è vero alcuni temi trattati da IWDP sono divertenti e giusti. Ma avevamo bisogno dell'ennesimo ipocrita che pubblica in anonimato post satirici su gli influencer e magari nella sua vita pubblica gli stringe anche la mano?

Bisogna prendersela con chi segue le persone che si definiscono Wine Influencer che magari ti sanno dire che il vino e giallo paglierino e basta, non con chi ci guadagna nel fare questo. Perché la verità caro Tommaso è che queste persone hanno voce perché noi gli diamo voce, e IWDP ti fa fare una risata certo, ma istiga commenti violenti e cattivi che si ripercuotono sull'ambiente. Avevamo bisogno di questo? No

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Mi sia permesso far notare, sommessamente, che una tirata contro l'anonimato viene fatta ... in modo anonimo. Diciamo che questo basterebbe a smontare parte de (se non in toto) le argomentazioni che seguono. Tuttavia - per quanto possa capire il senso generale dello sfogo "sono uno degli oggetti della loro satira e la cosa mi fa girare i coglioni") - credo sia opportuno fare un po' di chiarezza intorno ad alcune questioni sollevate. La prima è quella dell'istigazione ... quando si usa una parola del genere sarebbe opportuno conoscerne il significato. Se si fida di me, accetti che in questo caso parlare di istigazione è fuori luogo. Se non si fida, le aggiungo che istigare significa utilizzare una spiccata persuasione. Pubblicare un meme non è configurabile come l’utilizzo di spiccata persuasione (dimostrare il contrario in sede penale mi pare roba piuttosto ardita, ma nel caso in bocca al lupo). Quanto al procedere nel cercare di dimostrare un’appropriazione indebita d’immagine, mi sentirei di sconsigliare anche quesa strada. Capisco l’avvocato abbia da pensare alla propria parcella - e ci mancherebbe - ma se posso dare un consiglio controllerei tale opportunità alla luce dell’art. 10 c.c. Poi fate quel che credete, ci mancherebbe. Però forse una firma in calce ad un commento del genere sarebbe stata opportuna, per evitare di farla sembrare una minaccia velata, che francamente non dà grande lustro a chi la fa. Cordialità.

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Luca Amodeo

circa 2 anni fa - Link

Come fa notare Tommaso, la norma sull'abuso di immagine altrui è un articolo del codice civile e non è assistita da sanzioni penali (ammenda/multa, arresto/reclusione). Tecnicamente, quindi, non si tratta di un reato, a meno che l'abuso non integri anche un reato (la diffamazione, per esempio).
Sempre a mero titolo d'esempio, ironizzare sulle procaci forme di una persona che pretende di raccontare il contenuto d'una bottiglia di vino ancora chiusa non credo significhi diffamarla...

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

DIMMI CHE STAI ROSICANDO COME UN CASTORO SENZA DIRMI CHE STAI ROSICANDO COME UN CASTORONE ACCECATO DALL'IRA e allora cerchi di menarla con l anonimato. Per chiudere ti cito: Avevamo bisogno di questo? No

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BT

circa 2 anni fa - Link

cuius commoda, eius et incommoda. lo sa che, giuridicamente, quando effettua un upload di una immagine su un social e certamente, facebook ed instagram, l'utente perde ogni diritto su quell'immagine sulla base del contratto che ha sottoscritto con le società che li gestiscono e li cede interamente alla stessa che diventa a tutti gli effetti "proprietaria" della foto? come potrebbe configurarsi la fattispecie di "appropriazione indebita" su una immagine che non è sua?

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francesco

circa 2 anni fa - Link

giusto per ricordarci che è solo vino

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Non ho capito bene perché si parla molto di ANONIMATO anche in questo articolo di Tommaso C. Anche se so che è un suo cavallo di battaglia. Purtroppo non frequento IWDP per capire meglio il senso delle parole di Tommaso C sull'anonimato. Perché? Perché se IWDP gli piace tanto e su IWDP si usa l'anonimato perché poi critica l'anonimato di IWDP? __ IWDP l'ho conosciuto un mese fa nell'articolo di Jacopo Cossater sulla scomparsa di un viticultore in cui intervenne. Cossater in quella occasione censurò alcuni commenti tra cui quello di Giacomo. Così Jacopo Cossater giustificò la censura di 2 o 3 commenti. "Quando a Ventitreventitre': è esattamente così, questo non è mai stato un luogo dove poter fare quello che si vuole e il "non gradito" cui ti riferisci nella stragrande maggioranza dei casi ha a che fare con toni, modalità e contenuti inadatti allo spazio che ci piace gestire" Inviai un commento che non fu pubblicato perché il dibattito era stato chiuso. In cui mettevo in evidenza la contraddizione tra la censura del commento di Giacomo e il fatto che IWDP potesse esprimere liberamente 2 commenti in difesa del suo articolo su IWDP criticato aspramente da altri commentatori e che diceva, più o meno, quello che sinteticamente diceva Giacomo. __ Ma il senso di quello che mi preme dire è questo: Jacopo Cossater censurò, secondo suoi criteri personali, alcuni commenti relativi al suo articolo. Perchè Tommaso C non fa altrettanto quando non gradisce alcuni commenti e dice che meriterebbero la censura? __ Il fenomeno dell'anonimano, dell'uso negativo del nickname, può essere mitigato, quando ne sussistono i presupposti, dalla censura. Se dipendesse da me censurerei prima di tutto gli insulti. Poi la volgarità, la scurrilità. Non vedo perché sull'USO non DELETERIO del NICKNAME si debbano leggere le stesse litanie così frequentemente su questo blog. E non parlo di Tommaso C in questo momento ma di tutti quelli che lo sfoderano(l'uso del nickname) nei dibattiti quando non si hanno argomenti da contrappore e si vuol screditare l'interlocutore. __ Spesso dietro la battaglia per l'abolizione del nickname c'è la voglia di silenziare le voci scomode.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Una nota solo sul punto specifico delle mie parole sull'anonimato di IWDP. Lo capisco e lo trovo comprensibile. Dico che è un compromesso che ha un prezzo da pagare: il rischio di favorire una certa irresponsabilità. Per questo il mio era un invito agli autori a fare attenzione a questo rischio.

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Capex

circa 2 anni fa - Link

Marcow ottima disamina e conclusione che mi trova d’accordo. Quante volte, discutendo su questo blog, mi sono visto pesare l’uso del nickname.

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

Nel post cui fa riferimento Marcow avevo già sottolineato come un personaggio che critica in modo sommario il lavoro della vita di un vignaiolo, senza nemmeno averlo mai conosciuto, nel giorno della sua morte, si commenti da solo. Lo metto sullo stesso piano come eleganza, sensibilità e finezza delle frivole influencer oggetto, giustamente, di scherno. Finché si tratta di produrre meme insulsi per strappare una risata la cosa ha un senso, quando però si fa finta di sfoggiare capacità critiche per l'evidente solo bisogno di approvazione e con una sicumera a dir poco insopportabile si passa dal ridicolo al grottesco e sarebbe meglio evitare.

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Giacomo

circa 2 anni fa - Link

IWDP, con i suoi meme e senza degni approfondimenti, ha evidenziato molti degni argomenti che quel relitto autoreferenziale di Intravino non ha mai colto.
Intravino è vecchio, inane, autoreferenziale.
Ha il fascino di un incidente stradale; lo guardi, non distogli lo sguardo, per quanto sia brutto.
La lucidità di IWDP e la voglia di approfondire, questo ci vorrebbe.
Ma poi, come scrive Francesco, è solo vino...

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

D'accordo su tutto a parte quella cosa dell'incidente stradale. Credo che per quelli che rallentano per guardare l'incidente stradale sull'altra corsia (rischiando di generare altri) dovrebbero essere previste delle sanzioni specifiche. E anche piuttosto pesanti.

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Commento dell'anno

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Dan

circa 2 anni fa - Link

Due considerazioni vostro onore:
- se IWDP fosse invece IWDP by Tizio, lo farebbe ancora?
- stiamo parlando del nulla cosmico, i wine influencer continuano a crescere, i consumatori continuano a seguirli, i grandi numeri sul vino si fanno su argomenti che esulano queste pagine.

Non ho altre domande

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

i wine influencer continuano a crescere spartendosi sempre in di più la stessa fetta di torta... quindi si rubano mercato tra di loro. Che i consumatori li seguano poi è tutto da vedere... una cantina tra le migliori in ITALIA come Ferrari su ig fa 97000 follower che sono un inezia... rispetto al mercato reale e al reale brand. un wine influencer molti meno...

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

"I consumatori continuano a seguirli" affermazione impegnativa. Basata su quali dati?
"I grandi numeri s vino si fanno su argomenti che esulano da queste pagine"... cosa significa questa frase?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Altra nota: diciamo "i wine influencer" e ci mettiamo dentro tutto, facendo un gran calderone. Secondo me in mezzo a tonnellate di fuffa (e con numeri fasulli) ci sono anche profili che seguo con interesse e amicizia.

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Alberto

circa 2 anni fa - Link

Da operatore alle vendite del vino: CHI SEGUE I WINE INFLUENCER ? Posso - piuttosto - testimoniare una certa insofferenza dei clienti migliori verso questo modo di porsi al pubblico, con un dispendio inutile di risorse che - invece - potrebbero essere focalizzate sugli altovendenti. È un po' di tempo che l'influencer marketing mi ricorda lo scaffale dei supermercati... Da panacea al male assoluto...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Volgare o non volgare va bene uguale, basta che la comunicazione funzioni. Vedo tante prove, boh. È un paradosso e di certo dico cazzate, ma l'unica forma di comunicazione nuova che vedo funzionare è una roba che non è comunicazione: è la vendita on-line.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Quindi, la nuova FRONTIERA della COMUNICAZIONE sono i MEME?

Se fosse vero sarebbe triste.

Perché?
Perché significa che gli esseri umani hanno subito una così profonda mutazione antropologica con l'avvento del WEB che hanno bisogno di... questi nuovi e infantili strumenti di comunicazione... per STIMOLARE... i neuroni.

Io ancora non ho capito quali siano gli STRAORDINARI CONTENUTI di cui parla Giacomo, che apprezzo spesso su questo blog, che IWDP veicola tramite... i MEME.

Così straordinari da far ADDIRITTURA ringraziare, alla fine dell'articolo, un redattore di INTRAVINO come Tommaso C.

Significa che i Wine Blog Italiani non hanno più niente da dire di interessante?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Beh "nuova" non direi. Sono almeno una decina d'anni che funzionano. Sono uno strumento di grande efficacia sui social. Questo è un dato misurato da tanto tempo. Quindi sì, lo si può dare come una certezza. Il motivo sta nell'immediatezza di consumo, adatta ad un contesto come quello dei social (per dirla rapida). Inoltre, quelli più azzeccati, fanno dialogare immagini e testi in modo da comunicare concetti non banali in pochi secondi. Inoltre hanno dalla loro una certa "serialità" e il ricorrere periodico di certe formule. Utilizzano poi riferimenti alla cultura di massa che chiunque può cogliere. Non c'è da tirare in ballo alcuna teoria antropologica.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Significa che debbano far uso di MEME... soltanto perché hanno successo su importanti strati sociali?

__ È il SUCCESSO di un prodotto, di un libro, di un film, di un vino ecc... che DECRETA che un prodotto, un libro, un film, una canzone... sia la migliore? Sia il miglior libro perché ha venduto milioni di copie?
E valga di più di un libro letto da poche migliaia di lettori?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

No. Però visto che qualcuno tirava in ballo improbabili teorie antropologiche per spiegare il successo dei meme, ho trovato opportuno fornire alcuni dati e la loro interpretazione più accreditata. Evitando appunto, di scomodare l'antropologia. Poi se a lei i meme non piacciono, per carità, che male c'è.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

A me è sembrata ECCESSIVA la glorificazione che lei ha fatto di IWDP in questo articolo.
E eccessiva mi è sembrata la rilevanza che lei da ai MEME.

__ Sulla profonda trasformazione del mondo, della società, degli individui degli ultimi decenni... dovuta all'avvento del WEB(Social compresi)... ci sono le biblioteche piene.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Io, sommessamente, consiglierei di guardare se in biblioteca c'è un dizionario di italiano. Scorrere alla g e controllare il significato di "glorificare". Così, en passant.

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

Quindi, la nuova FRONTIERA della COMUNICAZIONE sono i MEME? MARCOW mi Sa che non hai capito bene, tra dire che iwdp comunica attraverso meme e dire che i meme sono il nuovo modo di comunicare ce ne passa. ciuffolo ha solo detto che questo strumento è quello usato da iwdp, non ha detto quello che tu hai scritto poi

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Roberto

circa 2 anni fa - Link

https://www.treccani.it/vocabolario/glorificare/

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Alessandro

circa 2 anni fa - Link

Buongiorno a tutti.. io vorrei solo capire una cosa.. ho spulciato qualche profilo di wine influencers... Non esiste mai un commento contraddittorio su quello che presentano.. non esiste un confronto, una discussione.. esiste solo una schiera di commenti a pro dell'immagine postata.. una volta provai a dire la mia ( in modo educato e gentile) e fu cancellato.. la seconda volta venni contattato in direct da una sedicente famosa wineinfluencer della costa toscana che mi disse che le uscite di emergenza erano a destra e sinistra... Dico ma perché? Si fa mercato tramite una schiera di zombie che sotto l'immagine di una bottiglia di vino mette una raffica di 'sei bravissimo/a' , ' meravigliosa presentazione...' etc etc... Ma a che serve? Poi se fai notare che postare foto senza una discussione o una critica decisa ma corretta è importante, parte il post sul sessismo, maschilismo, machismo.. etc etc.. dico perché? Alessandro C.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Caro Alessandro, se fosse vero quel che dice(non frequento quel genere) non sarebbe triste, ma tristissimo. __ Secondo me è Il DIBATTITO, il CONFRONTO tra opinioni d i v e r s e che rende ancor più attraente un bel post. Come dice Alessandro M "12 anni fa la conversazione stava tutta nei commenti a un post, oggi si disperde ovunque. La riflessione sulla mia attuale socialità senza alcol mi ha suggerito pensieri troppo interessanti per non essere condivisi" (Incipit dell'articolo sulla sociaiità senza alcol di A. M.) Purtroppo l'enorme successo dei SOCIAL ha distrutto i dibattiti dei blog in tutto il mondo. I Social assorbono molto tempo e, in molti casi, si sono trasformati in ECO CHAMBERS Dove il dibattito vero viene represso come ha detto Alessandro C. __ Ad onor del vero invece Tommaso C anche se si lamenta dell'anonimato, non ha mai censurato nessuno. Ama il dibattito, la polemica e intelligentemente la stuzzica perché sa che valorizza il suo articolo. __ PS Generalmente quando polemizzo poi non è che mi sento benissimo. Sono sempre pronto a ricomporre il rapporto con chi ho polemizzato. Per esempio con Vinogodi ho un ottimo rapporto. O con Altri con cui ho un ottimo rapporto. E sicuramente sarà così anche con Tommaso C.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Ecco un punto davvero interessante della questione: la qualità delle interazioni su profili che in teoria avrebbero decine di migliaia di followers. Porto un esempio a sostegno della fondatezza del tuo dubbio Alessandro. Pochi giorni fa c'era una diretta IG sulla pagina di NeverWineAlone (non so se hai presente) per presentare Verticale con Cossater, Pari e Galello. A vederla eravamo in una sessantina al massimo. In contemporanea c'era una diretta sulla pagina di Vino Tacchi e Sushi con altre 2 ragazze di cui non ricordo il nome (non è per dire, ma proprio non lo ricorso) che registrava 300 utenti connessi. A me la cosa ha sorpreso non poco lì per lì, ma poi ho fatto caso che di quei 300 quasi nessuno commentava (a parte uno che si chiamava Mandingo31cm e sul quale sorvolerei perché scriveva cose volgari all'indirizzo delle 3 ragazze che han fatto bene a mandarlo dove meritava). Ma ecco, al netto di Mandingo le interazioni erano poche se non nulle e... alla fine mi son chiesto se quei 300 online, alla fine, non fossero più bot che altro.

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

"alla fine mi son chiesto se quei 300 online, alla fine, non fossero più bot che altro."... su questo esistono possibilità di analisi, e qualche volta (raramente) vengono pure pubblicate. In genere, il rapporto tra numerodifollower e utenti attivi-rispondenti, non supera quello delle vecchie cartoline da imbucare (si, una volta esistevano le poste, si facevano indagini anche con le cartoline e i questionari scritti). La sostanza, a parte i dati, è quella descritta da Alessandro, che con buona volontàà si è messo a interagire; ecco, la cifra comunicativa di quelle pagine (comunicazione degli influencer, su vino o su laqualunque) NON E' PER DEFINIZIONE il luogo del dibattito e del confronto. PEr quesgto Alessandro si è trovato "spinto" fuori dalla pagina: l'influencer è pagato a interazioni, e di conseguenza (1) non sono ammesse le osservazioni critiche, in grado di abbassarfe il rating; (2) il tasso di bot cresce in misura più che proporzionale con il numero di follower ufficialmente dichiarati; (3) un investimento sostanzioso in bot bot è in genere utilizzato anche nella fase di lancio della pagina dell'influencer, il quale si presenta sul mercato pubblicitario con il numero di follower.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Ottimo contributo che mi ha fatto capire aspetti che non conoscevo.

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Roberto

circa 2 anni fa - Link

https://www.treccani.it/vocabolario/glorificare/

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Alessandro

circa 2 anni fa - Link

Grazie a tutti per le delucidazioni e per le cortesi risposte. Ora capisco il perché di tutti gli endorsement che leggo su tali personaggi. Marcow se vuoi vedere una cosa ancora più triste puoi vedere una influencer della mia zona ( Camaiore Lucca) che ha pubblicato una storia su IG. ( Le stories sono aperte). Tale story rappresentava una visita ad una cantina.. mentre il proprietario stava mostrando la vigna e la cantina si vedono raffica di persone con cellulare che riprendono pezzi di discorsi e si vede che tutti sono impegnati a farsi selfie con bocche a culo di gallina o sorrisi durbans sullo sfondo... Per me che sfioro i 40 e da 8 anni cerco di studiare la materia mi è venuta una tristezza assurda... Questa gente non partecipa è solo presente.. per il resto vive una second Life avulsa dalla realtà. Grazie alle considerazioni di Paolo sopra descritte mi hanno dato una chiara visione del loro mondo... E non mi piace nonostante io sia un programmatore

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Alessandro

circa 2 anni fa - Link

Grazie a tutti per le delucidazioni e per le cortesi risposte. Ora capisco il perché di tutti gli endorsement che leggo su tali personaggi. Marcow se vuoi vedere una cosa ancora più triste puoi vedere una influencer della mia zona ( Camaiore Lucca) che ha pubblicato una storia su IG. ( Le stories sono aperte). Tale story rappresentava una visita ad una cantina.. mentre il proprietario stava mostrando la vigna e la cantina si vedono raffica di persone con cellulare che riprendono pezzi di discorsi e si vede che tutti sono impegnati a farsi selfie con bocche a c*** di gallina o sorrisi durbans sullo sfondo… Per me che sfioro i 40 e da 8 anni cerco di studiare la materia mi è venuta una tristezza assurda… Questa gente non partecipa è solo presente.. per il resto vive una second Life avulsa dalla realtà. Grazie alle considerazioni di Paolo sopra descritte mi hanno dato una chiara visione del loro mondo… E non mi piace nonostante io sia un programmatore

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

Il tema dei bot è estraneo all'oggetto dell'articolo, e me ne scuso con l'autore. Volevo in fondo sottolineare che la questione economica del sistema delle promozioni via social-cosi costituisce una delle ragioni per cui esiste il sito IWDP e non IWDP-by-autore. Mi sembra ovvio il solco tra questo e altre pagine di satira sociale, politica, ecc.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Non ti scusare Paolo, anzi. Il tema bot è forse laterale, ma è perfettamente pertinente. Specie quando si deve misurare la credibilità di qualcuno che vende un servizio fondandolo su numeri la cui consistenza è stata costruita, giustappunto, a suon di bot.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Però una curiosità me la dovete togliere: seguite qualcuno dei cosiddetti wine influencer? No perché io confesso, qualcuno ne seguo. In genere son quelli che trovo più interessanti (tipo Stefano Quaglierini aka Italian Wines) o per i quali ho più simpatia (Nello Gatti). Quindi sì, io confesso, seguo alcuni profili del genere. Magari un po' distrattamente (come seguo tanti altri profili) però non ci trovo niente di male. Su altri, che comunque seguo, faccio un po' più fatica e davvero mi chiedo che tipo di seguito reale abbiano. Ma insomma il punto è: voi seguite qualcuno di questi profili o no? E se sì: perché? Altrimenti di che stiamo parlando?

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Alessandro

circa 2 anni fa - Link

Ciao Tommaso! Onestamente ci ho provato .. ho seguito qualcuno/a.. dalle wine Angels a Simonangsommelier a Carlotta Salvini... E a parte l'utima che mi sembra molto preparata ho trovato molto stancante e faticosa la condivisione dei contenuti. Sono per la maggior parte pieni di contenuti autoreferenziali, attacchi al maschilismo senza citare episodi reali che sono accaduti e mera ostentazione di sé stessi. Insomma dopo qualche giorno ho manifestato i tipici sintomi dell'intolleranza e ho preferito su altro. Sostanzialmente se cerco contenuti espliciti ci sono altri siti.. se cerco un arricchimento da questi non lo trovo. Poi ragazzi... È solo la mia modesta opinione. Alessandro

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Opinione che mi pare fondata. Grazie Alessandro.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... e come disse Fantozzi alla fine della proiezione della corazzata P. , avendo data una scorsa , il tutto mi sembra : " ... una c...a p.......a " ... PS: data l'anagrafe , sono in piena rivoluzione digitale , guidato e seguito da mio figlio in simbiosi mutualistica con tablet , smartphone e PC ... PPS : eppoi faccio parte del popolino medio di appassionati "veri" , per cui il mio personalissimo pensiero sugli influencer l'ho già esposto e decodificato. Amicizia o no ( anch'io ho un paio di amici - cialtroni che sproloquiano di vino arrotondando il guiderdone e migliorandosi il tenore di vita ) : ...e non c'è nulla di male ...

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Invernomuto

circa 2 anni fa - Link

Ecco, al netto di qualche risata a denti stretti, più che altro perchè danno spesso addosso alla marea di sfigati wineinfluencer ed è smpre cosa buona e giusta, hai centrato il problema: l'effetto Zanzara, ossia il filo sottile che separa la gratuità dall'intelligenza della presa in giro. Non so chi ci sia dietro, ma usano meme e quella roba lì perchè sono anagraficamente cresciuti con quello. Ecco, io mi ci ritrovo poco, anche perchè ultimamente "se la cantano e se la sonano" tanto quanto quelli che criticano (giustamente). Ma c'è una soluzione, che risolverebbe molti problemi ma che per noia nessuno fa, togliersi immediatamente dai social media. Sarebbe un mondo migliore, i danni sono oramai molti di più dei benefici.

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Sula Vineyards

circa 2 anni fa - Link

I often admire the way that your posts showcase a sense of humor. Good post yet again. Good creatives though.

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