Voglio comprare una bottiglia, non tutta la cantina. Come dirlo a Slow Food?

di Antonio Tomacelli

Immagine 8Avete letto le ultime dichiarazioni del presidente di Slow Food, Roberto Burdese? Riassumo in due parole: niente voti. Proprio così, la guida dei vini che uscirà nel 2010—la prima che l’associazione pubblica senza lo snobbato Gambero Rosso—non avrà punteggi, scordatevi le tre chioccioline. In compenso “grande spazio ai territori e alle aziende da cui nascono i vini”. Ma allora mi chiedo, che razza di guida è? E soprattutto, perché dovrei comprarla ogni anno? Spiego il mio dubbio: io non chiamo per nome ogni ceppo del vigneto di Giacosa, né so quanti chicchi usa Biondi Santi in ogni bottiglia di Brunello. Sono uno normale, uno che vuole comprare una bottiglia senza essere laureato in enologia. E così, quando voglio assaggiare qualcosa di nuovo, apro una guida (magari ne apro due) e scelgo al volo.

Capisco che Slow Food mi voglia raccontare del produttore (moglie, figli e magari un estratto conto), delle difficoltà di un’annata maledetta ma io non posso spendere 40 eurini di Barolo cattivo per solidarietà.

E poi, lasciatemi sfogare, ancora ‘sto piagnisteo del piccolo produttore che nessuno-conosce-ve-lo-raccontiamo-noi, basta! non si può più sentire. Giampaolo Paglia è un produttore normodotato che ha messo in rete un diario con tutte le informazioni su azienda, vini e vendemmie. Che vi costa a voi piccoli produttori fare altrettanto? Se proprio non volete perdere venti minuti per aprire un blog, fatevi fare un sito decente, oppure iscrivetevi a Facebook, Twitter o alle brutte telefonatemi così ci conosciamo, eccheccavolo!

Insomma voglio una Guida all’acquisto, non un romanzo a puntate. La voglio ogni anno diversa e con i punteggi perchè il vino non è mai uguale a se stesso. Soprattutto voglio che sia affidabile per cui, cari dirigenti Slow Food, se non volete azzardare i punteggi perchè siete in pochi e magari un pò scarsi in attacco, fate come il Moratti con l’Inter e spendete due soldi in campagna acquisti. Ora si gioca Serie A, ricordatevelo.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

12 Commenti

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

Io condivido l'idea, l'impostazione di Burdese. Ben venga una guida che ti suggestiona e ti invita a scegliere secondo percorsi diversi, in cui l'appassionato possa ritrovarsi, divertirsi, conoscere. Mi convince quindi quando afferma "ci interessa parlare dei 30 rossi più buoni di una regione, per permettere al consumatore di conoscere e visitare un territorio attraverso le bottiglie”, laddove si capisce che una qualche graduatoria, un filo che determinerà un percorso ci sarà, per "fornire tutte le informazioni necessarie per permettere al consumatore di filtrare le proprie scelte, libero da giudizi". Insomma perchè dare voti, lasciando un vino solo soletto con la sua schedina nel marasma delle centinaia di altre schedine, e non invece usare la forma delle liste, dei percorsi, dei dieci per regione o per bellezza della etichetta, per ballare o per uvaggio, o per qualsiasi altra filo rosso che poi si identifica con le nostre discussioni. Non mi sembra che minime variazioni di punteggio di anno in anno giustifichino l'acquisto di una guida, non mi sembra ci si accapigli più per qualche decimo di punto, e nemmeno che un vino lo si compri solo per questo: mi sembra che quel che muove l'appassionato e il consumatore siano invece le suggestioni, i percorsi mentali, il tempo libero, se volete le mode, sicuramente ciò che un vino significa, come si manifesta nella nostra piccola vita quotidiana.

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Fabio Giavedoni

circa 14 anni fa - Link

Buongiorno sono Fabio Giavedoni, il responsabile di Slow Food che assieme a Giancarlo Gariglio ha curato l'edizione della Guida al Vino Quotidiano 2010 presentata ieri al Lingotto di Torino. Non sono solito intervenire nelle discussioni dei vari blog/forum che si occupano di vino ma la lettura mattutina del suo articolo mi ha incuriosito a tal punto che mi sono deciso a scrivere. Mi ha colpito in particolare questa sua capacità di giudicare adesso un prodotto editoriale che, se andrà bene, uscirà in libreria tra un anno. E quindi mi è venuta spontanea una domanda: ma lei è in grado di fare così anche con i vini? sa già giudicare ora i Baroli della vendemmia 2009? Ammetto che se così fosse avrei grande invidia per lei: io purtroppo sono della "vecchia scuola", e non riesco a giudicare un vino se non l'ho assaggiato, così come non riesco a giudicare un libro/film se non l'ho letto/visto. In ogni caso alcune delle sue osservazioni sono per noi preziose e ne terremo conto. Grazie per questo. Ma è un altro il punto che ha solleticato particolarmente questa mia risposta: sono pervaso da una profonda fede interista da più di 40 anni, e il suo consiglio di fare come Moratti mi porta a dirle questo: 1) i giudizi sui vini noi già li diamo, e continueremo a darli, sul nuovo sito www.slowine.it che abbiamo inaugurato da poco. Si legga l'articolo sul Barolo e i prossimi che verranno e vedrà che è così 2) non siamo in pochi: se si compra la Guida al Vino Quotidiano troverà un elenco di 176 collaboratori che abbiamo coinvolto per questa edizione, senza contare i responsabili regionali e noi della redazione centrale. 3) non credo che queste persone siano "un pò scarse in attacco" quanto piuttosto che abbiano un'altra caratteristica: sono uomini, e anche tante donne, che sono mediamente giovani, e in molti casi molto giovani. In sostanza il nostro modello per affrontare la prossima Guida che andremo a fare non è quello dell'Inter dei primi anni di Moratti, quando comprava solo grandi cavalli a fine corsa, o quello del Milan degli ultimi tempi (il decrepito Ronaldinho, Schevcenko, quel ciccione di Ronaldo), ma piuttosto quello del Barcellona, che ora gioca in serie A - ed è forse la più forte squadra del mondo - con 7 ragazzi che provengono dal suo vivaio. Nessuna campagna acquisti pertanto (anche se siamo aperti senza dubbio a qualche buona collaborazione), preferiamo far crescere Balotelli e Santon, che proprio tanto malvagi non mi sembrano! Grazie. Arrivederci

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stefano bonilli

circa 14 anni fa - Link

Caro Giavedoni, a me che non sono interista tutti questi parallelismi con i nerazzurri tolgono in anticipo la voglia della nuova guida. Consiglierei di cambiare esempi :-))

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Devo dire che di questi tempi è difficile ottenere risposte tanto civili. In genere cominciano tutti con le minacce di querela. Risponderò solo al punto 1, dato che qualche dubbio sulla squadra che avevo è stato lei stesso a confermarlo. La scelta di "formare" dei giovani è certamente coraggiosa e vi fa onore, ma spero saranno altrettanto coraggiose le loro scelte. Rispondo quindi al punto 1: abbiamo recensito il vostro sito appena uscito, per cui ci è sembrata strana l'affermazione di Burdese. Tra l'altro vedo in un vostro banner che i "vini quotidiani" devono superare la soglia di 86/100 per poter entrare in guida. Quindi se i centesimi li usate nelle degustazioni, perchè non pubblicarli in guida? Io ho una sola risposta: tutela del produttore. Ricordatevi però che la guida la comprano anche i consumatori. Buon lavoro a tutti P.s.: Giudicare un Barolo del 2009 è cosa per me improba. Più facile giudicare le dichiarazioni rilasciate alle agenzie di stampa.

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

Mi diverte il fatto di esser solo e ultimo tra cotanto senno, quindi continuo a commentare. Credo, Antonio, che il punteggio sia necessario in sede tecnica, di degustazione, esiste una tabella ais, eccetera. Questo non significa però che debba essere necessariamente solo un punteggio a fare comunicazione su un vino, sul suo territorio e sulle persone che lo fanno. Meglio inventarsi qualcosa che lo collochi, lo faccia vivere, lo ponga in un contesto o lo decontestualizzi del tutto: insomma che lo faccia riconoscere e ricordare, anche al consumatore.

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Roberto Burdese

circa 14 anni fa - Link

Caro Tomacelli, intanto grazie per l'attenzione. E tranquillo: nessuna minaccia di querela. Scherzi a parte, intervengo per precisare alcune cose, che ieri a Torino ho detto ma che non sono comparse nella sintesi dei comunicati stampa per evidenti esigenze di spazio. Non ripeto quanto ha già detto Giavedoni: tra l'altro io tifo (senza eccessivo entusiasmo) Toro e quindi sui paragoni calcistici faccio meglio a tacere del tutto. Noi di Slow Food non siamo contrari a priori ai punteggi, tanto che nella nostra Guida alle birre d'Italia classifichiamo le etichette da una a cinque stelle e nella Guida agli extravergini d'Italia classifichiamo da una a tre olive. Lo facciamo perché riteniamo che in quei casi possa essere utile se non necessario, perché la guida alle birre è al momento l'unica in Italia e sugli extravergini siamo stati i primi e - se non sbaglio - siamo rimasti gli unici. Sul vino crediamo invece che nell'anno domini 2009, in presenza di 6 guide annuali che recensiscono i vini con punteggi, chi avvia un nuovo progetto (sia che si tratti di Slow Food sia che si tratti di un altro soggetto) debba fare una nuova proposta. In primo luogo, banalmente, perché altrimenti si finisce per fare tutti le stesse identiche cose e non credo si senta la necessità di una settima guida. In secondo luogo perché il vino oggi è diverso da birra e olio e anche da se' stesso rispetto a venti anni fa. Oggi esistono molti strumenti per conoscere il vino, molti più consumatori consapevoli, molti più luoghi di consumo del vino di qualità, molti più operatori che comunicano il vino. Chi nasce oggi ha una visione del mondo diversa da chi nasceva 20 anni fa. Credo anche che le guide che già stanno sul mercato facciano bene ad andare avanti con il loro lavoro, pubblicando i punteggi e tutto il resto. Noi vogliamo provare una nuova strada. Dopodiché, naturalmente, ci saranno anche chiare indicazioni per "comprare una bottiglia" e non solo per "comprare tutta la cantina": solo che non saranno, semplicemente, il punteggio (in centesimi, ventesimi, chiocciole, grappoli o stelle) ottenuto in degustazione cieca dal vino. Ci direte a ottobre 2010, quando usciremo, se la cosa funziona oppure no. La squadra è forte e numerosa, con giovani che stiamo formando e vecchia guardia che ha fatto un bel pezzo di storia Slow Food. E anche qualche nuovo innesto di qualità. Con Gariglio e Giavedoni che già hanno lavorato ottimamente sul Vino Quotidiano e un Direttore editoriale nuovo di cui mi dicono un gran bene... Quindi non è per debolezza che scegliamo questa nuova strada, anzi ci sentiamo abbastanza forti da provare noi una strada certamente rischiosa ma che potrebbe aprire scenari che in futuro verranno utili anche ad altri. Almeno questa è l'ambizione.

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Chiaro ed esaustivo. Un grazie per la civile attenzione anche da parte dei lettori di Intravino. Buon lavoro

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fabrizio scarpato

circa 14 anni fa - Link

Comunque ho la sensazione che l'annuncio di una siffatta guida, la sola comunicazione della assenza dei voti, costituisca un buon viatico per il gruppo di lavoro e un rodimento sempre più acuto per molti che sul vino si accapigliano spaccando l'acino in mille pezzi e sfaccettature. Già Intravino qualche smottamento l'ha provocato, poi si vedrà. Signori si scende, o perlomeno si cambia. E manca ancora un anno!

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

se non togliete l'aggettivo "normodotato" sostituendolo con "superdotato" vi querelo.

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Fà pure, perderai la causa e intravino si impossesserà di tutti i tuoi beni, cantina compresa, tsè.

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La linea dell'inutile (Mauro)

circa 14 anni fa - Link

non capisco come ma sono d'accordo sia con Tomacelli che con Burdese ... saro' mica afflitto da "buon senso" ? :-) ps: c'e' la faccina, non querelatemi in due please ...

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