IntravinoCup | È ora di votare la finalissima della Selezione Naturale
di Tommaso Ciuffoletti203 risposte e ve lo dico subito, la finale pare essere davvero imprevedibile nei suoi esiti.
Ma prima di darvi il link per votare la finale e (un rapidissimo focus su due finalisti), ripercorriamo insieme, turno dopo turno, la strada fatta per arrivare fin qui. Una strada fatta dai vostri voti, centinaia ad ogni turno, che hanno scelto ogni volta quali fossero le cantine da portare avanti.
Questo il percorso della parte alta del tabellone (in neretto i vincenti di ogni turno).
Questo il percorso della parte bassa del tabellone (in neretto i vincenti di ogni turno).
Gravner
Gravner fa valere il peso di storia e consistenza e ha la meglio su Radikon (e se sulla storicità di quest’ultimo non credo ci sia da discutere, diversi sono stati i commenti critici in merito alla consistenza dei tempi più recenti – ed è giusto riportarlo come dato di cronaca). 148 a 55 l’esito di una sfida che non è mai stata in bilico, assegnando quindi a Gravner l’accesso alla finale.
Questo l’esito delle sfide che Gravner ha affrontato per arrivarci. Credo non servano troppi commenti per dare l’idea di quanto questa azienda sia stimata e amata dai lettori di Intravino.
32esimi
GRAVNER 463 – Calabretta 262
16esimi
GRAVNER 224 – La Stoppa 96
Ottavi
GRAVNER 228 – Fattoria San Lorenzo 101
Quarti
GRAVNER 135 – Stefano Amerighi 98
Semifinale
GRAVNER 148 – Radikon 55
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Foradori
La sfida tra Foradori ed Emidio Pepe si è invece giocata sul filo di pochi voti e alla fine ha prevalso Foradori per 107 a 96. La finale, va da sé, vedrà Foradori giocarsela con Gravner. E se Gravner ha legato il suo nome alla Ribolla, Foradori ha nel Teroldego la chiave della sua rivoluzione stilistica. Dal Carso ci spostiamo tra Trento e Bolzano (ma più vicini a Trento), rimanendo in quel nord (piuttosto ad est) che ha arricchito di rigore il valore di una rivoluzione del vino moderno italiano.
Questo l’esito delle sfide affrontate da Foradori per arrivare in finale. Anche in questo caso la consistenza del consenso è fuori discussione.
32esimi
FORADORI 487 – Vigne dei Boschi (Paolo Babini) 238
16esimi
FORADORI 216 – Ca’ dei Zago 104
Ottavi
FORADORI 199 – Dornach (Patrick Uccelli) 130
Quarti
FORADORI 141 – Arianna Occhipinti 92
Semifinale
FORADORI 107 – Emidio Pepe 96
Se ve la sentite di azzardare un pronostico, fatelo nei commenti, se volete solo votare, il link ve lo metto subito qui (vi ricordo che avete tempo fino a venerdì sera, poi ci vediamo lunedì coi risultati della Finale e le considerazioni conclusive).
CLICCA QUI O IL BANNER SOTTO PER VOTARE
Immagine di copertina: “Tropical Landscape: American Indian Struggling with a Gorilla” di Henry Rousseau
15 Commenti
Littlewood
circa 1 anno fa - LinkE' come chiedere se vuoi piu' bene a mamma o paps'....2 persone che stimo e ammiro tantissimo! Elisabetta e' una grande! Ha saputo tirar fuori da un vitigno banale come il teroldego vini emozionanti! ! E' una donna coraggiosa e di una sensibilita' e intelligenza rare! Ma Josko E' il MAESTRO! Inarrivato e inarrivabile semplicemente! E chi nn ha bevuto i rujno anni 80/ 90 ha perso una pietra miliare dell' enologia mondiale senza timore di smentita. E ancora adesso sta' facendo vini memorabili sempre piu' immersi nel suo territorio!
Rispondivinogodi
circa 1 anno fa - Link...FRanco , concordo con quanto scrivi , avendo conosciuto Elisabetta e frequentando i vini di Josko da almeno trent'anni. Quest'ultimo rimane un maestro ma preferivo i suoi vini del vecchio millennio , sinceramente. Soprattutto i bianchi pre anfora...
Rispondivinogodi
circa 1 anno fa - Link...poi vedremo in futuro se la scelta di Ribolla e Pignolo esclusivi permetteranno di dare continuità ad una splendida storia enologica italiana...
RispondiTommaso Ciuffoletti
circa 1 anno fa - LinkIo riguardando mi sono reso conto che forse ... dico forse, la parte bassa del tabellone era più difficile e comprendeva alcuni nomi che forse avrebbero meritato di fare più strada. Quanto al commento di Littlewood mi pare abbia usato parole che è impossibile non condividere. Siccome io devo sempre cercare di rimanere neutrale, anche solo per rispetto della correttezza del gioco, non voglio fare nomi, ma in questi giorni mi hanno scritto diversi amici per dirmi chi avrebbero votato ed erano equamente distribuiti tra "non si può non votare Foradori" e "non si può non votare Gravner"! ;)
RispondiPp
circa 1 anno fa - LinkMi sono divertito a votare e scegliere di volta in volta i miei "eroi", ma questa volta non voto. Avevo timore che sarebbe finita così e così è andata. Non si può fare un'eccezione e proclamare due vincitori come Tamberi e Barshim nel salto in alto olimpico nel 2021? Io credo che lo chiederebbero entrambi i contendenti. Scusate l'azzardo.
RispondiTommaso
circa 1 anno fa - LinkNon mi sento di scartare questa proposta. Soprattutto nel caso che i voti continuino ad andare come stanno andando: praticamente un testa a testa diviso da pochissime unità di voti.
RispondiViva Roddolo
circa 1 anno fa - LinkLimitandosi ad analizzare, forse un pò tardivamente :-), la provenienza regionale dei 64 partecipanti, ci sono alcuni dati su cui riflettere. Il fatto che non ve ne sia alcuno proveniente dalla Puglia, che per quantitativi prodotti è la seconda regione dietro al Veneto. Dato che incuriosisce ancora di più considerando la buona percentuale di produttori cosiddetti "biologici" operanti nella regione in questione. L'ottima capacità di Toscana e Friuli, rispettivamente al settimo e ottavo posto per quantitativi prodotti, di aver saputo interpretare (o addirittura anticipare) la "svolta naturale", la prima con ben 12 produttori presenti e il secondo con 8, tra i 64 iniziali. Infine mi sarei aspettato qualcosa in più dal Piemonte, per una serie di motivi, non solo meramente numerici, che sarebbe superfluo elencare.
RispondiTommaso
circa 1 anno fa - LinkGiustissimo questo commento. E giusta la notazione sulle regioni menzionate! Il Friuli credo abbia goduto dell'essere stato la culla di un rivoluzione stilistica originale e fondativa, per molti versi, dell'intero "movimento" dei vini naturali, la Toscana è storicamente (parlo della recente storia del vino moderno) una regione all'avanguardia nel cogliere gli spunti e le innovazioni più interessanti in circolazione. Sulla Puglia avrà forse inciso la mancanza di "campioni" di portata davvero ... come dire ... "quelli che non puoi non menzionare"? Sarebbe interessante guardare anche la ripartizione nord-centro-sud al riguardo. Sul Piemonte è vero, ne abbiamo parlato tra i commenti di qualche turno precedente. E infine grazie, perché questi son spunti assolutamente interessanti.
RispondiLuca Miraglia
circa 1 anno fa - LinkOggi assistiamo ad una finale tra due mondi del vino diametralmente opposti, che anche la critica, nei primi anni del millennio, valutava in modo assai diverso; cito casualmente (ma testualmente) "Vini d'Italia 2003" (all'epoca di gran lunga la guida più diffusa e seguita), che, mentre per Foradori parla di un Teroldego "tra i migliori della sua categoria", su Gravner si esprime così: "carichi nel colore, approssimativi nell'esecuzione, il Breg e la Ribolla 1998 sono così lontani dal nostro modo di concepire il vino che non ci sembra nemmeno giusto esprimere una valutazione".
RispondiTommaso
circa 1 anno fa - LinkLuca, grazie per questo commento. Col tuo permesso - e dovuta citazione - vorrei inserirlo nel pezzo finale che svelerà il vincitore della finale.
RispondiLuca Miraglia
circa 1 anno fa - LinkMi è sembrato opportuno ricordare che, un ventennio fa, l'universo degli "orange" non era ancora stato esplorato e, quindi, i vini di Gravner potevano apparire "marziani" oppure, addirittura, bevande non assimilabili al vino (!) Comunque, permesso accordato...
RispondiVinogodi
circa 1 anno fa - Link...purtroppo come la maggior parte di Malvasie piacentine che si stanno irrimediabilmente , per scelta di mercato, "Agenizzando" con mio profondo scoramento che "devo" seguire la zona...
RispondiMattia Grazioli
circa 1 anno fa - LinkFortunatamente ci siamo evoluti; le guide sono più aperte e i vini grandi, vengono riconosciuti come tali, a prescindere dalle pratiche di cantina. Profondo e segnante quello scritto del 2003; meno male che ci sono state queste bordate, che hanno permesso di entrare nel mondo del vino, da quella porticina chiamata “vino naturale”, a tanti piccoli produttori di filiera. Ps. Si è scritta molto poco la parola “volatile”, e mi piace molto la cosa…
Rispondihakluyt
circa 1 anno fa - LinkLa frase "Si è scritta molto poco la parola “volatile”, e mi piace molto la cosa" mi ricorda assai la pratica di nascondere lo sporco sotto al tappeto...
RispondiMattia Grazioli
circa 1 anno fa - LinkMa proprio no, anzi… infatti siamo rimasti con due aziende che fanno vini cesellati.
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