Inama: il magma del Soave in tre versioni

Inama: il magma del Soave in tre versioni

di Andrea Gori

Il Magma vulcanico si è divertito a Soave e oggi sono i ragazzi terribili della nuova generazione Matteo, Luca e Alessio, figli di Stefano Inama, a divertirsi nelle loro vigne producendo alcuni tra i vini bianchi più decisi e caratterizzati della denominazione. In parallelo all’impegno sui Colli Berici e l’interpretazione del bradisismo geologico che ha fatto nascere i colli stessi, hanno speso gli ultimi anni a individuare per la loro garganega le espressioni più fini e territoriali.

L’occasione della piacevole masterclass è stata presentare un nuovo cru di Soave Classico ovvero il “Vigneti di Carbonare” che affianca  il celebre Du Lot e Foscarino. Una zona con forte storicità colturale umana ma anche geologica con il magma appunto che a seconda dei versanti ed eruzioni ha avuto evoluzioni diverse, tanto che in questa sottozona la famiglia ha da sempre coltivato anche il Sauvignon da cui il famoso “Vulcaia fumè“.

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Carbonare Soave Classico DOC Inama 2018
Vigneto rivolto a est, l’opposto dei vini di calore a ovest, un territorio con molta acqua e freschezza che produce sempre uva fragrante e croccante. Il Carbonare nasce da una selezione di 2 ettari vinificati senza malolattica e legno, grande intensità di aromi, macerazione su bucce leggera, in pressa a bacca intera, lieviti indigeni, solo mosto fiore.

Ha note di ginestra, gelsomino, mandarino e pompelmo candito, fiori, piacevolezza, flint, lamponi di bosco, ginseng. Bocca progressiva, fresca piacevole, complesso ma allo stesso tempo grasso e fresco, vivace che si rincorre tra pesca e pera nel palato. Una brezza fruttata elettrica che seduce e disseta in maniera decisamente brillante. Un Soave molto più fresco e piccante dei soliti, ottima novità per appassionati di freschezza senza rinunciare a potenza e complessità, un vino da crudi di pesce ma anche tartare sfiziose. 90

Monte Foscarino Soave Classico DOC Inama 2018
Qui nasce la storia di Inama, su questa collina molto ventosa, terreno più sabbioso e scuro ma non omogeneo che raggiunge tutte le esposizioni, est sudovest ed est. Il vino è sempre stato intenso e denso qui nel corso dei secoli, tensione acido sapida altrove è maggiore, qui c’è calore, struttura e potenza, corpo. Viene fermentato al 100% in legno usato, più che agrumi.

Ha note floreali standard tipiche di Soave Classico, camomilla, iris, ricchezza sapida e gessosa, umami, pomodoro confit. Sorso con mandorla, pepe bianco, marzapane pronti ad evolversi in note speziate complesse, la bocca ha potenza, classe, raffinatezza ma soprattutto decisione e grandeur saporita, lunghezza ammaliante e capacità di occupare il sorso manu militari. Vino per risotti strutturati con midollo o sensazioni forti. 93

Vigneto du Lot Soave Classico DOC Inama 2018
Sempre dal cru Foscarino di cui in realtà viene considerata massima espressione, ha una storia molto particolare perché nasce a metà anni ’90 quando il Soave aveva cattiva reputazione di vino insipido e da prezzo ed era sempre posto a confronto con gli chardonnay potenti amati dalla critica parkerizzata.

“Du Lot” indica quindi una versione più intensa di Soave Classico e potente da confrontare con altri vini decisi e sostanziosi. Gli Inama scelgono ogni anno la parte più ricca e intensa del Foscarino e lo vinificano in legno con importanza e cura. E il legno in effetti si sente, questa garganega però ha sapore e sostanza tali da reggere l’impatto. Vino di intensità, sapidità e potenza ma anche eleganza per una etichetta che viene usata come alternativa al posto dei Montrachet.

Dicevamo naso distinto fresco e penetrante, note di incenso, rose bianche, frangipane, menta, iris, camomilla, pera cotogna, un vino di potenza immediata e longevità assicurata. Come tutti i grandi anche da giovane ha la barra dritta su sapidità e freschezza mentre si rivelano con qualche grado di temperatura note di menta, anice e pepe bianco, fieno selvatico, olio di argan, ortica e susina. Lunghezza rocciosa e tanta finezza che si ribadisce ad ogni sorso. Ottima annata per un classico sempre di riferimento 96

Bello concludere l’assaggio soffermandosi sui volti in etichetta disegnati da Palladio, di cui il primo è ubriaco e il secondo in meditazione, come ad unire il lato scherzoso orgiastico dionisiaco e l’altro più sacro religioso e attento. Il Soave Classico è oggi forse proprio questo, l’unione di un territorio frutto di studio riflessione e applicazione ma che non tralascia il lato passionale, rock, godereccio per cui dovremmo scegliere ed amare i vini che mettiamo nei nostri bicchieri.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Andrea

circa 3 anni fa - Link

Non è Palladio. Ma il suo discepolo inglese

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