In ricordo di Franco Zanovello

In ricordo di Franco Zanovello

di Angela Mion

Franco Zanovello, uno dei più conosciuti e benvoluti vignaioli dei Colli Euganei, titolare dell’azienda di famiglia CàLUSTRAZanovello, presidente dell’associazione la Strada del vino dei Colli Euganei, è mancato all’improvviso sabato pomeriggio.

Scrivo di lui, un giorno dopo, un giorno dopo aver come i giri di una slot machine visto e riascoltato nella mia testa tutti i suoi momenti, le sue immagini, le sue parole, il suo vino, la sua profonda cultura della terra.

Un amico, amico di tanti, nemico di chi non lottava per la giusta causa del territorio, dei suoi amati colli.

Ne scrivo ora e con un groppo alla gola riparto da un file che avevo da tempo salvato dove volevo raccontare della sua cantina CàLUSTRA – Zanovello e del loro lavoro, del loro vino nella nostra terra da sempre. Oggi per me è più che mai difficile dividere la figura del vignaiolo, dell’imprenditore, dell’agricoltore, del padre da quella dell’amico. Il file che avevo abbozzato iniziava così:

Avete presente quei vini che rappresentano un territorio, che quando vai al ristorante e non sai cosa bere perché non ti ispira niente alla fine bevi quello e cadi in piedi, che quando hai ospiti a casa dai più cacacazzi ai più cialtroni quello fa sempre la sua porca figura, che se devi pensare ad un buon vino con un rapporto qualità prezzo squilibrato perché costano puntualmente troppo poco siamo sempre lì, quei vini insomma che bevi da sempre e continuerai a bere sempre, quell’azienda che fa vino naturale con esperienza senza asterischi senza artifizi e raggiri. CàLUSTRA è tutto questo.

Avevo iniziato il pezzo così e mai avrei immaginato oggi.

Il giro della slot dei ricordi si ferma sulle ore che mi capitava di passare a parlare di vino e vigna con lui.

Mi raccontava del suo impegno con i colli, sempre più importante ed ingombrante, di un lavoro profondo e radicale da fare sul territorio che non poteva mollare. Mi raccontava del bisogno assoluto di far si che i contadini si convertissero quantomeno al biologico, che già il solo aspetto del rispetto della terra sarebbe stato un passo da giganti. Era felice di poter dedicare del tempo ai suoi amati colli perché in cantina i figli Linda e Marco ormai erano diventati davvero bravi. Marco, sulle orme del padre porta avanti la cantina, fa il vino, lo ama. Linda è una ragazza dolcissima e solare, comunica fa marketing, cura le vendite. Franco aveva gli occhi profondi di un azzurro inarrivabile, la sua camicia a quadri, poche parole calme e sempre pacate. Gli ho chiesto cosa fosse il vino qua da noi. Mi ha risposto che qua, nei nostri colli il vino è la terra, fa tutto lei. Azione reazione: terra buona – luce – uva. L’uomo doveva solo saper ascoltare.

‘A Cengia – moscato secco: moscato bianco e fior d’arancio.
Sicuramente una delle migliori espressioni del moscato secco nei colli Euganei. Uno dei pochi che amo bere. Un vino da scoprire ed interpretare. Trama minerale, finale sapido, una freschezza inaspettata per essere un moscato, lungo e rotondo. Al naso i fiori d’arancio regalano un sorriso.

Girapoggio – Cabernet.
L’estratto della nostra terra. Austera e avvolgente. 60 mesi in rovere. Un tannino maschile, corpo e vigore. Frutti rossi e note speziate, rabarbaro ed erbe mediterranee.

Sassonero – Merlot.
Trovarne uno che non sia banale non è un gioco da ragazzi. Questo è una di quelle bottiglie che puoi dimenticare in cantina e che dopo dieci anni ti fa ancora emozionare. È un vino rotondo di Merlot nei suoi frutti rossi maturi, note balsamiche liquirizia spezie, un tannino femminile e vellutato, un lungo sorso di piacere.

Sono vent’anni che bevo questi vini. Cambiano solo gli anni, loro restano.

Come te caro Franco. Un abbraccio, buon viaggio.

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Angela Mion

Veneta, classe 1981, studi giuridici e azienda di famiglia. La svolta cubista arriva quando ormai maggiorenne incontra il vino: Sommelier, Master Alma-Ais ed altre cose in pentola. “Vin, avec toi on fait le tour du monde sans bouger de la table”. Bucolica e un po' fuori schema con la passione per la penna, il vino, il mondo e la corsa. L’attimo migliore? Quello sospeso fra la sobrietà e l’ebbrezza.

2 Commenti

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Sandro

circa 5 anni fa - Link

Mi dispiace molto. Lo conoscevo solo di vista, nel wine-shop trovavo sempre la signora, gentilissima e disponibile. Ormai da parecchi anni per me, che arrivando da Torino per le vacanze nel Delta del Po, la qualità ed il rapporto qualità/prezzo di questa azienda sono imprescindibili.

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Simone

circa 5 anni fa - Link

Una gran persona. Cordiale e pacata. Era sempre un piacere scambiare quattro chiacchere su vini e vitigni con lui durante i vari cantine aperte o quando mi recavo ad acquistare delle bottiglie, in parte per me, ma soprattutto, per far conoscere ad amici lontani le perle che solo lui sa regalare. Per come intendo io il vino e il connubio vino-territorio, è e sarà sempre il.mio punto di riferimento.

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