In difesa della sangria
di RedazioneFrancesco Morresi ne sa una più del diavolo.
Ogni volta che tiro fuori l’argomento sangria qualcuno si arrabbia, ormai ci sono abituato, si passa dal classico “che porcheria” al più dogmatico: “il vino non va mischiato con niente ché si fa peccato!”.
Uffa.
Così, nella ricerca di un modo efficace per poter disturbare gli ultimi giorni di ferie a questi bevitori da tastiera, ho pensato di scrivere un elenco di tutti gli intrugli spagnoleggianti a base di vino che mi sono piaciuti di più durante gli anni universitari.
Tutte cose con frutta, ghiaccio e coriandolini colorati; tutte cose che, se fatte per bene, sono buone, fresche e perfette per creare convivialità.
SANGRIA DE CAVA
Sangria bianca a base di Cava, spumante metodo classico spagnolo. D’estate ne consumano fiumi soprattutto in Catalogna, sulle coste e nelle isole.
Piccola premessa doverosa: la frutta nella sangria. Se da un lato c’è grande libertà di scelta sul tipo di frutta da usare, pur rispettando la stagione e la zona (di recente da buon marchigiano ne ho fatta una con delle pesche di Montelabbate che mamma mia non vi dico) dall’altro ci sono alcune regole indiscutibili. Insomma, non azzardatevi a fare macerazioni più corte di due ore, minimo indispensabile per un buon risultato, la sangria deve sapere di frutta e un’infusione più breve non basterebbe a unire tutti i profumi. Non fate arrabbiare gli spagnoli, in genere sono più elastici di noi italiani ma certe cose vanno fatte per bene che sennò si piccano.
Un litro e mezzo di Cava (o di un metodo classico che avete a portata di mano)
10 cl di gin
8 cl di liquore di arance (mascarò, cointreau)
succo di tre arance
succo di mezzo limone
buccia lavata di un’arancia
frutta di stagione (pesca, melone, mela, fragola, vedete voi)
100 gr di zucchero di canna
ghiaccio a piacere.
Mettere assieme i due spiriti forti e immergervi le bucce d’arancia almeno un paio d’ore per estrarne gli olii. Trascorse le due ore fate sciogliere lo zucchero nel succo di arancia e di limone mescolando tutto in una bacinella per poi aggiungere un po’ per volta il cava mescolando delicatamente. Fatto questo immergetevi la frutta che avrete appena tagliato a pezzetti della dimensione che avete preferito e per ultimo mettete gin e mascarò da cui avrete tolto le bucce di arancia. Girate tutto per bene e lasciate un paio di ore in frigo. Riempite un bicchiere di ghiaccio e iniziate a versare: attenti a non berne una quantità smodata, il rischio, almeno nella mia esperienza, c’è eccome.
TINTO DE VERANO
Diffusissimo nel sud della penisola dove è bevuto durante tutte le ore del giorno in special modo durante i pasti. Può sembrare una porcheria, in parte lo è, ma non vi spaventate, abbiate fiducia e apprezzate il fatto che non vi sto consigliando di provare a fare un “calimocho”, se timorosi non googolatelo!
Un litro e mezzo di vino tinto (rosso), qualcosa di giovane e leggermente acidulo andrà benissimo, scegliete voi
gassosa o acqua tonica a seconda che lo vogliate più o meno dolce, considerate che spesso in spagna si aggiunge sprite o lemon soda
15 cl di vermut
un limone e un’arancia tagliati a fette
ghiaccio a piacere.
Il procedimento è molto semplice e non essendoci frutta che deve macerare è istantaneo: caraffa, se avete una jarra spagnola (tipica brocca dal collo ristretto usata in tutta la Spagna per la sangria) siete a cavallo, ghiaccio, fette di limone, acqua tonica, vino e vermut, girate tutto e siete pronti per andare a fare un botellón come si deve.
AIGUA DE VALENCIA
Anche questo è un drink a base di cava ma sta volta senza frutta in macerazione; per altro spulciando il web mi sono ricordato che in Amanti Passeggeri di Pedro Almodóvar bevono aigua de Valencia aggiungendoci della mescalina. Quindi per dovere di cronaca segnalo anche questa variante per cinefili e/o psiconauti.
0,5 lt di cava o di un altro metodo classico
0,5 lt di arance spremute
6 cl di vodka
6 cl di gin
50 gr di zucchero
buccia di un’arancia lavata bene bene
ghiaccio a piacere
Per prima cosa si rifà lo stesso giochetto della sangria de cava: si mischiano i distillati in un bicchiere e si mettono le bucce d’arancia in infusione per un paio d’ore. Fatto questo versate il succo d’arancia e lo zucchero in una bella caraffa (la jarra di prima), e con l’aiuto di un cucchiaio mescolate bene. Una volta che lo zucchero si è disciolto aggiungete il ghiaccio, gli spiriti forti e il vino, avendo ora l’accortezza di mescolarlo piano piano e far freddare bene il tutto. Versate in un bicchiere trattenendo il ghiaccio nella jarra e garnish finale con buccetta d’arancia per fare i sofisticati, fondamentale.
Niente, queste sono tre ricette un po’ diverse dalla classica sangria di vino rosso che qualche volta capita di bere anche qua in Italia e sarà mai che un cubetto di ghiaccio possa far diventare appetibile anche per un ultraortodosso del: “d’estate solo bianco!” un rosso in pieno agosto. Il vino è cosa da prendere sul serio ma non è impuntandosi che ci si riesce, almeno non dal mio punto di vista. Provate!
Francesco Morresi
10 Commenti
Nicola micheletti
circa 4 anni fa - LinkIn effetti pure a me la sangria fatta bene è sempre piaciuta (mentre ritengo il tinto de verano nettamente inferiore)! Devo dire che delle tre proposte quella con maggiore “dignità enoica” per me è sempre stata L’ Agua de Valencia.
RispondiDiego
circa 4 anni fa - Link"Siamo alla frutta" ;-)
RispondiFranco
circa 4 anni fa - LinkCalimocho... vino rosso e coca(cola)
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkIl Tinto De Verano è una miscela terribile e pericolosa.....le altre due non sono certo la mia passione ma, in assenza di vino dignitoso, per una serata in riva al mare possono anche essere potabili.
RispondiRenato
circa 4 anni fa - LinkNon ho pregiudizi nei confronti della sangria ma, francamente, non me la sentirei di utilizzare un litro e mezzo ( due bottiglie ) di Cava o altro spumante metodo classico per prepararla.
RispondiNelle Nuvole
circa 4 anni fa - LinkChe bravi e raffinati siete, lo dico senza cattiveria. Nel secolo scorso, quando cominciavo ad avventurarmi nell'universo euforico delle prime - e ultime - sbronze, la sangria si faceva così: si mandavano a cena, a teatro, al cinema o ad una gita di due giorni i genitori o chi ne faceva le veci. Si pigliava un bottiglione o un paio di fiaschi di vino rosso poco impegnativo. Chez moi era principalmente Chianti (non Classico)Se ne versava il contenuto in un'insalatiera, Se avanzava spazio ci si poteva anche aggiungere del vino bianco, in misura di un terzo del rosso. Sempre vino fermo, l'idea di qualche bolla manco ci sfiorava l'anticamera del poco cervello in dotazione. Una volta colma di tre quarti l'insalatiera si introducevano con cautela pezzettoni di frutta. Poiché era estate, la frutta era costituita da pesche, succulente e anche leggermente surmature. Nessun super alcolico o distillato, e chi se lo poteva permettere? Un paio di cucchiai di zucchero, il succo di due o tre arance, le cui bucce poi venivano lasciate a galleggiare nel liquido rossastro. Si infilava l'insalatiera in frigorifero fino a dopo il tramonto. Il risultato era garantito, tanta euforia, buon umore, ottime relazioni sociali e qualche discreta vomitata a tarda notte. Tipo la mia.
RispondiErreCi
circa 4 anni fa - LinkConcordo fino all'ultima riga. Letteralmente.
Rispondibevo_eno
circa 4 anni fa - Linkse devo bere qualcosa di fresco mi preparo un mojito con i canonici 4 cl di rhum... e saluti alla sangria
RispondiAle
circa 4 anni fa - LinkTinto de Verano in Spagna lo vendono anche già pronto in lattina nei distributori automatici.
RispondiPatrick Jane
circa 4 anni fa - LinkAlle grigliate di una volta preparavo la mia versione di sangria aggiungendo vodka e vermouth rosso, con lungo passaggio in freezer. Una bomba stealth. B)
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