Il vino naturale ha rotto il cazzo

Il vino naturale ha rotto il cazzo

di Alessandro Morichetti

No, non esattamente lui, quale che ne sia l’esatta fisionomia (ammesso che serva definirla). Ad aver abbondantemente rotto il cazzo sono tutti quei soggetti diversi che al vino naturale si avvinghiano come cozze allo scoglio per trarne un beneficio.  Pensavamo fosse solo rose e fiori il vino da buona agricoltura e buona competenza enologica poco interventista ma a un certo punto ci siamo svegliati in una realtà parallela.

Ci sono gli agenti di vino naturale, le enoteche di vino naturale, i distributori di vino naturale, i ristoranti o wine bar con carta dei vini naturali, i bevitori di vino naturale e la lista potrebbe continuare. Mamma che palle! Fateci caso: in moltissime situazioni, cacciare fuori la parolina magica “naturale” suona come la panacea di tutti i mali, il green pass per la gente che piace, la credenziale necessaria per non attirare critiche se poi, a bottiglia aperta, i conti non tornano.

Quando mi dicono “carta di vini naturali” posso chiudere gli occhi e indovinare al 90% chi ci troverò dentro: non una selezione vera ma un sottoinsieme del piccolo sottoinsieme nature dell’enosfera mondiale. Se è un Barolo sarà quello lì, se è un Barbaresco sarà quello là, se viene dal Chianti Classico vedrai che è fuori denominazione, se è siculo nemmeno Arianna Occhipinti andrà più così tanto bene e via discorrendo. Spesso la scelta convinta e maturata è una opzione di comodo, in cui non troppo spesso si sceglie il “buono” ma il presunto “pulito e giusto”. E se fosse buono senza sbandierarsi naturale non lo calcolo. Un approccio diverso, magari più interessante e profondo su vari piani, non prescinde dagli esiti e chi invece si bulla della propria appartenenza eletta crea orticaria e gran fastidio.

Conosco personalmente tanti esponenti del “vino naturale” e i più accorti si sono rotti le palle anche loro di questa situazione. Perché avere buone intenzioni, competenza e buon gusto non ti fa vedere di buon occhio chi invece – dietro a un ventaglio – è portatore di sciatteria, incompetenza e presunta superiorità morale. Anzi, ti fanno avvelenare più quelli lì degli altri che, a torto o a ragione, ancora stanno ai margini di un movimento di pensieri, parole e opere che risulta imprescindibile worldwide da almeno 15 anni.

Un semplice rant senza scopo, quindi?
Non del tutto: io personalmente diffido di chi, prima ancora di articolare un pensiero o descrivere una attività commerciale (un catalogo rappresentato, una lista vini assemblata), sente il potentissimo bisogno di infilare nella prima frase la parola “naturale”. È più forte di me, e nella maggior parte dei casi il presentimento di una mezza sòla, poco fantasiosa e con un fondo di saccenza, trova piena conferma.

Io non bevo i vini naturali, cerco di bere i vini buoni. Molti sono particolarmente buoni anche perché prodotti in maniera “naturale”, non sono naturali-e-quindi-ipso-facto-buoni. Dovrebbe essere un criterio valido per tutti: agenti, osti, consulenti, bevitori.

Viva il vino naturale. Viva quelli bravi. Abbasso le cozze.

 

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

176 Commenti

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Angelo

circa 3 anni fa - Link

Finalmente! Concordo su tutto quello che hai scritto soprattutto sul finale perché se il vino è buono e per di più naturale allora tanto meglio! Ricordo ancora una degustazione di cinque anni fa a Milano seduto a fianco di Luca D'attoma che esprimeva il tuo identico concetto. Una fatica pazzesca ad arrivare ai buon vini di oggi perché tornare indietro... e sopratutto da Enotecaro "tradizionalista" aggiungo che il fine non giustifica i prezzi!

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Ciao Angelo, quello dei prezzi è un argomento scivoloso che escluderei dal dibattito. Ognuno è libero di prezzare come meglio crede e poi si confronta col mercato. Ci sono prodotti che a parità di prezzo girano in maniere totalmente diverse, come sai bene. Ci sarebbe poi certo da discutere il concetto di "buono" perché è assai articolato e forse oggi più che in passato è difficile trovare vini che mettano tutti d'accordo. Ammesso e non concesso che sia auspicabile.

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Gianluca

circa 3 anni fa - Link

Dai, in fondo è naturale che sia così :)

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Silvia Coppetti

circa 3 anni fa - Link

E allora trovami un’altra definizione per dire che un vino contiene solo il prodotto della fermentazione spontanea delle uve e vinificato senza additivi enologici.

Dai, su

Ognuno vede solo quel che vuol vedere, mi pare

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Marco Manzardo

circa 3 anni fa - Link

Forse una buona opzione potrebbe essere "vino integrale"?

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Ciao Silvia, come detto tra le premesse il problema che mi sono posto non è la definizione, che abbiamo utilizzato anche noi in centinaia di articoli. Anche io la intenderei come dici tu ma non è questo il punto. A interrogarmi è chi sventola questa "bandiera" mettendo in secondo piano la fattura del prodotto, e vale tanto per i produttori quanto per i bevitori e per tutti gli altri anelli della filiera. Quelle del vino naturale sono istanze ormai solidamente presenti del dibattito pubblico sul vino ma personalmente non vendo vini perché naturali e non ne bevo in-quanto-naturali. Li bevo perché sono buoni, spesso portatori di una sensibilità e di un carattere profondi, e questo sicuramente in virtù di un atteggiamento a monte. Ma quando capita - e capita spessissimo - che la carta d'identità di un vino riporti nella prima riga "vino naturale" a me vengono più dubbi che certezze.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Va bene il naturale scetticismo, è normale di fronte a qualunque tipo di acquisto. Lo stesso vale per tutti i produttori di vino, naturale e non. Ma dire che un vino si beve perché è buono è un po' riduttivo e aggira il problema. Oggi ci siamo posti un'altra questione, quello della salute. E si è guardato al passato per recuperare la salubrità, spesso a spese della bontà. Perché è chiaro che la salute viene prima del piacere. Poi c'è chi non è d'accordo per carità, ma da qui a intitolare un articolo "il vino naturale ha rotto il cazzo" e pretendere che possa essere preso sul serio... In Francia ad esempio il vino sta diventando ormai completamente naturale. Ovvero vino, vino e basta. Ancora non siamo a quel punto, ma nessuno si è rotto il cazzo, ci siamo rotti di chi difende ancora i presunti progressi dei metodi classici. Un po' come quelli che difendono il diesel a spada tratta... Stessa moda di pensiero :)

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...alla tua domanda , Silvia , ho sorriso con tanta benevolenza perchè senza volere mi hai dato qualche minuto di spensieratezza. Ti voglio bene...

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giuseppe

circa 3 anni fa - Link

mito

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Barsanti Luca

circa 1 anno fa - Link

Il concetto di "naturale" é di per sé una grossa stronzata. Semplicemente perché il vino non nasce sulla pianta, come una pers o una ciliegia, ma nasce in cantina e senza la tecnologia ( semplice o complessa che sia) il vino non si fa. Quindi parliamo di vino con pochi solfiti, chiarificato con albumine naturali, prodotto da uve ottenute da agricoltura biologica, ma non chiamatelo "naturale", che non vuol dire assolutamente nulla!

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Saul

circa 3 anni fa - Link

Concordo con Lei Silvia!

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Wineflix

circa 3 anni fa - Link

Perché non provare ad utilizzare, come si fa per la birra la dicitura artigianale?

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Mirco

circa 3 anni fa - Link

Quello si chiama vino dal contadino e il piu delle volte dura 3 mesi o poco più...

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Invernomuto

circa 3 anni fa - Link

Tutto fuorchè "naturale" perchè non c'è niente di più "culturale" del vino, nel senso che il vino esiste per intervento umano. altrimenti non avremo vino (da agricoltura tradizionale - organica- biodinamica che sia). Su questo spero che siamo tutti d'accordo. Artigianale lo trovo molto meglio, anche se la cura artigianale sul vino la può avere anche una azienda che fa centinaia di migliaia di btl.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Sicuramente naturale è una definizione appropriata, poiché sottolinea la volontà di non aggiungere additivi di sintesi chimica, e di usare solo prodotti naturali ovvero fabbricati dalla natura e non dall'uomo. Questo significa "naturale" nel mondo dei prodotti alimentari. Che li faccia l'uomo è chiaro, altrimenti non vi sarebbe bisogno di una distinzione. Nessuno parla di funghi porcini naturali, ma di zucchine biologiche sì ad esempio per distinguerle, idealmente, da quelle chimiche. Spero di essere stato chiaro :)

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...Mattia, "NO"1 . Spiegati meglio...

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Al massimo, vino non tecnologico...

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...c'è a chi viene l'orticaria a vedere strumentalizzato il "vino naturale" e c'è chi , come a me , l'orticaria viene esclusivamente a leggere il termine "naturale" associato al vino . Ma non per ragioni ideologiche , proprio per ragione di decenza etimologica. Fra poco comprerò un' auto ibrida . Primo passo per l'acquisto di un'auto elettrica . Finalmente potrò guidare un "mezzo meccanico naturale" ...

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Silvia Coppetti

circa 3 anni fa - Link

Allora ti un’altra occasione per sorridere, chiedendoti: ma se un produttore ha la volontà di fare un vino con queste caratteristiche e ci crede, e metti gli viene pure buono, come fa a comunicare al pubblico che lo fa in maniera rispettosa del Suo credo? Perché mi sembra che la disquisizione sull’aggettivo sia una quisquilia per nascondere altro. Ti faccio un esempio: perché dare un biberon ad un bambino in pubblico è considerato “naturale” mentre se lo allatto al seno dai più è considerato offensivo? Ma che domande vi faccio eh? Se avete capito tutto, beati a voi

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

..."inventa" un altro termine , non "naturale" . E spiega quel che fai con chiarezza, tutti siamo per l'agricoltura sostenibile e per prodotti ingeribili i più salubri possibili . Siamo in un sistema dove le parole , nella comunicazione commerciale, pesano , anche in termini di contrapposizioni : così è la ratio legislativa. Se io definisco il mio vino "naturale" , lascio intendere che gli altri vini ....

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Silvia

circa 3 anni fa - Link

E quindi il consumatore che vuole bere solo vini con certe caratteristiche (anche col rischio di berne di cattivi, ma vale anche per i “convenzionali” passami il termine) deve di volta in volta cercare tra le descrizioni qualcosa che si è inventato il produttore, che oltre ad essere uno attento alla salubrità dei propri prodotti deve esserlo anche nel comunicarla. Dai su. Non piace anche a me la definizione di “naturale” ma ormai è quella che predomina ed aiuta i consumatori ad orientarsi. Se poi voialtri creativi ci aiutate a trovare una parola che non vi offende, e non offende i vostri palati, ben venga

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...non sono un "creativo" (MKTG) quanto un ex ricercatore universitario ormai da decenni votato alla Ricerca Applicata coordinando le attività di Ricerca e Sviluppo in diverse aziende alimentari di una holding , quindi fra l'incudine e martello di un marketing eccessivamente creativo ed una legislazione stringente che non ammette voli pindarici fantasiosi nelle attività di comunicazione, anche promozionali , con stringenti lacci e lacciuoli , codificati in una legislazione fra le più severe del mondo : avendo a che fare con l'ufficio legale , so di cosa sto parlando . Se anche a te il termine "naturale" non ti piace , davvero non capisco perchè difendi a spada tratta il suo utilizzo improprio. Necessità personale di identificazione in un modello? PS: l'agricoltura sostenibile si fa in vigna . Hai mai fatto analisi residuali parallele fra un vino convenzionale , uno bio , uno biodinamico e uno "naturale"? Io si . Per questo ti dico , come risultato finale, di stare solo attenta a non bere troppo , perchè l'alcool fa male ...

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Nicola micheletti

circa 3 anni fa - Link

Ciao trovo molto interessante il tuo commento. Tuttavia, a voler fare l’avvocato del diavolo, mi chiedo (e ti chiedo): - ho la cantina A che fa un vino a mio parere buono (parere soggettivo e quindi prendiamolo così com’è). Gestisce le vigne solo con solfato di rame e confusione sessuale, inerbimenti libero e sovescio. In cantina solo lieviti indigeni, poca solforosa, interventi enologici al minimo. - Poi ho la cantina B, che fa pure lei un vino buono (sempre soggettivo). Però ha un approccio pesante in vigna, trattamenti sistemici più volte all’anno. In cantina solo lieviti selezionato, solforosa secondo normativa ma senza risparmiare, l’enologo molto presente per correggere eventuali problemi o difetti. A questo punto a me compratore farebbe piacere avere una rapida nomenclatura che le differenzia. Non ho voglia di leggere sempre la brochure o andare a parlare con il contadino ( che magari è a 1000 km da casa mia). Magari la mia esigenza è una moda (possibile) , ma d’altra parte non di vedo nulla di male a pretendere massima trasparenza su un prodotto alimentare , o sbaglio? Possibile che non ci si possa mettere d’accordo su questo punto?

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Naturale per il vino non è sicuramente un aggettivo improprio. Tu, come molti altri, fate semplicemente confusione fra l'uso filosofico del termine naturale inteso come facente parte della natura vivente, e l'uso pratico. È la stessa cosa del termine biologico, va da sé che una zucchina è sempre biologica. Con naturale in questo contesto si intende, nel linguaggio comune, un prodotto che evita il ricorso a sostanze di sintesi. Le reazioni chimiche prodotte in laboratorio fanno parte delle tecniche artificiali, e si distinguono in ogni lingua da quelle definite naturali. La distinzione è tutta qui, e non dà luogo a nessun tipo di fraintendimenti nella società dei consumatori e dei produttori. Solo su qualche commento nel web ;)

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Armando

circa 1 anno fa - Link

Più chiaro e preciso di così...

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

La definizione naturale, oItre ad essere sbagliata, ha il difetto gravissimo di essere mendace, capziosa e - pertanto - fuorviante. Sottintende maliziosamente che il liquido in oggetto sia privo di effetti negativi sulla salute, cosa assolutamente falsa. Andrebbe vietato a norma di legge. In ogni caso, basterebbe comunicare di aver rinunciato - consapevolmente - ad una serie di innovazioni tecnologiche (quali dipende dal produttore, ché ognuno ne accetta talune e rifiuta altre - anche in funzione dell'annata).

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Armando

circa 1 anno fa - Link

Ma lei crede che gli individui siano così idioti da non sapere che la cicuta, il curaro, i veleni contenuti nelle amanite falloidi, virose, verne, sono sostanze naturali?

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Il Campolese

circa 3 anni fa - Link

"... metti gli viene pure buono"? Quindi il processo prima di tutto, indipendentemente da un livello qualitativo minimamente accettabile. Giammai utilizzare il benché minimo strumento datoci dal progresso (enologico e non), nemmeno se questo è utilizzato con coscienza e misura, a impatto zero sulla salute e magari esaltante le caratteristiche qualitative e identitarie di un vino: l'importante è mantenere la purezza "ideale" di un processo che, se poi deraglia i canoni di qualità, chi se ne frega.

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Alberto Polutropo

circa 12 mesi fa - Link

@vinogodi povero borioso, poi ci lamentiamo che il mondo va male... l'auto ibrida e elettrica, puah! sicuramente sei convinto che inquinano meno di una vecchia macchina a combustione interna. anzitutto è nuova, quindi per produrla hai inquinato estremamente di più rispetto a tenerti quella vecchia o a comprarne una usata. Inoltre è elettrica con le batterie gonfie di litio, terre rare, et al... muoiono quotidianamente persone per fabbricare le vostre batterie del piffero! Etimologia, lauree, analisi residuali.. ma vai a lavarti la bocca! "Mezzo meccanico naturale" per definire un automobile elettrica è una castroneria per chiunque. Vino naturale è un ottima definizione, chiara e semplice, non è difficile da capire. Ovvio che anch'esso è artificiale, ma trova qualcosa che non lo sia. Il semplice fatto che qualcosa venga definito è artificiale... il linguaggio è artificiale, frutto di astrazione e tecnica. la natura crea e non si definisce. ah , io ho due lauree, un master, parlo fluentemente 4 lingue, sono anziano faccio il prof all università e faccio analisi da quando ho 22 anni. e bevo vino naturale, convenzionale, biologico, artigianale, del contadino... le definizioni sono utili per capirsi... Perchè secondo te la definizione di biologico per il cibo ha un qualche minimo senso etimologico??? in molti abbiamo capito cosa significa naturale in questo ambito, puoi farcela anche tu, con tutti quegli studj! devi solo scendere dal piedistallo.

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Pasquale

circa 3 anni fa - Link

La scoperta dell'acqua calda! Ormai quello che dice l'autore dell'articolo è consapevolezza diffusa tra gli addetti ai lavori e i consumatori. Purtroppo a rischiare di più per la moda che sta finendo saranno molti vignaioli che hanno seguito, sfruttato e alimentato questa moda.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

Pasquale , non è una moda. E' stato tollerato fin'ora perchè considerato folklore, e come tale trattato dall'ambiente legato al vino . Perchè il termine è fuorilegge e non utilizzabile dal punto di vista legislativo , ad esempio, in una comunicazione in evidenza sulla bottiglia . Perchè indimostrabile e a detrimento degli altri prodotti . Come se mettessi su un alimento , in etichetta e in bella evidenza , il claim "CIBO SANO" ...spero si stia scherzando ...

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Credo però stiate parlando di due aspetti diversi.
Pasquale, c'è una quota di moda come in tutto ma il cuore è un nucleo importante di gente seria che produce con metodo, grandi conoscenze, lungimiranza e capacità di affrontare le diverse criticità. Viticoltori che in pochi anni hanno consolidato la propria posizione sui mercati e secondo me con pieno merito.
Marco, io non parlerei di folklore, quantomeno per i più rispettabili esponenti di un movimento con tante anime che, ad oggi, sono ormai tra i produttori di riferimento in alcune zone, italiane e non solo. Sicuramente possiamo ravvisare delle anomalie ma non getterei il bambino con l'acqua sporca: personalmente, il discorso della salubrità e della sanità non mi ha mai persuaso ma alcune istanze possiamo dire siano diventate di pubblico dominio anche grazie a chi su di esse ha insistito tenacemente.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Naturale non è assolutamente sinonimo di cibo sano. Tanto è vero che in Francia usano il termine "nature" che viene aggiunto in etichetta oltre ai relativi dettagli. Se non può essere aggiunto in etichetta in Italia non è certo per questa ambiguità, accade solo in virtù di un regolamento che peraltro verrà cambiato.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...comunque bella idea : ufficialmente creo un movimento :"Conserve Alimentare salubri , sane e naturali" e lo scrivo sui folder e etichette ... PS: ... mò mi legge il legislatore e mi manda direttamente al patibolo o sulla sedia elettrica senza neppure processo ...

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Motown

circa 3 anni fa - Link

90 minuti di applausi 👏🏻👏🏻

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Per noi 5 minuti di risate 😂

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marco

circa 3 anni fa - Link

Evviva!

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Nicola Micheletti

circa 3 anni fa - Link

L’ equivoco di fondo (per come la vedo io) era che il vino “naturale” partiva come scommessa , e la posta in gioco era “faccio un vino più buono di quello che c’è, e in più pure più rispettoso dell’ambiente e con meno prodotti di sintesi”. Il risultato è invece che oggi molte persone perdonano a questo tipo di vino evidenti difetti che sono semplicemente segni di un vino fatto male.

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enologoanonimo

circa 3 anni fa - Link

In natura a me non risulta che esista vino... in natura la vite produce un frutto che contiene semi per generare nuove piante, non frutti per produrre mosto da fermentare come si può definire naturale un prodotto che necessita sempre o comunque di un intervento umano per ottenerlo?

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Non solo si può, ma è consuetudine farlo. Quando l'uomo trasforma uno o più elementi naturali con l'obiettivo di preparare qualcosa,perfezionando soltanto il processo e migliorandolo, senza ricorrere a strumenti che denaturano la sua qualità come le sostanze di sintesi chimica, oppure la bollitura, ecc.. si parla nel settore agroalimentare di prodotto "naturale" con questa accezione. Inoltre il vino è stato scoperto solo osservando ciò che accadeva all'uva raccolta e ammassata in un contenitore. Non era vino ma il suo processo fondamentale è spontaneo.

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Mario Scanu

circa 3 anni fa - Link

Lavoro nel mondo del vino da lungo tempo, fin dall'inizio sono sempre stato dell'idea che il vino e' uno dei prodotti più' magnifici creato dall'uomo. Penso anche che e' uno dei prodotti più' sani creato dall'uomo, anche nelle mani di commercianti interessati solo al denaro, un bicchiere del loro vino non manda nessuno all'ospedale, cosa invece che succede ingerendo altri prodotti alimentari. Quand'ero piccolo, a casa bevevamo il vino, sfuso ovviamente, fatto in casa da vicini con poche conoscenze tecnologiche. Avevano tutti spunti d'aceto e alti gradi alcolici, quelli si' che davano bei mal di testa se ne bevevi un bicchiere in più'. ora meno male non e' più' cosi'. Bevetevelo voi il vino naturale, a me piace la scienza.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Bevitela te la scienza, a noi piace il vino bono. Mai avuto un mal di testa col vino naturale, che peraltro non c'entra nulla

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Garden45

circa 3 anni fa - Link

Naturale…..come il vino del contadino dei tempi passati? …quando in etichetta si leggeva …eventuali residui sono indice di genuinità…!!! Senza giusta tecnologia in cantina non si possono ottenere vini di buona qualità.

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Gianluca Zucco

circa 3 anni fa - Link

Da un po’ di tempo a questa parte mi chiedo sempre più spesso cosa viene prima fra l’uovo e la gallina, fra chi propone il vino naturale e chi lo esige. Si, certo, chi lo esige, leggasi il consumatore, in qualche momento ha “comprato” la moda, che tra l’altro è ormai una realtà, anzi una condanna, quindi lui viene dopo. Ma è anche un fatto che se proponi vino e non dici chiaramente che è naturale, sei, appunto, condannato… Da qualche tempo sto dall’altro lato del bancone e mi imbatto quotidianamente con tale esigenza, quella di proporre e soprattutto rendere esplicita la presenza del vino naturale. Dal momento sono allergico alle mode ed oltretutto irriducibilmente testardo, mi nego a dichiararlo tale, naturale, nonostante la mia proposta e contenga mediamente l’80%. Ogni tanto, in calce ai miei discorsi personali o digitali, “confesso” la presenza massiccia di tali vini, sennò mi si filerebbe ancora meno gente. Così come spesso, dinanzi alla mia confessione, il “dotto” interlocutore di piantone mi chiede quali sono i proscritti, perché lui non può correre il rischio… E i proscritti finiscono per farmi una tenerezza immane, perché sono buoni, perché li bevo con piacere così come gli altri, gli “eletti”, perché il produttore li fa con passione e spesso solo se ne sbatte delle mode, o forse solo perché sono proscritti ed ho sempre avuto una certa simpatia per i perdenti. Ma è un problema, se non ti dichiari tale, aderente alla setta naturale, sicuramente parti nelle ultime file ed il lavoro di catechesi al bere bene senza dogmi o ideologie diventa alquanto più complicato. Saluti

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Ma affermare che i vini naturali hanno rotto il cazzo non è essa stessa un'affermazione che rompe il cazzo?

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Gianluca Zucco Un commento bellissimo

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Stefano 72

circa 3 anni fa - Link

Intravino Alessandro Morichetti ha scritto un articolo divertente ha centrato il punto. Forse, personalmente, avrei gradito un maggiore approfondimento della questione...nel senso che quello che scrive, come molti han detto nei commenti, si sa, si dice da un pò. Forse quello che non si dice e' che sarebbe ora di lasciar perdere la definizione del vino ed incominciare a definire l' azienda...naturale. Che il vino debba essere buono...buonissimo a prescindere e' un postulato ormai assodato. Quello che non e' chiaro a tutti, ma lo sarà entro 10/12 annate credo, che fare vino in un certo modo ormai non e' ,più ne auspicabile nè possibile se vogliamo continuare a fare e bere buoni vini nei prossimi 30//50 anni. Poi diciamocelo, il vino " naturale" fà paura... Ristoranti ed enoteche con 600/700 etichette in carta di vini di questa tipologia da tutto il mondo e in percentuale altissima buoni o strepitosi. Forse smettiamola di dire che e' una moda che si esaurirà...lo dicevano anche della minigonna....

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Alessandro

circa 3 anni fa - Link

Ciao Alessandro, mi ferisce profondamente nel 2021 sentire ancora persone che dicono "io non bevo vini naturali ma vini buoni". È vero il tifo da stadio è da ottusi, ma anche il voler tollerare ancora la chiamica e produzioni industriali. Ogni scelta segna una posizione politica e non di può essere di lotta e di governo allo stesso tempo ....

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Patrick Jane

circa 3 anni fa - Link

Ma suvvia, sembra di leggere il ritorno de "il privato è politico".

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Capex

circa 3 anni fa - Link

@Stefano 72: perfettamente d'accordo con lei. @Alessandro: precedentemente, commentando altri post su tale argomento, ho scritto che questo porta ad atteggiamenti da ultras...tifo da stadio come dice lei. Ribadisco, a me stesso, che il suddetto argomento mi ha stancato, lo trovo esausto...ma, è evidente, tira ancora molto. Cheers

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Ma ha senso parlare di "naturale" (= assenza di fitofarmaci e prodotti enologici diversi dalla solforosa e, se ci si riesce, neppure questa) quando l'etanolo (rif. OMS) è sostanza classificata cancerogena di I livello (= indipendente dalla quantità)?

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...Sisto , l'ho già scritto in almeno 11 interventi sul tema , sia qui che in altri consessi: comunque è giusto ribadirlo , ma non c'è peggior sordo ...

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

@vinogodi Perdona: la notizia che mi hai fornita non stava tra le notifiche dell'Ansa Mobile App a bordo. Ad ogni modo, saluto con gioia che trovi giusto ribardirlo.

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Andrea

circa 3 anni fa - Link

Ooohhh finalmente! Di fronte al contenuto di alcool etilico solo quello metilico può essere peggio. Non c'è più la Chiesa e la gente si fa la sua privata religione.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

L'etanolo non è di per sé, fino a prova contraria, un cancerogeno. E tantomeno potrebbe esserlo in maniera dose-indipendente. E non si può considerare vero qualcosa in virtù di una classificazione, ma solo di dati scientifici certi, che non sono al riguardo esistenti. Difficilmente troverai articoli scientifici che siano stati in grado di dimostrare la cancerogenicità delle sostanze più tossiche conosciute e diffuse. Immaginare che lo sia l'etanolo puro e perdi più indipendentemente dalla dose è pseudoscienza.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...Mattia , quanto etanolo (puro) hai bevuto?

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

vinogodi, non sei minimamente credibile. Questo argomento è dibattuto da persone ben più informate di te, e in ambito accademico. Non vi è nessuna relazione documentata seria sulla cancerogenicità dell'etanolo soprattutto in maniera dose indipendente. Fine... se poi vuoi fare il troll, divertiti.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Lancet, 2018. Cit. "Ma lo studio Gbd sembra spazzare via ogni dubbio: i dati indicano chiaramente che il livello di consumo di alcol che rende minimo il rischio di danno alla salute è zero." https://www.corriere.it/cronache/18_settembre_01/maxi-studio-che-dimostra-danni-globali-dovuti-all-alcol-28-milioni-vittime-2016-71dbd466-ae2a-11e8-baef-a165e95e592c.shtml

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Quello che hai postato è un articolo del corriere. Che parla di un articolo del lancet, uscito tempo fa è molto famoso. Questo articolo è una meta analisi non è il risultato di una sperimentazione, né di uno studio longitudinale. Inoltre parlavamo di etanolo, mentre questo studio prende in considerazione il consumlo generico di alcool, qualunque tipo, e in 195 paesi. Ti posto ora una parte dell'articolo sempre uscito su lancet, che commenta il valore scientifico di quelle affermazioni: "An impressive amount of data are used, but limitations need to be considered. The combination of data from widely divergent countries and marginal control for confounders might conceal substantial effects of social and cultural factors. Furthermore, the merged findings of the 23 investigated alcohol-related health issues cannot be interpreted at regional, let alone individual level. For example, for many individuals in high-income countries, the risk of heart disease and diabetes is much higher than the risk of tuberculosis. The findings, in absolute terms, are interesting: it is estimated that 918 in 100 000 people aged 15–95 years consuming one alcoholic drink per day develop one of the 23 alcohol-related health problems per year, compared with 914 in 100 000 non-drinkers.2 Surprisingly, the zero-intake category includes consumption up to 0·8 standard drinks per day. In many countries, 0·8 drinks per day is close to the moderate drinking level. There is no question that heavy drinking is harmful to health and contributes to an excess of deaths and disability globally, but these findings do not justify the conclusions that the level of alcohol consumption required to minimise health loss is zero and that efforts should be made worldwide to lower overall population-level alcohol consumption." In pratica è un'analisi condotta male, che non può arrivare a certe conclusioni. E infatti il consumo moderato di alcool di buona qualità è associato ad effetti positivi in una miriade di articoli scientifici. E ti ripeto che palavamo di etanolo, non di vino né di alcool generico. L'etanolo di per sé in piccole quantità ha solo effetti positivi

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

P.S. e in più parlavamo di cancerogenicità, mentre quell'articolo associa il consumo generico di alcool a tutto lo spettro di patologie associate al consumo eccessivo di alcool.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Io una fonte l'ho postata e a me basta e avanza. E soprattutto mi basta quanto commentato qui di seguito (con bibliografia) a sostegno della tesi e in contrasto con la sua. https://www.stop-alcol.ch/it/rischi/rischio-di-cancro Ora, io a sostengo della mia tesi ho citato 2 fonti, Me ne posta lei un'altra, equivalente, che supporti l'affermazione tale per cui "E infatti il consumo moderato di alcool di buona qualità è associato ad effetti positivi in una miriade di articoli scientifici"? Possibilmente non eseguiti da centri di ricerca remunerati dai produttori di bevande alcoliche. L'affermazione per cui una sostanza (l'alcol, cioè l'etanolo) è "di buona qualità" si commenta da sola: l'etanolo è etanolo, essendo una molecola, non ci sono "categorie" qualitative di alcol.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

basta e avanza a te, questo è chiaro. Non basta da un punto di vista scientifico. L'alcool di buona qualità non è equivalente all'etanolo, ovvero non si riduce ad una sua componente. Vi sono eccome differenti qualità di alcool, ad esempio nei distillati. E lo stesso vale per il vino, poichè il prodotto della fermentazione dipende dalla qualità dell'uva oltre che da numerosi fattori secondari. Mi pare di essere stato chiaro, se cerchi da solo puoi trovare tutti gli articoli che vuoi sugli effetti positivi del vino e di alcune sue componenti. Finanziati da differenti organi, in fondo agli articoli trovi le dichiarazioni di estraneità al conflitto di interessi e i relativi finanziatori. Sicuramente io non mi metto a farlo per te. Sono di pubblico dominio, e l'articolo che hai citato, che a te basterebbe, è palesemente fallace nelle sue conclusioni. Oltre a non dimostrare alcun effetto cancerogeno dell'etanolo. Che fino a prova contraria non esiste se somministrato a dosi compatibili col peso corporeo e l'età dell'individuo. Buona ricerca

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Facile così: affermazioni senza fonti, è sufficiente questo. Ognuno giudicherà. Comunque, no, non le cerco perché non sono io che devo dimostrare il contrario di quello che ho invece fontato io.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Facile così lo dico io, sei tu che affermi che l'etanolo sia cancerogeno. Perciò fino a prova contraria sei tu che devi fornire delle fonti, funziona così. Ti ho solo mostrato che ciò che hai postato non prova alcunché al riguardo se non che bere troppo fa male. E questo lo sapeva anche il mio gatto :)))

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Davide Bassani

circa 3 anni fa - Link

Severo ma giusto.

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MAURIZIO GILY

circa 3 anni fa - Link

Aria pura contro aria fritta. Bravo Alessandro. Spero che ti leggano anche certi "stellati" dove si mangia bene ma, in omaggio alla moda, tendenzialmente si beve male. Non perché siano vini naturali, ma perché sono vini cattivi.

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

Sono stato di recente in una celebre pizzeria dove la pizza più economica si aggira attorno ai 30 euro. Niente vini rosa in carta se non qualche metodo classico.

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

Non sono d'accordo per il semplice fatto che se da consumatore sto cercando qualcosa di nuovo in quella nicchia specifica, la catalogazione mi semplifica la ricerca o la scelta, on-line, in enoteca, al ristorante o in pizzeria. Chiaramente utopia in un paese dove nelle carte dei vini a volte manca persino il produttore e il cameriere non sa minimamente di cosa si tratti. Come posso bere un vino buono se non lo conosco e nessuno è in grado di darmi una dritta significativa? Con quella parolina almeno capisco più o meno dove vado a sbattere la testa, preparato anche al peggio.

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Nicolò Seminara

circa 3 anni fa - Link

"Io non bevo i vini naturali, cerco di bere i vini buoni" FINALMENTE. Era tempo che qualcuno lo scrivesse con parole chiare. Grazie Morichetti

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Sebbene anche lì si apra una questione ancor più delicata, perché ci sono tanti modi di intendere cosa sia buono ;-)

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marcov

circa 3 anni fa - Link

Vino buono. In questo dibattito, ma anche in altri, viene spesso usato il concetto di VINO BUONO. Grosso modo, secondo me, viene usato con due significati. 1 Sandro Sangiorgi lo spiega in questa intetvista. DOMANDA "Iniziamo l’intervista con Sandro Sangiorgi con una domanda che potrebbe sembrare banale ma che secondo noi non lo è, ovvero: cos’è – o cosa dovrebbe essere – per te il vino e cos’è – o cosa dovrebbe essere – il vino naturale?" RISPOSTA Il vino ed il vino naturale per me coincidono. Per me un vino buono può essere solo un vino naturale. __ 2 Un altro significato è quello che non esclude i vini convenzionali, come fa Sangiorgi, dal concetto di VINO BUONO anche tenendo conto del fatto che ci sono vini naturali con difetti che non possono essere classificati come vini buoni. __ Chiaramente il discorso andrebbe approfondito ma mi sembra che sia sufficiente per concludere che dietro queste due definizioni di vino buono ci sono due diverse e contrapposte opinioni sui vini naturali.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Alessandro Morichetti: "Sebbene anche lì si apra una questione ancor più delicata, perché ci sono tanti modi di intendere cosa sia buono". __ Un amico che legge il blog mi ha chiesto se ci sia almeno una terza posizione tra le due che ho indicato nel mio commento. Perché lui dice che c'è sempre una terza via. Volendo se ne possono scorgere anche cinque o sei. __ Ma, secondo me, quella prevalente, negli ultimi anni, stata quella di Sangiorgi che ha dato un contributo notevole al successo dei vini naturali, visto il prestigio e l'influenza che ha esercitato sui media a favore dei vini naturali e...contro il convenzionale. ____ Il rapido successo dei vini naturali, per me, ha delle somiglianze con lo strepitoso successo del cibo vegano. ___ Le trovo nelle MOTIVAZIONI SALUTISTICHE. __ E su questo lato il MARKETING dei cd. VINI NATURALI ha svolto un ottimo lavoro. 1 Criminalizzando la solforosa 2 Facendo un USO SPREGIUDICATO della parola NATURALE. (Ricordiamo che è vietata) Secondo me il 60 % dello successo dei cd. vini naturali è dovuto proprio all'uso spregiudicato di.... NATURALE. A dimostrazione di quanto sia forte.... il potere... del linguaggio, della parola... sulle emozioni e... sulla mente... degli essere umani.

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gaetano citra

circa 3 anni fa - Link

senza il vino cosiddetto naturale intravino avrebbe 16 follower,forse questo dilagare incontrollato vi stà togliendo visibilità,cominciate a ripensare la vostra mission e voltate pagina.w il brett

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Nicolò Seminara

circa 3 anni fa - Link

Commento estremista ed estremo: la pratica della coprofagia dimostra in maniera inequivocabile come il concetto di bontà alimentare (e per traslato enoica) non possa affrancarsi da una considerevole dose di soggettività, non codificabile da alcun codice gustativo o, a maggior ragione, dalle parole di qualsivoglia Sangiorgi (che apprezzo molto di più per ciò che scrive che per ciò che beve).

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Alberto R.

circa 3 anni fa - Link

Ma dopo marcov e marcow, ci saranno marcox, marcoy e marcoz? In un accesso di auto-clonazione.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Alberto R. Chiaramente era un errore. __ Ora lei può anche continuare a usare le fallacie argomentative ma sarebbe più interessante per il dibattito che argomentasse contro le mie opinioni. Che ripeto, non sono verità assolute e, quindi, sono non condivisibili e criticabili. __ L'uomo ha messo in discussione TUTTO. Perfino Dio. Figuriamoci se non può essere messo in discussione un marco(escluso Vinogodi :-) qualsiasi. Ma anche Sangiorgi. O chiunque scrive di vino... e non è un Dio Onnipotente, Onnisciente e Infallibile. Per cui la invito a formulare meglio le critiche alle mie opinioni. E, mi creda, gli argomenti non potrebbero mancare.

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Alberto R.

circa 3 anni fa - Link

Vinogodi...mumble...già sentito nominare, mi pare... E' uno bravo?

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nicola

circa 3 anni fa - Link

eliminando il vino "naturale" si eliminerebbero anche tutte le ardite, sfacciate e belle etichette all'ennesima potenza dei vini "naturali"?

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

Regola personale: se in un ristorante ci sono buoni vini naturali con ogni probabilità ci troverò anche buoni vini convenzionali. E come sosteneva Soldati, dove c'è vino buono si mangia bene di sicuro.

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Angelo

circa 3 anni fa - Link

Vent'anni fa si cercava di costruire vini perfetti e standardizzati eppure esistevano già vini non convenzionali e meno tradizionali, senza menarsela con i pippottoni di oggi. Purtroppo l'imprevedibilità dei "naturali" conferma quello che Valentini in primis sosteneva parecchio tempo fa

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hakluyt

circa 3 anni fa - Link

Mi piace riportare anche in questa discussione un commento che ho già postato su Intravino un mese fa: "Che poi questa storia dei vini "naturali" è stucchevole; la Treccani, nella sezione sinonimi e contrari, all'aggettivo "naturale" (detto perlopiù di alimenti e bevande) contrappone gli aggettivi "addizionato, adulterato, alterato, artefatto, artificiale, contraffatto, sofisticato". Si vuol forse insinuare che gli "altri produttori" imbrogliano???

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Silvia

circa 3 anni fa - Link

Scusate eh, ma perché allora non si mette nel vino una lista degli ingredienti? Più chiaro di così…

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Francesco Romanazzi

circa 3 anni fa - Link

Anche se lo si facesse rimarrebbe il problema dei trattamenti, processi e interventi coaudiuvanti o stabilizzanti o chiarificanti e via dicendo che uva e mosto e vino subirebbero, interventi che spesso non richiedono "aggiunte" e non lasciano tracce. Condivido l'introduzione della "lista degli ingredienti" ma avrebbe dei grossi limiti e comunque non sarebbe una soluzione. Per giunta si arriverebbe alla situazione paradossale per cui Giovanna Morganti o chi per lei sulla sua etichetta dovrebbe scrivere "uva e solfiti" mentre un produttore industriale qualsiasi che ha più strumenti o denaro di lei potrebbe addirittura arrivare a fare un vino sulla cui etichetta c'è scritto soltanto "uva".

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marcov

circa 3 anni fa - Link

Concordo sulla prima parte del commento di Francesco Romanazzi. Si può risolvere con CONTROLLI PIÙ RIGOROSI. E sanzioni più forti per chi sgarra e mente. __ Sulla proposta di Silvia si discute da anni e mi sembra una buona idea: ma non la vuole nessuno: né i convenzionali e né i naturali. È stato detto in vari dibattiti che ci sono le nuove tecnologie digitali per non imbrattare le etichette con una lunga lista di ingredienti e facilitarne l'adozione. Sono informazioni utili al consumatore. Anche in questo caso una piccola regola: chi sgarra, chi mente viene sanzionato duramente. Signori, ho letto spesso nei dibattiti, anche qui su Intravino, che i Controlli sono Inutile Burocrazia ecc... Discorsi pericolosi e fuorvianti perché se non funzionano bisogna battersi per farli funzionare e non per eliminarli. I controlli interni delle varie assoziazi di produttori di vini cd. naturali. biodinamici ecc... non mi hanno mai convinto. PS Come non mi hanno mai convinto i produttori che fanno TUTTI GLI ANNI, specialmente nella ANNATE AVVERSE CLIMATICAMENTE....vini naturali o biodinamici... perfetti. Ma questa è un'altra storia.

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

La normativa consente di omettere gli ingredienti, così come per pesce, latte, formaggi, birra ecc... a meno della presenza di potenziali allergeni (solfiti, caseina, albumina ecc...). Ma non è vietato dichiarare gli ingredienti in etichetta. Chi se la sente lo può già fare.

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marcov

circa 3 anni fa - Link

PS In questo senso il discorso che alcuni bevitori di vini naturali che, come abbiamo visto anche nei dibattiti, ... sono disposti... ad accettare... entro certi limiti... alcuni difetti...HA UNA SUA LOGICA. Ad alcuni può sembrare assurda. Ma, signori, conosco amici che bevono assiduamente vini naturali che vedono il difetto di qualche annata avversa come garanzia della serietà di chi produce vini cd naturali. Sembra assurdo. .... Ma a me sembra assurdo ANCHE produrre TUTTI GLI ANNI VINI naturali PERFETTI rispettando tutte le regole dei disciplinari.

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Panzer

circa 3 anni fa - Link

A me invece sembra assurdo ci siano ancora produttori naturali (anche tra i più quotati) che fanno uscire vini difettosi ogni anno....

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Nicola Micheletti

circa 3 anni fa - Link

Ha ragione ma a quel punto troverei apprezzabile una semplice comunicazione per cui l' Azienda Pinco Pallino, nota biologica/biodinamica, comunica che l' annata in corso è stata pessima e hanno deciso, per evitare di buttare via tutta e avere un grave danno economico, di fare trattamenti di salvataggio in vigna o intervenire in cantina in maniera più importante del solito. Personalmente non lo troverei scandaloso. Se un vignaiolo biologico vuole fare l' artigiano per come la vedo io deve fare un lavoro artigianale che, nel mondo dell' industria moderna, significa piccoli numeri ma grande qualità. Non sopporto invece il vignaioli biologico che fa vino difettato sempre. Equivale a dire che non è capace, a quel punto mille volte meglio il convenzionale delle grandi cantine.

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marcov

circa 3 anni fa - Link

Ed ora fatemi a pezzi.

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...perche' ? Io bevo solo " vini naturali" perfetti. Poi anche qualche vino innaturale, al limite dell' esoterico. Perché bere un vecchio Latour o Monfortino è esperienza mistica, che nulla ha a che vedere con il mondo reale, naturale o terreno che sia...

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Piero

circa 3 anni fa - Link

"Io non bevo vini naturali, cerco di bere vini buoni". Gentile Morichetti, non entro nel merito del "pelino" di animosità che trasuda dal suo scritto e mi limito a farle una domanda: chi stabilisce i parametri per definire un vino buono? E soprattutto quando un vino è buono o no? Se c'è lo spiega ci aiuta a capire meglio e a dare un senso al suo ragionamento. Perché letto così di getto trasmette un solo messaggio: le stanno sul cazzo quelli che si occupano di vini organici. Niente di male, per carita! Tutti soffriamo di antipatie ma da Intravino ci aspettiamo qualcosa di più di un attacco ndo coio coio. Con simpatia.

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Andrea Celant

circa 3 anni fa - Link

non vedo perchè bisogni fare a pezzi chi scrive cose giuste...per me, ovviamente! l'unico rilievo che mi permetto di fare è che sarebbe meglio che nelle annate avverse alcuni vini non escano del tutto; e so che c'è chi segue questa pratica, per me fondamentale, soprattutto se si fa un vino di un certo livello sia esso" naturale", "bio", "convenzionale" o come cavolo volete chiamarlo...d'altro canto far uscire vini con difetti dimostra solo sciatteria e io, come utilizzatore finale, desidererei dovermi preoccupare solo del sentore di tappo, finchè non decideremo di accettare il non utilizzo del sughero anche sui vini di pregio

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Stefano Cinelli Colombini

circa 3 anni fa - Link

Che bella questa discussione sul nulla. Poi chiudo questo mondo fiabesco, c’è la vendemmia e la realtà torna prepotente sulla scena.

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Si conferma l'inanità di contenuti e l'anacronismo, non solo tecnologico, di Intravino. Per questo affermo che IWD , nella sua dimensione goliardica, abbia contenuti più pregnanti ed attuali. Prendiamo a caso, nell'ultima settimana, lo scambio di battute fra Harrington e Suckling sul Brunello, o la battuta sulle posate alla cena di Bolgheri Divino, cucchiai per raccogliere la marmellata e vassoi con pane, burro e croissant, o i vini "orange" venduti da Tannico. Sono citazioni, battute che toccano argomenti importanti, chi si chiede "cosa vorreste leggere su Intravino" potrebbe prendere spunto.

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Concordo sul trovare assai interssanti molte intuizioni e post di Italian Wine Drunkposting ma qui l’unica cosa anacronistica è arrivare al 60esimo commento per dire che Intravino è anacronistico. Su IWD che tanto ti piace saresti sommerso da una pernacchia 😂

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Stefano Cinelli Colombini

circa 3 anni fa - Link

Veramente a me piace questa discussione sul nulla, che c'é di meglio di un po' di nonsense dopo una giornata di carrettoni rumorosi, analisi d'uva e tafani?

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Certo Cinelli, la realtà è solo la tua... perdonaci. Ma non ne hai tal donde di siffatte ciuffole?!

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Alessandro

circa 3 anni fa - Link

Insomma, non importa se tu non cerchi il mercato, sarà il mercato a trovare te. Ora che quello del vino "naturale" si è consolidato e si ha una migliore visione di insieme, la baracca comincia a scricchiolare. Come scriveva Jamie Goode qualche tempo fa, sarebbe più corretto parlare di mondo post-naturale. Il movimento ha portato novità, ma ormai non è più appannaggio esclusivo di questi piccoli indipendenti contadini illuminati. Alla fine rimane solo il vino buono, tutto il resto sono sempre state solo chiacchere (difetti-non-difetti, critici obsoleti, ecc.)

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Altro che vino buono. Purtroppo rimane tanta cialapa, naturale o meno. E nen tant luntan da sì.

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Adele

circa 3 anni fa - Link

E se tutti provassimo a chiamarli vini "madre" ( a fermentazione "naturale") ... come il lievito "madre" (a lievitazione "naturale") ... ?

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Jeidi

circa 3 anni fa - Link

Io bevo solo Tripla A. E cmq al supermercato vendono di quello schifo che è normale che poi qualcuno si inventa il "vino naturale". Ad ogni modo, rispettoolto di più di chi si fa il mazzo in vigna, rispetto chi inv ste solo in chimica. Perché cari miei, il vino è frutto della chimica. Ciaoni

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Patrick Jane

circa 3 anni fa - Link

Tra supermercati e Velier c'è di mezzo un oceano di alternative e possibilità , basta manicheismi per favore.

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Vino madre, vino integrale, ingredienti... Su alcuni disciplinari io leggo: "Nella vinificazione e invecchiamento devono essere seguiti i criteri tecnici più razionali ed effettuate le pratiche enologiche atte a conferire ai vini le migliori caratteristiche di qualità, secondo i metodi e i limiti riconosciuti dalla legislazione vigente." E leggo pure, su alcune docg,"I vini a denominazione di origine controllata e garantita xy devono essere ottenuti da uve provenienti dai vigneti composti esclusivamente dal vitigno xy. Gli ingredienti in etichetta, ma porca galera. Grignuma per nen piurè.

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Pace e bere

circa 3 anni fa - Link

Sembra un pezzo scritto dieci anni orsono. E' ormai assodato ai più che hanno rotto il cazzo i talebani dei vini "naturali" ma anche i talebani dei vini "buoni" a prescindere, definizione che naturalmente non ha alcun senso scientifico, ma solo soggettivo (sarebbe come dire che un libro non importante se ha la trama o no, ma deve essere "bello". E che vuol dire bello?). Nell'archivio di Intravino ci sono decine di pezzi che dicono le stesse cose di questo. Ce n'è uno di Morichetti del 2010. Certo, serve per far clic e numeri, ma forse anche questo dibattito ha rotto il cazzo, no? A me preoccupano di più le carte dei ristoranti, 9 su 10, che sono ferme a vini che sono ormai sfiatati, spenti, morti e che non sono all'altezza del menu, perché nell'ideologia contrapposta ai vini naturali c'è quella dei mostri sacri del convenzionale, spesso vini pesanti e pesantemente sopravvissuti a loro stessi, che campano solo per l'ignoranza di osti e commensali. Il vino è ancora un accessorio al cibo per troppi ristoratori ed è ancora un oggetto sconosciuto, da prendere a caso o ricordando qualche nome famoso, per troppi clienti.

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Sono stato un bevitore 'ignaro' per tanti anni nel senso che bevevo senza alcuna cognizione di causa. Poi una dozzina di anni fa, un amico appassionato mi ha fatto incuriosire con alcuni assaggi. Ho avuto la mia 'epifania' con un Oslavje di Radikon e un nebbiolo di Cappellano. Oggi, dopo una marea di assaggi, il mio gusto è mutato ed alcune cose che mi piacevano tanto mi interessano meno. Credo che il merito del movimento 'naturale' sia stato aprire dei capitoli e mettere in discussione il concetto di vini 'massificati' ed omologati. Qualcuno è saltato sul carro e ha proposto vini improbabili ed in alcuni casi quasi imbevibili. Qualcuno, come Il Carpino ad esempio, ha da sempre un approccio per me encomiabile: una linea di macerati (con garbo) sempre eleganti ed impeccabili, solo rame e zolfo, fermentazioni spontanee, uso di solforosa limitato, zero difetti. Una linea 'fresca' da vigne giovani con lieviti selezionati ed un approccio più 'convenzionale'. Vini diversi ma entrambi fatti benissimo. In alcune annate la linea più 'naturale' non è uscita perchè considerata non all'altezza (come diceva giustamente Marcow, chi non 'stecca' mai l'annata, probabilmente non la racconta giusta...). Oggi ho un approccio più laico e bevo ciò che mi piace pur mantenendo una predilezione per chi lavora in maniera più sostenibile, non tanto per ideologia ma per gusto personale. Tendenzialmente mi interessa poco un vino stile bordolese fatto, ad esempio, in Trentino (magari fatto bene e buono ma non è la mia tazza di the) e nello stesso tempo ritengo delirante, ad esempio, macerare la qualunque (il verdicchio, per esempio...). Credo che chi millanta e produce vini buoni per condire i pomodori sparirà come è giusto che sia e al contempo credo che chi fa agricoltura dovrà per forza confrontarsi con pratiche maggiormente 'bio' negli anni a venire. Credo che ognuno debba scegliere ciò che preferisce senza pregiudizi e preconcetti immutabili e dogmatici. Ho avuto occasione, negli anni, di assaggiare qualche bottiglia di grandi produttori (non quanto il mio concittadino Vinogodi ma qualche bella boccia sulla mia tavola è arrivata) e talvolta ho constatato come il manico, il territorio e le grandi uve sbaragliano qualunque parametro ideologico). Credo che il vino (bevanda straordinaria ma purtroppo non un toccasana per la salute comunque venga fatta) debba essere un piacere e nella mia esperienza oltre che splendido convivio è stata l'occasione per incontri bellissimi e veicolo di cultura e conoscenza. Credo che produrre bottiglie brettate da paura e con volatili deliranti sia un insulto al consumatore quanto le soluzioni idroalcoliche al gusto di vino che spesso circolano nella GDO. Non amo i vini ingessati e 'uccisi' da dosaggi folli di solforosa e non amo chi, in nome di una presunta purezza, non aggiunge un pò di solfiti quando serve e commercializza delle ciofeche. Buon vino a tutti.

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Invernomuto

circa 3 anni fa - Link

Sottoscrivo tutto, chapeau. Aggiungo che quando ho iniziato a lavorare nelle aziende vinicolae oramai 16 anni fa, il mondo dei vini a basso impatto era stimolante, sia come bevute che come utenza (sia di consumatori che di produttori). Poi, oramai quasi 10 anni fa, è cambiato tutto ed è iniziato il campionato di calcio e fine del divertimento.

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Franca

circa 3 anni fa - Link

Mi pare che tutto ciò sia un'adeguata risposta al post "cosa vi piacerebbe leggere su intravino"

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Massimo

circa 3 anni fa - Link

Cinque minuti di applausi per Alessandro Morichetti!

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Capex

circa 3 anni fa - Link

I miei applausi vanno a Lanegano.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Un ottimo commento di Lanegano. Ben argomentato e articolato. __ Anche se non dovessi condividerne il senso mi piacerebbe leggere più spesso simili commenti anche da altri. __ Jeidi e Patrick Jane, da quello che ho capito penso che difficilmente vi possa incontrare... in una fila... a un SUPERMERCATO o alla GDO :-) __ Sarebbe interessante capire se chi scrive in questo blog rappresenta in modo ottimale chi si limita a leggere e, più in generale, gli italiani. Io penso che la REALTÀ sia molto diversa da quella disegnata da noi commentatori di Intravino. Ne abbiamo già discusso in altro dibattito su cosa vorremmo leggere su Intravino.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Un altro dato su cui riflettere è che all'interno del gruppo di commentatori, si possono individuare 2 grandi sottogruppi 1 Bevitori che non hanno nessun tipo di relazione con il mondo del vino se non quello del piacere di bere, studiare sotto diversi aspetti ecc.. il vino 2 Bevitori che hanno vari tipi di relazioni con il mondo del vino. Lungi da me voler discriminare, ma, secondo me, nella interpretazione dei commenti questa distinzione ha un suo rilievo.

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Marcello Sensi

circa 3 anni fa - Link

Buongiorno a tutti. Ho preso visione del titolo di questo articolo ( credo che ora si chiamino post, vero? ) non appena venne pubblicato. credo due giorni fa. Ancora non era presente alcun commento e - al momento in cui scrivo - sono ben 73. Ebbene, se il numero di commenti ricevuti e' solito dare la misura del successo, allora mi congratulo con l'autore per questo suo exploit ( anche se - per dare a Cesare cio' che e' di Cesare - il detentore di questo primato e' Franco Ziliani che, con l'ormai epico post su "Madamin", tocco' quota 122 ). Confesso di non essere riuscito a leggere l'articolo. Semplicemente non ce l'ho fatta. Su di me quel titolo ha avuto lo stesso effetto di un pugno allo stomaco. Io credo che espressioni cosi' crude siano sempre e comunque esecrabili, e in particolare mal si adattano ad un milieu - quello del vino - che dovrebbe essere espressione di eleganza, garbo e raffinatezza. Perdonate lo sfogo di un uomo orgogliosamente "antico" e legato a valori che, ritengo, non dovrebbero mai passare di moda.

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Bene ha fatto a non leggere. Sul milieu del vino espressione di eleganza, garbo e raffinatezza, la mia personale esperienza: con personaggi che tengono lectio magistralis sulla viticultura, patelavache da cui non riesci a farti pagare una fattura da 70 euro, mannaggiaacristo, mi astengo dal commentare.

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Marcello ti ringrazio per aver commentato senza leggere ma avrei preferito leggessi decidendo poi se commentare o meno. Il titolo è stato fatto appositamente indisponente anche perché poi il testo articola il concetto andando in altra direzione. Spero ti venga voglia di leggere ;-)

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Stefano.cap.1

circa 3 anni fa - Link

Penso che l'argomento sia ancora molto attuale, quindi più che anacronistico direi "longevo". Credo che coloro che hanno l'opportunità di fare divulgazione debbano e possano trasmettere agli appassionati e quindi al mercato il sentimento comune di rottura di cazzo di questa etichetta "naturale". Credo che solo in questo modo, dopo che questo modo di fare vigna e vino sia stato trasmesso e recepito da più aziende possibili (anche solo per motivi di mercato), si possa passare ad una fase in cui i vini prodotti con questo approccio saranno solo vino (buono e che piace), scremando così dagli scaffali tutte quelle schifezze naturali che ancora oggi si confondono nel mare di etichette proposte. Oggi si chiamano auto elettriche perchè sono la novità....domani, quando saranno preferite dai più, perchè migliori, e tutte le case le produrranno (anche solo per mercato), si chiamerano solo auto.!

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Gaetano

circa 3 anni fa - Link

Bevo prevalentemente, se non esclusivamente, vini cosiddetti naturali perché sono più buoni. Accetto il rischio di acquistare ciofecche da scaraffare direttamente nel lavabo perché ampiamente compensato dalle gemme enologiche scovate in questo mondo sempre più vasto. Mi capita sempre più spesso di non riuscire a bere determinati vini cosiddetti convenzionali (non fatemi fare i nomi....). Mi trovo in estrema difficoltà nel comunicare quanto sopra esattamente per le considerazioni espresse nel post. Rabbrividisco se ripenso a quei due partecipanti ad un corso di Sangiorgi che si erano fatti 150km, due ore d'auto, per dire che il vino presentato dal vate come paradigma di vino diffettoso a loro piaceva e non ci trovavano difetti. A quel partecipante che di fronte ad un Savagnin dello Jura dal frutto splendente e cristallino chiese al vate: ma Sandro a te piace questo vino?? Come se l'assenza di difetti fosse essa stessa un difetto!! Mi rassereno ricordando l'immediata risposta del vate: SI!!! forse c'è ancora speranza...... Però per favore non chiamiamoli più vini naturali, oppure accettiamo che è un termine improprio ma la definizione che più si avvicina a descriverli o che gli è stata assegnata e di cui non si libereranno più. Un po come l'influenza Spagnola, che poi Spagnola non era.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...i disturbi sul vino , molte volte possono essere associati ai disturbi sessuali o , perlomeno , a gusti discutibili che però stimolano ipotalamo e psiche di certuni creando situazioni di desiderio dove i canoni estetici si allontanano dal pensiero comune . Dobbiamo entrare nel profondo e scavare in ognuno di noi . Il post di Gaetano mi ha ricordato più qualche trattato , letto , di psicanalisi che elementi derivati da letteratura enoica...

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Gaetano Mattiuzzo

circa 3 anni fa - Link

Mi sono iscritto a Tecnologie Alimentari nel 1987, faccio panel test e consumer test dal 1996, ti posso oggettivare quello che vuoi al netto di una componente, marginale o preponderante questo decidilo tu, totalmente personale del gusto. Non trovo corretto identificare tutto un movimento con le esasperazioni di qualche fanatico/estremista che arriva a definire la follatura come un processo "non naturale". Su questo ripeto che sono totalmente d'accordo con il contenuto del post. Anche perché se un profilo organolettico è codificabile lo è ancor di più un difetto.

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Capex

circa 3 anni fa - Link

Gaetano ha ragione. Giocando su questo equivoco oggettivo si approfitta per screditare una filosofia riducendola a "moda". I vini che non hanno ricorso a diserbanti, pesticidi e concimi chimici li preferisco...a costo di incappare in qualche "troiaio ". Ma siete seri? Davvero dovrei giustificare il perché?

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domenico farina

circa 3 anni fa - Link

Articolo "riempipista", condivisibile ma con nessuna evidenza. Da Intravino mi aspetterei un po' di approfondimento. Si potevano citare, ad esempip, etichette di vino naturale bevibili, per non citare quelle non di livello. Se per ricevere commenti e clic si arriva ad abbassare così tanto il livello della discussione, mi sembra si possa parlare di un articolo "naturale".

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Alessandro Morichetti

circa 3 anni fa - Link

Se fai nomi specifici si finisce a battibecchare di quelli invece che del pensiero più generale, se rimani nel vago qualcuno vorrebbe i nomi. In questa occasione ho preferito così, che sia un abbassare il livello della discussione è una sua opinione che rispetto e non condivido.

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Valentina Rossi

circa 3 anni fa - Link

Finalmente!!!!! Grazie!!!!

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Davide

circa 3 anni fa - Link

Sono un piccolo produttore, mi diverte leggere tutti i vostri commenti. I miei vini sono buoni fatti con sacrificio e passione rispettando il più possibile la natura. Non amo l'essere biologico, l'essere biodinamico e soprattutto non amo la definizione di vino naturale. Sono un piccolo produttore di vino e i miei vini sono fatti in maniera naturale come sempre.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... li sto già cercando : devono essere buonissimi ...

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Gaetano Mattiuzzo

circa 3 anni fa - Link

Standing ovation anche da parte mia!!! Per favore finiamola di chiamarli naturali……………. PS: potrebbe tranquillamente trattarsi di Josko Gravner in incognito , il quale ebbe a dire: faccio il vino per me e quello che resta lo vendo!!

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Sarebbe interessante un bel confronto tra Vinogodi e Gaetano Mattiuzzo sull'analisi sensoriale, degustazione organolettica, GUSTO PERSONALE. Moderatore: Sisto :-) __ Mi è piaciuta la replica di Alessandro Morichetti a Marcello Sensi. Ed è vero quello che scrive: il titolo non riflette le opinioni di Morichetti nei vari commenti. Possiamo concludere che si è fatta una bella pubblicità ai vini naturali. :-) __ Secondo me c'è stato un bel confronto tra opinioni diverse. E qualcosa di nuovo è stato detto. __ Vorrei concludere riprendendo i commenti di Sisto e Vinogodi che spesso, nei vari dibattiti, ci ricordano un concetto importante che nessuno prende in considerazione e che è come una lente che ci aiuta a vedere i problemi trattati con una luce diversa.

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Marcello Sensi

circa 3 anni fa - Link

Anche a me e' piaciuta la replica di Alessandro Morichetti al mio commento. Resta il fatto, pero', che non ho affatto gradito il titolo. Comprendo la provocazione, ma certe espressioni sarebbe meglio lasciarle ai neobarbari che infestano le nostre metropoli. Lo affermo senza astio, rimango un vostro assiduo lettore

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

@marcow, ciao. Va bene, ci sto. Non avrei più commentato (a parte la tragica banalità che ho sopra ricordata) questo post se tu non mi avessi citato: però, leggere ancora nel 09/2021 su questo spazio insulsaggini come "vino buono" e pochissimi che eccepiscono, mi ha abbattuto. Esiste il vino "idoneo o non idoneo" o il vino che "mi piace o non mi piace": accettare che qualcuno scriva o dica "vino buono" senza degnarsi di esplicitare requisiti e caratteristiche (criteri) rispetto ai quali dà questo squinternato giudizio, è l'anti analisi sensoriale e il nulla comunicativo e informativo. Almeno mia nipoteche ha 18 anni, la domenica sera in pizzeria, il perché solo il Prosecco è "buono" riesce a esprimerlo con un racconto di addirittura 15 secondi.

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Carla

circa 3 anni fa - Link

Vi ho letto con molto interesse. L’argomento è non semplice in quanto implica ottima conoscenza enologica oltre che sensoriale.

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Paolo A.

circa 3 anni fa - Link

Nessuno come Morichetti sa piazzarti l'articolo super clickbait al momento giusto. Quando meno te l'aspetti come una bomba...cantavano i mitici Otierre

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

Il vino Naturale è come Mussolini al premio Strega....basta parlarne e lo vinci.

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Vinologista

circa 3 anni fa - Link

I vini naturali sono come alcune influencer... ignoranti ma piacciono tanto....

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

Dopo cotanti post con zero appeal ed altrettanta considerazione,bisognava ricominciare a parlare del diavolo per rianimare l'attenzione.

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Germano

circa 3 anni fa - Link

Scusate, qualcuno mi spiega perché rame, zolfo e solforosa non sono sostanze chimiche?

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Davide Giannoni

circa 3 anni fa - Link

Certo che sono sostanze chimiche

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

Dormi sereno..senza fare domande....basta parlare di fuffa e si rianimano anche i morti.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...assolutamente no , che diamine : rame e zolfo (così come l'anidride solforosa) sono sostanze organiche derivate da spirulina , curcuma e aloe , notoriamente superfood salvavita...

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Il rame è un metallo, lo zolfo una sostanza chimica

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...e l'anidride solforosa un'anidride... ma il tricloroanisolo è un metabolita secondario di una muffa o di un fungo? E il COV -19 oltre i gorilla , possiamo trasmetterlo anche agli altri primati? E davvero nel vino c'è un sacco di Etanolo? E io che pensavo ci fosse solo un poco d'alcool .... Davvero Intravino è la nuova Wikipedia...

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aleres

circa 3 anni fa - Link

E' un commento ironico?

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aleres

circa 3 anni fa - Link

intendo quello di Antonio Tomacelli...

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

Non è un commento ironico. È una solenne idiozia.

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Eb2323

circa 3 anni fa - Link

In quanto entrambi sono elementi chimici. Il primo un metallo, l'altro un non metallo.

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Pensi un po' la combinazione sig. Eb2323, l'autore dell'idiozia è anche l'editore di questo magazine che adesso sta per bannarla a vita dai commenti. Così impara a fare lo scostumato nelle case degli altri. Saluti.

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Rb2323

circa 3 anni fa - Link

Censura un po nordcoreana...senza nemmeno aver scritto una parolaccia considerato quella che c'era nel titolo....boh. Kim Jong Tomacelli.

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Rb2323

circa 3 anni fa - Link

Ignoravamo un po tutti che il termine "Idiozia" potesse essere classificato come aggettivo scostumato. Mentre invece "C..zo" sia tollerabile.

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Provi a scrivere caxxo per bene e vedrà cosa succede

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Selvaggia

circa 3 anni fa - Link

#amen

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Sul rame si sono scritti biblioteche. Quando è iniziata la guerra al convenzionale si è sbandierato l'uso del rame(il bene) ...contro... l'uso di prodotti di sintesi(il male) dell'agricoltura convenzionale. Poi sono venute fuori ricerche che hanno evidenziato i rischi del rame per l'ambiente e la salute. La disputa sul rame ancora continua. __ La domanda può essere interpretata in più modi come si evince anche dalle repliche. Se si vuol scorgere invece un po' d'ironia in quella domanda mi sembra che la risposta di Vinogodi, altrettanto ironica, la condivido. Anche perché il rame(e ritorno al discorso di prima) nella lotta (dura e pura) CONTRO il male assoluto(il convenzionale) è stato sbandierato come un PRODOTTO non di SINTESI(e quindi CATTIVO) ma come un... PRODOTTO... NATURALE... e, quindi, BUONO(per definizione: tutto ciò che è naturale è buono: un dogma)

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...biologicamente tutto ciò che è vivente deriva da reazioni chimiche : scie chimiche permettendo ...

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Vinogodi, quello che mi stupisce in alcune posizioni è che si dimentica un particolare importante... che nessuno sbandiera, che nessuno vuole sbandierare: lo fate soltato tu e Sisto in questo blog. __ Ma c'è una bella foglia di fico a coprire questa lacuna. E se la foglia è stata trattata con il rame... significa che il vino... magicamente... diventa buono... anche se contiene alcol.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...di tutta la questione , come tante altre che leggo , rimane il mio assoluto divertimento nel leggere sesquipedali sciocchzze "in nomine sermonis" , alcune davvero esilaranti che mi raddrizzano l'umore della giornata lavorativa o le gravose incombenze famigliari. Dove l'opinione, come detto più volte con riferimenti all'etimologia , è opinabile di definizione tanto come la soggettività nell'accostarsi organoletticamente al vino. Ma non sempre, purtroppo , è così . Mi piacerebbe , oltre al gusto del sempre auspicabile discettere fra persone comuni, si stesse più attenti a quel che si scrive , in termini di concetti espressi . Senza entrare nei tecnicismi noiosissimi , metodologie impraticabili nel quotidiano , oppure pretese di completezza d'informazione dove non è dato esistere se non con dispiegamento di forze e risorse inapplicabili nella realtà . PS: l'articolo è molto bello , l'ho stampato e grazie per il lavoro svolto. Mi servirà senz'altro , visto che sono appassionato di vini campani e molti non li conoscevo...

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...parlo del Campania Stories ... ma anche della chimica , della micro/virologia, della metodologia di analisi sensoriale , della critica indipendente , dei vini naturali , dell'analisi statistica e , perchè no, della fisica nucleare e dei buchi neri oggetto dei prossimi articoli su Intravino...

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

non c'è nessuna disputa in realtà, a parte indicare dei presunti rischi, il rame in sé non è mai stato associato ad alcun problema di salute. Il suo ossido è invece leggermente velenoso, ma il rame "buono" se così si può chiamare non ha alcuna contro indicazione. La solforosa ovviamente sì.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...una quaestio : se il coitus interruptus e il metodo Ogino Knaus sono due metodi di contraccezione "naturale" , mentre la pillola decisamente "convenzionale" , il preservativo dove e come lo collochiamo?

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

.... mò mi bannano definitivamente...

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Datti una calmata :)

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Gaetano pirso

circa 3 anni fa - Link

Duro con i normali, cagnolino con la cricca, più interviene più mi ricorda i Matteo italioti

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

La pillola è classificato come metodo farmacologico, il preservativo come metodo meccanico, di tipo esterno. Il coito interrotto invece solo come grande mal di testa 😂 Comunque, si vede che hai un po' di confusione sul significato dei rispettivi termini naturale, artificiale, vivente, biologico, chimico.... E sui differenti usi a seconda del contesto.

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Paolo

circa 3 anni fa - Link

Questa è bellissima: alla affermzione verso Marco M. "si vede che hai un po' di confusione dei rispettivi termini..." stavo per sputare il caffè sul monitor. Battutona del mese direi, la mandiamo al contest "best of twenty-one".

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

era rivolto a vinogodi, e credo che siamo tutti d'accordo. Almeno io sono biologo molecolare, insegno fisiologia nelle università e scienze della terra nei licei. Credo di conoscere bene l'argomento. Forse se sputi il tuo caffè sul monitor, tutto sommato potrebbe essere un incentivo per dargli una pulita. Che ne pensi fenomeno! :))))

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... "quasi" un collega , quindi ...

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...il "fenomeno " afferma senza tema di smentita che " insegno NEI licei" e " insegno NELLE università" mi fa sorridere e intuire che hai tanto tempo da perdere. Meglio tu inizi a lavorare seriamente...

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Mattia

circa 1 anno fa - Link

NEI licei (attenzione spoiler1: ce ne sono più di uno) NELLE università ( attenzione spoiler2: ce ne sono più di una)

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gervasio

circa 3 anni fa - Link

Lo collochiamo sulla tua testa, dalla sommità del cranio a srotolare fino alla base del collo...

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Alfio Mari

circa 3 anni fa - Link

Tavernello o Rustichello? Cotes du Rhone o Cotes du Cancaron? Dom Perignon o Dom Parpagnac? ai posteri l'ardua sentenza.

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Roberto

circa 3 anni fa - Link

ma certo che puoi bere, tu e tutti quelli che la pensano come te, i vini fatti "anche" con l'uva: infatti non c'è la quantità per far bere i vini buoni puliti e giusti a tutti. Io, da sommelier e ristoratore, preferisco servire vini il più possibile fatti secondo la tradizione, da persone in sintonia con la natura, le stagioni, che rispettino il terreno, le piante, che cerchino di prevenire gli attacchi dei parassiti prima che curarli, sempre con sostanze il più possibile naturali. Non si trovano facilmente, sono un lusso per pochi, lo so: bisogna avere il tempo per girare sulle colline, conoscere i produttori, frequentarli spesso, assistere alle vinificazioni, visitare le cantine, capirne di conservazione... e quante volte mi è capitato di scoprire millantatori che usurpavano il termine "naturale". Ma l'impatto con i sei sensi di questi pochi vini "naturali" è senz'altro tutt'altra cosa. Mi spiace per chi non ha mai avuto quest'esperienza.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Roberto: "... bisogna avere il tempo 1 per girare sulle colline, 2 conoscere i produttori, 2 frequentarli spesso, 3 assistere alle vinificazioni, 4 visitare le cantine, 5 capirne di conservazione…e..." E non capire bene quello che avviene "veramente"... in un'annata difficile.. nel vigneto e in cantina. (Altra considerazione: Roberto ma ti rendi conto che proponi delle cose irrealistiche da realizzare per il 99,99 % della popolazione) Infatti Roberto subito dopo aggiunge: "... e quante volte mi è capitato di scoprire millantatori che usurpavano il termine “naturale”. Poi chiude in bellezza: " Ma l’impatto con i sei sensi di questi pochi vini “naturali” è senz’altro tutt’altra cosa. Mi spiace per chi non ha mai avuto quest’esperienza" E dice che dopo tutta questa faticata.... si tratta.... di pochi vini "naturali". _____ PS So che non dirai mai quali sono questi pochi vini naturali che ti mandano in estasi... ma dicci almeno quali vini naturali sono prodotti dai millantatori. :-)

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Capex

circa 3 anni fa - Link

marcow credo che roberto intendesse, al netto del tempo a disposizione, di una predisposizione mentale...di quella apertura e curiosità necessarie per non focalizzarsi sul termine naturale e, ancor di più, non considerare tale filosofia come semplice moda. Non lo conosco ma immagino che roberto non disdegno un buon vino convenzionale. Da molti commenti di cui sopra non si direbbe che gli autori sarebbero aperti alla stessa maniera verso un buon vino "naturale".

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Capex, l'ho scritto non con intenzione malevola ma con una lieve ironia. Sono d'accordo con te. __ Ma ci sono commenti contro il convenzionale molto duri, vedi quelli di Mattia, che sono pieni di pregiudizi ingiustificati verso l'agricoltura convenzionale che, come ho detto, conosco bene. ___ Comunque, l'appassionato(come Roberto) (ma anche in altri settori) dedica molto tempo alla sua passione. ___ Posso dirti che il vino che bevo e che produce un amico molto bravo nel vinificare è quello che più si avvicina al concetto di naturale. Il vero concetto, secondo me, di naturale lo vorrei spiegare con gli alberi da frutta che conosco bene. Se un albero da frutta non viene mai trattato (per la difesa dai parassiti) ha una produzione molto variabile a seconda delle annate. Un anno con pochi frutti. Un anno con molti frutti pieni di difetti. Una anno con una buona percentuale di frutti sani. E così via. Questo lo sperimenta anche chi ha poche piante in giardino e vuole mangiare frutta non trattata. La pianta si comporta come in NATURA. Penso che quella frutta si possa chiamare naturale. Con il coltello si scarta la zona del frutto con ll difetto e si mangia quella buona. Non sarà bella ma lo scopo è quello di mangiare un po' di frutta senza residui. (anche il rame lascia i residui) Questo non avviene con il vino cd. naturale. E, infatti, è vietato dalla legge usare la parola naturale. L'uso, l'ho già detto, è STRUMENTALE. Detto questo il movimento alternativo al convenzionale ha spinto il convenziole a migliore le varie tecniche di gestione del suolo e nella difesa antiparassitaria. Ma non dimentichiamoci che questi metodi alternativi hanno bisogno di controlli più seri: lo dice anche un grande appassionato come Roberto che parla di millantatori. __ Un caro saluto Capex (mi sono piaciuti i vini che hai bevuto nelle. tue vacanze al Sud)

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Capex

circa 3 anni fa - Link

Effettivamente non avevo colto l'ironia e me ne scuso. Sui concetti da te espressi mi trovi concorde; io non bevo soltanto bio ma anche convenzionale purché quest'ultimo produca vini che abbiano un' identità...che non siano troppo "costruiti". Qualsiasi forma di fanatismo mi disturba per questo mi trovo spesso ad essere in disaccordo con i più (anche se ne condividerei le idee) per i modi di approcciarsi al confronto (ovvio che non sei tra questi). Ti saluto e ringrazio per l'apprezzamento.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

marcow: hai scritto cose tanto "ovvie" quanto "risolutive" per il dibattito in oggetto, il fatterello della frutta bacata mi è piaciuto. Fai bene a ricordare il nostro pallino dei controlli di terza parte: anche se non obbligatori (essendo una categorizzazione non regolamentata) il produttore di vino "naturale" dovrebbe farli eseguire sistematicamente e pubblicarne il report. Perché io mi dovrei fidare di quel che mi dice lui del suo processo e del suo prodotto? A che titolo? Io quando sono andato a visitare Caviro, il più scarso con cui ha parlato aveva un dottorato di ricerca. Basta affermazioni pseudo scientifiche (il "naturale", il soprannaturale, l'omeopatia, il terroir, gli odori del suolo trasmessi al vino, la "degustazione" monocratica, etc.) senza uno straccio di prova rigorosamente verificabile: bisognerebbe ripristinare la censura e comminare sanzioni esemplari, anche per quelli che le diffondono.

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Mattia

circa 3 anni fa - Link

Non ho scritto alcun commento contro il convenzionale. Controlla magari prima di "diffamare" così.. 😉 Ho parlato del termine "Naturale" e del suo corrispettivo "Nature" che viene usato in Francia senza che questo generi alcuna ambiguità, nell'ambito della produzione del vino. Il significato è semplice, ma non essendoci un disciplinare ognuno fa un po' del suo meglio diciamo. Infine chi parla di qualità e di bontà del vino, affronta un argomento diverso rispetto a chi parla di salute. Laddove un buon tecnico appassionato può produrre un ottimo vino, un biologo o un medico possono solo evidenziare quali parti della sua composizione finale costituiscono un vero rischio per la salute. Il vino naturale nasce dal dialogo fra questi punti di vista, e dall'esperienza di chi lo ha sempre prodotto. Tanti oggi producono il vino, ma c'è chi lo ha fatto per 70 anni e la sa un pochino più lunga dei commentatori del web.

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Claudio

circa 2 anni fa - Link

Naturale, bio, green, vegan, glutenfree, prima ancora dietro, light. Zero..... ah dimenticavo.... birra artigianale. È marketing. Voler fare la differenza in una parola che possa riempire la bocca. Da quando è esplosa la birra artigianale bevo solo birra freddissima in lattina

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Enologo64

circa 12 mesi fa - Link

Ho 59 anni e degusto vini da 40 anni. Sono anche un enologo. Vi dico la mia: il 99% dei vini naturali sonio una vera SCHIFEZZA.

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Officina Enoica

circa 1 mese fa - Link

...portatore di sciatteria, incompetenza e presunta superiorità morale. Parole sante le tue Alessandro, sempre di più si bevono vini naturali, che si allontanano da un'idea di vino. Il buon Gino Veronelli diceva che il vino è materia viva, quindi naturale per sua natura. Oggi sul podio dei vini naturali ci vanno quei vignaioli che non aggiungono solforosa, che non utilizzano lieviti selezionati, mosto concentrato rettificato, non filtrano, ma che soprattutto hanno delle etichette degne di un vero funky wine, disegnate dall'ultimo wine designer del momento. Viva il vino innaturale!! https://officinaenoica.jimdo.com

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