Il vino del futuro? Un Cabernet di dieci gradi possibilmente naturale, grazie

di Enrico Nera

Dal 4 al 6 marzo prossimo a Dusseldorf, in Germania, ci sarà la fiera internazionale del vino ProWein. In occasione dell’evento è stata commissionata una ricerca “apripista” per indagare sulle tendenze future. La Wine Intelligence ha intervistato 1000 consumatori regolari di vino sparsi tra Stati Uniti d’America, Cina, Germania e Gran Bretagna. Risultato? Una significativa minoranza nei paesi in esame ha detto che il vino ideale deve avere un tasso alcolico sotto i 12 gradi.

Il 91% del campione del nuovo appetibile mercato della Cina addirittura è assetato di vini con  alcol compreso tra gli 8,5 e i 10,5 gradi. La tendenza è ancora più marcata tra le donne cinesi con un’età compresa tra i 18 e i 39 anni. Queste “beone” preferiscono un livello di alcol compreso tra 5,5 e 8% (una (L)ed Bull no?).

In Gran Bretagna il 22% degli intervistati comprerà nel futuro soltanto vini che riporteranno in etichetta 10.5% Vol. (e anche meno preferibilmente). Percentuale confermata, grado in più grado in meno, anche tra gli intervistati tedeschi e americani. Dove ancora una volta le giovani donne cercheranno “sballo” con vini al di sotto dei 10 gradi alcolici.

Le visione divergono invece sull’argomento vini naturali e mercato ecosostenibile. Soltanto un terzo degli intervistati nei due Paesi anglofoni terrà conto per l’acquisto del fattore “etico”, mentre la percentuale sale al 67% in Germania e all’86% in Cina (chi lo avrebbe detto).

Più dell’80% del campione inglese, tedesco e cinese – in USA sale al 93% – scegli un vino in base al vitigno. Merlot e Pinot Grigio in Gran Bretagna, Cabernet Sauvignon e Chardonnay (gli Ammerigani lo dicono troppo fico – SCIARDONNEE) in USA e in Cina e, tanto per non sbagliare, Riesling in Germania.

Ora la domanda mi si (ri)propone con la biodinamicità di un peperone a colazione: Il Buono, il Brutto e il Cattivo, alias Brunello, Amarone, Barolo (scegliete voi l’abbinamento migliore) che futuro hanno? Che dite chiediamo aiuto a SuperRivella?

Fonte: Decanter

34 Commenti

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

E' questione di matematica: se il 22 % comprera vini di 10,5 %, allora vuole dire che il 78 % no. Con quale parte ti schiereresti tu?

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Enrico Nera

circa 12 anni fa - Link

Caro Giampaolo fidati che se mettono in evidenza il 22% vuol dire che quello è il dato più rilevante...;)

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Massimo

circa 10 anni fa - Link

Con il 22%

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Mattia Maugeri

circa 12 anni fa - Link

Barolo e grand cru francesi, brunelli e vini di pregio a questi livelli devono mantenere l'identità, pertanto poco problema per loro cosa vuole il grande mercato. Comprendo la tendenza di bere con gradazioni leggermente inferiori, ma sotto i 12 gradi raramente trovi un grande vino, certo qualche eccezzione, anche molte in alsazia, in germania, o magari tra i passiti, ma gradazione e concentrazione vanno a braccetto, pertanto se vuoi bere Vino e bene... ovvio deve avere i gradi per esserlo (un vino)

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®™

circa 12 anni fa - Link

Settembre ero in trentino per lavoro con americani: tutti molto giovani 20/30, tutti pazzi per la Schiava di Manincor. Oppure il Blauburgunder St.Valenctin 2004. Già il Granato Foradori non ce la fanno.

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Armando Castagno

circa 12 anni fa - Link

Se intendi il Kalterersee "Keil" 2010, quello che fanno assaggiare ora, hanno più che ragione, è un vino stupendo, cui non manca nulla. Credo nemmeno la longevità potenziale. Gli è solo mancata la protervia, per "sfondare" qui da noi negli anni passati.

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Enzo Pietrantonio

circa 12 anni fa - Link

Il Granato della Foradori lo lascino a me, mi sacrifico io.

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®™

circa 12 anni fa - Link

Il Granato, infatti, lo bevevo io. Loro lo mischiavano con il Sylvaner di Nossing (giuro). Parlavo proprio del kaltersee 2010, che anche a me piace molto (e me ne sono portate via un po' di bottiglie), che comunque è un vino che ha queste caratteristiche da "vino del futuro".

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Pietro

circa 12 anni fa - Link

AvvIso subito la Giacobazzi di rispolverare il loro 8.1/2, magari in lattina sfonda nel BRIC....

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

beh, questo natale in enoteca ho avuto il piacere di bere un rioja Reserva Espacial Martinez Lacuesta del 1922... 11 gradi di spettacolo dopo nemmeno mezz'ora di bottiglia stappata... non credo sarebbe piaciuto alle appassionate di Led Bull o agli ammerregani ma l'esperienza ha lasciato in me molte domande e poche, incerte, risposte

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Ziliovino

circa 12 anni fa - Link

Deduco fosse ancora vivo, due note si possono avere?

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

guarda, proprio stasera in enoteca abbiamo aperto un rosso fanino anfora serragghi: 11,5°. Psichedelico. Di fronte a questi vini abbasso il capo e mi dico:"Hoc unum scio, me nihil scire"

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Gianni

circa 10 anni fa - Link

Ciao, svuotando una cantina ho trovato più di 100 bottiglie di questo vino, le vendo ad un prezzo interessantissimo e trattabile, se sei interessato contattami. Ciao Gianni 333 6588996

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Sui Colli Euganei, di Cabernet naturalissimi, lineari, puliti ma complessi, anni luce dalle strizzate d'occhio cosiddette "internazionali", non mancano affatto.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

vero ma per fortuna non anno solo dieci gradi! filò delle vigne, vignalta...

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Mitici. Il Cecilia sembra fatto apposta per smentire i pregiudizi sul Cabernet.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Mi sembra una ricerca completamente a pera, con tutto il rispetto pre la Wine Intelligence. O forse la ricerca va bene effettuarla ma le conlcusioni mi sembrano, appunto, piriformi. Tanto per cominciare mi piacerebbe sapere in che fascia di età, potere d'acquisto e "costumanza a bere cosa" si piazzino i 1.000 consumatori regolari intervistati, numero miserevole se ripartito fra le quattro o cinque nazioni in oggetto. In Cina poi fa ridere, sicuramente non si saranno proposti come cavie quei due o tre milioni di ricconi cinesi in grado di comprare e, considerando la velocità di apprendimento da quelle parti, anche di riuscire a capire la diferenza fra un Bordeaux e un Brunello, tanto per fermarsi alla B. La richiesta di vini con minore tasso alcolico è comprensibile, ma dipende da chi vuole cosa. Se un consumatore è orientato verso vini che non portino sull'etichetta il vitigno ma il nome della zona di produzione, l'appelation o denominazione che sia, è preparato a bere vini con qualcosina di più di 11% di alcol. Detto questo, in un passato neanche tanto remoto i vini destinati ad un lungo invecchiamento potevano benissimo permettersi una gradazione di 12.5, 12.00 e forse anche 11.00 (per quest'ultimo mi fido di Fabbretti). Basta, per esempio, prendere in mano qualche vecchia bottiglia di Brunello, ancora fornita di retroetichetta. Tornando ai poveri, bistrattati "ammeregani", i casi sono due: o non ci capiscono niente e sono fermi ai loro Cab e Chard frutto-inchiostro-melassa, e in questo caso abituati ad alte gradazioni, o sono evoluti e sanno cos'è un Barolo, un Chianti Classico Riserva, un Nero d'Avola, un Amarone, ed anche in questo caso si aspettano una gradazione più alta dei 10.5 gradi indicati come borderline nella ricerca di cui sopra. Oppure sono talmente sfigati nelle loro scelte alcoliche da essere inclusi nel prossimo sondaggio per le tendenze future.

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

scusate il "fuori post": Secondo me ragazzi si rischia di perdere la retta via... a forza di voler vini con sempre meno alcool e con queste temperature che ci ritroviamo d'estate , mi sa che ci dobbiamo aspettare altri scandali nel mondo del vino . E poi scusate ma se per fare un vino del genere devono aumentare la resa del vigneto ..qui arrivano a fare i 300 350 quintali per ettaro ..non sò se si può chiamare uva.Un signore di nome Walter Massa, il Maestro, dice che sopra una determinata resa non è più uva ma letame, e non si fa vino con la merda. Proud to be a over 12.5% Lambrusco producer ciao GP

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

"ma se per fare un vino del genere devono aumentare la resa del vigneto"...sicuro sia lunica strada?

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gian paolo

circa 12 anni fa - Link

oppure puoi aggiungere acqua...

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Nereo Pederzolli

circa 12 anni fa - Link

il keil - che si pronuncia cail... ovvero cantone, angolo o incastonato - è il cru per eccccellenza - consentitemi le eccedenze - della vitienologia sudtirolese. un fazzoletto di terra, un angolino di vigneto, sulla sponda destra del lago di caldaro. delimitato da un muro di pietre - clos, in borgogna... - e vigneto piantato a schiava, con viti (purtroppo poche ) franche di piede. e' citato in mappe settecentesche. e ha scandito la storia della schiava. fino ai primi del 2000 lo vinificava Giovannelli, con il suo mitico fattore, Luis. poi, altre gestioni. vino leggero per antonomasia. riservato ai contadini e ai soldati. che insorsero per poter bere lagrein, piu' corposo e alcolico.

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Pio Giannini

circa 12 anni fa - Link

Meglio non leggerle queste notizie!! Soporattutto non fatele leggere a produttori di Sagrantino e Amorone! Perchè questi intervistati non bevono un succo alle uve analcolico o, per un barlume di ebbrezza, una pils. Robba da pazzi..sulla scelta dei vitigni internazionali invece mi chiedo? Il mondo del vino italiano non avrà sbagliato in qualcosa? Arrivederci

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esperio

circa 12 anni fa - Link

Mi ritorna in mente la lettura di un articolo d'inchiesta, settantasei, settantasette, forse dal settimanale Panorama ( Pre berlusca ), in cui si incominciava a intravedere la tendenza a commercializzare vini a bassa gradazione, atti a soddisfare le richieste di quelle forze impiegatizie che richiedevano pranzi leggeri con vini adeguati. Infatti, tra gli anni settanta e ottanta la gradazione dei vini era molto bassa e anche la qualita. Nel novanta la qualita miglioro di molto, anzi credo che sia stato il nostro miglior periodo nel campo enologico. Poi vennero gli sciroppi, le marmellate e le tinture ed adesso si ricomincia a parlare di bassa gradazione. Forse per non eccitare troppo precari e disoccupati. A mio avviso un buon vino, per essere equilibrato non deve avere meno di dodici gradi alcolici e non piu' di tredici e mezzo; con l'eccezione dell'Amarone e vini simili.

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esperio

circa 12 anni fa - Link

E i vini tedeschi allora? Ma, per per me quelli non sono vini, non mi piacciono. Li lascio volentieri agl' esperti. Prosit.

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Fabio Zanzucchi

circa 12 anni fa - Link

queste sono ricerche di mercato che hanno un senso solo per gli industriali del vino, quelli che imbottigliano milioni di bottiglie l'anno; dovendo riempire gli scaffali di tutti i supermercati del mondo devono tenere presente anche l'opinione di coloro che vogliono un vino da 10 % alcol. Ma a questi consumatori il vino non interessa, e se lo bevono, lo bevono il venerdì sera al wine bar con gli amici magari in piedi e con le arachidi...E' chiaro che uno che produce vini seri non è minimamente sfiorato da queste analisi di mercato. Provate a bere il Pallagrello Bianco di Selvanova , 14,5% di alcol e non te ne accorgi...qualunque annata.

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Gian Paolo Gavioli

circa 12 anni fa - Link

Io farei un articolo su cosa sia un vino serio...mi piacerebbe sentire il parere di qualche migliaia di persone "normali". Ho l'impressione che qui ci siano troppe persone "serissime" che vivono in un mondo che ben poco a a che fare con la realta dei consumatori di tutti i giorni. Quelli che poi fanno etichette che non compaiono nei loro siti web per cercare di svendere i loro vini, tutti serissimi, alla grande distribuzione (o ai monopoli canadesi)...

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mirella

circa 12 anni fa - Link

Da una persona "normale": ha perfettamente ragione Fabio che si intende di buoni vini come pochi e come allora di buona letteratura... mirella

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Fabrizio pagliardi

circa 12 anni fa - Link

Se sia bene o male non sto' a sindacare ma il fatto che siano in molti a richiedere vini a bassa gradazione alcolica e' vero, a me capita spessissimo, sui bianchi riesco a soddisfare la richiesta con Germania e Francia, sui rosso sono spesso in difficoltà.

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gianpaolo paglia

circa 12 anni fa - Link

Non sarebbe ne' un bene e ne' un male, se passasse il concetto giusto: in alcune zone si possono fare bene dei vini a bassa o bassissima gradazione alcolica, in altre zone non e' possibile. E cosi', quando a uno gli va' di bere vini a 11 gradi li scegli che vengono da quelle zone, e quando gli va di berne di 14 li sceglie dalle altre. Purtroppo invece la domanda spesso e' questa: "eh, ma perche' non lo fai di 12 gradi questo vino?" (che poi e' il contrario di quello che andava prima "ostia, questo vino e' buono, ha 14 gradi").

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cantina gigli

circa 12 anni fa - Link

Se è vero che dai trattati di viticoltura-enologia si evince che i migliori crus non avevano oltre 12° e che già allora si parlava di longevità al giorno d'oggi incredibili, è altrettanto chiaro che il clima ci porta in direzione opposta. Di certo ottenere vini a quella gradazione col clima di oggi significa elevare i vigneti di quota o portarli in aree climatiche fino a pochi anni fa marginali come il asentino e la garfagnana per la toscana. Attenzione, questo processo è già iniziato e alcuni produttori visionari, il più delle volte biodinamici, ma non sempre, però sempre profondi conoscitori dell'enologia toscana, hanno già cominciato. Produrre qualità a bassa gradazione significa semplicemente, abbinare il giusto vitigno ad un territorio, individuare delle produttività equilibrate con la pianta, coltivare con attenzione fino a tirare le maturazioni fino ad inizio ottobre, quando i tannini e gli aromi primari sono maturi al punto giusto. Esistono realtà dove ciò è ancora possibile, ma questo comporta uno sforzo finanziario enorme... Quindi sarà probabile che nella maggior parte dei casi in molti ricorrino ai più moderni dealcolizzatori, da qualche anno autorizzati ma che portano ad un notevole apppiattimento dei vini. Oppure in certe realtà sarà più percorribile di lasciare un certo residuo zuccherino e virare su vini spumante metodo charmat, che sicuramente saranno capaci di conquistare larghe platee del nuovo mondo, come accadde da noi negli anni 60-70. Non si vive di solo sassicaia! Tuttavia rimarranno una buona quota di consumatori da rosso di qualità con 14° o più. Il mercato è grande e ci sarà posto per tutti|

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Wilma Zanaglio

circa 10 anni fa - Link

Grazie! Dopo tanti pareri personali finalmente una risposta. Ho bevuto Bordeaux incredibilmente elegati e fini di 12,5° con 40 anni sulle spalle. Non è la gradazione alcolica che fa un grande vino. Quello che viviamo è un doppio cambiamento: climatico e di rese\ettaro i risultati sono spesso pesanti, bevibili con difficoltà e tranne eccezioni decisamente involgariti da questo eccesso di alcool, tanto da dover cambiare completamente le temperature di servizio dei rossi. Avete notato non si può più bere un rosso ad una temperatura superiore ai 14° se non si vuole essere colpiti da una zaffata di alcool. I Ristoratori faticano a vendere una bottiglia con

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Wilma Zanaglio

circa 10 anni fa - Link

scusa è partito in anticipo! quelle gradazioni, un tavolo da 2 non riesce a finire una bottiglia con 14° o più. Non so come ma bisognerebbe riuscire a produrre vini di alta qualità tra i 12,5 e 13° non oltre.

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cantina gigli

circa 10 anni fa - Link

Grazie Wilma, sicuramente ciò che dici è vero, certi vini non si bevono perché snaturati e disequilibrati, è anche importante salvaguardare le naturalità del vino e la sua tipicità senza cercar di volgerlo a proprio piacimento. In tanti casi ci sono vini con alcolicità eccessiva già a 12° perché impoveriti da pratiche enologiche irrispettose, in altri casi a 14° o più non si percepisce. L'importante è giudicare il vino per quello che è e non solo dalla gradazione alcolica.

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