Il terroir è morto? | Aspettando l’Igp Italia
di Alessandro MorichettiLa Languedoc-Roussillon, coi suoi 260.200 ettari, copre il 35% del vigneto di Francia. Di fatto, è il distretto produttivo più grande del mondo, talvolta con eccedenze tali da essere trasformate in alcol industriale. Ne parlavamo giusto qualche giorno fa riguardo la più grande truffa vinicola di tutti i tempi. Ebbene, importanti novità sotto il sole. Dall’agosto 2009, il via libera della Commissione Europea ha fornito alle 2700 aziende produttrici della regione uno strumento in più per fronteggiare sul mercato i competitors del Nuovo Mondo. Tutto merito del marchio Pays d’Oc Igp, con cui verrà venduto un terzo degli oltre 760 milioni di bottiglie sfornate.
Non c’è niente da fare, sul vino ai francesi non si insegna nulla. Quando hanno la bottiglia buona ti dicono pure il nome della zolla da cui viene, quando invece hanno da vendere milioni di bancali di seconda scelta ti dicono il minimo indispensabile: vitigno, annata e provenienza alla grossa, una sorta di Francia igp che al supermercato tranquillizzerebbe anche mia nonna. Se poi hai 33 varietà diverse da smerciare – tra grenache noir, carignan, cinsault, mourvedre, marsanne e altre – capite bene come i margini di mercato siano stupefacenti e la definitiva conquista del mercato americano più vicina. Si stima che il 75% dei Pays d’Oc andrà all’estero, contro il solo 25% delle Appellation d’Origine Contrôlée (corrispettivo delle nostre Doc).
Ora però mi assalgono due dubbi. Quando Florence Barthes, direttore del consorzio appena nato, afferma che “il cuore del mercato sono i vini varietali” sta forse dicendo che i varietalisti stanno gradualmente sconfiggendo i terroiristi? Ma soprattutto, come rispondiamo qui in Italia alle sfide globali del vino? Quanti infarti provocherebbe un’Italia Igp in cui finalmente infilare milioni di ettolitri che neanche Frate Indovino sa esattamente dove vadano a finire?
4 Commenti
Franco Ziliani
circa 14 anni fa - Linkuna Igt, domani Igp, Italia é il sogno, nemmeno tanto inconfessabile e nascosto di larga parte del mondo del vino italiano, ad esempio gli industriali che fanno capo all'Unione Italiana Vini, che guardano con fastidio ai disciplinari "troppo rigidi" e sarebbero felicissimi, curando i loro interessi, di dare vita ad una denominazione nazionale, in bianco ed in rosso, dove fare mischiotti dei vini e dei mosti di varie regioni. Una soluzione assurda, ma più alla luce del sole di tante operazioni che, in maniera sotterranea, grazie alle autostrade e alle cisterne e magari alla compiacenza di enologi consulenti, che non hanno problemi a procurare le giuste quantità di vino che servono, si fanno oggi..
RispondiDaniele Sala
circa 14 anni fa - LinkCome ha detto Franco purtroppo in Italia esiste un consolidato mondo sommerso di truffe sul vino, spesso smascherate, ma altrettanto spesso no. Gli scaffali dei supermercati sono già pieni di bottiglie di vino (o presunto tale) con prezzi talmente bassi che un consumatore con un minimo di buon senso dovrebbe riflettere su cosa possa esserci in quel vetro. Proprio per questo mi auguro vivamente che non nascano macroscopiche IGP Italia nelle queli si tufferebbero golosamente avidi imprenditori pronti ad imbottigliare di tutto e di più...fregandosene della qualità....ma con il sol scopo di massificare volgarmente il vino per ottenerne facili guadagni. Spero invece che accada sempre più spesso come appena fatto in Langa dove nei disciplinari si vada nella direzione di delimitare le sottozone ed i cru....valorizzando quel concetto di terroir che i veri amanti del vino hanno nel cuore....ma che risulta altrettanto "odiato" da quelle persone che vedono nel vino un qualcosa utile solo per il loro arricchimento economico! Sarò forse troppo idealista e sognatore...ma spero che il Vino non smetta mai di essere: Storia, Cultura, Vita!
Rispondigianpaolo
circa 14 anni fa - Linkvado a memoria, potrei sbagliare, ma non mi sembra una notizia clamorosa. Anzi, non mi sembra una notizia perche' lo status di Vin de Pays d'Oc esiste da molti anni, e corrisponde al nostro IGT, che con le nuove normative divengono automaticamente IGP. Quindi non cambia nulla. Pero' mi ricordo di aver studiato che proprio questa appellazione vasta ha permesso il successo commerciale di quei vini, prima suddivisi in tantissime varianti che confondevano la gente, dopo rassicurata da un nome ben conosciuto a livello geografico. In questa zona esistono anche delle AOC che sono abbastanza prestigiose e che convivono con la piu' generica vin de pays d'Oc senza problemi.
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