Il mio problema con la syrah (e un Apice 2016 da volare via)

Il mio problema con la syrah (e un Apice 2016 da volare via)

di Daniel Barbagallo

Il mio problema con la syrah è più che altro una questione di pelle. Il suo essere così debordante e quel varietale così marcato me la rendono ingombrante, mi ricorda quelle persone che quando le conosci fanno passare il messaggio che se ti va bene, bene! sennò te ne puoi andare a quel paese.

In fondo è come se mi trovassi di fronte ad uno specchio nel quale non voglio guardarmi per non vedere quelli che ritengo i miei stessi limiti: ci somigliamo troppo per piacerci fino in fondo.

Sta di fatto che, al di là del mio sentire, da questo vitigno nascono vini splendidi (principalmente nel Rodano) in grado di evolvere ed invecchiare a lungo, perdendo quell’iniziale esuberanza che diventa raffinatezza.

Stefano Amerighi è senza dubbio uno dei vignaioli con il maggior seguito in Italia da molti anni e le sue bottiglie finiscono in un baleno (qui ne sappiamo qualcosa: Vigneron del futuro: Stefano Amerighi da Cortona è un articolo del novembre 2009, ndr). Fortunatamente, ho un caro amico con un bella scorta che mi ha invitato a casa sua per una bella bistecca alla fiorentina con cui stappare questo Apice 2016.

Apice

Col vino nel bicchiere, decido di parcheggiare un attimo la mia solita velocità nella degustazione per dedicargli più tempo del solito, i miei movimenti sono lenti, soppeso ogni cosa e lo faccio in silenzio come fossi un ospite che non vuol disturbare. Non mi stancherò mai di dire che – dal mio punto di vista – nel vino esistono una grandezza oggettiva ed un gusto soggettivo e non sempre le due cose vanno a braccetto. Adesso voglio proprio vedere cosa succede con questa syrah così celebrata e solitamente così lontana dalle mie preferenze.

Il colore è vivo e brillante, il suo biglietto da visita è un pepe netto ed esplosivo che sembra volermi ricordare cosa sto bevendo, ne sento un sorso e vengo colpito dalla materia e dall’equilibrio ma decido di aprire qualcos’altro perché voglio dargli tempo per sciogliersi un po’. La scelta si rivela azzeccata. Sgomitando per farsi largo tra la speziatura, fanno capolino note nette di frutti rossi – su tutti il ribes – poi a seguire una bella parte ematica alla quale si uniscono la buccia del mandarino e il pesto di oliva in un continuo susseguirsi di opulenza e freschezza che culmina in profumi di mentuccia.

Anche al sorso questo Apice 2016 cresce a contatto con l’aria: l’alcol è perfettamente integrato, il vino ha una bellissima tensione e lascia la bocca vogliosa di proseguire. Finale che si snoda su frutto e liquirizia di grande persistenza. Gran bella bottiglia di livello decisamente superiore al costo a scaffale (non arriva a 50 euro), perfetta per capire che io e la syrah possiamo finalmente mettere via le reciproche diffidenze e cominciare ad essere amici.

Nota finale per i lettori più stagionati: a quattro ore dall’apertura, al naso si sente chiara, netta ed inequivocabile una nota di Tabù, la caramella in lattina con cui quelli della mia generazione sono cresciuti.

Non servo certo io per dirlo ma nell’elenco dei luoghi mondiali dove si producono grandi Syrah, Cortona occupa oggi un posto davvero di tutto rispetto.

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

25 Commenti

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Theodore

circa 2 anni fa - Link

Buono Amerighi, molto. Ma.. L'articolo che funzionava benissimo anche senza il video nostalgia Blackface. Passiamo avanti. o no?

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...il mio problema, serissimo, e' che mi piace il granfe Sirah, che sia Hermitage oppure Cote Rotie...

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AG

circa 2 anni fa - Link

Amerighi è molto bravo, in vigna, in cantina e, diciamocelo a suo sommo merito, nelle PR. Ma tra Val di Chiana e Hermitage ci corre come tra il giorno e la notte.

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Il video è colpa mia, non ho resistito ma siccome era un ricordo comune con Daniel non penso ci sia da scandalizzarsi per quello.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...oeh ... i ricordi son ricordi , soprattutto indelebili come questo ... mica si possono cancellare di punto in bianco...

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Samalliot

circa 2 anni fa - Link

Lo spot d'annata non più politicamente corretto è TABÙ? Davvero? Tra l'altro si parlava di vino; che mondo difficile!

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marcow

circa 2 anni fa - Link

4 commenti dedicati alla pubblicità di Tabù mi hanno stimolato e vorrei dire qualcosa. 1- Se non ci fosse stato il commento di Tehodore non avrei mai pensato che la pubblicità di Tabù contenesse un richiamo a un passato razzista(in effetti mai del tutto superato). In questo senso Tehodore ha fatto bene a segnalarlo. 2- Anche se penso che la replica di Samalliot sia plausibile. Perché c'è, secondo me, un uso eccessivo del politicamente corretto. ___ Ho quindi dato una rapida occhiata al Web per trovare altre informazioni. Per capire meglio. Effettivamente la pubblicità di Tabù, come ha fatto capire Tehodore, potrebbe essere criticata ma Wikipedia, in due articoli (1⁰ sulle liquirizie Tabù della Perfetti e il 2⁰ su Al Jolsol), fa vedere la pubblicità di Tabù secondo un'angolazione diversa. E addirittura Al Jonsol è stato stimato dagli afroamericani per aver contribuito a combattere la discriminazione. __ Ma leggete voi stessi 2 estratti dagli articoli di Wikipedia ____ Wikipedia Tabù "Il personaggio creato per gli spot è ispirato al musicista statunitense Al Jolson. Il jingle era cantato da Santino Rocchetti". __ Wikipedia "Al Jolson, pseudonimo di Asa Yoelson (Seredžius, 26 maggio 1886 – San Francisco, 23 ottobre 1950), è stato un cantante, attore e compositore russo  naturalizzato statunitense, primo cantante a vendere oltre 10 milioni di copie. Con il suo stile dinamico di cantare jazz e blues ha avuto un grande successo estraendo la musica tradizionalmente afroamericana e rendendola popolare per il pubblico americano bianco dell'epoca che altrimenti con molta probabilità non sarebbe stato altrettanto disposto ad ascoltarla da veri artisti neri. Nonostante la sua ........perpetuazione di stereotipi neri.....il suo lavoro è stato molto spesso .....ben considerato e lodato... dalle pubblicazioni afroamericane, ed è stato accreditato per aver ......combattuto contro la discriminazione..... dei neri americani a Broadway già nel 1911" (Da Wikipedia Al Jolsol)

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Samalliot

circa 2 anni fa - Link

Appunto, un post sul Syrah viene commentato per il 90% non in merito al vino/produttore ma su un presunto riferimento razzista. Di questo passo è un attimo che tra Negramaro, Brunello, Uva di Troia, Passerina e quant'altro ci ritroveremo a breve a rinominare mezza ampelografia italiana per non offendere la sensibilità di nessuno. Comunque in merito al vino tra le varietà internazionali in Toscana la Syrah è quella più sopravalutata seppur con ottimi risultati tipo Amerighi o le Macchiole.

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Invernomuto

circa 2 anni fa - Link

La Passerina esiste, ed è stata pubblicizzata dagli stessi produttori fin dall'inizio, proprio per il sessismo intrinseco del nome. Specchio del Paese. Me ne ricordo una di btl che si chiamava Primo Pelo, giusto per citare uno degli esempi peggiori/migliori.

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

A fatica ci liberiamo dei messaggi sulla mineralità del vino e sui vini naturali difettati ma buoni (la pesta bubbonica) e ora esce il razzismo… anche basta dai, parliamo di vino! Il Sirah di Amerighi è ottimo! Detto questo spesso mi chiedo, quando bevo il suo vino o il Pinot Nero della Civettaja, cosa bevo a fare un vino francese coltivato in Toscana quando ho il Sangiovese. Poi mi sovviene Bolgheri e faccio pace con il mio cervello… tuttavia rimango dell’idea che in un territorio molto vocato e con una grande tradizione di un autoctono una varietà straniera salvo eccezioni sia un po’ “gratuita”. Che ne pensate? Ho detto una bestemmia?

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AG

circa 2 anni fa - Link

Un tempo il vino di riferimento in Val di Chiana era il Bianco Vergine della Cantina Sociale di Sinalunga....

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...no , anzi . Secondo me i più grandi Merlot al mondo ( salvo , soprattutto, Le Pin ... ma anche Petrus , concediamoglielo..) secondo me sono italiani . Ma non per "sentito dire" . Per decenni abbiamo fatto l'orizzontale dei migliori Merlot al mondo e salvo Le Pin che ha sempre vinto , fra i primi 5 c'erano sempre anche italiani ( alla cieca totale) : Miani su tutti ( 4 volte secondo e 4 terzo) , ma anche Redigaffi ( 2000 epico e irripetibile) , Messorio , L'Apparita ( che adoro) , qualche volta ( ma pochissime) Masseto , qualche sorprendente Pix di Boccadigabbia di fine anni '90 ecc . Solo poche volte si sono inseriti Vieux Chateau Certan e Clinet , per il resto grandissima e sorprendente "bella figura" italica ... con vigneto internazionale . Sirah ... dai , non scherziamo , come per il Pinot Nero ... se iniziamo a sdoganare certe sciocchezze , si perde di credibilità , con tutto il rispetto di alcune buone riuscite o discreta fattura strutturale ( non male neppure il Sirah di Tua Rita e quello di Collezione de Marchi , dove la '99 se la giocava con buoni Cornas...) . Però ci giochiamo campionati diversi ... ma diversi ...

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Elia

circa 2 anni fa - Link

Ciao Vinogodi, ma se tu dovessi spiegare la differenza tra un pinot della civettaja (che personalmente apprezzo moltissimo) e un gran pinot di Borgogna, come la metteresti? C'è un salto siderale? Perché spesso si sente parlare di vini borgognoni... ultimamente per esempio a proposito del pinot di podere monastero

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...no , non c'è un salto siderale , c'è solo un piccolo oceano di mezzo , quindi nessuna astronave da mettere in funzione . Come spiegherei la differenza fra un Pinot Nero italiano e uno borgognone? Semplicissimo ( nella pratica) , basta berli e contestualizzare la bevuta . Lo facciamo spesso , in occasioni di panoramiche di Borgogna, mettendo quelli considerati migliori come "ringers" ( confronti ciechi) : solitamente , in quelle occasioni, i palati sono fortemente educati al bere alto e la prima reazione è data da grandissime risate collettive . Preciso , non per poco rispetto di comunque ottimi prodotti , quanto di divario sensoriale (intensità, complessità ) davvero significativo ...

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

La mia esperienza di PN della Borgogna è sideralmente (od oceanicamente se vogliamo rimanere nel suo paragone) inferiore a quella di Vinogodi. Tuttavia per quello che ho bevuto mi pare che la questione possa apparire poco comprensibile se posta in termini di "quanto è più buono il PN borgognone di quello italiano?", perché non si può fare una gradazione numerica di una differenza gustativa e olfattiva tanto marcata, . A mio parere si tratta proprio di vini diversi, anche se prodotti con la stessa uva, che notoriamente interpreta in maniera molto marcata un terroir, e tale differenza è drammaticamente a favore della versione borgognona. Peraltro mi pare che, per motivi a me mai chiariti ma che sicuramente Vinogodi può argomentare in maniera completa, in Italia si prediliga dal punto di vista enologico una versione tipicamente varietale del vino, che talvolta rischia la parodia, mentre in Francia tale interpretazione è quasi sempre evitata con attenzione.

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Elia

circa 2 anni fa - Link

Grazie delle risposte!!! Sicuramente cercare di copiare i grandi vini non è una buona idea. Amerighi stesso, se non sbaglio, è contrario all'equazione Cortona=Rodano, visti i terreni completamente diversi, ed i risultati... I suoi e i pinot del casentino rimangono vini, a parer mio, molto buoni

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...concordo, ottimi.

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franco

circa 2 anni fa - Link

la differenza sostanziale tra pn borgogna e pn alto-atesino è che il secondo ricorda lo speck..

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Attilio Scienza: "Il ruolo più importante di questi ultimi(vitigni internazionali) è stato quello di fare uscire l’Italia dell’Ottocento dal provincialismo, dalla celebrazione della viticoltura radicata nel mondo greco e latino che non era riuscita ad uscire dalla sua connotazione geografica. Al contrario la Francia aveva esportato, grazie alla potenza militare ed economica, la sua viticoltura e anche la sua gastronomia. Allora, come testimonia la bibliografia, i vitigni francesi arrivarono in Italia, in Toscana, in Friuli, e così via. E nel 1868, l’affermazione di Guyot “il genio del vino è nel vitigno”, e quindi non nel terroir, segna una rivoluzione e capovolge l’impostazione culturale e produttiva della viticoltura europea centrandola sulla varietà" (Attilio Scienza sull'importanza della VARIETÀ e il ruolo dei vitigni internazionali) PS Vinogodi mi fa piacere che ogni tanto degusti alla cieca: "... fra i primi 5 c’erano sempre anche italiani ( alla cieca totale)" __

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...solo per accondiscendere te e Sisto , mica per altro ( risatina...)

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Omikelet "...tuttavia rimango dell’idea che in un territorio molto vocato e con una grande tradizione di un autoctono una varietà straniera salvo eccezioni sia un po’ “gratuita”. Che ne pensate? Ho detto una bestemmia?" Io bevo Nero di Troia ma in Puglia il vitigno Syrah è in diverse denominazioni. Daunia IGT Murgia IGT Puglia IGT Salento IGT Tarantino IGT Valle d'Itria IGT. __ Dopo le parole di Attilio Scienza e quelle di Omikelet vorrei dire qualcosa sul concetto di TRADIZIONE che, secondo me, ha subito delle grandi trasformazioni. Faccio l'esempio della pizza napoletana che conosco bene ma può essere esteso anche al mondo del vino. La tradizione, ad esempio, nel mondo della pizza napoletana (che è uno dei simboli della tradizione, con il riconoscimento UNESCO e il più conosciuto nel mondo) è stata, negli ultimi 10 anni stravolta. E molte delle migliori pizzerie italiane sono fuori Napoli e sono gestite da non napoletani. Ma anche la pizza, come impasto, e come tecniche di impastamento, è profondamente cambiata(a canotto, casertana, con prefermenti ecc ...) e... la Verace Tradizionale Pizza Napoletana ....rischia di essere declassata. Secondo me, l'epoca contemporanea è caratterizzata da continui cambiamenti che sono diventati...veloci. Dal Web alla Società, dalla Gastronomia al mondo del vino. Per cui la Tradizione è continuamente Tradita.

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

La tradizione nel mondo del vino è fondamentale, anche perché è elemento imprescindibile del mitico terroir che tanto ci piace. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate e il mondo del vino ha preso a seguire di più il mondo della cucina, dove il consumatore vuole essere “stupito” con piatti innovativi e abbinamento estrosi. Mi pare che comunque nel mondo enoico spesso il consumatore non cerchi effettivamente vere innovazioni , ma piuttosto tradizioni enologiche di nicchia o applicazioni moderne di metodiche storiche, che quindi a modo loro sono sempre tradizioni.

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Littlewood

circa 2 anni fa - Link

Cortona e Rodano nn sono confrontabili e queste son parole di Stefano non mie! Nessuno e tanto meno lui a mai pensato di essere all' altezza dei vini della costa, mai! Ad es come prezzi all' origine Stefano ha sempre detto di non poter vendere i suoi vini ad un prezzo più alto del suo maestro Gonon altrimenti questo sarebbe na' bestemmia! Certo a Cortona si e' creata un' enclave di produttori di syrah piuttosto interessante dove Stefano con il suo entusiasmo e la sua passione a saputo trascinare la denominazione. Solo che lui ne' da' l' interpretazione più rodanesca di tutti esente dai danni Chioccioleschi fatti con l' uso smodato delle barrique. Il syrah cortonese e' meno strutturato di quello di cornas o della cote rotie per cui mal sopporta l' uso del legno piccolo. Per cui come il pn sono lo stesso vitigno ma son cose semplicemente diverse...

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Ma che noia confrontare a minchia però. A Cortona qualcosa di buono esce, nel Rodano ben più di qualcosa, cronistorie molto diverse ma serve a qualcosa chiedersi dove si colloca Civettaa (uno) in mezzo alla Borgogna (molti/tutti)? No. Ci sono centinaia di vini mondiali e anche gran ciofeghe che le prendono da Civettaja, e quindi?

Ah, Thierry Allemand ha piantato viti di pecorino, lo sapevate? Chi glielo spiega che il Piceno/Abruzzo e il Rodano non sono confrontabili?

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Littlewood

circa 2 anni fa - Link

Certo che lo sapevo le ha portate Stefano dalla sua vigna di arquata dove nasce il noe'! E nn solo Thierry ma pure Gonon e anche altri....

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