I wine blog

di Alessandro Morichetti

Il meccanismo è questo: qualcuno in rete, senza nessun credito particolare o forza statistica, scrive una cosa polemica. Tipo mio cugino scrive sul suo blog enoico:

“Il Sorì Tildin 2005 di Gaja è legnosetto e scuro, come ci fosse più del 5% di barbera dichiarato.”

Allora passa sul blog un compagno di basket di mio cugino e mette sulla sua bacheca di Facebook quel post, con un clic. Sulla sua bacheca lo vedono i suoi sei colleghi d’ufficio, tre di loro lo condividono, e uno ci aggiunge un “L’ho detto sempre io che Gaja è un furbacchione”. La frase gira un altro po’, diventa più sintetica, fino a che la fidanzata di un ex compagno di scuola del tabaccaio di un collega di quello che gioca a basket con mio cugino non la incolla su un tweet di Twitter, e ci attacca lo hashtag #NoBarberaNoBerlusconi. Non sto a tracciarvi tutti i curriculum, ma il messaggio ottiene qualche altro retweet, poi si passa ad altro, ma a un certo punto finisce sotto gli occhi di un cronista del Corriere della Sera appassionato di Twitter, a cui si accende la spia popolo-del-web!

Così il quotidiano mette in homepage sul suo sito un articolo intitolato “Sorì Tildin di Gaja troppo scuro, il web non ci sta”. Dopo qualche minuto altri siti di quotidiani se ne accorgono,  danno un’occhiata in giro e fanno dei loro articoli (“Il web insorge contro i vini di Angelo Gaja”, “Sui blog è Barberagate contro Gaja”). In una redazione, per colmare il ritardo, pensano di chiamare l’ufficio stampa di Angelo Gaja che li informa che l’enologo Rivella è in vacanza alle Maldive e che mai userebbe più del 5% di barbera nel Sorì Tildin, allegando le analisi di un noto laboratorio in Alba. Così l’articolo esce su quel sito col titolo “È giallo sul Sorì Tildin di Gaja”, e una gallery sulle etichette Gaja dai tempi del Giovanni padre di Angelo padre di Giovanni padre dell’attuale Angelo padre del giovane Giovanni, fratello di Gaia e Rossana.

La mattina dopo, analoghi articoli sono sui quotidiani di carta (“Gaja sotto accusa sul web”, “Corre su Twitter la furbizia di Gaja”) e la cosa va avanti altre ore, fino a che non si starebbe per spegnere, ma arriva una lettera dell’enologo di Gaja che dice che i suoi amici lo sfottono perché non saprebbe più neanche fare il vino. Addirittura, gli sarebbe arrivato un sms dal fratello Teobaldo (viticoltore, ndr): “Se vuoi, la prossima volta ti giro un cisternino del mio Montestefano così hai meno legno, più tannino domestico e meno colore”. E ha già perso una consulenza per il vino del genero.

Così la mattina dopo esce sui giornali una nuova puntata, tutti in difesa dell’onore dell’enologo, con questo titolo:

Io, enologo di Gaja, rovinato dai blog.

Post liberamente ispirato all’illuminante “I blog” scritto da Luca Sofri su Wittgenstein. Angelo Gaja è Dio e il suo ormai pluri-40ennale enologo Guido Rivella – che vinifica le uve dei 100 ha vitati aziendali – è l’esatta antitesi del flying winemaker. Il fratello di Guido, Teobaldo Rivella, conduce insieme a sua moglie Maria Musso l’azienda Serafino Rivella a Barbaresco e lavora solo 2 ettari del prestigioso cru Montestefano, vitati a nebbiolo e dolcetto. Quella che dal piccolo Teobaldo, passando per il fratello Guido, arriva al “re” Angelo è una delle storie più belle di Barbaresco. Tra il Montestefano 2004 di Teobaldo Rivella bevuto 4 giorni fa e il Sorì Tildin 2005 di ieri io non ho dubbi – neanche il mio commercialista (in enoteca, 30 euro il primo e mezzo rene il secondo) – ma è la somma, più che la differenza, a rendere speciale questo spicchio di Langhe. Angelo Gaja legge Intravino tutti i giorni per tenersi in forma.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

49 Commenti

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

complimenti Alessandro. hai veramente centrato il tema del "rumore" sul web, e facendo pure ridere.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

il tema l'ha centrato Sofri, Morichetti è il primo ad aver abusato di control c, control p... avrebbe dovuto scrivere "scritto da Sofri e leggermente adattato per intrattenere i lettori di Intravino" Scusa ma i complimenti come arguto, divertente ecc se li merita l'autore, non chi copia bellamente... non basta un link! Di questo passo sarebbe divertente se domani Ziliani intitolasse su vino al vino "Intravino copia Sofri per aumentare i lettori, ed è polemica!"

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Sono stato il primo a complimentarmi con l'autore e il post lo testimonia. Avessi solo copiato bellamente come dici, probabilmente l'autore si sarebbe imbufalito, querelandomi e mandandomi sul lastrico. E, invece, cosa fa il Luca Sofri di Wittgenstein, uno che di internet e blog qualcosina capisce? PS: hai espresso ampiamente il concetto in più interventi e mi hai dato l'occasione per precisare gli intenti. Ora sono certo che sarai comprensivo nel non monopolizzare i commenti, grazie.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Hai ragione ne ho fatti un po' troppi sullo stesso tema, di questo mi scuso. Il tema rimane di interesse e scottante attualità. Personalmente credo che Luca Sofri non si sia imbufalito perché è un signore, e continuo a pensare che con il modo in cui hai mantenuto molti riferimenti, avresti rischiato con una persona meno comprensiva e più "inca.. osa"... Poi sei tu l'esperto di blog per carità (e lo dico senza ironia, io sono arrivato qui per caso e solo per la passione che mi lega al mondo del vino).

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Siam capitati tutti qui per una passione sfrenata, fidati. Ma ragioniamoci un attimo: copio il 90% di un testo cambiandone delle parti sostanziali che lo adattano ad un mondo ignoto all'autore originale. Lo cito e metto il link. Dico che il suo lavoro è stato magnifico. Adesso, razionalmente, la persona più incazzosa del mondo cosa avrebbe potuto fare? Al massimo, citare Gaja per danni ;-).

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Rolando

circa 12 anni fa - Link

Questo dimostra che i giornalisti della carta stampata non sanno usare la rete, ma benissimo il ctrl-C e ctrl-V e l'immaginazione. Bello, il modo con cui è raccontata

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guly

circa 12 anni fa - Link

avessi visto prima questo commento avrei risposto qui col link di cui sotto..nel secolo XXI il giornalismo non esiste piu'. con buona pace di chi ci campa.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

HAi solo dimenticato un editoriale che riprende la notizia attaccando più o meno così: "Mi dicono perchè io non frequento..."

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Rolando

circa 12 anni fa - Link

ahahahahaha

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Olimarox

circa 12 anni fa - Link

Senti, va bene tutto. Ma "Liberamente ispirato" non rende l'idea. Hai preso lo scritto di Sofri, correttamente linkato, e gli hai cambiato giusto alcuni termini. Diciamo "esplicitamente copiato da". Non c'è nulla di male (oppure si? Basta ammetterlo, per supplire all'ispirazione con il copincolla e non fare la fine di Luttazzi o Crozza? Non so). In ogni caso il post, sia l'originale sia la sua copia intravinesca, colgono un buco nero di non poca rilevanza nel mondo della comunicazione intermedia.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

quoto al 200% un po' di sforzo in più di "ispirazione" anziche copiatura non avrebbe guastato. Resta il fatto che il tema è amaro ed attuale...

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Daniele

circa 12 anni fa - Link

Molto interessante, pensiero che faccio da tempo anche io sul riverbero di NON NOTIZIE. Se mai ci fosse, il problema sta nel tentativo giornalistico di dare una notizia per forza usando nomi noti e quindi il problema è generato qui "Il web insorge contro i vini di Angelo Gaja”. La potenza del web inarrestabile sta però nella simultanea possibilità che qualcun'altro twitti/chatti/posti sull'assoluta fedeltà alla tradizione di Gaja testimoniata da un filmato impeccabile su una visita in cantina da Gaja (se mai può entrare)... Il problema è che fa molto più notizia un polemica che un complimento

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Proprio su Gaja la mia esperienza è esattamente opposta: è difficile poter pubblicare qualcosa di negativo. Anche se ironicamente e bonariamente espresso. Nessuno te lo pubblica. Ed Alessandro lo sa.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

Grazie alla generosità di amici clienti e a qualche dissanguamento personale i cru di Gaja li "frequento" almeno un paio di volte l'anno visto che un cru a turno rientra nel mio budget che autodefinisco "spese enologiche da fare senza pensarci sennò mi metto a piangere e desisto". Non so se sia difficile pubblicare recense vagamente negative, so che l'enosnob considera Le Roi il passato enologico (talvolte anche il nemico da abbattere), ma con il più grande candore del mondo devo ammettere che sono vini in grado di emozionarmi

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Io onestamente un vino di Gaja davvero negativo lo devo ancora trovare.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Ho recentemente degustato il Barbaresco 2007 di Gaja. Mi ha lasciato perplesso. Rosso cupo, stucchevole, caramelloso, concentrato, quasi pastoso in bocca. Se lo avessi assaggiato ad occhi chiusi avrei potuto non indovinare che si trattava di un Barbaresco (e qualcuno l’ho bevuto). Stessa impressione per lo Sperss 1999. Seppur meno caramelloso (più “Nebbiolo”) risultava pastoso e stucchevole al palato. Che i vini di Gaja si vendano, specialmente all'estero, è una certezza. Sulla loro "tipicità" avrei mano certezze. Capisco che al sistema economico-commerciale produttore-distributore-enotecaro interessino i soldi, quindi se un vino vende va bene. A me, che non lo faccio per lavoro, dei soldi mi interessa poco (tranne di quelli che spendo negli acquisti divini, ahimé). Interessa soltanto che un vino mi piaccia. Poi se gli americani lo comprano o no sono cavoli loro. D'altro canto sono proprio di Angelo Gaja queste parole: “Il Cabernet Sauvignon sta a John Wayne come il Nebbiolo a Marcello Mastroianni. Il Cabernet ha una personalità forte, aperta, facile da capire e dominante. Se il Cabernet fosse un uomo farebbe ogni notte il proprio dovere nella camera da letto, ma sempre nello stesso modo. Il Nebbiolo, invece, è come un uomo ombroso, silenzioso nel proprio angolo, più difficile da comprendere ma infinitamente più complesso. Quando però lo scopri del tutto, sai che soddisfazioni!” L’impressione è che Gaja, con un abile gioco di prestigio, abbia voluto trasformare Marcello Mastroianni in John Wayne, al fine di renderlo più appetibile ai palati americani abituati alla stucchevole dolcezza dei “Juice”, i succhi di frutta, e della “Cola”. Personalmente, continuo a preferire Mastroianni.

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

posso risponderti solo così: ogni produttore di alta fascia ha una grande gamma di vini e, proprio perchè faccio il mio mestiere, sono costretto a prendere delle decisioni su cosa inserire e cosa no. Personalmente, al netto dell'interessantissima distribuzione, mi oriento seguendo una semplicr equazione: Gaja = SORI' TILDIN, COSTA RUSSI, SORI' SAN LORENZO, BARBARESCO, ALTENI DI BRASSICA, GAIA & REY (punto) per quanto riguarda il 2007 gli darei un po' di tempo prima di decretare un giudizio così netto... anche il 2003 sembrava... poi...

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Proprio per la tua competenza, non credi che siano vini non proprio "territoriali"? Mi sai indicare altri barolo o barbaresco, a tuo giudizio e secondo il tuo gusto, più tipici e rispettosi del territorio e del vitigno (nonché buoni ovviamente)? Tu stesso mi hai detto che vendi molto Giacosa...

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

certamente son vini più "limati" in cui non trovi mai un cenno di volatile o di rusticità. E'tutto giocato sull'equilibrio che in annate buone viene raggiunto fin da subito, in altre arriva con il tempo (oppure io ho avuto sempre una botta di cu.o...). tornando a bomba, alla tua richiesta di territorialità rispondo con un dubbio amletico supportato da due presupposti. 1- anche la patria d'elezione del terroir, la borgogna, è espressione di pluralità stilistiche determinate in parte dalla differenza del terroir, in parte dalla differenza di interpretazione stilistica: se compari due lieux-dits (che personalmente gradisco parecchio) "les Pucelles" e "les Folatières" (entrambi P. Montrachet 1er Cru) di Vincent Girardin, Henri Boillot e Domaine Leflaive avvertirai una nitida differenza stilistica tra loro (Magari se li lasci invecchiare è anche meglio... faccina). Qual'è più vino di territorio?Chi tra loro interpreta meglio il senso della famosa espressione di Madame Leroy che prendendo un pugno di terra in mano sosteneva "là c'est la vérité"? 2- in borgogna hanno impiegato circa un millennio per convivere armoniosamente senza diffidenze reciproche rispettando le diversità e definendole, anche geograficamente in maniera scrupolosa. A Barolo ancora non è neanche iniziata una classificazione dei terreni ufficiale e prima delle piantine del masnaghetti chi andava a discettare sulle differenze tra monforte, serralunga, castiglione, la morra, Barolo,

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

per tacer di Novello, Verduno e Grinzane Cavour? Con persone che ignorano che di "Rocche" e "Bric" e "bricco" non ne esiste solo uno e che non conoscono la differenza all'interno dello stesso monforte d'alba tra un Bussia e un Le Coste? alla luce di tutto questo non credi sia troppo presto per affidare la patente di territorialità a questo o a quel produttore? forse ci starebbe meglio il concetto di tradizione... ma in tal caso siamo messi male perchè Gaja esiste da un secolo e mezzo..... molto più di tanti sedicenti tradizionali

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carolina

circa 12 anni fa - Link

ecco moricchia, così mi piaci :D

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Laura

circa 12 anni fa - Link

Serio e spassoso allo stesso tempo. L'ho letto con attenzione "seria" e col sorriso sulle labbra. Equilibrio, qui l'hai trovato. E non ti capita sempre... Ben scritto :)

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

manca: bravo Sofri

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Quando uno scrive "Post liberamente ispirato all’illuminante “I blog” scritto da Luca Sofri su Wittgenstein", direi che non manca nulla :-P.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Scusa Alessandro non ho niente contro di te, anzi ho appena letto con molto interesse e invidia altri tuoi interventi, invidia non solo per quel che assaggi, che sicuramente ti sudi con il tuo lavoro, ma invidia per come sai rendere e comunicare ciò che vivi. In questo specifico articolo non ritengo sufficiente il "liberamente ispirato", cosa che normalmente si riferisce ad un film o ad una piece teatrale quando si "ispira" appunto ad un libro o ad un canovaccio. Trovo il tuo post divertente? Arguto? Certo, ma anche molto furbescamente copiato, tutto qui.

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Davide Catino

circa 12 anni fa - Link

Non ho capito il senso dell'articolo. Non vi piace il Sorì Tildin? Non vi piace Gaja? Davvero, non capisco.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

No, non piace il danno che può creare il web se la superficialità del blogger e dei twitters prevale sulla critica ragionata e sulla coerenza del citare dati e fonti. Angelo Gaja è stato preso simpaticamente ed amichevolmente come esempio di possibile vittima, sapendo che sarebbe stato al gioco, e con un sorriso. Chi ha voluto criticare qualche vino di Gaja lo ha fatto, anche in questi commenti, ma con competenza e limitandosi alle proprie impressioni su specifici cru ed annate, non certo per pertito preso contro un nome.

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Daniele Di Blasio

circa 12 anni fa - Link

Qua a Sao Paulo in Brasile si sta diffondendo un sito che si chiama 'wine tag'..

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Pietro

circa 12 anni fa - Link

Molto divertente e preoccupante allo stesso tempo. Condivido però in pieno l'osservazione di Marossi, dà un po' fastidio, una volta seguito il link, vedere che l'originale di Sofri è identico! Almeno un po' d'impegno nel riscrivere i passaggi...

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Abdul Ciabath

circa 12 anni fa - Link

Gaja da una parte fa rossi costosissimi molto buoni, e ci mancherebbe pure che fossero cattivi a botte di 150 euri a bottiglia. Pero' dall'altra fa molti vini di qualita' come dire.. mediocre? cosi' cosi'? ... la guida dell'espresso non ha timori reverenziali del grande nome e lo dice chiaro

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Elena

circa 12 anni fa - Link

Chissà che risate si sara' fatto lo stesso Gaja che negli anni di certo ne ha viste e sentite di ogni... E comunque chapeau ad Ale Morichetti il grande indagatore di Intravino!

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Gianpaolo Giacobbo

circa 12 anni fa - Link

Bravo Ale! Il punto è che la critica enogastronomica è in mano alla rete oggi dove non c'è nessun controllo. Succede che tuo cugino si apre il blog più per autoincensarsi che per fare critica e il risultato è questo. A rimetterci comunque più che l'enologo sarà il consumatore che faticherà sempre più a trovare informazioni credibili. Comunque ci sono molti blog e siti validi per fortuna non sono tutti tuoi cugini :-)

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ag

circa 12 anni fa - Link

Credo che questo sia il vero punto focale: l'attendibilità. Sulla rete, essendo ogni fonte attendibile per definizione, non ce n'è.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Eh, mi scusi, dove avrebbe letto che "ogni fonte è attendibile per definizione"? Le suggerisco una risposta: da nessuna parte. Rilancio: è una emerita minchiata. E' attendibile chi ha una storia. E' attendibile chi dice qualcosa e lo dimostra. E' attendibile chi, pur anonimamente, sa fare un ragionamento e persuadere il lettore. Concludo: NESSUNA fonte è attendibile per definizione.

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ag

circa 12 anni fa - Link

Esatto. Quindi inattendibile, se non supportata da, appunto, "una storia" o da prove che confermino le teorie espresse. Sono meno d'accordo sull'attendibilità di "chi, pur anonimamente, sa fare un ragionamento e persuadere il lettore."

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guly

circa 12 anni fa - Link

non si commenta, se non linkando: http://www.wittgenstein.it/2012/02/09/i-blog/

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Luca Sofri, autore del post di riferimento - da cui ho abbondamente attinto - ha letto questo pezzo e lo ha retwittato circa 20 ore fa. Non si commenta, se non leggendo i post fino in fondo, dove quel link è sin dall'inizio.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Mmmhhh, a me non e' che questo post sia piaciuto poi tanto. E' arguto, oh si'. E' attuale, ma certamente. E'foriero di interventi acclamatori o/e leggermente polemici. E' scritto bene, dal Moricchia non possiamo aspettarci che un bello stile giovane e dinamico. e allora che c'e' che non va? sara' forse che l'effetto valanga di certe affermazioni superficiali non sia proprio una novita'? Oppure che alla fine ci si ricorda solo del vino del Sor Gaja e il resto scorre come acqua fresca? I wineblog sono grandi vasche in cui galleggia di tutto, ma questo si sa, ogni due su tre lo troviamo proprio scritto in queste sedi, come la maggior parte dei "blogghisti" siano superficiali sfruttatori della rete, imbonitori senza conoscenza e professionalita'. Ad onore del Moricchia, il suo pezzo mi e' piaciuto piu' dell'originale. Per forza, fra un Sori' Tildin e gli occhiali di Monti non c'e' storia.

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Il post di Sofri era incentrato su un certo modo della stampa mainstream di vivere la rete. Io ne ho spostato il baricentro nel nostro mondo, cambiando quei pochi riferimenti e nomi che lo hanno attualizzato in tutt'altro mondo. Gaja è stato un pretesto così sappiamo tutti di cosa si parla. Anche un pretesto per parlare di un vino che avrà preso almeno 128/100 sul Wine Spectator, a occhio ;-).

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Appunto, su Wine Spectator.

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Nico

circa 12 anni fa - Link

Premetto che il post mi ha fatto morire dalle risate. Beh alla fine il tutto ricalca la realtà, prima l'amplificazione/distorcimento la si aveva nel paesello o nel vicinato quando una notizia passava di bocca in bocca, oggi la notizia passa di blog in blog o di tweet in tweet. Quando uno al mare pescava un pesce di 20 cm, e lo raccontava all'amico, e questi al cugino, alla fine in paese il pesce era arrivato anche a mezzo metro. A proposito di pesci e persone, si sa: la gente mormora (perdonatemi, la battuta dovevo farla!)! Con internet cambia solo la velocità, il bacino di utenza. Basta solo valutare bene la fonte e il contenuto, e magari ogni tanto fare qualche ricerca in più e documentarsi ... piuttosto che abusare del CTRL-C indiscriminatamente.

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Gianluca Zucco

circa 12 anni fa - Link

Complimenti davvero Alessandro! Adesso vado a leggermi Sofri e a farmi, spero, altre quattro risate sulla pericolosità e superficialità della cultura web.

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Giovanni Solaroli

circa 12 anni fa - Link

Mi sa che è un po come entrare al bar del cacciatore il lunedi mattina, dopo la domenica di apertura della caccia. ognuno spara le sue, ed è giusto e sacrosanto, ma la credibilità delle proprie affermazioni(specificio: non delle proprie opinioni)non è tanto più autorevole quanto più grande è il botto o quante più cartucce spari, bensi quante persone la renderanno tale. E non è che ci siano poi tanti altri modi per misurarla.

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Massimo D'Alma

circa 12 anni fa - Link

Bello davvero il post. Bravo Morichè, da tempo non leggevo qualcosa di così piacevole.E poi è vero, è molto meglio dell'originale ;)

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Adriano Aiello

circa 12 anni fa - Link

E' proprio ill credito il centro e la questione fondamentale delle peggiori derive del web. Come lo attribuisci? Se la fonte poi è sempre e solo google (e i suoi primi 5 risultati), la rinuncia a una qualsiasi idea di autorità interpretativa del sapere è definitiva. Nel mio campo (il cinema) si è sfondata ogni barriera da troppo tempo. Il risultato è un calderone spontaneista che di fatto mortifica l'oggetto in analisi.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

In medicina esistono portali di ricerca dedicati. Storicamente i risultati di google in ambito scientifico sono considerati meno di zero, poiché troppo soggetti a distorsioni (bias), interpretazioni personalistiche, e, ovviamente, pubblicità più o meno occulta. Il motore di ricerca più utilizzato in ambito medico, per esempio, è PubMed (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed) che indicizza solo pubblicazioni scientifiche con Impact Factor noto. Si può usare lo stesso metodo per ogni ambito: portali dedicati agli specialisti del settore e poi google per un pubblico generalista. Il problema invece è che sia blog che pubblicazioni specialistiche enogastronomiche approfittano della loro visibilità per veicolare pubblicità. A nessuno di loro interesserebbe pubblicare solo su un portale dedicato agli operatori del settore, escludendo il pubblico generalista.

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ludovica

circa 12 anni fa - Link

bello. bravo morichetti e bravo anche sofri. si fa così

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gaiaAlem

circa 12 anni fa - Link

Ho letto ora il link che mi hai dato su twitter...e ho capito che sei tu l'artefice dell'articolo! complimenti!

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JuegodeBarbie

circa 12 anni fa - Link

I wish I knеw tips on how to gіve many thanks реrsοnally if I сould phonе yοu I ωould, уou hеlped changе my gamіng exіѕtence. I nοω dont' think I am going to invest the same amount of doing what I used to do, I might be a little more fashion aware or perhaps talk with more girls but nonetheless figure out how to balance life a bit.

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