“I migliori vini sotto i dieci euro” reloaded

“I migliori vini sotto i dieci euro” reloaded

di Redazione

Rendere felici i nostri lettori è l’imperativo che ci siamo sempre dati, e così quando ci hanno chiesto quali siano i migliori vini sotto i dieci euro, la nostra redazione si è riunita per dare una pronta risposta a questa domanda. Qui sotto c’è il Santo Graal alla portata di tutte le tasche: bevete pure smodatamente, non c’è il rischio di rovinarvi economicamente.

Cavicchioli o Cantine Riunite non importa, ma il tetto di 10 euro mi sembrava troppo alto e così son stato sotto i 5. Con 10 euro conto di poterci far rientrare una cena con cotechino, mostarda di frutta, purè di patate e lambrusco. Una roba che chiude ogni discorso sull’annosa questione del dove si gode di più spendendo meno? In Emilia. Punto.

Consiglio infine il 43 delle Tenute Silvio Nardi. Silvio Nardi è un’azienda di Montalcino che fa questo rosso con uve (Sangiovese, Merlot e Petit Verdot) da vigne vicine al territorio di Montalcino. Ora non c’è più, ma per tanti anni, all’ingresso del paese di Gallina, che trovate sulla Cassia se fate qualche chilometro dopo Bagno Vignoni in direzione sud, c’era questo cartello giallo che indicava che il paese di Gallina si trova esattamente sul 43° parallelo. Era straniante l’effetto che dava la piccolezza, ad un primo sguardo insignificante di Gallina, messa accanto a quell’informazione di dimensione globale. Il vino 43 prende il nome proprio dal 43° parallelo dove si trovano le vigne. Non so se è anche un omaggio a quel cartello che stava all’ingresso di Gallina, ma nel mio cuore lo è. (Tommaso Ciuffoletti)

Melissa rosso doc Librandi Asylia (gaglioppo in acciaio inox 18-10).
Preso per amici a cui non frega una sega di vino… ma c’è il rubino con spunto granata, ci trovi le fragoline, spezie e un pizzico di amarena, la struttura latita un po’ ma questo gli permette una discreta beva, tra spunti di tannino e bevibilitá lo appoggi bene su carne e polpette al sugo. Senza infamia e senza lode ma con €7 non si può avere di più. (Simone di Vito)

A seconda degli umori di giornata se voglio unire diletto nella bevuta, austerity e insofferenza a scale aromatiche, descrittori e menate varie lo sguardo vola oltre la piana dell’Adige e arriva in Valle Isarco per il Sylvaner della cantina omonima. Alpino fin nel midollo, è un vino apripista buono per tutte le stagioni. Oltremodo un po’ di sciovinismo ci vuole e quindi rimango in Emilia e pesco il Campedello del piacentino Croci, uvaggio di secolare tradizione (Malvasia di Candia, ortrugo, trebbiano, marsanne e sauvignon) che nelle Olimpiadi dei frizzanti ha lo scatto del centrometrista e la tenuta di un maratoneta. Da podio ovviamente. (Massimiliano Ferrari)

Aurora Falerio,Un vino che ho pagato 8,00 € scarsi.
Artigianale, uvaggio tipico marchigiano, dalla beva corroborante, scorrevole e golosa. Il naso è tutto improntato sulla freschezza di fiori e frutti carnosi appena colti, agrumi verdi ed erbe, senza opulenza né ridondanza. Il sorso fa pensare a una brevissima macerazione sulle bucce, saporito e invitante, facile ma non banale, con una bella scia fresca e sapida.
Da farne scorta. (Lisa Foletti)

Südtirol DOC Edelvernatsch Pfeffersburger 2019 Nals Margreid (schiava).
Ma che bel rubino. A Ray Charles che da Albany cantava “Ruby you’re like a song” risponde Pfeffersburg da Nalles e canta beato, beverino, fruttato e pepato. Canta marasche e mandorle, croccante e fresco, tonificante, dal finale che riprende l’idea del frutto in una variazione più dolce. PS in tedesco un vino così si dice süffig. In dialetto altoatesino chissà. (Emanuele Giannone)

Domaine Thierry Navarre Ribeyrenc (Languedoc) 2017.
Premetto che sforo di due euro e novanta, ma si sa che sono tra gli spendaccioni del gruppo.
Ribeyrenc è un’uva antica della linguadoca, un tempo comprendeva un terzo dei vigneti di tutta la regione, oggi sono solo tre i produttori a coltivarla, Thierry Navarre è uno di questi.
Prodotto da uve non diraspate, fermentazione in cemento, lieviti indigeni, pochi solfiti aggiunti. Il risultato è una bevanda dalla leggerissima gradazione alcolica (11 gradi), tisana ai fruttini rossi e spolverata di pepe nero. È fragrante, snello, delicato in bocca, e mentre pensi “che bella scoperta”… la bottiglia è già vuota. (Vincenzo Le Voci)

Nasciolo Annesanti 9.90€
Una barbera 100% vinificata in rosa e prodotta in Valnerina. Praticamente un inno alla libertà e alla gioia di sperimentare e produrre vino senza limitazioni e sovrastrutture. Un vino audace, affilato e senza fronzoli. Una lama in bocca fresca e tagliente. Gastronomicissimo! (Jacopo Manni)

Tenuta Tenaglia, Grignolino del Monferrato Casalese. Grignolino 100% affinato in acciaio.
Fresco, sapido, di giusto tannino. Goloso ma con quel pizzico di austerità piemontese. Si esalta con una fetta di salame e d’estate con un secchiello del ghiaccio. (Denis Mazzucato)

Bianco di Gino, fattoria San Lorenzo.
Il verdicchio entry level di Natalino Crognaletti è al momento l’unico vino di cui potrei aver voglia quasi ogni giorno. Dalle vigne più giovani, sei mesi in cemento sui lieviti e via in bottiglia. La semplicità è non affatto una cosa semplice. Grande scansione di profumi, bocca da comfort food, agile ma anche avvolgente. Coccola low cost. (Giorgio Michieletto)

Sartiu 2019, Sedilesu.
10 euro tondi tondi di frutta carnosa, tannini calibrati e spezie stuzzicanti. Cannonau in purezza, frutto delle vigne più giovani coltivate a circa 600 metri nella zona di Mamoiada. È il vino più schietto della cantina, tuttavia mostra un profilo dinamico, quasi contrastato, sospeso tra le note succulente della mora e quelle più rarefatte della macchia mediterranea. (Graziano Nani)

Il Custoza della Cavalchina.
Se vinello dev’essere, quando termina l’estate con i primi freschi serali, e sta scemando la voglia dei gassosini rifermentati emiliani che ci salvano dall’afa padana, che sia vino del Garda.
Eppoi vinello il Custoza non è: l’ha inventato proprio Giulietto Piona, e gli altri drio, da sessant’anni. Datemi un luccio in salsa e vi solleverò… la tavola. (Thomas Pennazzi)

Gioco in casa col Chianti Rufina Selvapiana 2019, a scaffale a 9,80.
Il sangiovese fresco di queste parti sta alla 2019 di Selvapiana come il sugo sui tortelli mugellani. Rubino quasi trasparente, frutti rossi a piovere e una beva pazzesca a dispetto d’ogni tannino rufinese irrequieto. Acquisto minimo raccomandato un pallet. (Sabrina Somigli)

Veritas Torrevento, Bombino nero Castel del Monte docg 2020
Ecco una denominazione che sta facendo onore alla docg assegnata qualche anno fa. Questo rosato è freddo come una notte sulle Murge e secco come il calcare dell’altopiano. Va dritto al cuore (e nel piatto) senza ruffianate e dolcezze da salasso novembrino. Compratene due bottiglie, la prima svanirà mentre ripetete “ma quant’è buono questo vino?”.  (Antonio Tomacelli)

Stropel Bianc di Ferretti
Bianco rifermentato in bottiglia, con il fondo e addirittura naturale (ma non lo dite a Morichetti). Vino semplice da uve di Malvasia (di Candia e Bianca) per l’aromaticità, Trebbiano per una sterzata rustica e un po’ di Pignoletto perché siamo in Emilia e si sente.
Perfetto da solo come aperitivo, fresco o anche di più. Da provare sulla pizza bianca con la mortadella di Bologna.
Uno di quei vini che finisce sempre troppo presto.
Prosit. (Andrea Troiani)

Ambrogio, la mia è proprio sete! E ho voglia di qualcosa di buono. Tipo un pinot nero dal fruttino piccolo e puntuto, facile ma non banale, godurioso ma non scollacciato, di buona compagnia, rinfrancante e rinfrescante. Non t’affannare, Ambrò, mi fai contenta e soddisfatta senza cambiare le lire coi franchi.
Nina- Cantina Martilde – Provincia di Pavia Pinot Nero IGT, compagno di tanti lockdown. (Samantha Vitaletti)

Le Masse di Lamole Chianti Classico, 7.49 € alla coop. Genuino, ben fatto, per bere bene senza avere troppe pretese. Viaggia lungo quella piacevole linea sottile che sta tra “me ne apro un’altra” e “cavolo perché non ne ho preso un cartone”. Naso di viole e arancia sanguinella, in bocca tannino levigato e acidità spiccata. (Clizia Zuin)

19 Commenti

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Ciro bianco e Cirò rosato Scala. Ardy e Sinespina Cascina Melognis.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 3 anni fa - Link

Il Cirò bianco di Scala è un must assoluto!

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Va benissimo, sforzo lodevole, bravi. Ovviamente, ne mancano un sacco ma non è questo il discorso. Invece, va ricordato, come ampiamente noto agli esimi redattori/recensori, che la gran fetta di vino (sia a DO che generico) comprato dagli italiani è ben sotto i prezzi di cui sopra (c'è anche lo sfuso-anche a DO- che ha ragguardavole mercato). In pratica, e sarebbe sforzo ancora più lodevole, si potebbe un giorno mettere 5 € come tetto. Giusto per completezza d'informazione.

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Littlewood

circa 3 anni fa - Link

Io voto l' Arpaia sangiovese da salasso dell' azienda le Chiuse a Montalcino...Lorenzo ha fatto un vino pericolosissimo! BT praticamente col buco sotto! 10€ di pura goduria!

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Matteo

circa 3 anni fa - Link

Chianti 'Biskero' Salcheto 6.90€

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Giuseppe

circa 3 anni fa - Link

Oliviero Toscani 'i toscani' sono 10 euro spesi benissimo.

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Andrea Carazzina

circa 3 anni fa - Link

Nildo A.A. Grazioli è un must. € 8,50 di gran godimento

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Sandrino

circa 3 anni fa - Link

Custoza superiore Villa Medici, 5€... in azienda.

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...da enosnob incallito e bevitore di etichette, non riesco ad appassionarmi dell' argomento, perché quotidianamente bevo vini con queste caratteristiche. Per dare un contributo , escludendo l' amato Lambrusco , dico l' Admira Bianco di Nicola Ferri, uno Chardonnay addirittura ai vertici della categoria italiana, a meno di 10 Euro o giù di li. Anche in degustazioni " cieche" , recentemente ha surclassato pompatissimi vini guidaioli che costano 4- 5 volte di più...

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Vinogodi "dico l’ Admira Bianco di Nicola Ferri, uno Chardonnay addirittura ai vertici della categoria italiana, a meno di 10 Euro o giù di li. Anche in degustazioni ” cieche” , recentemente ha surclassato pompatissimi vini guidaioli che costano 4- 5 volte di più" Sei grande. (Purtroppo non sempre :-) Riflettiamo su quello che ha detto Sisto.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Vero. Se poi confessa che beve anche Prosecco (qualsiasi delle 3 DO, scommetto taluni con il tappo chiuso con lo spago che non sanno di pera matura), allora lo perdoniamo ipso facto per bere "etichette"

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...sono onnivoro , per scienza e conoscenza. Non parlo di ciò che non conosco ...sì , penso di essere , per quest'ultimo aspetto , anomalo...

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BT

circa 3 anni fa - Link

marcow ma che sei, il prete? riflettiamo sull'omelia di fratel sisto...?

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Volevo dire che condivido il commento di Sisto. Poi, può non essere perfetta la modalità di espressione. Saluti BT.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Caro marcow, tieniti pronto che tra un po' ne scopriremo delle belle cioè come si intercetta il mitico terroir ma con i metodi veri, con la validazione del test con il calcolo degli indici di efficacia normati, e non con le "degustazioni" dei sapienti con etichetta bella in vista e con click sul file della pappardella a memoria. Io di sicuro il lambrusco o il nebbiolo o il nero d'avola o il grillo di un certo areale tra 30 né lo intercetto né mi interessa riuscirci perché io assaggio o bevo e non faccio il fenomeno da baraccone, poi vedremo i risultati. Poi, dopo, ci sarà quello sul gesso che ci sarebbe nel vino di taluni areali...(sempre quelli)

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Sancho P

circa 3 anni fa - Link

Sartiu di Sedilesu stupendo. Sotto i 7 euro, Il Baiocco di Antonelli San Marco. Sangiovese di Montefalco, che non finisce nella regione confinante, poi lo Spezieri di Col D'Orcia. Sui bianchi, tutti i vini di ALTURIS., che in questi giorni sto bevendo ahimè a secchiate.

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Sette euro non son pochi

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Motown

circa 3 anni fa - Link

Nebbiolo Bunbun Santamaria, cosa ne pensate?

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Gino Cirillo

circa 3 anni fa - Link

Il 70% delle persone si orienta verso vini che vanno dai 4 ai 6 euro. Questa classifica potrà anche essere interessante ma nulla più.

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