Ho assaggiato il Kurni 2015 e mi sono venuti tanti dubbi

Ho assaggiato il Kurni 2015 e mi sono venuti tanti dubbi

di Sara Boriosi

Al mondo esistono persone che non hanno mai visto per intero film come “La grande bellezza”, non hanno mai alloggiato in un resort all inclusive a Malindi, non hanno mai letto “La profezia di Celestino” negli anni Novanta della New Age, e non hanno mai bevuto il Kurni di Oasi degli Angeli.

Fino a ieri, anche io potevo vantare – non senza un pizzico di imbarazzo – il primato assoluto in queste specialità poco onorevoli. Poi sono stata ad Assisi ViniVeri, la manifestazione promossa dall’omonimo Consorzio e che ha reso felici noi nativi, umbratili umbri, da sempre abituati a svalicare l’Appennino per raggiungere località più vivaci e propositive circa l’offerta di eventi di simile portata.

Fino a ieri dunque, la mia conoscenza del Kurni si limitava alle letture fatte in rete, ai racconti di amici che vantavano verticali perse nel tempo, a foto postate nei social e corredate da esclamazioni di ammirazione e benevola invidia. Mi sono avvicinata al banco di assaggio carica di aspettative, sicura di trovare nel calice il nettare, l’ambrosia e l’amore assemblati in un unico vino capace di dare molto più di quanto il varietale possa esprimere in una bottiglia di Kurni 2015. Felice, tuffo il naso nel bicchiere profumatissimo e seducente, mi preparo al primo sorso mentre in sequenza elaboro rapidamente questi pensieri:

  • Buono!
  • Ehi, un momento: ma che roba è?
  • Aspe, ma con un residuo zuccherino simile, anche Hitler, Stalin e Mao sarebbero buoni.
  • Ma un vino simile, come potrei proporlo al cliente?
  • Domani devo pagare la bolletta dell’acqua, devo ricordarlo.
  • Adesso gli domando quanto lo mettono agli operatori di settore, vista la produzione limitatissima.

Incasso la risposta, io che non ho mai avuto la poker face strappo un genuino sorriso al produttore che gentilmente si è offerto di darmi informazioni sulla bottiglia, nonostante la calca. Sorriso il cui sottotesto recitava più o meno: per seimila bottiglie così, che ti aspetti? Che ci sia in omaggio un set di calici in cristallo di Boemia autopulenti? Ma dove vivi, sopra una colonna?

Bere il Kurni è un atto di fede, mi consola un amico che legge nei miei occhi quanto sono disorientata.
Cedendo all’assaggio ho perso il primato, prima o poi cederò alla lettura fuori tempo massimo della Profezia di Celestino, e mi odierò per questo, così quanto mi detesto per l’incapacità di capire un vino universalmente amato come il Kurni, e che ho trovato inesorabilmente poco contemporaneo, troppo impegnativo e di non facile godibilità.

Ma so che quasi sicuramente è un problema mio, e non è nemmeno il più piccolo. È tempo di abbassare le difese e cedere anche al finale de “La grande bellezza”.

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

47 Commenti

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Andrea

circa 6 anni fa - Link

Assaggiato più di una volta, stessa identica impressione.

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Nelle Nuvole

circa 6 anni fa - Link

Liberiamoci una volta per tutte dai sensi di colpa enoici! Liberiamici dall'ipocrisia di "non capire un vino" quando è semplicemente che non ci piace. NON CI PIACE e pace . A me per esempio non mi è piaciuto La Grande Bellezza - dopo un certo entusiasmo iniziale -, e La Profezia di Celestino mi ha fatto l'effetto dell'unghia strisciata sulla lavagna. Però il Kurni lo avvicinerei di più all'Ulisse di Joyce e al Tree of life di Malick.

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Francesco Annibali

circa 6 anni fa - Link

I gusti non si discutono e il diritto di critica è sacrosanto, mi limito però a dire che in vetro si comporta come un porto vintage, si asciuga

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Bernardo

circa 6 anni fa - Link

Come disse qualcuno, il Kurni è un Patrimonio dell'Umanità. Berlo appena uscito non gli dà ragione della Sua essenza. E' un vino che DEVE essere aspettato almeno 8-10 anni: oggi può essere godibile un 2004 o max un 2008. Adesso devo solo trovare il modo ed i soldi per allungare la mia cantina con questo 2015.

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Quel qualcuno sono io: "vino patrimonio dell' Umanità ".

. Ciao

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Bernardo

circa 6 anni fa - Link

Certo che lo sapevo, non volevo citarti... Ciao

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Nic Marsél

circa 6 anni fa - Link

I patrimoni dell'umanità sono di solito più accessibili :-)

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Mi piacerebbe capire cosa voglia significare: ".....inesorabilmente poco contemporaneo...."
Quali sono secondo l'autrice i vini giustamente contemporanei? E quali quelli troppo contemporanei. E quelli un pochino troppo o un pochino poco contemporanei?
.
È un parametro di giudizio sfuggente, tipo greto di torrente.
.
Ciao

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Rossano Ferrazzano

circa 6 anni fa - Link

Sono andato a controllare la data di pubblicazione dell'articolo. Più di una volta.

C'è scritto proprio "17/01/2018". 2018. Oggi insomma.

Lo abbiamo trovato, è lui. L'erede di Christopher Lambert. L'Highlander. L'immortale. Quello che... ne resterà solo uno.

Alla fine dei tempi, rimarrà solo un argomento di discussione per tutte le anime dei mortali passati a calcare la polvere del mondo.

Il Kurni e il suo residuo zuccherino.

Posso morire sereno, ora.

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Giacomo

circa 6 anni fa - Link

Concordo al 100% con Bernardo.....e paragonare Mao con gli altri 2 mi pare molto azzardato e contro la storia!!!!!

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Piero

circa 6 anni fa - Link

Grazie Giacomo per averla fatta tu questa precisazione storica. E visto che ci siamo anch'io vorrei capire cosa vuol dire "poco contemporaneo".

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Evidentemente l'Autrice di questo post non ha avuto tempo da dedicare ad elaborare una risposta. Strano, visto che trattasi di un contenitore dove la rapidità di risposta e l'interlocuzione fra utenti e autori dovrebbero essere giocate sulla rapidità. . Ciao

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Gabriele Succi

circa 6 anni fa - Link

Il vino, in vetro, perde gli zuccheri solo se rifermenta. E si sviluppa, di conseguenza, CO2 in bottiglia (come nel caso di kurni 98). Viceversa se è imbottigliato con del residuo, se non riparte la fermentazione, lo zucchero rimane. Del resto più di una persona ha fatto fare presso laboratori specializzati le analisi degli zuccheri tramite il metodo fehling di varie annate. I risultati andavano dai 20 ai 30 g/l. E la chimica è chimica... Delle balle non ne racconta. Tra l'altro, mi pare di ricordare che Morichetti pubblicó l'analisi effettuata dall'LCBO canadese dove (vado a memoria) era riportato 24 g/l su kurni 11.

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Nic Marsél

circa 6 anni fa - Link

Non lo produci tu, lo so, ma come mai non rifermenta, se non è filtrato (sempre che non faccia 15%)?

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Gabriele Succi

circa 6 anni fa - Link

Non so se lo filtri o no. Questo non lo posso dire. Anche perché, se non vedo non credo. I casi sono 2: A) se filtra a 0,45, trattiene i lieviti e discorso chiuso; B ) oltre i 15° alcolici (e kurni, da analisi su qualche annata, passa i 17) i lieviti presenti (e noi non sappiamo quali siano quelli che hanno condotto la fermentazione alcolica) a meno che Casolanetti non ci dica "ho usato il ceppo xyz", fanno molta fatica a ripartire con tutto quell'alcol. Inoltre, si tenga presente che ci sono certi ceppi di lieviti che oltre i 13° alcolici si bloccano in quanto non alcoligeni. Va da sé che un vino del genere, di conseguenza, abbia un notevole residuo.

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Francesco Annibali

circa 6 anni fa - Link

Massì, ovvio, la quantità di zucchero quella è e quella resta anche dopo 200 anni di vetro. Ma lo zucchero evolve organoletticamente, come i tannini, il colore, l'acidità. A volte si amalgama, a volte resta lì, a volte si isola, ecc.... Jamie Goode scrisse un pezzo (a dire il vero un piccolo trattato) sull'argomento in un vecchio numero di The World of Fine Wine. Motivo per cui un Sauternes molto maturo sta meglio con la cacciagione che con un pasticcino alla crema ad es.

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alexer3b

circa 6 anni fa - Link

Questa degli zuccheri è come il legno che si assorbe col tempo. Il legno non se ne va, sta lì. Un vino legnoso resta un vino legnoso che con il tempo evolverà verso altro che non sia vaniglia e yogurt ai lamponi ma che è semplicemente un altro modo di essere legno. E infatti il gallico poi te lo ritrovi tutto bello sano in bocca come il giorno dopo l'uscita in commercio. Idem i vini dolci evolvono verso altre sensazioni, soprattutto olfattivamente, ma difficilmente riescono a integrare lo zucchero gustativamente. Il tutto a meno di altri fenomeni che intervengono nell'affinamento (per esempio: molti pensano che i Riesling tedeschi perdano zucchero col tempo ma pochi poi controllano se il tappo abbia trafilato o meno, evento che spesso succede nella tipologia).

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Sergio

circa 6 anni fa - Link

Il re è nudo, insomma... e non poteva essere che Sara a mostrarcelo! non è però che non compri il Kurni solo perchè devi pagare già la bolletta dell'acqua?

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carolain cats

circa 6 anni fa - Link

Sara io non ti conosco, però sappi che a me non piace. Pure Casolanetti lo sa, per me è dolcissimo... ma io si sa che bevo solo robe straultramegasecche. Che poi dietro ci sia un'idea ed una visione che ammettono il suo prezzo mi sta bene, che sia strabuono dopo 8-10 anni anche lo accetto, ma non l'ho mai assaggiato vecchio. E comunque se piace a qualcuno benvenga, se poi può pure permettersi il prezzo ancora meglio.

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Indigeno Marchigiano

circa 6 anni fa - Link

Ha un bel residuo zuccherino, c'è poco da fare. Ha anche una persistenza esagerata se è per questo. In una cantina bella fornita è un vino che, secondo me, dovrebbe essere presente. Quando ho assaggiato a Novembre al Mercato FIVI il mitico Barbacarlo ho fatto la stessa faccia. E' il tipo di vino che mi piace? No, assolutamente. Mi piacerebbe averlo a disposizione come coniglio dal cilindro? Una bottiglia per favore.

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Sara

circa 6 anni fa - Link

Scrivo solo perché i commenti sono fermi a 17 e oggi è il 17.

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Fabio G.

circa 6 anni fa - Link

Negli ultimi anni ho potuto stappare qualche bottiglia del '99 e prima o poi dovrò prendermi il tempo di scrivere le pagine necessarie a raccontare le cose belle che ho sentito. So che il termine è abusato e controverso ma per sintetizzare mi viene da scrivere, per ora,solo la parola 'eleganza'.

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david

circa 6 anni fa - Link

Se non mi viene censurato l'ennesimo commento dall'inquisizione morichettiana, vorrei sapere se la resa per ettaro é 45/55 ql. Giusto per capire se almeno un po' di senso il prezzo ce l'ha...oppure fa status symbol e basta.

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Marco

circa 6 anni fa - Link

Non capisco: non conosco il prezzo che immagino sopra i 100 visto i commenti, ma una resa di 50 quintali non è una rarità; il langhe nebbiolo ha una resa ammessa se non sbaglio di 100 q, e visto che il prezzo medio al consumatore è 13 euro (inclusa bottiglia etc), il prezzo dovrebbe arrivare a 20-25 euro... non è ovviamente quella la determinante.

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Bernardo

circa 6 anni fa - Link

A me un bancale, grazie!

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zzz

circa 6 anni fa - Link

Sotto. E la resa mi pare sia ben inferiore. PS: Succi, Vigna, Rossano e Alex tutti ini un solo post non si vedevano almeno da quattro anni!

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Alessandro

circa 6 anni fa - Link

E' sempre stato un vino con un notevole residuo zuccherino, e con un estratto secco poderoso. 2 parametri che favoriscono senza dubbio la sua piacevolezza, e quindi il consenso di molti. Lo trovo pertanto più che 'contemporaneo', essendo frutto di tecnica enologica esecutiva più che moderna.

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Gianpaolo

circa 6 anni fa - Link

Quoto: "Aspe, ma con un residuo zuccherino simile, anche Hitler, Stalin e Mao sarebbero buoni." E chi lo ha detto? Ci sono grandissimi vini con residui zuccherini di varia entità', e ci sono vini che con lo stesso residuo zuccherino sono a dir poco semplici e banali, senza fare esempi poco simpatici. Se il Kurni e' un grande vino non lo so, ma sicuramente lo e' o non lo e' indipendentemente dallo zucchero che contiene.

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Montosoli

circa 6 anni fa - Link

Ne ho comprato 12bt del 2014.....aperta una (prima volta) ..ho subito capito che non e il mio stile. Gia vendute le altre 11bt....

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Paolo Milla

circa 6 anni fa - Link

Nessun produttore è riuscito a fare quello che kurni ha creato con 20 anni. Può piacere o non piacere, ma dietro un prodotto c è sempre una scelta manageriale e in questo caso geniale di un produttore.

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Vincenzo busiello

circa 6 anni fa - Link

Kurni è bbuono. Il prezzo è anche in parte dovuto al fatto che fa il 200% di botte nuova cioè per 2 anni che sta in barrique , consuma 1 botte all' anno. È poi: vogliamo parlare dei prezzi di tutti quei supertuscan o gran selezione che nascono come funghi? Ci compriamo un bel monfortino a 1200 euro? Secondo me a Sara , per come si sarà comportato, sta antipatico casolanetti.

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Vincenzo busiello

circa 6 anni fa - Link

E non tocchiamo il Barbacarlo !

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Ale

circa 6 anni fa - Link

"poco contemporaneo" in che senso? non si capisce

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vinogodi

circa 6 anni fa - Link

...qualche imprecisione , ma ci sta . Le rese per ettaro sono quasi demenziali nell'ottica dell'imprenditoria agricola . Le diverse sottozone (che vengono assemblate per l'unicum Kurni) variano fino ai 15 - 20 q.li ettaro (anche meno per l'appezzamento "Vecchie Vigne" , che però non fa media dato la minuscola metratura). E' vino dall'estratto secco impressionante perché impressionante è l'uva che lo genera , frutto dell'amore maniacale di Marco (Casolanetti) . Ne seguo la genesi dalla nascita (1997) e l'evoluzione, dopo i primi tre anni di "studio" è stata entusiasmante . Chiaro , chi è abituato alle esili strutture di un Valentini (sorrisino) , può trovare anomale tali concentrazioni non solo strutturali, ma vi assicuro che il Kurni è l'esatta espressione "naturale" delle uve che arrivano in cantina da vigneti curati come giardini . Per le sue caratteristiche può far discutere? Ci mancherebbe , come fa discutere quando assaggio con amanti del Pinot Nero una Riserva di Quintarelli o un suo Alzéro, un Calvari di Miani oppure un Harlan Estate o un Pingus . Vino strabordante di glicerine . In piena epoca di polemiche sulle eccessive morbidezze, nel laboratorio aziendale che gestivo mi divertivo a farci le analisi , con alcooli e polialcooli poderosi , estratti vicini ai 50 (per l'imbottigliamento singolo del Vecchie Vigne si toccava i 55 ) e zuccheri che , udite udite , non superavano i 3 g/l (annate 2001 - 2004 e 2005) con polifenoli alle stelle . Quindi , dormite pure tranquilli, che anche se c'è chi, de gustibus, non l'apprezza, difficilmente si può affermare che non sia un grande vino frutto di un grande progetto. .. PS: a me piace molto...

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Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Vinogodi, pensa a cosa urlerebbero se bevessero un Kurni VV !!!!! Oppure se facessero ripetuti cicli di assaggi dalle barrique di ogni singola zona di vigneto...... . Circa due mesi fa, con Cernilli e Viscardi, a Roma, portai un Kurni 1997, alla cieca, da cappottarsi! . Ma noi siamo enoperversi e non capiamo un ca@@o di vino. . Ciao Vinogodi, è un sacco che non ci si vede, mi dispiace. .

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Gabriele Succi

circa 6 anni fa - Link

Marco, nessuno, nessuno afferma che il vino in oggetto non sia "un grande vino frutto di un grande progetto"; ma per l'onore della verità, le analisi le ho fatte fare anch'io su 2004 e su 2005. A me sono risultati rispettivamente 20 e 24 g/l. Quindi i casi sono 2: o Casolanetti fa più lotti o imbottiglia botte per botte (però tutto in un lotto solo) e allora ci stanno le differenze...

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Andrea R

circa 6 anni fa - Link

Vabbè 15000 piante ettaro per 10 ettari per meno di diecimila bottiglie(fonte Wikipedia). Se non fosse buono sarebbe un bel problema. Sul discorso qualità/prezzo è un capitolo a se. Bravi loro e grande progetto. Io resto dell'idea che un bel romanzo scritto con parole da 10cent vale più di un altrettanto bel romanzo scritto con parole da 20dollari (cit.). Pace.

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Andrej

circa 6 anni fa - Link

Ringrazio chi ha commentato, senza le loro argomentazioni e precisazioni avrei ritenuto questi minuti di lettura una spiacevole perdita di tempo inoltre la delusione mi avrebbe davvero fatto perdere la voglia di leggere altro su Intravino. Volevo prendere parte alla degustazione verticale di 5 annate Kurni più una Cupra tenutasi venerdì 14 a Perugia organizzata dalla F.I.S. Umbria. Prego chi vi ha preso parte di commentare facendone un resoconto. Saluti

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Tim

circa 6 anni fa - Link

Posso dirti che lo scorso 6 dicembre a Milano c'è stata una mini verticale presso Enoteca Wine, presenti Casolanetti ed Eleonora Rossi .... 2001/2006/2015. È un vino che a mio avviso va atteso, per evitare che si giunga a conclusioni affrettate e superficiali. Il tempo lo modifica in modo sostanziale, con sfumature sorprendenti e tutt'altro che ruffiane. A prescindere dai gusti personali - tutti sacrosanti, per carità - è un mistero il significato di "poco contemporaneo" ....le modi correnti ci devono per forza imporre solo vini esili e striminziti ? Altrimenti non siamo sufficientemente trendy? Bah.

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Leo

circa 6 anni fa - Link

Credo che, come spesso capita, l'articolo sia stato pubblicato solo per stimolare le reazioni. Il Kurni può non piacere (?), ma non credo che si possa scriverne dopo averlo assaggiato in qualche affollata fiera. Peccato che non si riesca a pubblicare un bel sito con accesso a pagamento: si pagherebbero i critici che ci scrivono e magari li si potrebbe un pò selezionare.

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vincenzo busiello

circa 6 anni fa - Link

per Leo: ...sito a pagamento.....selezionare i critici: non capisco il senso di questa considerazione...

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Paolo Milla

circa 6 anni fa - Link

Quello che il kurni ha costruito non è solo un vino che come ho detto prima può piacere o non piacere...Marco casolanetti ed Eleonora Rossi hanno fatto squadra con tanti altri piccoli produttori marchigiani come Maria Pia Castelli, Walter mattoni, Clara marcelli, le Caniette e tanti altri...sono dei trascinatori. Ed il kurni a suo modo è un vino leader, che ha dimostrato come da un paese piccolo e sconosciuto si possa arrivare dovunque

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Ale

circa 6 anni fa - Link

"Gestisce un'enoteca della sua città, e lo fa piena di sensi di colpa." Fai bene ad averne!

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Fiorenzo Sartore

circa 6 anni fa - Link

Arrivati fin qui direi che ci sta una bella citazione. “Il giudizio di gusto espone più di altri al ridicolo potenziale, e rivela più di altri la nostra fragilità. Chi accetta di correre questo rischio ha un atteggiamento più rilassato e libero, non ostile verso gli altri”. (Fabio Rizzari). Purtroppo non è mia, ma me ne approprio da sempre.

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Leo

circa 6 anni fa - Link

Concordo pienamente. Da qui il dubbio: chi si occupa professionalmente di vino in italia e scrive per un sito con tanto di editor puo' formarsi un giudizio su un vino come il Kurni nel modo in cui ci è stato raccontato?

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Fiorenzo Sartore

circa 6 anni fa - Link

Credo di sì. Non comprendo bene cosa sia "un sito con tanto di editor" ma questo è un blog, c'è un post e una serie di commenti. Da quello e da questi io sono in grado di formarmi un giudizio.

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Claudio

circa 6 anni fa - Link

Citazione veramente "a fuoco". Credo che la presto la userò anche io citando Rizzari/Sartore. Stiamo parlando oltretutto di materia non oggettivabile e che soffre di sudditanza psicologica di varia natura tra cui il costo. Una bottiglia di Kurni costa quasi 100€ e quando si fa un investimento simile ci si aspettano emozioni proporzionate quindi per mia natura mi fido più di chi sensatamente mi elenca difetti e non soltanto pregi piuttosto di chi, prima di un giudizio personale libero in toto antepone sudditanze psicologiche di varia natura (spesso senza nemmeno sapere di esserne condizionato). Se ne avrò la possibilità lo assaggerò di certo e non sarà ciò che ha scritto il redattore dell'articolo a minare la mia curiosità o a virare il mio sindacabilissimo giudizio. Stiamo parlando di vino. Di materia "viva" e soprattutto non oggettivabile quindi ben vengano giudizi di qualsiasi natura purchè sinceri e sentiti. Io questo Kurni ora come prima lo assaggerei volentieri. Dovesse piacermi saprò di essere in disaccordo con Sara e ci berrò felice sopra!

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