Ho assaggiato Flaccianello, Pergole Torte e Marroneto con chi li fa

Ho assaggiato Flaccianello, Pergole Torte e Marroneto con chi li fa

di Clizia Zuin

Cosa succede quando 3 tra le etichette toscane più pluripremiate della storia vengono degustate alla cieca da un panel di degustatori e da chi questi vini li fa, mescolando le annate 2015 e 2016?

Succede che il divertimento è assicurato e che nascono delle belle amicizie tra le mura del To Wine a Prato con la compiacenza dei padroni di casa Gionni Bonistalli, Pietro Palma e chef Andrea Cofano (il quale con disappunto di tutti non aveva preparato una vellutatina di guanciale), i ragazzi hanno arbitrato davvero in modo magistrale il long lunch di venerdì 15 Gennaio. I vini in questione erano tutti 100% sangiovese:

Fontodi, Flaccianello della Pieve 2015 e 2016
Montevertine, Pergole Torte 2015 e 2016
Il Marroneto, Brunello di Montalcino 2016 anteprima
Il Marroneto, Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 anteprima.

Il primo impatto è stato il più divertente di tutti: un sicuro Martino Manetti (Montevertine) individua i suoi vini in un batter d’occhio (a suo dire sono sempre i più chiari di tutti). Incalza Alessandro Mori (il Marroneto) avvalorando l’affermazione di Martino e aggiungendo che i vini di Martino hanno anche una certa nota vegetale facilmente riscontrabile nei 2 campioni intercettati proprio da Martino. Tutti i presenti nel frattempo individuano i vini di Fontodi all’unanimità: un colore più intenso e un certo spessore gustativo accomunavano 2 dei 6 campioni presenti, seppur con differenze notevoli tra l’uno e l’altro.

Dopo il primo impatto, ad una più attenta analisi, Martino e Alessandro ci ripensano e quasi contemporaneamente cambiano idea e si scambiano i vini riuscendo infine ad azzeccare ogni etichetta e annata. Quindi, il sangiovese chiaro e leggermente vegetale alla fine era il Marroneto. La reazione più divertente è che alla cieca ognuno dei 2 produttori presenti ha terminato per primo il vino che produce.

Quello che è emerso chiaramente è che tutti i i big della giornata stilisticamente hanno in comune l’assenza di orpelli olfattivi e gustativi inutili e sono orientati verso lo sviluppo di una materia solida, verso la realizzazione di una manifesta succulenza e persistenza del sangiovese, un vitigno che venerdì si è espresso nella sua versione più genuina e divertente.

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Montevertine, Pergole Torte 2016
Buona trasparenza, media intensità cromatica, color rubino, ma ancora riflessi purpurei. Profumi in divenire fino all’ultimo sorso, vivaci e intensi. Ciliegia, lampone, melograno, fiori di frangipane, cipresso e una lieve nota di caffè. In bocca gioca con la propria texture, ed è la sua forza. Tannino fisicamente giovane, ma non invadente e tanta bella acidità. Chiude che è una droga e se ne vorrebbe ancora. Vino ancora giovane con un futuro radioso davanti a sé.

Fontodi, Flaccianello della Pieve 2015
Visivamente è il più intenso di tutti ed è cupo anche al naso: mirtillo in gelatina, mirtillo, aloe, legno di sandalo e pietra bagnata. Al naso sembra essere il vino che evolve meno, ma forse è quello più variegato. In bocca intercede come una truppa alla conquista di ogni angolo del palato. Alcol leggermente sopra le righe. Il tannino non è ancora del tutto risolto, ma si farà, peccato perché maschera un pochino la straordinaria freschezza del vino.

Montevertine, Pergole Torte 2015
Rubino pieno e vivace. Tanta frutta rossa e tanto ribes, segue la nota balsamica di tè alla menta, finocchietto selvatico e caramelline charms. Succoso già al naso. In bocca è davvero elegante e ricco, si conferma la freschezza fruttata percepita al naso e stupisce per la lunghissima persistenza. Un tannino perfettamente gestito e ben integrato è la chiave magica del vino.

Il Marroneto, Brunello di Montalcino 2016
È questo campione ad essere il più chiaro e trasparente di tutti vestito di nuance rubino. Subito al naso ci sono note di arancia sanguinella, fiori rossi e sottobosco, ginepro in particolare. Chiude con note di tabacco dolce. In bocca le parti non sono ancora perfettamente integrate tra loro e l’acidità pungente sembra quasi essere più accentuata del tannino. Anche se necessita ancora di un po’ di tempo per perfezionarsi, di tutti i campioni, era quello che godeva di maggiore e immediata piacevolezza.

Fontodi, Flaccianello della Pieve 2016
Rubino scuro, ma vivace. Al naso si avverte il leggero cambio di stile in cui una minor percentuale di barrique si piega a favore di un ambiente riduttivo costituito da anfore e bottiglia. Se inizialmente prevalgono profumi di mora matura e vaniglia, poi emergonoanche fragranze floreali viola, timo e aghi di pino, tè nero e incenso. Gusto esplosivo, penetrante, profondo dove un tannino ancora leggermente rugoso è quasi tenuto a bada da una acidità magistrale che attenua anche la percezione dell’alcol. Finale pulito e saporito.

Il Marroneto, Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016
Flashante trasparenza. Un incipit olfattivo fruttato e di serra in fiore, tante bacche variegate dal ribes al mirtillo, segue la nota di cuore costituita da tutto il sottobosco primaverile con alloro e mentuccia e una curiosa nota appena accennata di salsa barbecue. L’eleganza è ricercata e si fa notare, l’architettura gustativa è perfetta. Persistenza infinita, ne raccomandiamo il consumo in magnum.

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Clizia Zuin

Veneta di origine, toscana di adozione, cittadina del mondo nel cuore. Dopo la laurea in Lingue Orientali, scopre la complessità del mondo del vino e dopo tanti anni ancora non si annoia. Ha lo straordinario superpotere di trovarsi sempre nei paraggi mentre si sta stappando una bottiglia monumentale. Formazione mista AIS e WSET, con la convinzione che presto conquisterà il mondo; in attesa di diventare il Dottor Male, lavora come sommelier a Firenze.

3 Commenti

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Questo Metodo di Degustazione mi ricorda il Metodo di Degustazione elaborato e illustrato da Sisto durante il primo lockdown. Ma, attenzione, è soltanto un decimo delle regole severe che il Metodo-Sisto conteneva. Chiaramente, i produttori non c'entrano nulla con una seria degustazione che vuol essere il più...INDIPENDENTE...possibile. Le Degustazioni fatte... SUI DIVANI dei produttori...o...fatte per lanciare sul mercato dei vini...non sono, ai miei occhi, molto attendibili. È urgente rinnovare il metodo di Degustazione in Italia. Più INDIPENDENZA. Più ANONIMATO. Più CONFRONTO tra diversi degustatori-ESPERTI che degustano... alla cieca... gli stessi vini.. nello stesso momento...e... lontano dai produttori. Tanto per iniziare sarebbe interessante mettere a confronto Vinogodi e Sisto con alcuni dei degustatori-esperti del blog. Le sessioni di degustazione in streaming sarebbero un evento più interessante di un film di Netflix :-)

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... io ho allestito presso la personale saletta di assaggio meditato adiacente le cantinette casalinghe il "triclivio di degustazione" con adiacente le tecnologie per l'abbisogna , ma le vestali coinvolte per l'occasione e che solitamente mi coadiuvano nell'attività ludico/epicurea ammetto possano essere oggetto di distrazione , aggravata dalla loro naturale disinibizione persino in occasione di degustazioni in videoconferenza ... d'altronde , il mio stupido nick è rivelatore...

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Radici

circa 3 anni fa - Link

dovresti cambiare il nick in Trimalcione

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