Graticciaia, il Negroamaro che volle farsi re della Puglia

Graticciaia, il Negroamaro che volle farsi re della Puglia

di Andrea Gori

Per anni uno dei pochi vini pugliesi presenti sulla mappa dei grandi vini italiani è stato indubbiamente il Graticciaia, un grande negroamaro da uve parzialmente appassite che è riuscito, sin dal lontano 1987, a far cambiare le idee su questo vitigno confrontandosi su un terreno che vede superstar del pubblico e della critica come Amarone della Valpolicella e Sfursat della Valtellina a spartirsi le preferenze.

Il vino nasce dall’intuizione dello storico consulente-enologo di Agricole Vallone, ovvero Severino Garofano, mentre oggi viene seguito dalla toscana Graziana Grazzini Grassini che supervisiona il lavoro in cantina sulle uve provenienti dagli oltre 170 ettari vitati dell’azienda. Il Graticciaia, in particolare, nasce da vecchi alberelli della Tenuta Iore a San Pancrazio Salentino Tenuta Flaminio che insiste su terreni calcarei e argillosi, e le uve ottenute vengono poste ad appassire (per 2-3 settimane) su graticci disposti sui tetti e nel cortile della tenuta di Castel Serranova, dove muffa e microorganismi sono sotto controllo anche grazie al vento marino.

La vendemmia è leggermente precoce in modo da poter avere acidità alta e reggere meglio l’appassimento e la decisione della data in cui si raccoglie è sempre critica e importante. In quasi 30 anni, in 7 annate non è stato prodotto. La vendemmia stessa è delicatissima e viene fatta da donne esperte che raccolgono solo i grappoli spargoli e integri, in grado di reggere l’appassimento.

La vinificazione è tradizionale con pigia-diraspatrice soffice, lieviti selezionati ma autoctoni e classica estrazione con macerazione/fermentazione in 20 giorni. Svinatura, malolattica spontanea e poi in legno per almeno 12 mesi. Altro elemento fondamentale nella vita del Graticciaia è il passaggio in vasche di cemento dopo l’affinamento in barrique, per far rilassare il vino dopo lo stress ossidativo del legno. Ecco la verticale che abbiamo avuto il piacere di degustare durante l’ultima edizione di Taormina Gourmet.

Graticciaia Rosso IGT Salento 1996
A venti anni dalla vendemmia possiede ancora una luminosità e un colore impressionanti, al naso è floreale e fruttato molto pieno, sa di confettura di mora, rosmarino, alloro, ribes. Viene servito appena fresco, la sensazione di calore e dolcezza del frutto non è fastidiosa, lievi note terrose al palato ma piacevole nel complesso. Molto carnoso e saporito, tannino piacevole, non imponente per struttura ma lo si può immaginare con piatti importanti. 90

Graticciaia 2005
Naso meno aperto della 1996 ma molto compiuto, integro e ampio, di menta, tamarindo e senape, pepe nero, albicocca e mango da riesling curiosissimo. Bocca di buona freschezza con note di surmaturazione abbastanza nette che spingono l’alcol su binari molto decisi. Con il tempo il vino si distende e si placa regalando note emozionanti e pacate, finale balsamico e sapido, lungo tannino fine, delicato e rotondo. 87

Graticciaia 2008
Polpa di frutto rosso e nero molto integro, mirtillo, cassis, cotognata, pepe e peperone crusco, poi note dolciastre che proseguono nel palato dove sono bilanciate da tannino molto fitto e forte. Bocca un poco piantata ma forse è una fase di chiusura momentanea perché la stoffa è simile alle altre belle annate. 86

Graticciaia 2010
Colore spaziale, ipnotico, violaceo e vitale, trasparenza e luminosità davvero belle. Al naso è fresco, sa di viola, ribes, lavanda, arancio rosso, piacevolissima ed elegante come pochi altri. Palato roccioso, sapido non di solo frutto, tabacco mentolato, anice stellato, ha un gusto pieno e materico che si allunga bene con riserva di struttura e tannino per altri anni a venire. 93

Graticciaia 2011 
Frutto caleidoscopico, mentolato e balsamico, poi timo e arancio, cardamomo e lavanda, visciola, vaniglia e cannella ben presenti. Bocca dai toni scuri, pepata e concentratissima, tannino ben presente e fitto con lunghezza ed eleganza che sorprendono. Un vino monstre, per certi versi, ma che ha una sua eleganza innata che va oltre la banale dolcezza e voglia di impressionare a tutti i costi. 91+

Di certo non un vino per tutti ma emblematico e luminoso nell’illustrare come il nostro sud possa far nascere campioni indiscussi, che tracciano strade inedite e personali all’interno del panorama del vino italiano. Nonostante il parallelo con altri grandi passiti rossi italiani come Amarone e Sfursat, qui c’è più la volontà di mostrare le potenzialità del negroamaro in invecchiamento e in eleganza, elementi del tutto sconosciuti per il vitigno fino a poco tempo fa, e i risultati parlano chiarissimo.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

12 Commenti

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Sonja

circa 7 anni fa - Link

Bellissimo articolo. E bellissima verticale. Ma dove si è tenuto l'evento? In Puglia... Qui non mi risulta...

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

Si è tenuti in Sicilia a Taormina Gourmet organizzato da Cronache di Gusto

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mariazzo

circa 7 anni fa - Link

Ciao, cosa intendi quando dici un vino "non per tutti"? a cosa ti riferisci? alla sua complessità? alla sua beva? al prezzo?

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

prezzo alto ma non esagerato...intendo per il gusto perchè vini così complessi e ricchi non piacciono a tutti... Ma a chi ama amarone e sfursat piacerà da matti

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mariazzo

circa 7 anni fa - Link

Perfetto, mi interessava sapere proprio questo. Cioè se era da intendersi come certi vini estremi, che ,anche con tutta la buona volontà, fai fatica a finire il calice, oppure semplicemente la complessità non nega una beva tutto sommato normale.

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Giulio

circa 7 anni fa - Link

GaSSini, non Grazzini. [Corretto, grazie!]

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Hamlet

circa 7 anni fa - Link

almeno correggette bene, no? si chiama Graziana Grassini, non Gassini, con la erre

[Ri-corretto, grazie!]

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Montosoli

circa 7 anni fa - Link

Grazie ....speriamo che scrivete ancora dei grandi vini rossi di puglia....older Es.

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Giulio Cantatore

circa 7 anni fa - Link

Confermo le note di Andrea Gori sul Graticciaia, un vino simbolo dell'enologia Pugliese, una bottiglia che da sempre quando la stappi non rimani mai deluso , una coerenza uno stile inconfondibile in questo vino che certamente rimanda ai grandi Amarone della Valpolicella, ma prodotto da sempre con il Negramaro Salentino. Il 2010 adesso e davvero strepitoso, specie se si trova qualche magnum in circolazione.

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zzzzz

circa 7 anni fa - Link

Per me ha il difetto, negli anni, di evolvere troppo verso il tamarindo. Non è all'altezza degli Amarone, mentre di Sforzati buoni ce n'è proprio pochini.

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luigi salvo

circa 7 anni fa - Link

Andrea come ho detto durante la degustazione le uve del Graticciaia provengono dalla Tenuta Iore è a San Pancrazio Salentino!!!!!

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

correggo! grazie!

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