Gli auguri di Capodanno secondo Intravino (ehi, chi ha nascosto lo Champagne?)

Gli auguri di Capodanno secondo Intravino (ehi, chi ha nascosto lo Champagne?)

di Redazione

Quest’anno i soliti post pieni di Grandi Dame, Saloni, Corboni, Perignoni, Giachessoni etc. ci fanno una pippa. Qui siamo originali e alternativi fino alla fine (dell’anno, obviously). Poi, per carità, licet stappare quod ve pare. Ma questa di Capodanno sarà una lista distinta, differente, perché quest’anno ci gira così: nada champagne, compañeros!

Schramsberg Brut Rosé 2015
Dalla selezione delle migliori uve di pinot noir e chardonnay provenienti dalle regioni di Carneros, Anderson Valley e le zone costiere di Sonoma, Schramsberg Brut Rosé 2015 rappresenta una ottima alternativa allo champagne e per certi aspetti, una interessante scoperta per gli amanti delle bollicine.
L’attuale annata esprime aromi generosi di arancia candita, confettura di lamponi, mirtillo e fiori d’arancio. Al naso è possibile scorgere note di vaniglia, miele e brioche. Al palato, ci sono sapori succosi di pesca, torta di fragole e crema di limone. Il vino è succoso e si conclude con un finale brillante e pulito.
Sacrifica la finesse per dare maggior forza alle vibrazioni olfattive senza dimenticare di mantenere il corretto equilibrio. (Salvatore Agusta)

Jakob Kuhn, brut Sekt 2012
Dal Rheingau con amore. Non so se sia stato talento o fortuna, di certo questa è la bottiglia più gustosa bevuta nel 2017 – e sì che ci ho dato dentro. Buonissimo, per niente impegnativo al naso, bocca e portafogli. Non è un brut sciocco, e un sorso tira l’altro. Ideale se si vuole brindare ad un nuovo anno che possa regalare obiettivi realizzabili e felicità piccole ma raggiungibili, ché tanto non abbiamo più l’età per sognare di sfondare nel panorama garage-rock con il gruppo fondato ai tempi dell’università. (Sara Boriosi)

Moscato d’Asti 2011, Vajra
Uno dei spumanti vini dell’anno ha fatto capolino sulla tavola appena qualche giorno fa, a Natale, con il panettone. Zenzero e camomilla, agrumi canditi e fieno, profumi che anticipavano un assaggio dolce ma non stucchevole, anzi piacevolmente fresco e al tempo stesso soffice e accogliente, carezzevole. Un Moscato d’Asti che ha perso tutta l’intensa irruenza dei suoi primi anni e che oggi gioca una partita fatta di dettagli e di sfumature. E pensare che in giro si dice che quelli di questa tipologia siano vini da bere alla svelta, il prima possibile. Moscato d’Asti 2011, Vajra, che noia se non vivessimo in un mondo fatto di continue eccezioni. (Jacopo Cossater)

La Nina Metodo Classico, Alfio Lovisa
In definitiva, ci sono bevute che vanno in risonanza con l’animo. Quelle volte in cui guardi fuori dal rettangolo della finestra e vedi un cielo di carta stagnola, non hai voglia che giunga la sera e ti attardi in pensieri di musica e persone belle.
“La Nina” di Alfio Lovisa, metodo classico di Refosco, nella sboccatura 2015 è una passeggiata all’imbrunire con le mani che sbriciolano ciuffi di timo, nelle tasche le caramelle al rabarbaro della nonna, un ricordo di ghiacciolo al tamarindo e chinotto, e nell’aria l’odore di una griglia accesa su cui sfrigola una succulenta pancetta. Si diffonde in bocca con un incedere salino, quasi affumicato, che fa dimenticare il buio incipiente. (Lisa Foletti)

Il Contestatore, Franciacorta Pas Dosé dell’Az. Agr. Il Pendio
L’anno che per me segna neanche più la morte, piuttosto la cremazione dei cadaveri mal ricomposti della politica e del senso civico in Italia, può essere lavato via a dovere solo con una bella bolla programmatica e, vista la situazione, diversamente italica. (Emanuele Giannone)

Marcello Colfondo, Voltumna 2014
C’è una chiesa romanica costruita su un tempio etrusco dedicato alla dea Fortuna e c’è un bosco con dentro un vigneto di pinot nero e del sangiovese attorno, siamo alle pendici dell’appennino e un clima che ti immagini. Basterebbe questo a fartelo piacere da impazzire e sorpassare le (mie) ritrosie nei confronti degli ancestrali: questo guizza che è un piacere: rosa cipolla, netto, agrumato stuzzicante con un corpo discreto, un finale di frutta di anice, bosco, tabacco e spezie che lo rendono abbinabile quasi ovunque ci sia del grasso da affrontare ma anche solo per dissetarsi e spezzare il passo di una serie di bevute troppo scontate. (Andrea Gori)

Balter Trento doc pas dosé riserva 2010
Scavo nei ricordi dei capodanni orizzontali (steso!) e ora che le gambe finiscono in riga sotto un tavolo – e scatta l’incubo “ognunoportaqualcosa” – penso una bollicina verticalissima che appaga e mette d’accordo un po’ tutti: Balter Trento pas dosé riserva 2010, agrumi e frutta esotica, erbe di montagna, spezie. Si brinda in piedi prima di un’altra scalata. (Giorgio Michieletto)

Pashkà 2016, Casebianche
Rifermentato da Aglianico e Barbera fresco e gioioso. In bocca è un bon bon di quelli di una volta, dolci e delicati. Una bevuta bellissima, semplice e tanto allegra, da abbinare a una scatola di raudi o a un gioco in scatola di cui si sono perse le istruzioni. (Graziano Nani)

Brut Natur, Sebastian Stocker
Quest’anno il mio brindisi sarà in memoriam, così da far tacere le malelingue: e al brindisi accompagnerò il ricordo di Sebastian Stocker, nel suo immancabile grembiule blu, salutato per l’ultima volta in questa tarda estate mentre si affacciava al balcone di casa per annaffiare i suoi gerani.
Il suo Brut Natur è bottiglia di vivissima acidità e dalla bolla graffiante, che si conficca nella mente come un pugnale, ma che accompagnerà alla perfezione il cenone ittico ed il suo coronamento di mezzanotte.
Wir werden Ihn nicht vergessen, Herr Kellermeister ! (Thomas Pennazzi)

Regina di felicità, Cascina Baricchi
Festa chiama dolce e siccome la gioia passa nove volte su dieci per lo zucchero e le bolle, spumante sia: moscato bianco di Langa dà il mosto con una frazione proveniente da “uve di ghiaccio”. Una gioia per i sensi che ti pianta sul muso un sorriso lungo così. Non saprei come augurare un inizio d’anno migliore. (Gianluca Rossetti)

Malvasia dolce 2016, Camillo Donati
Quest’anno farei una deviazione sulla dolcezza, visto che ho incrociato la versione dolce della Malvasia di Camillo Donati – nel 2016 c’è l’atteso piglio aromaticissimo della malvasia, la nota macerativa non ha sopravvento e trionfa il floreale intenso. Poi in bocca la dolcezza arriva a completare il quadro, un vino confortevole che nello stesso tempo non cede un attimo sull’ammiccamento facile. Una bollicina dolce che ci voleva, in un panorama un po’ fiacco di altre bolle dolci che insomma, per me faticano a trovare un posto a tavola. (Fiorenzo Sartore)

Metodo Classico Riserva Nobile 2013, d’Araprì
Sai quella bottiglia che quando la finisci piangi come un vitello per quanto è buona? O quella che quando l’hai scolata ti penti come Giuda di non averne comprate due casse? O, ancora, quella bottiglia che l’amico studiato ti dice “buono, che Champagne è?” e tu lo mandi mentalmente a fare in culo? Sì, sto parlando proprio di quella bottiglia terrona che darebbe due piste a chiunque, tagliando in solitaria il traguardo della gara “Bollicine della vita”. La fanno a San Severo, e questo basterebbe a giustificare l’esistenza della provincia di Foggia. (Antonio Tomacelli)

Franciacorta 180 dosaggio zero, Cascina Clarabella
Cascina Clarabella è una onlus che si occupa di reinserimento lavorativo con particolare attenzione alle persone con disabilità mentale. Il Franciacorta 180 (dedicato alla legge 180 del 1978 “Basaglia” che ha cambiato l’approccio alla psichiatria) è un vino da uve biologiche, 80% Chardonnay ed il resto Pinot Nero. Una metà vinifica in barrique per poi affinare per 60 mesi sui lieviti e un ulteriore anno in bottiglia dopo la sboccatura. Seppur non dosato. ne esce un vino morbido, corposo ma fresco con un bouquet che passa dalle note di pasticceria a quelle minerali. E’ un vino che piace davvero a tutti. Un brindisi importante, suggerito non troppo freddo, ottimo preludio per un bacio nella notte del nuovo anno. (Andrea Troiani)

Auguri di un felice 2018 dalla redazione di Intravino!

 

8 Commenti

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allan bay

circa 6 anni fa - Link

Dare delle sia pur sommarie indicazioni dei prezzi, no?

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Roberto Gragragra

circa 6 anni fa - Link

Senza prezzo e dove trovarli è come un giornale scritto in bianco: a che serve così? Dialogo tra enochic?

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Antonio Tomacelli

circa 6 anni fa - Link

Sono più o meno tutti sotto i 25 euro. Quanto al trovarli c'è Google, che se ve lo diciamo noi partono subito le accuse di marchette :)

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Emanuele

circa 6 anni fa - Link

Der prezzo nun ce frega gnente, li sòrdi l'âmo finiti a Natale, a Sanzirvèstro se beve tutti a scrocco.

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Michele Antonio Fino

circa 6 anni fa - Link

Zibaldone delizioso e utilissimo! Ma Jacopo, un Moscato d'Asti non chiamiamolo spumante, perché non solo non lo è, ma è molto di più! E' un delizioso gioco di equilibrii in cui dolcezza e bollicina non sono mai quanto ti aspetti e comunque sempre lontani dalle sovrapressioni degli spumanti di nome e di fatto. No? Che sete... Buon brindisi a tutti!

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Hamlet

circa 6 anni fa - Link

giusta precisazione, anche perché se uno scrive che un Moscato d'Asti è uno spumante non sa la differenza tra Moscato d'Asti e Asti Spumante (quello si, spumante!)

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Jacopo Cossater

circa 6 anni fa - Link

Mi cospargo il capo di cenere, la fretta mai come in questo caso mi ha giocato un brutto scherzo

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Katia

circa 6 anni fa - Link

Per essere davvero originali e alternativi bisognava stilare una lista di chinotti e spume. Io da persona banale quale sono..preferisco le bolle francesi 😂

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