Chiedi ai bambini e agli uccelli quale sapore hanno le ciliegie e le fragole

Chiedi ai bambini e agli uccelli quale sapore hanno le ciliegie e le fragole

di Emanuele Giannone

Non è caso, né questione di fortuna. Semmai di preparazione: un’opera si dà al mondo per piacere veniale, quindi banale commercio e consumo, famosa, chiusa e risolta in un prezzo, un punteggio o un messaggio promozionale di facile evocazione o fatua mitizzazione, qualcosa tra pseudo-estatico e pseudo-estetico; oppure si dà aperta e irrisolta, ghiribizzosa, aperta a tutto e a tutti, problematica. Non è e non ha un messaggio, si affida al nulla, alla culla di un vetro, al tempo indeterminato. Al gusto e alla cultura, alle inclinazioni e ai pregiudizi di chissà chi e chissà quando la riceverà.

Per me esistono prodotti finiti o prodotti finitimi. I primi sono spesso tanto perfetti e distanti da risultarmi inutili: sono insuperabili, non conoscono limiti e per ciò stesso si perdono, li perdo. I secondi si consumano, passano, svigoriscono perché conoscono il limite: la vita. Li vivo. Sono piccole cose, sanno d’essere destinati a essere superati. Mi superano.

Gli uni sono viveur, gli altri viventi.

Morellino di Scansano Riserva 2000 Vigna i Botri. Granato limpido. Arancia amara, rabarbaro, cenere e cera. Scarnito all’osso, alla creta e al sale, eppure nella sua magrezza carico di ricordi, le brame e le trame di un tempo, ora certo più flebili: fragili e fragranti fiori, fragole, felce e terra, sottile il filo di ferro e fieno, sottili i tannini da tè che l’accompagnano in una progressione leggera e soffusa, distesa, viva. Allunga senza affanno, accenna a erbe e distillati di frutta, tiene la nota e chiudere minuto e lento, asciutto e fresco come in apertura. Vino di tante memorie, viraggi seppia e, chissà mai, vita breve a venire ma grazie per quella che ci ha dato, affatto integro, ben evoluto, affatto bevibile. Godibile. Memorabile.

Lazio IGT Sangiovese “Paterno” 2006 Trappolini. Fuori i secondi. Ai vostri posti. Fate il vostro gioco. Fuoco alle polveri. Soffiate i legni, lucidate gli ottoni: il fagotto del Concerto di Rossini. Più moderno: il trombone del concerto di Nino Rota, anno 1966. Coleman Hawkins al sassofono tenore. Albinoni e Martinů all’oboe. Fatta la Big Band, cambiamo ora Musa e per maggior attinenza dichiariamo: Man muss Kinder und Vögel fragen wie Kirschen und Erdbeeren schmecken, cioè bisognerebbe chiedere ai bambini e agli uccelli quale sapore hanno le ciliegie e le fragole. L’ha detto Goethe, io non saprei dirlo bene come lo dicono lui, i bambini o gli uccelli ma questo vino rende bene l’idea. Non è finita: ci sono le prugne di maggior attinenza, quelle della ghiacciaia di William Carlos Williams, così dolci, così fredde (1). Oppure celebrate la grande Cerere ogni anno, sacrificate sulle erbe in fiore, quando l’inverno è finito già primavera è serena, pingui gli agnelli e dolcissimi i vini – dice il tizio delle Georgiche, e qui di erbe in fiore e dolcezza di vino ne abbiamo in quintessenza. Insomma: scegliete voi l’incipit, poi mi dite. Io sono andato avanti. Sono a Castiglione in Teverina ma mi sento a Castelnuovo dell’Abate.

  1.  (1) William Carlos Williams, 1883 – 1963

This Is Just To Say

I have eaten

the plums

that were in

the icebox

and which

you were probably

saving

for breakfast

Forgive me

they were delicious

so sweet

and so cold.

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

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