Franco Biondi Santi risponde ad Ezio Rivella. E non le manda certo a dire

di Alessandro Morichetti

Probabilmente certa gente non va più di moda come un tempo. Tutto nasce da un post: “Ezio Rivella può aiutare Barolo e Barbaresco in un modo solo: rimanendo a Montalcino“. Dopo il nostro report e le prevedibili schermaglie a seguire, Franco Biondi Santi in persona – il padre simbolico del Brunello di Montacino – ha pensato bene di inviare una lettera ad Intravino. La cosa ci onora e invitiamo a leggere con attenzione. E’ breve e puntuale: niente male come controcanto al pensiero del cav. Brunello, alias Ezio Rivella. Biondi Santi ha pensato poi bene di integrare lo scritto iniziale per articolare al meglio il proprio pensiero sull’accaduto. Si parla di modernismo, tradizione, crisi mondiale del vino, Brunellopoli, prezzi e tipicità.

Rileggendo l’articolo non posso fare a meno di sottolineare che certe asserzioni e certi convincimenti dei modernisti di ogni dove hanno portato alla crisi mondiale del vino, specie di quello poco costoso, con: sovrapproduzioni paurose, distillazioni (anche se ora molto controllate), vendemmia verde per diminuire l’uva vinificabile, e a Montalcino, la grande crisi del 2008, con la cosiddetta “Brunellopoli”, che ha ridimensionato i grandi quantitativi creando problemi di mercato, crollo dei prezzi e perdita dell’immagine.

“Poche bottiglie, trasparenti e tipiche ma invendute” non sono d’accordo. Una delle poche Aziende che vende bene, malgrado i prezzi alti (forse a causa della tipicità del Brunello) è la mia, Il Greppo. La rinomanza della nostra tipicità è da sempre legata all’utilizzo di soli venti ettari per il Brunello. Una produzione di circa 80.000 bottiglie all’anno (molto richieste) di cui un 10% di Riserva: vini longevi e perfetti, testimoniati dalle giacenze in cantina di alcune migliaia di bottiglie, le più antiche risalenti al 1888. Tale Collezione ha avuto riconoscimenti straordinari a tutti i livelli giornalistici e politici. Per quanto riguarda il mio marketing, si è sempre trattato, e lo è tutt’ora, di un sistema di riconoscimenti da parte degli intenditori di alto prestigio per la tipicità e la continuità dei miei vini.

Vorrei concludere dicendo che sono grato al blog Intravino per aver pubblicato l’articolo; e per quanto mi riguarda considero conclusiva questa mia lettera con la quale termino ogni tipo di polemica.

Cordiali saluti

Franco Biondi Santi

Altra musica, altro stile. Potremmo confrontarci nel merito ma quanto ai modi trovo ben più accettabili e rispettosi quelli di FBS (ormai siamo intimi e utilizzo la sigla che fa tres chic). Insieme alla storia del Brunello di Montalcino in due atti (uno e due) vergata da Stefano Cinelli Colombini (Fattoria dei Barbi, altro gigante storico della denominazione), questo è un altro bel contributo per delineare al meglio una vicenda complessa e dibattuta.

Adesso non vorrei risultare sfacciato ma, per favore, qualcuno dica ai vari Biondi Santi e Cinelli Colombini che se a Verona non portano qualche bottiglia di quelle vecchie a uso Intravino finisce che gli piantiamo una grana che li farà rimpiangere di avere un personal computer a casa (faccina).

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

23 Commenti

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Angelo Costanzo

circa 12 anni fa - Link

Quel libro è davvero una preziosa testimonianza. Celo. Come la splendida accoglienza ricevuta nel febbraio scorso, un momento ricco di puntuali ricordi, suggestioni memorabili e silenzi di una profondità unica (http://larcante.wordpress.com/2011/02/08/giro-di-vite-a-montalcino-amici-di-bevute-alla-scoperta-del-mito-brunello-parte-prima/). Di più: cacchio Morichetti, felice di aver condiviso con te qella impavida notte insonne. ;-)

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Si vicifera di un Morichetti che da qualche giorno, letta la missiva dal Biondi Santi, cammini inequivocabilmente a mezzo metro dal suolo. :D

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

Se lo fa ne ha ben donde.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Assolutamente indiscutibile! :)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 12 anni fa - Link

Franco Biondi Santi è un grande personaggio, nei nostri tempi è lui il simbolo del Brunello. Tanto di cappello davanti a un gran signore che afferma pacatamente il tanto che lui e la sua famiglia hanno dimostratamente e realmente fatto.

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Daniele

circa 12 anni fa - Link

Grande personaggio, tra i migliori nel mondo del vino. L'altro giorno scrivevo una mail alla casella di posta "generale" di biondi santi chiedendo alcune info su conservazione e apertura di un mio Brunello annata 1981. Mi rispose in persona Franco Biondi Santi (Così si firmò, e lo stile della lettera è lo stesso della mail che ho ricevuto), dandomi tutte le info del caso, spiegandomi la 81 e ringraziandomi. Sono ancora emozionato...

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Carema86

circa 12 anni fa - Link

bello!

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Massimo Lanza

circa 12 anni fa - Link

Sono stato da Franco Biondi santi qualche settimana fa , mi ha colpito la sua accoglienza calda e franca ma soprattutto come è riuscito in un paio di ore di visita a farci un quadro completo della storia del Brunello , di cosa è e di cosa rischia di diventare se come per il passato si continua a prestare orecchio alle sirene delle facili soluzioni e non alla difesa di un unicum enologico.

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Luciano Ciolfi

circa 12 anni fa - Link

Bello, veramente da applausi............

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carlo cambi

circa 12 anni fa - Link

Scusate ma dove eravate voi quando le guide penalizzavano, anzi oscuravano, Franco Biondi Santi e il suo vino osannando alcuni produttori cosiddetti innovativi? Se non sbaglio gli attuali difensori di FBS erano genuflessi assai di fronte ai cosiddetti innovatori. Ho la memoria lunga e mi ricordo certe discussioni, certe recensioni. Ora strapazzare Rivella perché fa comodo e usare Biondi Santi per mettere in pessima luce Rivella è operazione pilatesca e soprattutto che non rende giustizia a quello straordinario territorio che è e resta Montalcino. Mi dispiace se questa deve essere la nuova frontiera della comunicazione sul vino state volando troppo bassi.

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

Carlo almeno stavolta noi non c'entriamo...chiunque scriva su Intravino non ha scritto niente di vino prima del 2006 (a parte Sartore, credo) quindi siamo innocenti!!!

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Eleutherius Grootjans

circa 12 anni fa - Link

Carlo, mi scusi se parlo senza aver scritto per guida alcuna e da quasi anonimo appassionato. A me sembra che Rivella presti il fianco agli "strapazzamenti", se non altro quando rottama, senza nemmeno pensare a riciclarle, le categorie della tradizione: io nutro per principio un grande rispetto per chiunque si proponga di innovare. Voglia tuttavia convenire sulla natura colta e non massimalista dei veri innovatori, che sono lungi dal rottamare e usano piuttosto lavorare su basi solide e d'altrui fattura. Mi permetta ancora una notazione al limite della pedanteria. La parola tedesca che traduce quella italiana "riciclaggio" è "Wiederverwertung", che resa letteralmente significherebbe "riattribuzione di valore" o "attribuzione di nuovo valore". Ecco, io rispetto l'innovazione in questo senso di virtuosa rielaborazione, quella di chi non considera una palla al piede nemmeno gli scarti della civiltà dei consumi... Rispettosamente Emanuele Giannone

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Alessandro Morichetti

circa 12 anni fa - Link

Caro Carlo, all'epoca di cui tu parli io non ero nato. Sono arrivato dopo e ho studiato un po' i modi e le persone. Ezio Rivella non è né sarà mai il mio tipo: mai amate arroganza e spocchia. Quanto all'idea di vino, idem. Non mi dilungherò a dire perché il modernismo incarnato da Rivella ha avuto, nella mia ottica, qualche merito e molti demeriti. Piuttosto, una cosa mi fa arrabbiare dell'informazione nel vino ed è l'incapacità di chiamare le cose col loro nome. Esistono "i vini ruffiani" ma di gente che ci metta nome ed etichetta ne vedo poca. Esistono "gli attuali difensori di FBS erano genuflessi assai di fronte ai cosiddetti innovatori", e io mi chiedo: chi? Quando? In che modo? Perché? PERCHE'? Tu e quelli bravi aiutereste il nostro piccolo modo del vino di qualità e della critica enogastronomica facendo chiarezza, raccogliendo ritagli dell'epoca, vedendo chi veniva osannato e chi no ecc ecc ecc. Io posso solo farmi un'idea di come vadano le cose adesso, andare a sentire Rivella e dirne quello che penso, se ho un pensiero. E se qualcuno si arrabbia e qualcun altro si incazza come una iena, a me cambia molto poco. Non volo sopra terra né mi struggo, dormo i miei sonni tranquilli e continuo a sputare i vini cattivi e bere quelli buoni. Quindi nessun movimento di comodo, non qui almeno. E se FBS mi invitasse con qualche vecchia bottiglia impolverata, vado a berla per godere e imparare qualcosa ma non a lucidargli le scarpe. Spero di non aver tralasciato nulla e saluti da Beaune.

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Non ti ci vedo in effetti abile a lucidare, visto che usi tutt'altro genere di calzature, che non richiedono spazzola (possibilmente in crine di cavallo), lucido in crema e in pasta, e guanto di pelliccia (io ce l'ho sintetico, mea culpa). ;)

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Conoscendolo credo che gli sia costato un certo sforzo scrivere quella lettera, a questo bel signore, appena novantenne. Un uomo che si sente pienamente a suo agio solo nella sua vigna e nella sua cantina. Un uomo che sa cosa vuol dire essere figlio, nipote e bisnipote di qualcuno che gli ha passato il testimone di qualcosa che non è solo una vigna e una cantina qualsiasi. Un vignaiolo nobile che ha continuato a fare il vino come gli aveva insegnato suo padre, nonostante le mille tentazioni ed altrettanti problemi dei decenni passati. La consapevolezza di tale eredità lo ha portato naturalmente al sentirsi altrove da chi gli era vicino e confinante, e a volte, forse, ha esagerato nell'ignorare come i tempi stavano cambiando. La sua tendenza, più che giustificata, a sentirsi al di sopra lo ha posizionato al di fuori. La conseguenza è stata un momento di oblio, o almeno di disattenzione, da parte dei più. Mi ricordo benissimo un articolo di Jens Priewe su una rivista tedesca, nella seconda metà degli anni ottanta che più o meno si intitolava "cosa sta succedendo a Biondi Santi?" Nel frattempo crescevano a Montalcino altre realtà, non solo quella della Banfi. Cresceva anche una certa critica enologica più portata ad apprezzare vini pronti,concentrati corposi. Non voglio però addentrarmi in un campo scivoloso e polemico. Quello che per me è importante in questo post è la presa di posizione di Franco Biondi Santi. Il quale risponde con parole sagge ed equilibrate ad un atteggiamento superficiale e saccente. E poi chiude per sempre la polemica. Ha detto quello che voleva dire e ora se ne torna in vigna ed in cantina. Montalcino è un posto piccolo, ma nella sua piccolezza rappresenta una realtà vinicola italiana importantissima. E' un posto con una storia alle spalle necessaria per un futuro. Questa storia va conosciuta, elaborata e capita. Non è una storia di singoli, bensì di una comunità, in cui Il Greppo della famiglia Biondi Santi è un punto di riferimento fondamentale. Abbiamo bisogno di questo.

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

Non ho capito perché Rivella sarebbe "superficiale e saccente" mentre Biondi Santi è oro colato.

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link

Non l'hai capito perchè non lo vuoi capire. Io comunque ho parlato di atteggiamento, non di una persona. Le frasi riportate da Alessandro Morichetti nel post che raccntava la conferenza del Cav. Ezio Rivella a me sono sembrate superficiali e saccenti, così come quanto scritto dal Dott. Franco Biondi Santi nella lettera mostrata in questo post mi è parso posato, equilibrato e anche definitivo per quanto lo riguarda. Se poi tu vuoi per forza farne un caso "o di qua o di là" affari tuoi. Qui non si tratta di appoggiare una persona invece di un'altra. Si scrive da tempo tanto riguardo a Montalcino e ai suoi rappresentanti passati e presenti. Sicuramente il Cav. Ezio Rivella ha avuto un peso non indifferente nella storia recente del Brunello e molto di quello che ha fatto ha inciso nella situazione attuale. Nessuno gli vuole togliere il merito di aver allargato gli orizzonti commerciali e promozionali di questa DOCG. Ma così come lui critica e racconta la sua versione e le sue opinioni, in modo anche provocatorio, deve anche accettare che qualcun altro controbatta con argomenti razionali e comprovati. E se questo lo fa Franco Biondi Santi, che non è certo una persona che si scalmana per apparire, per me ha un peso.

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Tommaso Farina

circa 12 anni fa - Link

No no, niente "o di qua o di là", quello è un gioco che ha fatto un'altra persona in un'altro (vecchio) post, tra l'altro facendo un paragone relativo all'orientamento sessuale e alla bisessualità! ;)

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Nelle Nuvole

circa 12 anni fa - Link
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Lido Vannucchi

circa 12 anni fa - Link

Concordo.....

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Roberto Gatti

circa 12 anni fa - Link

Un Signore d'altri tempi con la S maiuscola : http://www.vinit.net/vini/Toscana/Siena/Le_Mie_Degustazioni/Franco_Biondi_Santi___ovvero_l__039_anima_del_Brunello_di_Montalcino_9117.html

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Arianna

circa 12 anni fa - Link

Qualche anno fa quando tutti si chiedevano smarriti: ma come pure il brunello lo fanno tarocco, e veniva pure il dubbio se ci fosse l'uva...che poi a pensar male si fa presto. Ecco, 4 anni fa tutti zitti e abbottonati, siti, media forum giornali... nomi, nessuno. Mi avrebbe fatto piacere, anni fa, leggere che il Sig. FBS ha 20 ettari a brunello, fa 80.000 bottiglie, sempre quelle, nè di piu nè di meno.

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Ferdinando Miceli di Serradikeo

circa 12 anni fa - Link

Complimenti per il Vs. sito!

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