Fiere del vino | Tutti i pro e i contro per capire dove andare. Se andare
di Fiorenzo SartoreL’argomento è stato evocato un bel po’ di volte ed ora proviamo a parlarne. Il primo (oppure l’ultimo) è stato Armin che si è chiesto: le fiere del vino, così come sono, stanno diventando un rituale stanco? E quindi: servono davvero a far conoscere il prodotto, e a venderlo? Direi che bisogna distinguere almeno due tipi di kermesse: c’e’ il Vinitaly, con gli stand grandi, le sedie, i tavoli e i salottini, poi i privé ed i privé dentro ai privé (è come in Doom, bisogna superare i livelli). Poi ci sono le fiere piccole, le stand up comedy (non ci azzecca col significato ma rende l’idea) tutte col tavolino, spazi angusti, ressa e scarsissima possibilità di assaggiare decentemente.
Visto che siete lettori skillati, avete già capito che aria tira. Le fiere micro, one day, con un piccolo tavolo e (se va bene) il produttore, che fronteggia l’orda dei barbari, secondo me hanno scarse potenzialità. Cominciano ad essere una formula inefficace. A meno che l’idea non sia appunto quella di tuffarsi tra la folla dei fanboy e passare mezza giornata a dissetarli, così, per spirito liberale: versa, versa, qualcosa resterà. Ricordo per esempio all’ultimo Cerea gli sforzi sovrumani di un produttore per redigere l’ordine di un cliente. E lo stesso succede, se ben ricordo, alla sciccosissima fiera di Merano.
E allora lasciamo perdere lo spirito bottegaio (in fondo checcefrega di vendere, lo facciamo per l’arte). Queste fiere servono almeno a far comprendere, decifrare, conoscere meglio il mondo eno che si sbicchiera al tavolino? Ecco, quello, forse, sì. Tra molti distinguo, tra un sebbene ed un quantunque, se non ho modo migliore di provare un vino, quella è un’occasione interessante. Serve ad accendere la scintilla. Poi uno ci ripensa, visita l’azienda appena può, e nasce l’ammore. C’è questo elemento randomizzante però che inquieta, giocano troppe variabili: se la fiera è organizzata bene, se chi la visita si organizza, pure lui, dotandosi di tempo e senza stravolgersi. Assaggi decinaia di vini ma alla fine prevale la dinamica Highlander, “ne resterà solo uno”. Insomma illuminateci, queste rassegne, oggi, servono? O c’è un modo migliore per comunicare?
20 Commenti
enrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - LinkDal mio punto di vista, tutto serve! Ovviamente bisogna selezionare e saper selezionare, una cosa però voglio chiederla io, le fiere non posso essere ancora più settoriali? mi spiego, al vinitaly vado spesso nel pad della valle d'aosta a salutare amici e conoscenti, lì di gente non ne gira molta ma quella che gira è preparata, sa cosa beove lì e ci va perchè cerca quei tipi di vini. stessa fiera altro mondo, LA LOMBARDIA! Gente ammassata tipo vacche al macello, caldo infernale che si sa serve per far bere le bolle (con tanti saluti ai produttori di rosso), mille tipi di bicchieri a mai una volta che ti arrivino quelli giusti, vini talmente differenti che se ne assaggi tre poi smetti di bere. mi chiedo e vi chiedo, ma non converrebbe a tutti ragionare per tipologie e non per regioni?
RispondiMarco De Tomasi
circa 13 anni fa - LinkD'accordo: sono un organizzatore di un micro-evento e quindi il mio parere non è del tutto disinteressato. Però alla fine di ogni edizione valuto chi è venuto e perché è venuto. E con vivo piacere noto che (almento all'evento che organizzo io) per la maggior parte i visitatori sono curiosi e neofiti del mondo del vino che si stanno affezionando di anno in anno alla formula. Gente che a Vinitaly, Cerea o Villa Favorita non andrà mai. Gente che, incuriosita, ha cominciato a girare per cantine e a comprare. Poco magari, ma comprano. E per la tipologia di aziende che seleziono, poco è già qualcosa.
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - LinkTanto per farla breve. Villa Favorita: ho già comperato 12 bocce di Podere Veneri Vecchio e solo un guasto alla macchina m’ha fermato mentre stavo per raggiungere Seggiano (Siena) e comperare un po’ di vino di Podere il Casino (si dice uno dei preferiti da Berlusca per le sue cene). In estate andrò nel Monferrato a comperare anche da Tajivin e San Fereolo (grandi e scoperti a Vicenza). Conoscevo già Cornelissen e ne comprerò un po’ qui dal suo importatore in Belgio) ….inoltre i fantastici Porto di Quinta do Infantado sono venduti a Lussemburgo e ne faro’ incetta la prox. volta che ci vado… La Foradori proponeva cose sublimi che m'ha fatto piacere assaggiare ma lei si rivolge già ad un target più alto di mercato e che vuole vini più "importanti" e raffinati…e che io non mi posso permettere...sigh... Vinitaly: ho assaggiato tantissimi prosecco che non sono riuscito assolutamente a distingue gli uni dagli altri…e poi grazie a NN ho scoperto due Brunelli da favola: San Polino e Stella di Campalto (e qui ci penserò un po’ su prima di comperare perché i prezzi son già più alti, ma m'hanno ridato voglia di vini toscani). In definitiva, pochi assaggi ma di cose buone che sto cerando di reperire….magari non faccio testo ma volevo segnalare il miei orientamenti post fiere… naturalmente non spenderò più un centesimo in enoteche e supermercati per un bel po’… Saludos Amigos
Rispondigianpaolo paglia
circa 13 anni fa - LinkSeggiano (Grosseto)
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkAmministrativamente hai sicuramente ragione Gianpaolo, se ti catapultassero lì e ti chiedessero di identificare la zona, troveresti più indizi senesi, a partire dall'idioma, che grossetani...
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - Linkeffettivamente avevo studiato carte e moforlogia del territorio e pecio' avevo detto siena... grazie
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - Link"C’è questo elemento randomizzante però che inquieta, giocano troppe variabili: se la fiera è organizzata bene, se chi la visita si organizza, pure lui, dotandosi di tempo e senza stravolgersi." Aggiungo tra le variabili: se il giornalista del settore che partecipa a queste fiere, poi scrive qualcosa sui vini che ha assaggiato oppure ignora i vini e si limita a polemizzare con il fenomeno delle fiere divise" Insomma, tutto fa, disse l'uomo che pisciava in mare.
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - LinkCaro Marossi, (non mi dire che ti chiami mario rossi perché lo pseudonimo in questo caso farebbe schifo), a te cosa è piaciuto alla Favorita? Hai saggiato i prodotti che ho menzionato? Suvvia rendici edotti, quando scocco' favilla per le tue papille?
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - Link3C, secondo te sono così banale nello scegliermi uno pseudonimo? Guarda, ho scritto un lungo e articolato racconto della mia esperienza a Villa Favorita, come commento a uno degli innumerevoli editoriali che sono seguitei alla fiere naturali e le ignoravano. Non ti saprei dire di preciso dove, ma lo trovi nei post successivi di due tre giorni la domenica di fiera di Vicenza. Lo so che è poco, abbi pazienza. In ogni caso, di tutti i tuoi assaggi ho fatto esperienza solo di Veneri Vecchio e Foradori. Della seconda ho scritto colà, mentre di VV ti dico che ho apprezzato il 'nigrum' e 'perdersi ritrovarsi'. Non ho invece apprezzato gran che la nota eccessivamente ossidativa del rutilum. Il bianco mi ha convinto a metà: devo dire che qeusti macerati così complessi mi affascinano ma, per quelli che ho provato, non mi persuadono del tutto.
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - LinkCaro Marossi chiedo venia per insulse supposizioni sul tuo nome che ovviamente ritiro…per quanto riguarda i vini di VV.. a me i vini gustati a Vicenza non avevano fatto una gran impressione....(tutti)... sono andato a trovarelo perché il produttore non pareva il solito trombone che ha visto il Verbo materializzarsi nei suoi vini...e perché abita a 7 KM da casa di mia madre... ho riassaggiato i vini in cantina e poi al ristorante e mi sono parsi splendidi….(anche il Rutilum e il bianco)….cio’ m’ha fatto pensare che alcune bottiglie avessero viaggiato male a oltre trenta gradi per quasi 1.000 KM in un bagagliaio rovente per essere portate alla fiera…magari vieni a visitarci nel Sannio quest’estate oppure se T trovi di passaggio a Bruxelles ne apriamo una insieme…. L’indirizzo è il solito: agarofano@libero.it
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkGrazie per l'invito. Non so se sia più difficile che venga nel sannio o a Bruxelles, ma in caso di miracolo me ne ricorderò, stanne certo.
RispondiManilo
circa 13 anni fa - LinkSe fosse per me vorrei che si organizzasse una fiera a settimana, la mia voglia di conoscenza sta superando ogni limite, mi dovrò dare una calmata, peccato che quella di Lucca sia in concomitanza con il Roma Wine Festival, ho saputo che ci sono circa 60 aziende laziali, chissà se si troverà qualche chicca?. Ho deciso di portarmi taccuino e penna alla Mourinho, segno solo i migliori per me,con la dovuta calma domenica sarò uno dei primi ad entrare ed uno degli ultimi ad uscire, chissà se incontrerò qualcuno di voi mostri sacri?. Tanto per rimanere in tema anticipo una manisfetazione che si terrà per il terzo anno consecutivo in quel del lago di Bracciano www.laghidivini.it dal 16 al 19 giugno.
Rispondimaurizio rusconi
circa 13 anni fa - Linksicuramente andare. il proliferare di manifestazioni ha avuto il merito di avvicinare migliaia di persone al mondo del vino e dato l'opportunità ai produttori di farsi conoscere. se cresce il consumo di vino di qualità è, in parte, merito di tali manifestazioni e dell'attenzione che a esse viene dato dai vari media. non ultimo sono certo che qualche scintilla è certamente scoccata fra aziende e controparti. credo infine che poter scegliere nel vasto programma di manifestazion quella alla quale partecipare per l'appassionato e il produttore sia cosa buona e giusta.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkMeno male che non sono complottista, sennò penserei che questo uno-due di Fiorenzo Unità Sartore (prima l'appello ai dirigenti della Fiera di Verona, poi questa stroncatura delle fierette) nasconda il progetto di I.V. di diventare il braccio armato del Vinitaly. Poi dice che uno si butta a destra.
Rispondirampavia
circa 13 anni fa - LinkOvviamente bisogna distinguere tra il punto di vista del professionista e quello dell'appassionato. Giudicando da questo secondo, come ex fanatico di eventi grandi, medi, piccoli, penso che una ponderata frequentazione: scegliendo le date meno affollate e con una idea di massima di quello che si vuole assaggiare, possano certamente servire (da non dimenticare il contatto diretto con il produttore). Non attribuirei grande importanza alla dimensione dell'evento. Personalmente le prime artigianali fiere "naturalistiche" hanno influenzato le mie scelte più che il Merano Wine Festival o altre importanti manifestazioni. Dopo parecchi anni, tuttavia, ho sentito il bisogno di un approfondimento maggiore, che solo la visita alla cantina e, possibilmente, un pranzo o una cena con quei vini potevano darmi. Troppe volte la semplice degustazione (sarà un mio limite) non mi permetteva di giudicare il vino, che trovavo interessante ma che, in seguito mi deludeva. Oggi come oggi il mio personale metodo di giudizio è questo. Compro due o tre bottiglie (mai una) di quel vino di cui ho sentito parlar bene (sulla stampa, sui blog, da amici) o che semplicemente la mia memoria o il mio istinto mi dicono di scegliere. Le lascio riposare in cantina qualche tempo, cerco un abbinamento consono e me li bevo da solo o con amici. Questo, per me, è il modo migliore. Le Fiere fanno parte del mio passato.
Rispondigianpaolo paglia
circa 13 anni fa - LinkNoi facciamo un evento in Maremma, rivolto agli operatori. Negli ultimi 3 anni sono stati sempre di successo, perche' servono per proporre e far conoscere vini, o far assaggiare le nuove annate di vini già conosciuti, che sono effettivamente venduti e lavorati dagli operatori che vengono invitati. Tanto per spiegarmi meglio, un evento ben fatto di vini maremmani, in Maremma, puo' avere un certo senso, a Teramo, tanto per dire, no.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkNon vado alle fiere "di sistema" (anche Cerea e Villa favorita lo sono). Vado alle degu di serie B dove, come ha poco fa ricordato manilo, si trovano cose interessanti. Roma Wine Festival Quest'anno propone oltre 60 produttori laziali oltre a case di cui non mi curo perchè sono un già visto e rivisto di medio livello. Certo non è il massimo immaginare di saltellare tra un bicchiere di Frascati, un Cesanese, una Passerina del Frusinate.... però così si scoprono tante cose che diversamente non mi verrebbe in mente di approfondire. Alle Manifestazioni importanti puoi fare il virtuoso quanto vuoi ma alla fine non rinunci a quei 30/40 produttori del tuo cuore per cui quando di dedichi alle novità hai la lingua lessa, l'equilibrio incerto e la capacità di giudizio di un cactus
RispondiManilo
circa 13 anni fa - LinkA Francè come se dice a Roma a quelle de serie B /C quando le vieni a sapere famme un fischio, che arrivo. Ho finito proprio ora una degu de serie doppia z forse, ma semo stati na favola, a casa mia. Solo due vini un Rosè portato dall'amico sommo Mamma Draja, cantina Felice Modica Sicilia, abbinato con rustici, non male (non ditelo al mio amico il rosato non sarà mai il mio vino ). Poi la mia signora tira fuori uno spezzatino di vitellone macerato con vino + zenzero e cannella e ci ho abbbinato un Ripasso di Cecilia Beretta, saranno anche convenzionali per molti di voi, la serata è stata ottima e per finire un passito di sagrantino Ruggeri. Buonanotte. X A3C ti rispondo domani.
RispondiManilo
circa 13 anni fa - LinkE' un ora che son rientrato dal Roma Wine Festival belle sorprese aspettrò un post apposito per narrare le mie sensazioni.
Rispondi