Elogio dell’incertezza

Elogio dell’incertezza

di Angela Mion

Le nostre menti? Geniali artisti concettuali. Interpreti, architetti, filosofi. Il design è nelle nostre case diceva qualcuno. La recensione pure. Di qualsiasi cosa si tratti, vino o cinema, pizza o politica, basta ci interessi. Siamo noi in tutti i nostri giorni generatori d’arte, fumettisti, intrattenitori, sceriffi, sommelier.

Rifletto sulla mia difficoltà a scrivere di vino portandovi i miei punti di vista che il più delle volte non insegnano nulla. Troppo accuratamente siamo sicuri e ci posizioniamo: ci crediamo, vediamo solo quel punto lì, veloci e fieri, guerrieri arrabbiati e assetati.

Fermiamoci. Il regalo più bello che possiamo incontrare è l’errore. Sbagliare.

Non dirlo a nessuno ma sbagliare. Cadere. E quindi ripartire, rimescolare le carte, tirare un altro dado, scrivere un’altra pagina, modificare la sentenza. E riposizionarci, con calma, con timore. Rivedere i punti di vista, pensare che qualcosa ci sia sfuggito che qualcuno abbia ragione o torto ma anche torto sulla nostra ragione. Ma cominciamo a capire che siamo relativi, su tutto, eterni ragazzi.

Sono curiosa, produco immagini e le cerco nella parola, questo mi salva spesso. Il nostro punto di vista però è sempre un punto. Uno in mezzo a tanti. Il vino buono è quello naturale? Convenzionale? Lotta integrata? Triple A? Pragmatico? Biodinamico? Biologico in conversione? Permacultura alla Ton Rimbau? Senza solfiti? Brillante giallo paglierino consistente intenso complesso e fine? Coi lieviti selezionati o indigeno?

Senza o… con?

Quando andiamo a fare la spesa cosa o chi compriamo? Senza lievito. Senza zucchero. Senza glutine. Senza lattosio. Senza olio di palma. Senza conservanti. Senza calorie. Senza sensi di colpa.

Col vino la corsa è nella stessa circonferenza. Senza solfiti. Senza lieviti selezionati. Senza filtrazioni. Biologico, ah no naturale. Senza uova. Senza puzza. Convenzionale ma quanto? Senza anima. Senza uva?

L’oroscopo del senza. Siamo diventati questo? A volte forse vorrei essere astemia, anche di pensieri.

Proviamo a metterci a testa in giu. Nello yoga la posizione si chiama Sirsasana e serve a vedere il mondo da una nuova prospettiva. Cominciamo a ragionare su quello che le cose hanno e cominciamo a cercare le cose che hanno qualcosa. Iniziamo dalla fine: ascoltiamo meno i social per farci le nostre idee, parliamo di più coi produttori, annusiamo il fresco e il profumo di una cantina, l’odore della muffa, apriamo una bottiglia di una terra straniera e proviamo a trovarci un viaggio, beviamo la storia di qualcuno che ci ha incuriositi, annusiamo il pane, le pagine di un vecchio libro, i sassi, i biscotti, il fusto di un albero e iniziamo a chiederci che cosa hanno tutte queste cose? Hanno un po’ di noi? Ci rappresentano? Ci piacciono? Ci emozionano? Le conosciamo? Cerchiamone ancora.

Un “senza” forse lo salvo. Senza pregiudizi.

C’è posto per tutti?

Certo, c’è uno scaffale per tutti noi.

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Angela Mion

Veneta, classe 1981, studi giuridici e azienda di famiglia. La svolta cubista arriva quando ormai maggiorenne incontra il vino: Sommelier, Master Alma-Ais ed altre cose in pentola. “Vin, avec toi on fait le tour du monde sans bouger de la table”. Bucolica e un po' fuori schema con la passione per la penna, il vino, il mondo e la corsa. L’attimo migliore? Quello sospeso fra la sobrietà e l’ebbrezza.

8 Commenti

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Emanuele

circa 3 anni fa - Link

Bellissimo anche stavolta.

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marco.w

circa 3 anni fa - Link

(io) Elogio "l'elogio dell'incertezza" . Ed elogio chi lo ha scritto. __ Non penso che sia facile cambiare i nostri PUNTI DI VISTA. Non penso che questo articolo cambierà la direzione verso cui corre il mondo. Ma, sicuramente, può far riflettere su molti aspetti della passione per il vino. Perché esce dalle prospettive dominanti da cui guardiamo il mondo( e il vino) e qualcuno potrebbe arrivare a dire: rallentate, perché voglio scendere.

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Ferretti

circa 3 anni fa - Link

Magistrale e arguta come sempre, Angela! Come scrivi tu..❤️

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...faccio outing ... a me il vino piace, anche bevuto moderatamente , perchè ...mi dà piacere . ...

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Iago

circa 3 anni fa - Link

Un pezzo per i meno esperti come me. È come sorseggiare un vino da meditazione; qua ogni frase attira l’altra. Ben fatto

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Luca

circa 3 anni fa - Link

Brava, un’oasi di pace nel caos. Un Vero Piacere leggerti.

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Luca

circa 3 anni fa - Link

Brava, un’oasi di pace nel caos. Un Vero Piacere leggerti. Spero a presto

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josè pellegrini

circa 3 anni fa - Link

Sempre più convinta che la vera comunicazione del vino è femmina .Elogio ad Angela !

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