È uscito il Monfortino 2010 di Roberto Conterno (e niente sarà più come prima)

È uscito il Monfortino 2010 di Roberto Conterno (e niente sarà più come prima)

di Alessandro Morichetti

Era nell’aria ma solo con la consegna delle prime bottiglie provenienti dalla cantina le previsioni sono diventate realtà: il Monfortino 2010 – prezioso Barolo Riserva prodotto dalla Giacomo Conterno di Roberto Conterno – è il vino italiano che segna un precedente, uno spartiacque. Nemmeno il tempo di atterrare e le cifre di vendita sono schizzate alle stelle per una serie di fattori: aspettative oltre la Luna, grande annata 2010, 100 centesimi già affibbiati un po’ ovunque, assegnazioni tagliate a tutti gli operatori col machete… e il gioco è fatto.

Nella duplice veste di piccolo venditore fortunello e osservatore informato non posso che rilevare l’ovvio: con un prezzo che si assesterà, con ogni probabilità, tra gli 800 e i 1.000 euro al pubblico di primo passaggio, il Monfortino 2010 alza l’asticella dei premium wines italiani fin dove nessuno si era mai spinto prima, con un rapporto tra valore assoluto e incremento relativo senza pari.

La questione è ovviamente delicata e si presta a molteplici interpretazioni ma il nocciolo è sostanzialmente uno. Col Monfortino 2010 – più che con qualsiasi altro vino costoso italiano – l’incrocio tra domanda e offerta sale di livello e Roberto Conterno è innegabilmente il primo uomo del vino italiano a vedere una propria creatura schizzare lassù tra i grandi vini da investimento del mondo, tra Bordeaux, Borgogna e compagnia cantante. Che questo sia un bene per la denominazione Barolo e per la bandierina italiana sullo scacchiere dei vini mondiali è fuori discussione perché, lo ricordiamo, il Monfortino non è un bene di primaria necessità e discettare di prezzi troppo alti, a certi livelli, è esercizio sterile e inefficace.

Nota a margine: ricordo una discussione di qualche anno fa con Beppe Rinaldi sulla terrazza del ristorante Brezza a Barolo dopo cena. Gli chiedevo appunto cosa pensasse dei prezzi di vino (e terra) che stavano crescendo a dismisura, proprio in riferimento al Monfortino come capolista del Barolo. Rispose il Citrico: “Guarda, io non ce la farei mai per tanti motivi. Però è bene per tutti che qualcuno lo faccia”.

[Disclaimer: come si evince vendo questo vino ma costicchia, non compratelo]
avatar

Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

45 Commenti

avatar

Michele A. Fino

circa 7 anni fa - Link

Nel commento, come sempre sincero, di Citrico, manca un "solo". è un bene che solo qualcuno lo faccia, imho.

Rispondi
avatar

Sir P.

circa 7 anni fa - Link

La frase di Beppe Rinaldi è semplicemente perfetta. Calza a pennello. Per quanto riguarda il monfortino non vedo nessun motivo per la quale debba costare meno di uno chambertin di Rousseau. Tra l'altro, in Italia, escono a listino allo stesso identico prezzo. Perché solo uno deve passare in scioltezza i 1000 euri?

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Scusa Alessandro, mi pare che ora il problema possa essere legato alla natura del bene in questione: se ne può ancora scivere su un sito di vino, oppure passiamo ad un sito di finanza e investimenti? Quando lo assggio io, un vino così? Sai anche quante bottiglie sono state prodotte?

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Succede raramente ma può capitare che le sfere si intersechino, e dove sta scritto che tutti dobbiamo assaggiare tutto? Mi sembra sempre un grosso equivoco, visto che non guiderò mai una Ferrari o un jet privato. Non vedo il problema e mi sembra sempre una questione equivoca. Ben più interessante invece è il peso specifico di un'etichetta per la sua zona di appartenenza e non solo: aspetto che sfugge a molti, troppi e anche teoricamente ben informati.
Non so il numero di bottiglie precise, qualcuno dice 9.000, qualcun altro ipotizza il doppio.

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Ti darei del "mercante" se non sapessi che vivi su quel territorio. Penso che nessuno rimpianga la miseria nera delle Langhe di certi racconti di Fenoglio (che tra l'altro lavorava per una ditta di vino!), ma questo non toglie che la direzione intrapresa mi faccia un po' specie.
Comunque, un altro paio di annate così e la Ferrari se la compra Conterno!

Rispondi
avatar

Gianpaolo Paglia

circa 7 anni fa - Link

notizia difficile da commentare senza cadere in frasi fatte dette e ridette. Mi concentrerei piu' sull'altra parte della domanda, sara' un bene o un male per i produttori? Sicuramente un male no per chi punta in alto, perche' rimuove una soglia psicologica, e rende dignita' alla pari con i piu' grandi e costosi vini del mondo, che da un punto di vista qualitativo non possono che essere messi sullo stesso piano di vini come il Monfortino. Fara' male a qualcuno? Boh, chi paga quei vini sicuramente non lo fa togliendo risorse alla famiglia. Qualcuno si arricchira', ci sara' un po di speculazione, ma alla fine i soldi li mette qualcun altro che ce li ha. Peccato non poterli piu' bere quei vini, questo forse il solo rammarico.

Rispondi
avatar

luis

circa 7 anni fa - Link

Dici bene, peccato non poterli più bere. Ricordo un'intervista a Giovanni Conterno, il padre di Roberto, mi sembra una quindicina di anni fa, nella quale dichiarava di voler tenere il prezzo del Monfortino ad un livello accessibile a "tutti". Considerando che all'epoca costava meno di 200 Euro a bottiglia direi che la sua rivalutazione è stata sicuramente maggiore rispetto agli altri Baroli. Per fare un esempio, ed è uno di quelli il cui prezzo si è maggiormente rivalutato, il grandissimo Vigna Rionda riserva di Massolino viaggiava intorno ai 40-45 Euro ed oggi costa circa il doppio. - prezzi in enoteca - Direi che Roberto Conterno, da quando non c'è più suo padre, abbia intrapreso una svolta imprenditoriale, più che lecita, improntata al massimo profitto. Così facendo la Ferrari sarà già parcheggiata nel suo garage, ma il Monfortino finirà solo più nei caveau di collezionisti e speculatori (in gran parte stranieri) ed a prendere polvere nelle cantine dei più prestigiosi ristoranti italiani, "obbligati" ad averlo in lista senza sapere se riusciranno mai a stapparne una bottiglia (salvo che arrivi il solito magnate russo disposto a spendere 1500 euro per un vino del quale non sa nulla, ma che è il più caro della lista e così può impressionare gli altri commensali). P.S. Morichetti, se lo assaggi dicci qualcosa... Giusto per farci rosicare!

Rispondi
avatar

luoghicomuni

circa 7 anni fa - Link

ma perchè si deve sempre concludere dicendo in attesa del ricco di turno che cerca il vino più caro della lista... ma non è possibile che uno ricco sia anche appassionato di vino ??????????????

Rispondi
avatar

luis

circa 7 anni fa - Link

Tendenzialmente no.

Rispondi
avatar

Vignadelmar

circa 7 anni fa - Link

Ah, beata giovinezza, quella durante la quale tanti presunti enopensatori benpensanti si accalcavano come cani rabbiosi a criticare Gaja e i suoi prezzi. Adesso tutti silenti di fronte a questo ed altri vini di zona ben più cari di quelli del Nostro.....

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Ti si potrebbe obiettare che è stato proprio Gaja ad aprire la strada a questi prezzi... bel merito! Forse il vicino di vigna di Conterno oggi è contento perché spera di poter alzare i prezzi pure lui?

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Stefano, sono stati i Gaja, Pio Cesare, Giacosa, Ceretto e altri ad aprire quella strada e sì, te lo confermo, sono meriti. Il vicino di Conterno è CERTAMENTE felice di questo, poi magari è Principiano e non cambia nulla ma questo è irrilevante. Se non entriamo nell'ottica che il valore lo crea chi lo produce in primis il meccanismo rimane incomprensibile e tante zone del vino affogano. Poi però quella ca**o di vigna è sempre più meta di pellegrinaggio, chissà perché. Anzi, il perché c'è ed è chiarissimo, basta volerlo capire.

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Hai ragione Alessandro, e mi fido di te che hai senz'altro il polso della situazione. Forse io non riesco ad uscire dall'ottica del consumatore. Per te come mercante poi suppongo che sia più redditizio lavorare con altre bottiglie, no? E bada che uso la parola "mercante" non certo in senso dispregiativ, tutt'altro

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Siamo tutti consumatori ma se essere consumatori significa avere tutto al prezzo più basso saremmo consumatori poco accorti perché poi da qualche parte i soldi per campare dobbiamo farli uscire e senza margini non ci sono, non so se mi spiego. Tu che lavoro fai? Così tariamo l'esempio ad hoc.
Non ho capito poi perché più redditizio lavorare con altre etichette...

Rispondi
avatar

dc8

circa 6 anni fa - Link

Vignadelmar: il sori san lorenzo 2013 costa quanto monfortino 2010.

Rispondi
avatar

Vignadelmar

circa 6 anni fa - Link

Mi sembra il minimo!!

Rispondi
avatar

dc8

circa 6 anni fa - Link

Perché?

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 7 anni fa - Link

...oeh ... magari è buono davvero...

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Ma certo, anzi è uscito oggi un alto 100 in Italia, ne sai nulla? Ma qui è anche molto altro oltre il vino, che è un grandissimo merito in sé ma va colto come meccanismo

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 7 anni fa - Link

... occupandomi solo dei produttori emergenti" , in Langa , penso sia necessario sostenerli ...

Rispondi
avatar

Federico

circa 7 anni fa - Link

Meccanismo che quindi funziona ancora? Se ne deduce che i 100/100 e le guide e la loro influenza, nonostante le tante riflessioni che si fanno in rete sulla loro utilità e funzionalità nell' enomondo ormai dell'internet, alla fine hanno ancora il potere di fare da leva alle vendite e alle zone di produzione. Nonostante i numeri di copie vendute. E' un dubbio/domanda/riflessione, non una affermazione.

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Federico quello è un elemento ma non il primo né l'unico: altri vini arrivano a 100 ma senza ambire a certi incrementi né in termini assoluti né relativi. Come scritto, i fattori sono tanti. Mariazzo, la lista dei vini da consumare senza pensieri è nutrita come non mai, a me che uno o due o dieci vini schizzino per aria non crea problema alcuno e tanta parte delle obiezioni non ha ragion d'essere.

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Alessandro, io sono "fuori mercato": figurati che faccio l'insegnante in una scuola statale! (forse il lavoro più bello del mondo)
Da consumatore vorrei pagare un bene per quello che vale in termini di qualità, e non in base sempre alla legge della domanda e dell'offerta. Introdurre il termine "sobrietà" per parlare di un vino mi pare assurdo, dunque usiamo "ragionevolezza": non vorrei acquistare una bottiglia che costa, diciamo, 20 volte di più di un altro Barolo già sul mercato solo perchè qualcuno è disposto a pagare quel prezzo ("e allora se ti piace e sei contento, continua a berti l'altro Barolo", mi dirai...)
Per il resto pensavo ai margini di guadagno che commercianti/enotecari/ristoratori hanno su tali bottiglie: non si guadagna di più vendendo bottiglie che a te costano molto meno? non penso che puoi "ricaricare" troppo qualcosa che a te costa già caro, no? a meno che non tieni un cartone da parte e lo rivendi tra 15 anni; ma in questo caso il rischio è che ne stappi per te una ogni tanto, no?
Grazie comunque per le tue risposte: come avrai capito il tema mi appassiona e non riesco a darti del tutto torto. Penso alla zona di Bolgheri e quel che ha fatto il Sassicaia; ma Barolo ha una storia diversa e chissà come finirà.

Rispondi
avatar

diego

circa 7 anni fa - Link

L'unico prezzo diverso da quello dettato dalla legge di domanda/offerta è il prezzo di costo, o un prezzo calmierato (ma questo vale per alcuni beni fondamentali come il pane). Parlare di un prezzo basato sulla qualità non può aver senso perché la qualità è un elemento di percezione soggettiva; il fatto invece che uno abbia più domanda che disponibilità del proprio prodotto è di fatto oggettivo.

Rispondi
avatar

Vittorio

circa 7 anni fa - Link

Trattando un vino con produzione molto limitata rispetto alla richiesta il commerciante può guadagnare di più (nel caso specifico molto di più) rispetto ad altro vino con richieste e caratteristiche "standard" in qualsiasi fascia di prezzo.

Rispondi
avatar

mariazzo

circa 7 anni fa - Link

Sentire parlare di certe cifre mi fa sentire solo very povery. :D Spero solo che in un futuro mi possa ancora permettere di bere una bottiglia di Barolo e che non sia quella del LIDL... Tornando seri, senza ombra di dubbio si possono chiedere certe cifre "è il mercato baby". Però non si rischia che il vino perda il suo ruolo primario, cioè di consumo, diventando un feticcio puramente di investimento? In che occasione verrebbe stappata una bottiglia del genere se alla cena di un presidente o di un papa vengono serviti vini "più modesti"?

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 7 anni fa - Link

...è un articolo improntato sul "costo di certe bottiglie" per cui parlare di qualità mi sembra di andare OT . E' uno dei migliori Monfortino della sua storia quasi centenaria , per cui , essendo un'icona anche a livello mondiale , il prezzo è inevitabilmente alto. In Francia si farebbe la hola , qui ci si interroga sulla moralità di un prezzo decretato solo in parte dalla cantina (vi assicuro che esce a poco più del 10 -15% di aumento, che pure è tanto , rispetto all'ultioma annata , la 2008) e soprattutto da un mercato un pò nevrotico; ma è quel mercato che costringe Coche Dury a tenere un registro di assegnazione con le numerazioni dei clienti causa speculazione dei suoi vini che a volte decuplicano oppure Romanée Conti e Madame Leroy a imporre forche caudine commerciali inimmaginabili a comuni mortali consumatori . In Francia esistono una cinquantina (per difetto) di vini a cavallo o ben oltre i 1000 Euro. Perdonate se vi dico, avendoli per fortuna mia assaggiati una buona parte, che non sono meglio ( o molto meglio ... esistono vini che costano anche 10 volte l'ipotetico costo di uscita di Monfortino 2010) della nostra gloria nazionale oggetto dell'articolo e in Francia nessuno , dico nessuno , osa mettere in discussione le politiche commerciali o le dinamiche di mercato che portano a questi prezzi . Sono contro le ideologie o i preconcetti, soprattutto nel mondo del vino, quindi mi sembra una polemica assolutamente fuori luogo e fuori dal tempo. ..

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Cioè ci sono vini sul mercato che costano 80-100.000 euro? Hai assaggiato anche quelli?

Rispondi
avatar

Stefano

circa 7 anni fa - Link

Scusa, 8-10.000

Rispondi
avatar

dc8

circa 6 anni fa - Link

Vengono 10.000 se ricaricati del 500%....

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 7 anni fa - Link

...mi tocca : qualcuno il lavoro sporco dovrà pure farlo ...

Rispondi
avatar

luis

circa 7 anni fa - Link

Qui non mi sembra si mettano in discussione le dinamiche di mercato, bensì si prende atto che il Monfortino è oramai un bene di lusso destinato a pochi. E, ovviamente, i beni di lusso non rifuggono alla legge della domanda/offerta. Anzi ne sono particolarmente sensibili. Qualità e marketing viaggiano a braccetto. Comunque 10-15.000 bottiglie su una produzione nazionale equivalente a 4-5 miliardi di bottiglie sono una goccia nell'oceano; quindi di vini alla portata del popolino ne resta un'infinità. Non disperiamo.

Rispondi
avatar

Luigino Filippi

circa 7 anni fa - Link

Gran Bel sito!!! Complimenti! Vi leggerò volentieri in futuro!

Rispondi
avatar

mariazzo

circa 7 anni fa - Link

Ma infatti non critico il prezzo di per sè. E come se dovessi criticare gli 80 milioni dati ad un calciatore x o il prezzo di un Ferrari. Penso solo che si vada ad esasperare e snaturare un bene che non è più da considerare di consumo.

Rispondi
avatar

Giacomo

circa 7 anni fa - Link

Quale sarà il prezzo di produzione? 6? 7? 9 euro? A bottiglia, intendo.

Rispondi
avatar

luis

circa 6 anni fa - Link

Anni fa il Gambero Rosso aveva pubblicato una piccola inchiesta sul costo di produzione del vino. Ne era venuto fuori che, considerando i costi di lavorazione della vigna e di vinificazione delle uve, produrre una bottiglia di vino di qualità costava intorno ai 5 Euro. D'altronde, se non fosse così, non si spiegherebbe come farebbero molti produttori a guadagnare vendendo bottiglie in quella fascia di prezzo. A quei 5 Euro bisognava poi aggiungere i costi di affinamento (eventuale), stoccaggio, commercializzazione e tutte le altre variabili che fanno parte della organizzazione di una impresa commerciale. Attualizzando i prezzi al 2017, forse oggi questa cifra può essere cresciuta di 1-2 Euro per i vini d'annata e qualcosa di più per i vini da invecchiamento, ma sicuramente siamo ancora sotto i 10 Euro. Anche nel caso del Monfortino i costi di produzione non possono essere tanto differenti da quelli di un altro Barolo riserva che esce sul mercato (enoteca) fra i 50 e gli 80 Euro. E considerando che Conterno non deve ammortizzare il costo di acquisto della vigna, appartenendo questa alla sua famiglia da generazioni, e che non ha costi pubblicitari (non ne ha bisogno), direi che produrre il Monfortino non gli costi più di 20 Euro a bottiglia. Insomma, un gran bel margine di guadagno! Meritato, s'intende...

Rispondi
avatar

Alex Botto

circa 7 anni fa - Link

Dibattito mooolto interessante!! Devo dire che sono di parte, Monforte è il mio paese d' origine,quello che porto nel cuore sempre.A parte questo, credo che il successo eno-turistico,di questo paese sia in gran parte dovuto a persone,imprenditori come Conterno del Monfortino e molti altri che,in tempi non sospetti, hanno amato e creduto in questo splendido territorio.Per quanto riguarda il prezzo di certi vini, credo nella libertà di mercato e non vedo certe cifre come un affronto a nessuno :)) Possiamo amare la Gioconda senza necessariamente acquistarla...È un discorso che esiste solamente in Italia credo.(probabilmente non potrò mai acquistare una bottiglia del suddetto vino,ma resto comunque fiera dei risultati che ha prodotto)

Rispondi
avatar

Ivan Ferri

circa 6 anni fa - Link

Caro Alex, sono punti di vista. Io credo che ad un certo punto si debba mettere un limite. Il denaro ed il guadagno economico NON può essere il solo ed unico fine di ogni operazione dell'essere umano. Forse sono un vecchio nostalgico, forse sono un utopista che vive su marte, può essere....

Rispondi
avatar

Alex Botto

circa 6 anni fa - Link

Buonasera Ivan,il nome puo' essere equivocabile, in effetti sono una lei :))Permettimi un paragone(posso darti del tu vero?) Ecco: se una Lamborghini arriva a costare centinaia di migliaia di Euro,io rischio forse di non poter acquistere piu in un futuro la mia Panda??(intendiamoci,nessuno vieta alla Fiat di progettare un auto di pari caratteristiche e livello)Viaggiano su binari diversi le due auto,e sono rivolte ad un pubblico diverso...e nessuno obietta, è giusto cosi!! Non ho mai capito perché invece in agricoltura si voglia applicare un criterio diverso, non al passo con i tempi, con una " media" alla quale attenersi nello stabilire i prezzi.A parer mio il prezzo lo deve stabilire l'azienda che produce,se poi non lo vende se lo tiene in cantina:))

Rispondi
avatar

luigino filippi

circa 6 anni fa - Link

C'è un ristorante normale, che ha una carta vini con migliaia di etichette tra le quali 14 Monfortino di cui 6 sotto ai 1000 euro e uno del '74 a 400 euro. Dove? a Deiva Marina al LIDO... Per berlo si può anche fare ... una società sul momento... Chi dice che il danaro non da la felicità? Perché, non poter bere un Monfortino la da?

Rispondi
avatar

Ivan Ferri

circa 6 anni fa - Link

Provo a dire la mia, da consumatore. Per quanto riguarda il prezzo faccio molta fatica ad identificare quelle cifre come effettivo valore del prodotto, ma questo è un ragionamento applicabile a mille altre cose, e lascia il tempo che trova. Sono d'accordo con Michele Fino, può essere un bene solo se lo fanno in pochi. Mi spiego. Che venga identificato il Monfortino come un bene di lusso da investimento, al pari di un lingotto d'oro o di un franco svizzero d'argento, mi può pure stare bene. Non l'ho mai bevuto, non l'ho mai comprato, nè mai lo farò perchè non posso permetterlo, ma del resto non ordina il medico di bere Monfortino. Ciò che però mi dispiacerebbe, da consumatore ripeto, è che come spesso succede anche nel mondo del Barolo questo "evento" dia il via ad una impennata generale dei prezzi, rendendo inaccessibili ai più anche quelle bottiglie di buon Barolo che oggi viaggiano tra i 40 ed i 70-80 euro, e che ancora posso permettermi di acquistare. Io credo che ad un certo punto di debba essere un limite, che non si possa ritenere il mercato e la legge domanda/offerta come unico regolatore del valore di un bene. Ci deve essere un limite oltre il quale non andare, imparando ad accontentarsi. Sarà utopistico, sarà una castroneria fuori dal mondo, non lo metto in dubbio, però penso che sarebbe necessario.

Rispondi
avatar

vocativo

circa 6 anni fa - Link

In effetti, a voler essere pedanti, anche il Barbaresco Crichët Pajé di Roagna vanta già prezzi superiori ai 500 euro. E la 2010 non è ancora uscita, se non sto dicendo un'eresia. A questo punto credo che abbia le carte in regola per poter bissare il Monfortino 2010. E nemmeno il Ca d' Morisso pari annata è uscito, se non erro: un altro che potenzialmente potrebbe sfondare una soglia psicologica. Prima o poi sarebbe accaduto.

Rispondi
avatar

Alex Botto

circa 6 anni fa - Link

Scusate,un ultima cosa e poi taccio:) Se è giustificato il prezzo in base al suo valore effettivo?? Io nei vigneti ci ho lavorato, tutt ora lo faccio occasionalmente, e anche in cantina.Ore di fatica sotto il sole cocente, in balia delle intemperie( la gelata di questa primavera non se l'aspettava nessuno) E vogliamo parlare dei parassiti,sempre nuovi, capaci di devastare un intero raccolto, della siccità, e quant altro..E non importa se il lavoro lo si fa fare ai lavoranti, le decisioni vanno comunque prese in un contesto non facilmente prevedibile quando si lavora "sotto il cielo".Nel periodo della vendemmia poi le notti si passano in cantina ed in laboratorio:)Questo e molto altro stando nel pratico terra a terra...poi c è il terroir, l' unicita' di certe terre(cru) e di certi profumi..la ricerca di nuovi "brevetti",le storie da raccontare,gli anni, il percorso individuale..Si, per me il prezzo( qualunque esso sia) e' più che giustificato.Buona serata a voi.

Rispondi
avatar

Marco Vercesi

circa 6 anni fa - Link

Rimango dell'idea che certi prezzi trascendono "il buon senso" eppure in un'ottica di mercato il meccanismo del valore può funzionare a pioggia accendendo sempre di più l'interesse su interi territori e le loro cantine. C'è chi potrà e vorrà comprare solo "i grandi" ma molta più gente scoprirà e acquisterà bottiglie di qualità dai prezzi più contenuti.

Rispondi
avatar

Salvatore Agusta

circa 6 anni fa - Link

Circa l'oggetto dell'articolo, la unica cosa che mi preoccupa è relativa alla continuità. Ed invero il reale problema non è il costo della riserva 2010 di Conterno, piuttosto la capacità di altri nel seguire un percorso di crescita esponenziale della percezione del vino italiano nel mondo. Andando oltre i 100 punti ottenuti (ho abbastanza fiducia nei miei mezzi per dare voti ai vini senza aver bisogno di valutazioni esterne) la sfida è la seguente: saremo in grado di posizionarci con altre etichette a quel livello? Eppure, diciamoci la verità, cosa costa fare investimenti mirati su vini particolari, ottenuti attraverso processi iper selettivi? Perché non lo fanno?

Rispondi

Commenta

Rispondi a vinogodi or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.