Due cose sul Pinot nero Riserva Vigna Ganger 2014 di Girlan

Due cose sul Pinot nero Riserva Vigna Ganger 2014 di Girlan

di Jacopo Cossater

Non si nasconde una certa ambizione dalle parti di Girlan, la cantina sociale di Cornaiano, piccola località non lontano da Appiano e poco a nord del Lago di Caldaro, in Alto Adige. Per presentare quello che è il più importante dei loro rossi, il Vigna Ganger 2014, non hanno esitato a radunare a Roma intorno ai tavoli del wine bar di Trimani un piccolo gruppo di clienti e presentare loro, alla cieca, una batteria di grandi rossi della Borgogna al cui interno era presente anche il loro Pinot nero (e non era la prima volta, qui il nostro report sul Vigna Ganger 2012).

Avevano ragione. Credo in pochi tra i presenti hanno pensato ci fosse in assaggio un vino che poteva essere non all’altezza degli altri e già questo, visto il livello medio, è stato un risultato non scontato. Un progetto importante, che punta in alto e non lo nasconde. Il Vigna Ganger è infatti il nome di un appezzamento al centro di quella che è considerata come la culla dei migliori Pinot nero altoatesini, Mazzon. Ha detto Gerhard Kofler, il responsabile della produzione: “erano diversi anni che cercavamo di produrre un grande Pinot nero, ci abbiamo messo un po’ a individuare cosa fare e come farlo ma alla fine credo che ci siamo riusciti”. La Vigna Ganger corrisponde a uno dei toponimi individuati dal libro di Peter Dipoli e Michela Carlotto, “Mazzon e il suo Pinot nero”, vigneto che viene interamente vinificato da Girlan. Gli ha fatto eco Oscar Lorandi, direttore di Girlan: “crediamo fortemente sia il vino che più di tutti può identificare i rossi dell’Alto Adige in un percorso di crescita ancora in parte da scrivere”.

Vigna Ganger Mazzon

Grande selezione in vigna, uva portata a maturazione piena, diraspatura e passaggio per gravità nei tini di fermentazione, la cui durata si attesta sui 20 giorni. Da lì, a malolattica avvenuta, una maturazione di 20 mesi in barrique prima di un ulteriore affinamento in bottiglia di altri 18 mesi. Un protocollo che a leggerlo così non sembra diverso da molti altri ma che indubbiamente porta a un esito per certi versi sorprendente. Ecco cosa ho scritto sul taccuino:

Rubino scuro, dalle sfumature calde. Soprattutto profumi coloratissimi per un impatto olfattivo, un vero e proprio tuffo, che coniuga senza sbavature richiami mediterranei e spezie orientali, lamponi maturi e ciliegie appena colte. Una piacevole rimando al marzapane introduce poi un assaggio di sicura vitalità e freschezza, capace di articolarsi in profondità pur mantenendo un peso specifico di particolare leggiadria. Giocoso, allegro, ben calibrato nel calore e nell’acidità. Que bueno. 18/20

Costa moltissimo, sui 150 euro in enoteca. Certo è che si tratta di rosso che si inserisce in un contesto ben più ampio della sola produzione di Girlan e che ambisce a fare da portabandiera per tutta la tipologia. Espressione purissima di quanto sia possibile produrre in Alto Adige in generale e a Mazzon in particolare.

Girlan Vigna Ganger

Alcune altre piccole cose, a margine:

In degustazione anche un Pinot bianco Riserva, il “Flora 2015”, vino quanto mai convincente, delicato per forma e incisivo per personalità. Un bianco naturalmente molto fresco ma al tempo stesso caratterizzato da una certa rotondità e un calore appena sussurrato, tra i più buoni assaggiati di recente. “Il Pinot bianco è il futuro dell’Alto Adige”, ha detto Oscar Lorandi durante la presentazione; se i risultati sono questi c’è da credergli. Sui 15 euro.

Altra grande prova di quello che è forse il più noto tra i vini di Girlan, la Schiava “Gschleier” 2016. Solo vecchie vigne con un’età media di 90 anni, macerazioni molto lunghe, oltre i 20 giorni, botti grandi. Integrità e allungo, una meraviglia di piccoli frutti rossi tra freschezza e presa tannica, giustamente contratto vista la giovinezza ma altrettanto limpido in termini di espressività. Sui 15 euro, da comprare ora e da cominciare a bere tra 4/5 anni. Ve la ricordate quella spettacolare verticale di cui avevamo scritto l’anno scorso io e Leonardo?

Dicevo della degustazione alla cieca. Oltre a Girlan altri 3 vini della Borgogna, tutti 2014. Da Volnay e dalla Côte de Beaune il Clos de Ducs di Marquis D’Angerville. Da Nuits-Saint-George e da Gevrey-Chambertin -dalla Côte de Nuits quindi- rispettivamente l’Aux Murgers di Meo-Camuzet (Premier Cru) e il Clos des Lambrays di Domaine De Lambrays (Grand Cru). Quest’ultimo, che meraviglia: articolato ed elegantissimo su note di piccoli frutti rossi che non nascondono richiami più selvatici e lievemente speziati. Soprattuto un rosso che impressiona per progressione, per un continuo crescendo tutt’altro che strillato, delicato e lunghissimo.

[immagini: Girlan]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

2 Commenti

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andrea

circa 6 anni fa - Link

Ormai, indipendentemente da dove siano piantate le vigne, i buoni pinot neri viaggiano su questi prezzi. Che la domanda sia superiore all' offerta mi sembra evidente. Ancora dieci anni fa si trovavano in cantina premier cru a 15 euro, ora se è il doppio si è fatto un affare. Le produzioni cinesi in arrivo sui nostri mercati fra una decina di anni faranno crollare i prezzi di alcune tipologie di vini. Oltre a merlot cabernet e chardonnay che tu sappia si stanno muovendo anche sul pinot nero? Mai più dieci anni fa me lo sarei auspicato.

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Paolo Cocchi

circa 2 anni fa - Link

Bevuto ieri il 2014. Bellissimo vino. Ma il prezzo ci dice che ormai questi vini sono entrati nel mondo del lusso. Più costano e più sono richiesti. Non c'è più alcun rapporto tra la qualità e il prezzo. Propongo boicottaggio.

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