+++ Debunking facile di Federico Ferrero +++
di Antonio TomacelliDio solo sa quanto ci piacciono i vini naturali e quanto Federico Ferrero, ma le due cose insieme non funzionano come dovrebbero. Due giorni fa il nostro gastronomo ha pubblicato con toni da terrapiattismo esagerato — “condividete tutti prima che big pharma la censuri!” — una ricerca medica condotta in collaborazione del politecnico di Torino dai risultati, a suo dire, strabilianti.
Leggiamo dalla sua pagina Facebook:
Per la prima volta al mondo un gruppo di ricerca completamente italiano, formato da ricercatori indipendenti e ricercatori dell’Università di Torino, con la collaborazione del Politecnico di Torino, è riuscito a dimostrare, che i vini che, in vigna e in cantina, si rifanno all’esperienza millenaria contadina invece che all’impiego di fertilizzanti, pesticidi e tecnologia, hanno effetti differenti sul metabolismo dell’alcol e quindi sulla salute umana.
Su 55 volontari sono stati confrontati gli effetti di due vini, facendo bere, a una settimana di distanza, un vino naturale e un vino convenzionale, ottenuti dal medesimo vitigno e dotati di identico contenuto di alcol e residuo zuccherino. Il vino naturale ha mostrato, in media, di far salire meno il tasso di alcol nel sangue e, dopo due bicchieri di vino, i valori si sono mantenuti al di sotto del limite legale per la guida (0,5 g/L), mentre sono stati superati nel caso di assunzione di vino convenzionale. Questo significa che i due vini vengono metabolizzati in maniera diversa e che possono quindi avere effetti differenti sulla salute.
La notizia a noi che scriviamo di vini naturali dai tempi delle prime fermentazioni spontanee di Tutankamon, farebbe piacere assai, ma dopo i primi 5 minuti di entusiasmo (anche meno) è subentrato lo sconforto e la depressione più nera.
Guardando i grafici allegati scopriamo, infatti, che la differenza di assimilazione è pressoché minima. Parliamo di uno scarso 7%, roba che basterebbe un etilometro tarato male per condannarci alla forca o alla gogna immediata. Senza dire che su SOLI 2 campioni di vino (avete capito bene, DUE diverse bottiglie di vino) le differenze potrebbero essere totali, nonostante lo stesso grado e residuo zuccherino.
Basterebbe un residuo secco più importante per rendere un vino meno digeribile, e quindi metabolizzato dal fegato con più difficoltà, per falsare le conclusioni della ricerca, ma davvero il campione è troppo piccolo per avere un qualunque rilievo scientifico.
Sul resto mi taccio, altri stanno facendo considerazioni sulla serietà della rivista che ha pubblicato i dati e sui complotti in atto ma noi ci fermiamo qua per carità di patria.
Insomma, amici vinnaturalisti, trattasi di falso allarme, ripiegate bandiere, striscioni e clacson e tornate mestamente a casa: la vittoria sui vini convenzionali è rinviata a ricerca da destinarsi.
4 Commenti
Maurizio
circa 5 anni fa - LinkMa poi a che servono le dimostrazioni, la prova ontologica, quando c'é la fede?
RispondiSalvo
circa 5 anni fa - Linkahahahahahah
RispondiGabriello
circa 5 anni fa - LinkMASSIMA CONDIVISIONE!1!1!1!
RispondiGurit
circa 5 anni fa - LinkOttimi canditati per un Ig Nobel direi.
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