Da Tufo a Orvieto… Maturi e minerali (Si, avete letto bene!)

Da Tufo a Orvieto… Maturi e minerali (Si, avete letto bene!)

di Giorgio Michieletto

A Orvieto il tufo esplode, svetta in uno sperone che ridisegna l’orizzonte. A Tufo lo zolfo si nasconde sottoterra nella miniera che non c’è più

Da fan dei bianchi che invecchiano due bottiglie son finite nell’album dei bei ricordi nelle ultime settimane: il Campo del Guardiano 2005 e il Greco di Tufo Miniere 2009. Sono due vini di cui negli anni mi sono innamorato, molto diversi ma legati da un fil rouge: sono rustici e fini al tempo stesso. Pieni di energia e luce, schietti e diretti ma anche con un ulteriore livello di lettura più “sussurrato”.

Il Campo del Guardiano nasce dal vigneto più bello e “pettinato” di Palazzone con vista sul palazzo medievale dove trascorrere una notte gourmet a cinque stelle, ed è quasi unanimemente riconosciuto come uno dei bianchi italiani più interessanti; il Miniere – che conta un nutrito gruppo di ultras e anche qualche detrattore – è l’espressione dell’ormai famosa vigna di Cantine dell’Angelo proprio sopra l’antica miniera, un luogo meno da cartolina ma altrettanto suggestivo e magico. Se vi capita per le mani una 2016 di entrambi…

Beh, avete già capito! A Orvieto ci capiti da turista, ti fermi ipnotizzato davanti al Duomo e ti dimentichi di tanti vini (dimenticabili) della denominazione; non di Campo del Guardiano. In Irpinia, invece, spesso ci vai da appassionato di Fiano di Avellino, ma torni a casa anche col ricordo della gita sul fuoristrada di Angelo Muto e dei suoi racconti sul Greco di Tufo.

Cantine dell’Angelo – Greco di Tufo Dop “Miniere” 2009
Oro luminoso. La mineralità (nelle annate più giovani è praticamente un tuffo in una piscina termale) fa un passo indietro per lasciare il campo a note fumé. Melone bianco maturo, erbe aromatiche come origano e finocchietto, albicocca, nespola, un po’ mandarino candito con un ricordo di zafferano. La bocca è ancora fresca e sapida, ma il sorso abbastanza morbido; meno trascinante che in gioventù. Nell’evoluzione Miniere rimanda più all’altro Greco di Tufo di Cantine dell’Angelo cioè il Torrefavale, che nasce da una vecchia vigna ripida che abbraccia dall’alto la città: la chiusura è lunga, sul frutto.

Palazzone – Orvieto Classico Superiore Doc “Campo del Guardiano” 2005 
Procanico 50%, grechetto 30%, verdello e malvasia 20%. Il naso cambia in continuazione. Parte molto più floreale che fruttato: un bouquet di sensazioni candide poi agrumi come un cedro nitidissimo e pompelmo. Zenzero e un ricordo verde quasi di linfa. La parte minerale si coglie più nel sorso trascinato da un soffio salmastro: roccia, sale e mandorla finale, the verde e un po’ di cereale. Il finale è lunghissimo, di grande equilibrio e tutti gli aromi tornano in sequenza. Il passare del tempo si coglie decisamente più nel Miniere che cede qualcosa della sua personalità dirompente, mentre gli anni in Campo del Guardiano integrano e cesellano tutte le sensazioni.

Minerale, mineralità… L’ho scritto abbastanza? Forse no… Chi ancora avesse dei dubbi sulla liceità del termine è invitato all’assaggio.

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Giorgio Michieletto

Giornalista professionista: ieri cronaca nera, oggi rosa. Ieri, oggi e domani: rosso, bianco & co. Varesino di nascita e cuore, milanese d'adozione e testa. Sommelier Ais. Se c'è una storia la deve raccontare.

18 Commenti

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Massimiliano

circa 2 anni fa - Link

All'ultimo FIVI il Campo del Guardiano è stato uno degli assaggi da podio con diverse annate presenti , vino meraviglioso per integrità e sostanza. E' un vino di cui si parla sempre troppo poco a mio avviso.

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antonio C.

circa 2 anni fa - Link

Ricordo indelebile di un Campo del Guardiano '90 assaggiato qualche anno fa, impressionante già dal colore, paglierino ancora con riflessi verdognoli a distanza di oltre 25 anni, al naso una complessità pazzesca ed una lunghezza al retrogusto da vero cavallo di razza. Senza dubbio uno dei più grandi bianchi italiani

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gaetano citra

circa 2 anni fa - Link

la mineralità arriva da delle pratiche di cantina che giocano sulla riduzione,è abbastanza omologante e ormai furoi moda, ora è stata sostituita dal termine sapido,salato,blablabla... cosa c'entra il tufo?i minerali sono insapore,la vite è una pianta potassofila,perciò parlatene bene o non parlatene di certi argomenti

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Enrico

circa 2 anni fa - Link

Forse, per aiutarci a non commettere errori, sarebbe il caso di portare una spiegazione più approfondita. Così avendo nuove conoscenze, anche i meno preparati come me, faranno meno errori! Potassofila? Minerale? Gaetano spiegaci dai che siamo pronti ad assorbire nuove nozioni!

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gaetano citra

circa 2 anni fa - Link

non sono mica un bloggerista,spetta al divulgatore il compito di informarsi e spiegare e pontificare....promuovendo la bellezza enoica italiana con scienza e conoscienza io non sono nessuno,ho semplicemente letto delle pubblicazioni di Scienza,Moio,Gerbi,Soldera,fondazione Banfi,basta essere curiosi

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Enrico

circa 2 anni fa - Link

Questo è un intervento decisamente più di aiuto secondo me. Nessuna spiegazione, però qualche prezioso spunto per chi come lei dice, è curioso. Buona giornata

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Michelangelo Diligenti

circa 2 anni fa - Link

A me stupisce sempre la tensione palpabile che si crea appena si nomina l'aggettivo minerale. :) Non so se la mineralità derivi da una pratica di cantina, il terroir o un misto dei due (come credo in base alla mia limitata esperienza), ma non capisco perché prendere il termine mineralità come quasi un'offesa personale. Molti aggettivi che usiamo per descrivere un vino sono semplici associazioni mentali che non vanno prese alla lettera. L'aggettivo va inteso come una convenzione per creare dei rimandi, provocare delle sensazioni primitive. Per cui qualsiasi termine va bene, se utile a comunicarci una sensazione, anche se non semanticamente corretto.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...concordo con Michelangelo ...

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gaetano citra

circa 2 anni fa - Link

concordo con Luigi Moio....

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valentino

circa 2 anni fa - Link

non 'è un'offesa personale, però significa prendere in giro. Prendere in giro il lettore, perché la letteratura scientifica c'è, e come dice Gaetano, se si vuole fare divulgazione va fatta correttamente. Significa anche prendere in giro il consumatore, perché dire minerale, che non significa nulla, significa ingannarlo. Quando un vino è minerale? quando non c'è niente altro di reale cui aggrapparsi oltre la riduzione. Va bene, ma non vendetecela come una cosa positiva. Penso nel 2022 ci debba anche essere spazio per l'informazione corretta.

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Gaetano citra

circa 2 anni fa - Link

Buongiorno, se si vuole rimanere nel politicamente corretto, la sua considerazione non fa una piega....poi via tutti nel bar cit

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stefano

circa 2 anni fa - Link

Facciamo così...... per semplicità chiedo all'autore direttamente: - mi spiega i processi fisiologici della vite che permettono allo zolfo delle miniere di Tufo di marcare l'uva dal punto di vista del corredo delle sostanze accumulate negli acini per poi spiegarmi i processi chimici che avvengono durante la vinificazione e che quindi marcano il vino con le note minerali? No perchè altrimenti è il TERRAPIATTISMO del vino. In generale se siete dei degustatori, degustate. Non vi occupate di argomenti che non vi appartengono e che sono tutt'ora in via di studio. Il rischio è che poi i lettori si rivolgono a firme straniere e non si creerà mai un vero substrato di lettori pronti anche a spendere un soldo per una rivista Italiana.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Il punto è che la citazione " minerale" è eccessivamente inflazionata quando non la utilizza Gori, mentre quando la menziona lui o qualcuno del blog è pertinente.

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Selva Cerrina

circa 2 anni fa - Link

Complimenti ottimo articolo......Sono un piccolo produttore di vino bianco,con uvaggi simili al Campo del Guardiano, da circa 10 anni facciamo delle microvinificazioni con le più disparate tecniche di cantina(lieviti indigeni,lieviti selezionati, vinificazione con macerazione e non, barrique con e senza batonnage ,acciaio, riduzione e non) in quel di Pitigliano,dove il tufo è quasi ovunque, e posso garantirti che all'assaggio, a prescindere dalla vinificazione,le sensazioni che l'autore indica come "mineralità" c'è sempre, ed è riconoscibilissima; a me piace chiamarlo terroir. P.S. Non dimentichiamoci, che a prescindere dalla situazione attuale, Orvieto, Pitigliano e credo anche Tufo, sono territori che hanno una vocazione millenaria di viticoltura,un perchè dovrà pur esserci.

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Sara Cintelli

circa 2 anni fa - Link

comricordo pazzesco della verticale di Miniere a casa di Angelo, 2009 compresa! Che bomba! Palazzone ho una magnun 2012 che dovrei aprire a breve, mi state incuriosendo molto con i commenti perchè non l'ho mai assaggiato e non vedo l'ora di aprirlo! Saluti(e) a tutt*! Sara

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Non è vero che sul tema della mineralità sia stata detta la parola definitiva. E non è vero che il tema non sia ancora attuale. __ Stimolato sono andato nel mare del web e sull'argomento si trovano decine, centinaia di articoli che dicono cose diverse e contraddittorie. Signori, non ho le IDEE CHIARE perché le idee chiare non le hanno nemmeno gli ESPERTI che hanno studiato l'argomento. Nel senso che non tutti gli ESPERTI concordano su tutti gli aspetti legati alla mineralità: 1 esiste davvero questo descrittore? 2 E se esiste da dove deriva? Dal terroir, dalle tecniche in cantina ecc... __ Prendiamo uno dei più grandi esperti in materia: Attilio Scienza. Nel 2015, in un celebre articolo di Intravino, si legge: "Attilio Scienza esordisce ribadendo il concetto: NON ESISTONO DESCRITTORI propriamente minerali. POI... FINISCE... con l’INDICARNE... in realtà... ALCUNI che lo sono davvero, ma soprattutto invita a SCOPRIRE L'IMMAGINARIO molto ampio che si nasconde dietro a questo descrittore" In queste poche parole c'è tutto: è riassunto lo stato dell'arte sul concetto di mineralità. E, mi sembra, che dal 2015 al 2022 non si sia arrivati a conclusioni condivise dalla comunità scientifica e dal mondo degli ESPERTI che coscoscono l'argomento. Anche il prof. Scienza, ma correggetemi, in questi in questi 7 anni, dal 2015 al 2022, ha rilasciato dichiarazioni che lasciano nel lettore ancora dei DUBBI sulla questione mineralità __ Conclusione. Allo stato attuale delle mie scarse conoscenze, non ho quella chiarezza sull'argomento che è sempre l'obiettivo principale dello sforzp di comprensione, di conoscenza.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Forse il problema é proprio che pretendiamo di acquisire la cultura per parlare di un tema dal web.... bisogna leggere tanti libri. Non si rendono semplici cose che non lo sono.... specie grazie al web.

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Alberto

circa 2 anni fa - Link

Come sempre si confonde il parlar di vino e vini, con il rigore scientifico delle pubblicazioni peer reviewed. Chissenefrega della fisiologia della pianta... Qui interessa sapere le opinioni sulle bottiglie assaggiate e si deve trovare un lessico comune per intendersi... e si, a volte ci azzecca pure il richiamo minerale... non piace? Amen... P. S. trovo il miniere sempre oltre il filo del rasoio, va bene la mineralità, ma spesso si scontra con la puzza di zolfo... trovo che siano interpretazioni più tese a stupire che a raccontare territori e varietà...

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