Cronache Marziane  #6 – The Third Expedition

Cronache Marziane #6 – The Third Expedition

di Emanuele Giannone

I montalcinesi sono marziani particolari, intrisi di secoli di storia, cultura e civiltà del lavoro, bellezza immanente del circondario nonché intrisi, neanche a dirlo, di vino. Ciò spiega il senso di comunità e la tendenza a preservalo dalle incursioni di terrestri screanzati. Sono marziani operosi, risoluti, orgogliosi, quindi tu, o terrestre, non fare come se fossi a casa tua, specie se accordi la tua voce alle tonalità dei clacson e dello stadio, se arrivi col macchinone carico di pretese pacchiane e metropolitane. A casa loro comportati come è dovuto a loro e al luogo. Non attentare all’ilcinesità.

Tre sono le cose che attentano all’ilcinesità e valicano il limite di sopportazione dei marziani: la prima è indubitabilmente l’astemia; la seconda, l’idea di contaminare il sangiovese con altre varietà; la terza è rappresentata dagli atterraggi di astronavi stracolme di trogloturisti (dove il prefisso troglo- vale a connotarli per troglo-ditici oppure, con anaptissi, trogo-li).
Il trogloturista è ubiquo e globale, interclassista e intergenerazionale, non ha un volto, né un’età ed espleta rozzezze che dilagano su terre senza limiti e confini. Arriva e, sulle prime, magari stupisce di fronte a tanta soave beltà raccolta in così piccolo spazio.

Captain John Black felt a great peace come over him. It had been thirty years since he had been in a small town, and the buzzing of spring bees on the air lulled and quieted him, and the fresh look of things was a balm to the soul.

Ma il balsamo per il cuore è effimero. Dopo un attimo di beltà, se ne annamo a magna’, proprio come a casetta o in fraschetta. Quindi svacco, svarioni, caciara, canzoni, bicchieri infranti, musiche a volume da rave neomelodico, parcheggi selvaggi. Ecco, per esempio, i sassoni in una domenica di agosto che stoppano il SUV all’ingresso del parcheggio per cambiarsi in surplace maglietta e sandali da trekking, provocando una coda che serra la Fortezza e un coro verdiano di mortacci, fanculi, xenofobie istantanee e altre tenerezze.

Ecco poi gli astemi, un postumo tra i più strani della sbornia pandemica, che compaiono ai tavoli dei ristoranti con le carte dei vini più spesse. Ed ecco ancora quelli che si svegliano la mattina di Ferragosto e chiamano, come fosse un giorno qualsiasi, una cantina per una visita a mezzodì, sdegnandosi per il rifiuto. Da parte della cantina sarebbe d’uopo il vaffa ma suvvia, deroghiamo al turpiloquio, meglio un diniego di granducale risolutezza; ciò che manda viepiù in bestia il trogloturista, poco avvezzo al no, ai modi urbani, alle zone a traffico limitato. Poco importa al montalcinese l’immancabile commento velenoso su Tripadvisor. Non tornerà, il trogolo? Poco male. Il mondo è grande e le vie del Signore sono infinite.

I dare say there’s lots on every planet that’ll show you God’s infinite ways.

Ove i feriti nell’orgoglio trogloditico decidessero di allontanarsi dal Palazzo dei Priori, si perderebbero molto. Chissà, però, se sulla via di fuga casualmente capitassero a Montisi…

Montisi
La definizione generica di frazione di Montalcino va stretta a Montisi: quattro contrade, l’accademia, due festival, il cinema e soprattutto l’esuberanza diffusa che promana da case, cose, abitanti. Marziani pure loro ma di una schiatta già diversa da quella sotto la Fortezza. Poi, icing on the cake, ecco Portofranco, un posto e un pomeriggio memorabili: Ilaria e Alessandra deae ex machina hanno allestito un poderoso, ulteriore incentivo alla gita da queste parti.

Selezione dei vini ampia e illuminata, in cucina una one-woman band che suona benissimo, bella di forma e di sostanza. Il posto entra negli annali anche per l’iniziazione dell’infanta (anni 4), figlia di genitori viziosi, al vizio della tartare – in realtà l’ha requisita alla madre e se n’è spazzolata la metà. Qui potrebbe capitare anche a voi di bere il Cour-Cheverny Les Acacias 2018 di Hervé Villemade (romorantin): boom! Lunghissimo innesco di miele, melissa, mandorla, cedro e mela cotogna, quindi esplodono presenza e tensione, le fragranze avvolgono morbide e dolci un pugno di sale e una freschezza ingente. Verve e mineralità, potenza salina – si l’on peut dire – persistenza lunghissima e affilata di sale e limone, ostrica, menta, sedano e rabarbaro. Un vino che studia da Manzanilla pur senza provenire da una botte scolma. Promosso a pieni voti.

Mastrojanni
La vita ha le sue toniche, tipo: salute amore amici; e le sue sopratoniche, tipo: wellness flirt followers. La vita ha le sue modali, le modali variano in altezza e ne determinano il modo, maggiore o minore, passioni umori disposizioni d’animo. Poi ci sono le dominanti, gli accordi delle quali risolvono sulle toniche. Vigna Schiena d’Asino risolve sempre sugli accordi di tonica e lo ha fatto anche con la 2008, compatto e ritroso nel primo movimento e vigoroso nei seguenti. Ha tutto, potenza tocco chiarezza energia orchestralità: e quanto lo svolge bene, sotto la direzione d’un tannino serio, saporito, appena levigato dai tredici anni passati. Budget-wise non è vino da tutti i giorni. Ogni tanto, però, concede una possibilità, risolve sulla tonica e così la vita brilla di un po’ più. Per dirla con Bradbury:
It’s not every day… you get a second chance to live.

Le lezioni private
Quaeque mensa, more suo. Non lo disse, né scrisse mai nessuno ma al Ginnasio fui coinvolto in un rocambolesco incidente con la prof a bordo del mos maiorum e ancora oggi ne pago le conseguenze. Comunque: quaeque mensa, more suo e a casa Vitalone (o Giannetti) si usa giocare ogni tanto al gioco del sorso con Cerrino e Vigna Soccorso. Le regole sono poche, ammessi tutti i trucchi, le scorrettezze e i dispetti, tutti fuorché i punteggi. Non c’è arbitro a giudicare, gli imprevisti non mancano mai, si gioca per il gusto di farlo e c’è sempre una rivincita.

“Who are we to question what happens? Here we are. What’s life, anyways? Who does what for why and where? All we know is here we are, alive again, and no questions asked. A second chance.”

A Ferragosto abbiamo bevuto in anteprima e in immodica quantità i 2017, presenti i Tiezzi e vigili – loro, noi appena un po’ meno – sui nostri giochi. Riassunto: Soccorso, evidentemente divertito dal gioco, in distensione sorprendente ed effusione abbacinante, smetteva gli abiti da giovane gnostico e indossava quelli di Beau Brummell. Tutto slanci e profusioni. Cerrino, luciferino, ha preso e rovesciato il tavolo in un turbine, risparmiando i commensali solo affinché riferissero della potenza del bere, ché alla fine il bere trionfa sempre. Energico, teso, fendente, una forza della natura mentre quella della cultura sedeva a capotavola e ci guardava con ilcinese condiscendenza.

Moulin Rouge
Rosso di Montalcino 2019 Baricci. È semplice: si prendono lamponi e ciliegie croccanti, si aggiungono gesso, armelline, radici, elicriso, ginepro (il legno) e liquirizia, dinamizzando con mutevole umore tra carezze e ruvidezze secondo la ricetta segreta del Colombaio di Montosoli. È un prodotto che può causare dipendenza, indurre assuefazione no, dare tanta soddisfazione sempre. Altrimenti detto, in condizioni normali è secondo me il miglior Rosso di Montalcino insieme a quello delle Chiuse; in condizioni speciali gli fanno compagnia un pugno di vincitori ex aequo e lui è vieppiù contento, composto, compreso della sua estrazione e destinazione conviviale.

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

3 Commenti

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Stefano Cinelli Colombini

circa 3 anni fa - Link

Hai, hai, se i feriti nell’orgoglio trogloditico seguissero il tuo suggerimento e si inoltrassero nello stretto sentiero verso Vigna Soccorso non so quanto il comune amico Enzo gradirebbe. È molto gentile, ma non ce lo vedo a maneggiare trogloditi.

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Emanuele

circa 3 anni fa - Link

... tu, piuttosto, che di aneddoti ne avrai a bizzeffe: perché non dare alle stampe un florilegio di fenomenologia dei trogloditi? Da te ne saranno passati tanti e da ogni dove... PS ci vediamo presto alla Taverna. Dopo che, essendo io al momento recluso a bordo di una Kreuzfahrtschiff, qui sottoposto a esperimenti di cucina sado-manieristica, ebbene dopo che Samantha mi ha raccontato di un recentissimo suo passaggio coi suoi felici esiti, ho versato copiose lacrime d'invidia e deciso che devo passare anche da voi.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 3 anni fa - Link

Qui siamo, e se vieni sarò lieto di vederti avventurare su un collo di nana ripieno o magari un caffè in forchetta. Gli aneddoti potrebbero essere tanti, ma prima di raccontarli meriterebbe porsi qualche domanda. È possibile scegliere i propri clienti? E, se si potesse, sarebbe giusto?

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