Cronache Marziane #5 – The Taxpayer

Cronache Marziane #5 – The Taxpayer

di Emanuele Giannone

Voleva essere un bianco della Loira anche lui: “Non sono di Angers o di Tours ma anch’io pago le tasse qui, quello per cui pago le tasse è mio!” Si chiamava Folle Blanche e veniva dal Pays Nantais, agitava i pugni all’indirizzo degli Chenin e dei Sauvignon, gridava di una catastrofe inevitabile, di non volerci essere quando inevitabilmente sarebbero partiti i distillatori. “Se qui nel Pays Nantais non fossero tutti scemi, anche loro vorrebbero essere come voi: bianchi della Loira! Invece no, gli scemi! E finiscono tutti distillati!” Lui no, decisamente non voleva finire distillato.

He wanted to go to Mars on the rocket. He went down to the rocket field in the early morning and yelled in through the wire fence at the men in uniform that he wanted to go to Mars. He told them he was a taxpayer, his name was Pritchard, and he had a right to go to Mars. Wasn’t he born right here in Ohio? Wasn’t he a good citizen? Then why couldn’t he go to Mars? He shook his fists at them and told them that he wanted to get away from Earth.

There was going to be a big atomic war on Earth in about two years, and he didn’t want to be here when it happened. He and thousands of others like him, if they had any sense, would go to Mars. See if they wouldn’t! To get away from wars and censorship and statism and conscription and government control of this and that, of art and science! You could have Earth! He was offering his good right hand, his heart, his head, for the opportunity to go to Mars! What did you have to do, what did you have to sign, whom did you have to know, to get on the rocket? 

In realtà non proprio tutti finiscono distillati, nel Pays Nantais. Lui, per esempio, folle blanche che si fregia del titolo di Gros-Plant (per l’altezza delle rese, in verità, e non del lignaggio), chiaramente non ne aveva la minima intenzione e voleva essere un bianco della Loira. C’è riuscito, sfuggendo al cocente destino già segnato dai business plan di mercanti olandesi e scandinavi del XVI secolo per il Rochelle blanc, petit vin acido molto e alcolico poco, da esportare a basso costo e alto rendimento verso le tavole del Nordeuropa, finito tutto in alambicco quando La Rochelle finì nel secolo seguente sotto assedio.

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I mercanti olandesi non si scomposero e iniziarono a comprare i loro vinelli poco più a Nord, cioè nel Pays Nantais. Non fossero bastate guerre, devastazioni e speculazioni, arrivò poi la concorrenza piuttosto feroce di un cugino più in voga (il melon de Bourgogne), per non parlare di quella del nobiliore Muscadet. Ma lui, il folle bianco che non vuole finir distillato, resiste in inferiorità numerica (e, ahinoi, il più delle volte qualitativa).

Già solo per questo, finisce per suscitare grande simpatia. Proprio come il Pritchard di Ray Bradbury, Taxpayer che voleva scappare su Marte “… and get away from wars and censorship and statism and conscription and government control of this and that, of art and science!” Se, per giunta, oltre alla simpatia suscita in certi casi anche qualche soddisfazione, merita la menzione. Almeno in questi tempi balneari, in cui grossi calibri, chefs-d’oeuvre, pluto- e oniro-vini riposano al fresco delle migliori cantine.

Gros Plant du Pays Nantais 2018 La Part du Colibri, Domaine Le Fay d’Homme (Vincent Caillé)
Folle blanche, 11°. Erba tagliata, mela golden, susina, ananas e fiori in gentilezza. Così pulito, così azzimato, nasconde dispettosamente la sua gracilità dietro la frustata acida che assesta così, d’abord, come a sparar subito l’unica cartuccia e sperar bene. In questo caso, a differenza di molti dei vini della denominazione, non è però l’unica e le seguono, coese e più distese, note di frutta gialla, lime, sambuco e acqua di Seltz con limone e sale. Chiusura piacevole, leggera e dissetante.

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

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