Cronache marziane #3 – The Summer Night

Cronache marziane #3 – The Summer Night

di Emanuele Giannone

È una calda notte d’estate su Marte. I marziani si assembrano, beati loro, ai concerti che si tengono in giro per il pianeta. Durante uno di questi, nello stupore generale, improvvisamente una donna prende a intonare una canzone terrestre. Dopo qualche strofa, terrorizzata, porta le mani alla bocca e fugge. Gli spettatori sono esterrefatti e vogliono sapere: “What words are those? What song is that? What language is that?” Nel frattempo, i bambini prendono a intonare filastrocche in una lingua sconosciuta.

And in a thousand villas, in the middle of the night, women awoke screaming.

Something terrible will happen in the morning.

La mattina seguente, la seconda spedizione terrestre ammarterà (anche se i più preferirebbero dire “atterrerà su Marte”).

Faccio un lavoro bislacco. A modo mio, anch’io ammarto. Mi imbarco, viaggio, approdo in luoghi che spesso mi sembrano extraterrestri. Tra le implicazioni di questo bislacco lavoro ve n’è una che facilmente comprenderà chi lo conosce: non sempre posso bere quel che voglio come invece potete voi, compagni di sete più stanziali di me, liquidi per inclinazione ma non per residenza.

Alcune volte mi dice bene, altre devo confrontarmi con assortimenti che ben figurerebbero sulle carte più esclusive, dal Bagaglino al Grand Guignol fino a Sergio e Bruno Gli Incivili (1). Talora mi capita di conoscere cose che solo i più arruffati beverage depot lungo la Interstate 55 potrebbero spacciare: che siano navi col dumbo in poppa o cantieri caraibici, o della Pomerania Anteriore, o siciliani, quello che passa il convento è il più delle volte la selezione al ribasso operata da un Food & Beverage Manager enoicamente orientato ai beverage depot lungo la Interstate 55.

Avvertenze e modalità d’uso: il primo faccia a faccia con le etichette da crociera è anafilattico. Passato lo choc si torna a guardarle prima con circospezione adrenalinica, poi con banale stupore. Dopo una settimana, le contrarietà si sono fatte più gestibili e la curiosità e la sete sono cresciute. Talvolta quest’esperienza forzosa ed esotica culmina in effetti ora stranianti, ora esilaranti. Prendete, ad esempio, questo coso:

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Bogle Vineyards (Clarksburg, CA), Chardonnay 2016-2017

Lo avevate mai visto prima? Se lo conoscete, tertium non datur: o siete crocieristi incalliti, o poveri commuters lungo la Interstate 55. Questo è un coso mimetico: le credenziali esteriori sono enoiche ma, una volta stappato, fa di tutto per sembrare altro. I bananofili ne trarrebbero grande piacere e addirittura sommo sarebbe quello dei nostalgici delle zigulì alla banana. Il 2016 è propriamente banana liquida o succo di zigulì con complementi d’ananas e albicocca disidratati, sprite, sedano, lubrificante per macchine da cucire, brodo vegetale e susina. La bocca sta al naso come una fotocopia ed è assestata su dolci baci e languide carezze, indulge alle glucidità ma sa frenare in tempo, non stucca. Il 2017 è un platano minor, il fratello banano minore e più smilzo. Al sorso rivela una curiosa affinità organolettica con batida, mojito, oransoda e in progressione sciroppo per la tosse, marshmallow, Coccoina. In questo bananito slim-fit, agrumato e rinfrescato, mandorlato e polymerally correct le correzioni hanno però, proprio come nel romanzo a loro intitolato (2), esiti nefasti e non lo esimono dallo sbraco finale. Proprio come accade nel romanzo a Enid Lambert, con la differenza che qui lo sbraco è mela stramatura grattugiata e stemperata in cera, gelatina medicinale, carciofo e caramello.

Faccio un lavoro bislacco, giro per navi, ammarto per porti e Microsoft Project mi conosce col moniker di Winston Wolf.

 

(1) https://www.youtube.com/watch?v=hoVdSYp5NzM

(2) Jonathan Franzen, The Corrections (2001).

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

9 Commenti

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Vin

circa 3 anni fa - Link

Ci ho provato tre volte ma proprio non sono riuscito a leggerlo.

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Francesco Romanazzi

circa 3 anni fa - Link

A me invece è piaciuto molto. Certo richiede più impegno dei soliti post sulle etichette o sulle orizzontali etc. ma d'altronde è anche questo il bello di internet e di un blog: che ogni tanto, in mezzo alla semplicità o alla banalità dei contenuti, si nasconde qualcosa di diverso e addirittura stimolante, e che ancora, per fortuna, richiede impegno.

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Emanuele

circa 3 anni fa - Link

Caro Francesco, Quand'ero piccolo, quindi ai tempi di Mazzini Armellini Saffi, mi capitava di maneggiare i dischi degli adulti e pensare: "Quando sarò grande, li ascolterò con piacere." Poi, per fortuna, sono cresciuto poco. Kraus diceva invece che la musica che entra da un orecchio e non esce dall'altro è quella che richiede impegno nell'ascolto. Può darsi che l'écrivain non scriva "per il pubblico" in quanto universo ma uti singuli. In questo caso non si adonterà per le pernacchie più di quanto si compiacerà delle manifestazioni di gradimento. It's all in the game. A te, uti singuli, molte grazie.

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Emanuele

circa 3 anni fa - Link

Provarci tre volte in un giorno di festa è comunque un atto di assoluta generosità. Io, addì due giugno, mi sarei fermato prima. Grazie.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Condivido il commento di Francesco Romanazzi. _____ "Una nave ormeggiata in un porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite" (John A. Shedd, scrittore) __ Un giorno ti occuperai di astro-NAVI ancorate in qualche porto della galassia. Nel frattempo raccontaci, anche con una sola frase, le città di mare che raggiungi per il tuo lavoro. E i porti dove ti aspettano navi stanche.

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Nelle Nuvole

circa 3 anni fa - Link

Mi è piaciuto molto, solidarizzo con te Emanuele per la sfiga che porta un certo lavoro. Certe bevute bislacche appartengono al senso di straniamento circoscritto in uno spazio che a poco a poco può diventare un mondo a sé, un altro pianeta.

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Emanuele

circa 3 anni fa - Link

Eh. "È un mondo difficile / E vita intensa / Felicità a momenti / E futuro incerto." Tu lo sai. ("E nostra piccola vita / E nostro grande cuore")

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...divertentissimo...

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Nic Marsél

circa 3 anni fa - Link

l'anima de l'ammartacci ... e per cambiare gusto magari una bella weissbier-haribo?

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