Cos’è per te la Grande Cuvée di Krug? La risposta è nel box con sei edizioni diverse

Cos’è per te la Grande Cuvée di Krug? La risposta è nel box con sei edizioni diverse

di Andrea Gori

La Cuvée che ha sempre contraddistinto Krug è la Grande Cuvée, quella su cui la maison di Reims fondata da Joseph Krug nel 1843 ha basato il suo successo. È anche quella su cui da anni gli appassionati di Krug si accapigliano, sostenendo che sia cambiata in qualche modo. Abbiamo già verificato come in effetti sia cambiata, ma nel senso che oggi accoglie un numero di vini base molto più alto e che quindi contiene una complessità mai vista prima. Il cambiamento, se così si può considerare, in realtà è stato più un arricchimento dell’idea stessa di Champagne in casa Krug.

Quello che invece spesso sfuggiva agli appassionati è che la Grande Cuvée non ha mai preteso di essere sempre sé stessa, quanto semmai di rappresentare il meglio che si potesse ottenere ogni anno unendo i vini dell’ultima vendemmia con le vendemmie precedenti, e i vin de reserve archiviati in acciaio inox nelle caves della maison. Soprattutto, sfuggiva ai meno attenti il perché a volte si potessero avvertire note di una complessità irraggiungibile per molti, e altre volte rimanesse verde e agrumata con pochi appigli di grassa piacevolezza.

Per renderlo più chiaro, da qualche anno sulle etichette della GC compare l’edizione numerata, in maniera progressiva, dalla prima recreation fino all’ultima disponibile. Ciò rende ogni edizione della GC quasi un millesimato a sé stante, e permette di fare a meno di termini complicati come multivintage e simili. In parallelo, l’introduzione del Krug-ID sul retro dell’etichetta permette a chiunque di leggere la storia della bottiglia che ci troviamo per le mani, ed eventualmente valutare se sia il caso di aprirla oppure no. Il famoso e inimitabile gusto Krug è qualcosa che si scolpisce nella mente degli appassionati in anni di assaggio, ma finora non era molto comprensibile il momento in cui la GC cominciava ad avere quella rotondità e complessità biscottata, tostata, che la rende unica. L’occasione di assaggio profondo della GC arriva con l’uscita sul mercato di una cassa da 6 Grande Cuvée in ordine progressivo (dalla 163 alla 166, quindi da quella con l’annata più risalente, 2005, fino a quella con l’annata più giovane, 2010).

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Al di là del collezionismo, un’occasione utile per capire come nel tempo evolve la GC in genere, e soprattutto per cogliere il fatto che la GC stessa è diversa anno dopo anno: chiedersi se sia cambiata diviene una domanda con poco significato. Nel testo di seguito come sempre pn sta per pinot nero, ch per chardonnay e pm per pinot meunier.

161eme Edition – base 2005 65%, reserve 35% – 37%ch 44%pn 19%pm, 134 vini da 12 annate con la più vecchia 1990
Note invitanti di brioche, biscotto di malto, nocciole, fiori ancora freschi e coté agrumato distintivo, poi caramello e burro salato, floreale giallo e note ossidative cangianti e bellissime, canfora e pesca gialla. Mandarino tardivo che si allarga sul palato con struttura splendida e carnosa, con la sua bella ossidazione e piccantezza che stuzzicano e soddisfano, in un crescendo di dettagli che sorso dopo sorso si fanno più ampi. 95

162eme Edition – base 2006 60%, reserve 40% – 35%ch 44%pn 21%pm, 142 vini da 11 annate, più vecchia 1990
Anice, talco, pepe nero, rosmarino, frutto sottile tra mela e lamponi in confettura. Bocca sottile con corpo non molto presente, asciutta, fresca, molto elegante e speziata con tracce di pepe e cacao che continuano per molti minuti, naso in evoluzione importante e sorso lieve forse fanno immaginare che abbia iniziato una fase di stallo evolutivo, di certo una di quelle da consumare prima della cassa. 92

163eme Edition – base 2007 73%, reserve 27% – 32%ch 37%pn 31%pm, 183 vini da 12 vendemmie, più vecchia 1990
Per il nostro palato questa è forse la più incredibile e generosa da bere oggi, con tonnellate di frutta bellissima, canditi e nocciole, floreale, spezia in un equilibrio meraviglioso che incarna quello che la maggior parte delle persone cercano in Krug. Stile e personalità, note dolci, corpose e di pancia, miele, mandorle tostate, frutto maturo anche tropicale poi lama di acidità che prosegue al palato e raffresca il tutto, in un vino che basta a sé stesso e non smetteresti mai di riversarlo nel bicchiere. 97
A parere di chi scrive è la GC nella sua espressione migliore, per un gusto originale che non si ritrova in nessun’altra cuvée in Champagne. Nota a margine: bevuta una bottiglia della stessa edizione pescata nella cantina personale neanche un mese fa, con esiti e godimento esattamente sovrapponibili, a confermare una capacità di confezionare grandi prodotti con una costanza impressionante da parte della maison.

164eme Edition – base 2008 68%, reserve 32% – 35%ch 48%pn 17%pm, 127 vini da 11 annate, più vecchia 1990
L’annata fresca e importante si fa sentire, con uno smalto e un piglio giovanili e bizzosi che scalpitano già al naso che ha grande freschezza e nerbo, croccantezza e succo, lime, mandarino e arancio, pepe bianco, sale e aloe vera. Bocca che mantiene le promesse con rilanci di acidità ficcante, impressionante, su un tappeto di frutta rossa di bosco succulenta. Da aspettare ancora a lungo, come appunto fareste con un grande millesimato, ma in 3-4 anni sarà già un’apoteosi di bellezza. 96+

165eme Edition – base 2009 69%, 31% reserve – 38%ch 47%pn 15%pm, 127 vini da 14 annate, più vecchia 1990
Naso intenso e molto aromatico, lytchees e tropicale, arancio giallo, pepe. Bocca ficcante, acida e succulenta, in un bellissimo equilibrio che in prospettiva rimanda alla 2007 e altre annate con caldo, da aspettare certo ma ha una bella potenza e un brio che la rendono già godibile, eccome, nel bicchiere, dove forse raggiungerà il suo picco di gusto tra un paio di anni. 93+

166eme Edition –  base 2010 58%, 42% riserva – 39%ch 45%pn 16%pm, 140 vini da 13 vendemmie, più vecchia 1998
Questa è la cuvée attuale: decisamente imberbe e giovanissima, fitta di lime, pompelmo, fumé, zafferano, tocco di resina e punte di canditi. È la freschezza davvero a farla ancora da padrona solitaria al sorso, dove svela la sua complessità a poco a poco, con l’aiuto della temperatura si ritrova toffee, orzo, mandorle, pinoli, e in fondo anice, menta, timo e floreale, pesca e vaniglia sussurrati per un finale che fa presagire grandi cose per proporzioni, ma che non consigliamo di approcciare nell’immediato. 94+

153eme

Bonus Track 153eme Edition – base 1997 in jeroboam
Volume al naso alto e sfaccettato, con tostature molto presenti, resina, nocciole menta e finocchio, confettura di bosco e pepe, frutta rossa e canditi, ossidazione bellissima e sontuosa. Bocca ampia, carnosa, piccante, placida ma non doma, lamponi e mirtilli, aloe vera e un finale che si apre poco a poco nel palato regalando un solletico piacevole e ritmato che incanta. 92

La percezione complessiva è ovviamente quella della meraviglia, per riuscire a produrre ogni anno una cuvée di tale levatura. Inoltre, grazie alla capacità del ID code di offrire molteplici chiavi di lettura, gli appassionati troveranno argomenti su cui scontrarsi con amici e commensali. Come linea progressiva notiamo un gusto che soprattutto sulle cuvée più giovani ha preso di petto il problema dell’acidità calante in Champagne, offrendo versioni di GC molto più fresche e scattanti al momento dell’uscita, spostandone però la finestra di consumo più avanti e soprattutto permettendo a questa finestra di rimanere aperta per un tempo per fortuna indefinito. Come a dire: a ciascuno il suo Krug.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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