Cos’è Odeuropa e perché i profumi sono così importanti

Cos’è Odeuropa e perché i profumi sono così importanti

di Elena Di Luigi

È partito a gennaio un nuovo progetto europeo chiamato Odeuropa, un lavoro di collaborazione tra stati che durerà tre anni e che avrà il compito di produrre un’enciclopedia degli odori del continente, dal 1700 agli inizi del 1900. Se avete letto Profumo di Patrick Süskind, attraverso il naso di Jean-Baptiste Grenouille, avrete provato anche voi ad immaginare per la prima volta cosa significasse veramente vivere in una metropoli del XVIII secolo.

Chi non ricorda la frustrazione delle prime timide degustazioni, a fianco di esperti wine connoisseur di fatto o solo di nome? Che sia per professione o per piacere, sentire un vino al naso è cercare le sue impronte digitali, imparare a conoscerle e soprattutto a riconoscerle sotto spoglie diverse. Chiunque abbia perso anche solo temporaneamente l’olfatto, anosmia, sa quanto sia frustrante non poter assaporare un piatto o un vino anche attraverso il naso.

L’olfatto è conoscenza e storia eppure per secoli sia scienziati che studiosi lo hanno trascurato come una Cenerentola dei sensi, tanto che nel 1874 Charles Darwin dichiarò che era stato di poco aiuto all’evoluzione del genere umano. Eppure la colonizzazione, l’urbanizzazione, la rivoluzione industriale, le guerre, tutti i fatti storici si sono manifestati anche attraverso degli odori specifici, legati a quei momenti, molti dei quali persi con la memoria di generazioni passate.

Neanche l’UNESCO che dal 2003 promuove tutto ciò che è riconosciuto come patrimonio culturale dell’umanità, ha mai preso in considerazione i profumi. Lo ha fatto invece il Giappone che, grazie alla lungimiranza di un ministro dell’ambiente, dal 2001 ha classificato i 100 posti più profumati del paese, trasformandoli in aree di interesse naturale e culturale. Anche Istanbul dal 2016 ha una esibizione dedicata all’olfatto, chiamata Scents and the City  dove si possono esplorare col naso i 4.000 anni della civilizzazione dell’Anatolia.

Il progetto Odeuropa è finanziato con 2.8 milioni di euro da EU Horizon 2020, lo strumento con cui la UE sostiene la ricerca. Ma ancora una volta è la collaborazione la vera risorsa perché sono coinvolti non solo scienziati, ma anche storici, chimici e profumieri oltre che esperti di intelligenza artificiale, una vera e propria rete tra Paesi Bassi, Germania, Italia, Francia, Slovenia e perfino GB.

Nello specifico l’intelligenza artificiale avrà un ruolo cruciale nel provare a riprodurre gli odori sulla base di ciò che il naso computerizzato ‘’leggerà” dai testi storici di lingue diverse, ma anche dai dipinti, là dove gli oggetti rappresentati servivano a stimolare l’immaginazione. I dati raccolti saranno vagliati poi da chimici e profumieri perché possano essere ricreati e catalogati in una banca online. L’obiettivo è quello di fare di questo archivio un museo ad hoc, ma anche quello di renderlo disponibile ad altrettanti che vogliano offrire una piccola biografia degli odori, su come si sono formati e come abbiano contribuito a plasmare le comunità e le tradizioni europee.

Per la stragrande maggioranza di noi è stata necessaria una pandemia per riflettere sulle conseguenze della anosmia e sulla serietà di questa condizione. Basti pensare che le cellule nervose che portano al cervello il messaggio delle molecole presenti nell’aria, per esempio il profumo di un vino, e che gli permettono di interpretarle, costituiscono uno dei network più adattabili del corpo umano. Infatti si rigenera completamente ogni sei settimane e il suo buon funzionamento è fondamentale per conoscere ciò che ci circonda.

Quando nel 1990 gli operai della Francia e della GB stavano per sfondare l’ultimo muro che li separava all’interno del tunnel della Manica, i tabloid britannici titolarono che si poteva già sentire l’odore di aglio. Per contro, chiunque abbia messo piede in GB, anche solo una volta, ricorderà il primo impatto con il persistente e onnipresente odore di cipolla.

Ecco, per noi italiani essere identificati con l’aroma dell’espresso è, tutto sommato, un ottimo biglietto da visita.

1 Commento

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marcow

circa 3 anni fa - Link

"Nello specifico l’intelligenza artificiale avrà un ruolo cruciale nel provare a riprodurre gli odori sulla base di ciò che il naso computerizzato ‘’leggerà” dai testi storici di lingue diverse, ma anche dai dipinti, là dove gli oggetti rappresentati servivano a stimolare l’immaginazione". (Dall'articolo) ______ Sono uno dei pochi, nei dibattiti, a parlare di INTELLIGENZA ARTIC IALE e, dell'impatto che avrà, nei prossimi anni, sulla vita di tutti. Anche il mondo della degustazione dei vini sarà influenzato dall'IA. E ho previsto un declassamento degli attuali ESPERTI DEGUSTATORI: avremo sicuramente degustazioni più OBIETTIVE e più INDIPENDENTI di quelle attuali. __ Il prof. Perullo, illustrando il suo libro sul suo nuovo metodo "relazionale" di degustazione del vino, spiegava, in alcune interviste, 1 perché il metodo analitico è diventato dominante e 2 perché bisognava superarlo. __ Come ho già detto, seguo l'approccio del prof. Nicola Perullo. __ L'Intelligenza Artificiale quale metodo favorirà? Apparentemente quello dominante. Ma è ancora presto per dirlo.

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