Cosa fareste esattamente se in una cantina succedesse quello che sto per raccontarvi
di Alessandro MorichettiOggi devo raccontarvi una cosa che mi è successa durante l’ultima rassegna cui ho partecipato. La racconto perché mi è rimasta sullo stomaco e credo che vada conosciuta per capire che, a volte, il mondo del vino è un mondo di merda.
E dunque: finite le sessioni mattutine di assaggio, i giornalisti e i blogger vengono smazzati tra le cantine della regione per un contatto diretto con i produttori.
Scelgo di andare in una delle cantine simbolo perché voglio conoscere la produttrice di uno dei vini più buoni in circolazione.
Dopo quasi 45 minuti di macchina, arriviamo in cantina e veniamo accolti dal marito della proprietaria: con noi ci sono anche un paragiornalista, una giornalista e altre due persone.
Il tizio ci fa accomodare sulle poltroncine rosse di un piccolo ufficio e comincia a raccontarci la storia della cantina.
Si parte da inizio secolo con i suoi nonni che coltivano vigne e commerciano vino sfuso. Negli anni ’60 la svolta con i suoi genitori che imbottigliano i vini dando una svolta al commercio e cambiando, addirittura, l’economia della zona.
Negli anni ’70 lui, l’erede di cotanta stirpe, sposa questa donna e le intesta, come atto d’amore, cantina e vigne.
“Atto d’amore”, ha detto proprio così.
Il resto del racconto verterà sulla sua bravura di commerciante, sulla sua abilità di agricoltore e sulla sua lungimiranza di imprenditore che promuove consorzi e commercio.
Per due, lunghissime, ore. (18-20, escluso il viaggio).
Giuro, un ego tanto smisurato non l’ho mai visto in vita mia: due ore a parlare di se stesso e di quanto è stato bravo.
E in tutto questo tempo la produttrice-icona dov’era? In casa, di sopra, a preparare la cena. Ci ha salutati a malapena, ha abbassato lo sguardo ed è andata via.
Faticava a parlare e si capiva che lei, lì dentro, non contava un cazzo.
Il vino com’era, vi chiederete? Non lo so, o meglio, quella sera non abbiamo bevuto nulla per due lunghissime ore. Era prevista solo una piccola degustazione durante una cena al ristorante a cui non ho partecipato perché avevo prenotato altrove.
Solo chiacchiere e spazzolate all’ego di questo borioso senza limiti.
Ci trasferiamo in cantina per una breve visita prima di partire e, a un certo punto, Mr. Ego si mette in posa vicino alle barrique e cinguetta qualcosa tipo “potete farmi le foto”.
Dopodiché, esce per strada e, con un elegantissimo fischio alla pecorara, chiama la vittima e le intima di far scendere il genero che dovrà accompagnarci.
Lei, la vittima, non scenderà nemmeno per salutarci.
E questa è stata la mia visita. Tre ore di vita perse che rivorrei indietro.
NB: post ispirato da fatti realmente accaduti.
P.s.: qualsiasi commento con riferimenti impliciti o espliciti verrà cancellato, altrimenti il nome lo avremmo fatto noi.
26 Commenti
Marco Prato – il Fummelier®
circa 5 anni fa - LinkPerdonami Alessandro, ma raccontare il peccato senza il peccatore ormai - personalmente - lo ritengo inutile, dannoso e frustrante come portare una bistecca ad un pranzo vegano. Bisogna cominciare ad avere il coraggio di scrivere nomi e cognomi...
RispondiFranco
circa 5 anni fa - Linksi dai... e piazzamola sta foto dalle barrique, che tanto gliene avrete fatte
RispondiStefano
circa 5 anni fa - LinkTrovo singolare che sia la prima volta che ti succede una cosa del genere. Ti avranno colpito le proporzioni questa volta, ma il cliché delle visite ormai è questo, no? I tuoi compagni di sventura ne hanno poi scritto?
RispondiFabio
circa 5 anni fa - LinkCi vuole poco per capire di quale cantina si tratta, Alessandro ha messo molti riferimenti ;-) Sinceramente, anche io, l'estate scorsa sono stato in visita da loro e sono rimasto un po' deluso, fortunatamente però, la visita è durata appena un'ora (facendo anche un salto in vigna) e i vini li ho degustati nel ristorante di fronte. Penso che tutto sommato producano degli ottimi vini e sia una delle cantine più importanti di quella regione.
RispondiFranco
circa 5 anni fa - LinkNiente... ho provato a cercare "marito intesta la cantina alla moglie come "atto d'amore" ", ma torno sempre qui. Può essere che di egolatri ne abbia sentiti tanti; quindi il campo di ricerca è per me molto vasto per cogliere con certezza i riferimenti di Alessandro. Almeno la regione?
Rispondiallora, lo scrivo qui per tutti e per sempre: l'argomento non e' indovinare chi sia, semmai e' indovinare un commento sulla questione. baci e abbracci. [fiorenzo]
Franco
circa 5 anni fa - LinkAh mannaggia Fiorenzo... a saperlo prima avrei seguito lo script :)
RispondiFranco
circa 5 anni fa - LinkComunque facile da dire, meno da fare: faccia di tolla mode on, gli avrei chiesto gentilmente il permesso di parlare con la propietaria.
RispondiNelle Nuvole
circa 5 anni fa - LinkA me non interessa chi siano i personaggi ed interpreti di questa vicenda. Mi fa piacere soprattutto che l'autore del post abbia ritenuto l'argomento importante, così importante da scriverne mettendo in secondo piano l'assaggio e la descrizione dei vini. Anzi, NON scrivendone affatto. A parte il più che disprezzabile maschilismo e l'ancora più disprezzabile narcisismo del personaggio principale, quello che colpisce nel racconto è la modalità della visita, l'accoglienza in salotto-lo sproloquio relativo alla cronologia familiare-la visita in cantina senza degustazione. Colpisce anche la ricerca di una figura iconica femminile e la scoperta che i giochi vengono condotti invece dal maschio di casa, che però sfrutta l'immagine "rosa" che fa tanto notizia. Infine mi colpisce la misura misurata della scrittura di Alessandro Morichetti. Così misurata che in una lettura alla cieca non l'avrei riconosciuta.
RispondiMarco Prato – il Fummelier®
circa 5 anni fa - LinkPerdonami Nelle Nuvole, ma tutti noi (TUTTI) conosciamo ennemila persone e produttori egocentrici, maschilisti, e tutto quanto puoi ricavare dall’articolo di Morichetti. In un mondo, quello del cibo e vino in cui in tempi nemmeno troppo lontani si son fatti boicottaggi, critiche feroci ed offese con nomi, cognomi, indirizzi, taglia di pantaloni e numero di scarpe, poi si decida che il “messaggio più importante” non sia il chi, ma il cosa, mi fa sorridere...amaramente. Non era più importante stabilire chi facesse il vino che non come lo facesse? Questo, molti blog, siti, guide, slowfood, etc ci hanno fatto credere che fosse importante; non conta se il vino è il migliore del mondo...la discriminante è che chi lo fa sia una persona “perbene”. E adesso? Tutto cambiato? Non possiamo sapere quale grande produttore sia un maschilista egocentrico maleducato? Chi lo sa o l’ha capito - e vuole farmi un favore - può inviarmi un messaggio privato o una mail tramite il mio blog. Grazie...io resto dell’idea che se una persona “ha perso tre ore della sua vita che rivorrebbe indietro” sarebbe carino cercasse di non farle perdere anche ad altri...
RispondiMarco Prato – il Fummelier®
circa 5 anni fa - Link...ah, e rispondendo al titolo dell’articolo, “Cosa fareste esattamente se in una cantina succedesse quello che sto per raccontarvi”, la risposta dovrebbe essere: cerco di mettere in avviso il più alto numero di persone possibile. Non tirare il sasso e nascondere la mano...
RispondiDavide Bruni
circa 5 anni fa - LinkMah ... Se il vino lo fa buono, chi se ne frega del narcisismo ....ciao a tutti ✌✌
RispondiMarco Prato – il Fummelier®
circa 5 anni fa - LinkEsatto. Hai ragione. Però dobbiamo decidere: o valutiamo (o giudichiamo, che dir si voglia) i prodotti a prescindere da chi sia o come si comporti il produttore, o - se il suo comportamento/pensiero ha valore per giudicare quello che produce - allora, nel bene o nel male, si fanno i nomi. Parlare male di qualcuno/qualcosa senza specificare, per quel che mi riguarda, ha la (non) valenza di “un amico di mio cugino ha detto” o “una ricerca afferma che...”
RispondiNelle Nuvole
circa 5 anni fa - LinkRibadisco il mio disinteresse nel sapere chi è il produttore e di quale cantina si tratta. Credo che il senso del post sia più generale. Il comportamento del proprietario non è né un crimine né una frode, è solo un modo di fare poco attraente, quindi non ha molto senso spiattellare nome, cognome, ecc. In ogni caso, per fare i compiti per benino fino in fondo, rispondo alla domanda contenuta nel titolo: Dopo mezz'ora al massimo di chiacchiere chiederei gentilmente, ma fermamente, di visitare la cantina e di assaggiare qualche vino. Lo farei alzandomi dalla poltroncina rossa, ricordando al proprietario di aver fissato un appuntamento per questo motivo "visitare la cantina e assaggiare i vini". Chiederei anche di poter incontrare la proprietaria, sempre gentilmente, ma fermamente. Se poi tutto ciò fosse contrastato, gentilmente, ma fermamente girerei i tacchi senza troppi indugi.
RispondiMarco Prato – il Fummelier®
circa 5 anni fa - LinkTu, avresti deciso di comportarti così; quel che (mi) dispiace è leggere un Morichetti, che se non reputassi degno di attenzione ed interesse non leggerei né commenterei, rimanerci così male da scrivere addirittura di sperare di poter riavvolgere il tempo e non perdere tre ore della vita in modo da poterle vivere in maniera più proficua...ma non scrivere chi sia il responsabile di tale perdita, non lo trovo, come dire...giusto?
RispondiAlera
circa 5 anni fa - LinkE se Cenerentola si fosse defilata perché non gli siete simpatici ? Non conosci le donne
RispondiLutelex
circa 5 anni fa - LinkEsatto, non sono una donna ma non capisco come facciate a priori a scartare questa eventualità. Quella cioè che ad esempio non siate molto simpatici alla signora e contestualmente lei stessa abbia deciso di non mostrarsi e abbia preferito rimanere di sopra a preparare la cena . Che non si tratti quindi di maschilismo e di relegare la signora al piano di sopra . Semplicemente magari era tardo pomeriggio, quasi ora di cena e la signora ha preferito non mostrarsi , se non accidentalmente, fatico ad immaginare che venisse sgridata se avesse partecipato all incontro . Facciamoci furbi dai
RispondiPaolo A.
circa 5 anni fa - LinkAh, quindi l'articolo dovrebbe renderci edotti del fatto che a questo mondo ci sono palloni gonfiati egomaniaci? Ne incontro a bizzeffe tutti i giorni, almeno questo ha il merito di produrre ottimo vino.
RispondiPaola
circa 5 anni fa - LinkA me piacerebbe almeno sapere, se l'azienda produce vino biologico, naturale o convenzionale.
RispondiRuggero Romani
circa 5 anni fa - LinkFacciamo un' ipotesi di scuola: il produttore SS vi tiene un'orazione sulle differenze tra vino giudaico e vino ariano, che fate?
RispondiRoberto
circa 5 anni fa - LinkQui in Piemonte non vi avrebbero certo dedicato tanto tempo.
RispondiGenn Gould
circa 5 anni fa - LinkPaola; chi se ne frega del Naturale Bio o convenzionale Cosa cambierebbe? Conosco produttori Bio stronzi come dei produttori convenzionali stronzi. E poi avete veramente rotto con la definizione Naturale.
RispondiSkorobill
circa 5 anni fa - LinkSenza andare alla ricerca di raffinate arguzie: io avrei smesso molto presto di seguire e avrei cominciato a giocare con lo smartphone, probabilmente twittando o scrivendo un post sull’esperienza da suicidio/omicidio. Se non ci fosse stato campo in cantina, avrei cercato una scusa per uscire oppure sarei impazzito.
RispondiMarco De Mitri
circa 5 anni fa - LinkSi ok.... ma il vino com'era???? altrimenti parliamo del nulla! Ho conosciuto diverse superstar, produttori di vini eccellenti nuotare nel proprio "IO" ... quindi che faccio?? Boicotto il prodotto perché il produttore é una testa di M....erlot?? Smetto di ascoltare Kenny Garrett perché non é prorio il massimo della simpatia?? su via ragazzi......
RispondiMara
circa 5 anni fa - LinkDa rimanere a bocca aperta...
RispondiPaola
circa 5 anni fa - LinkComportamento vergognoso...
Rispondivalerio
circa 4 anni fa - LinkHo cominciato a leggere questo articolo pensando si trattasse di qualcosa di interessante per poi capire che non ha nessun senso. Piuttosto che lagnarsi dietro una tastiera non sarebbe stato più consueto esprimere una concreta opinione dinanzi al soggetto!? Al lettore non interessa, di certo non è una esperienza che arricchisce la cultura di un appassionato o un interessato in questo fantastico mondo vinicolo.
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