Controcanto – La schiava ieri e oggi attraverso 12 annate della Gschleier di Girlan

Controcanto – La schiava ieri e oggi attraverso 12 annate della Gschleier di Girlan

di Leonardo Romanelli

La schiava fa parte della storia suditrolese, un po’ come lo speck e lo strudel. Ma in che modo, ovvero a quale livello? In genere come vino quotidiano, il vino da pasto, quasi un compagno abituale del quale non si riesce a capire il potenziale per l’eccessiva vicinanza. Chi ha avuto l’intuizione di farla entrare nei salotti buoni dell’enologia è stato Valtl Spitaler, enologo della cantina Girlan, che ha creduto per primo nella schiava come vino da invecchiamento, oramai più di 40 anni fa, tanto da far conservare le bottiglie di Gschleier che hanno permesso la degustazione verticale.

La Schiava ha avuto una forte contrazione dei consumi nel corso degli ultimi anni, obbligando all’espianto dei vigneti, che sono passati da 3600 ettari coltivati nel 1978 a 840 nel 2015 e tutto lascia presagire che diminuiranno ancora fino a ridursi a 4-500 ettari. Se l’incidenza della produzione è passata dal  69% a 16%, nello stesso periodo i bianchi prodotti in Alto Adige sono passati dal 18% al 60% del totale, tanto per capire come il mercato abbia condizionato in maniera evidente la produzione.

Chiaro che l’immagine della Schiava è cambiata: non più il rosso da “ghiaccio”, ma vino da occasioni importanti tanto che il prezzo dell’uva è schizzato alle stelle. Potrebbe essere la sorella del pinot nero? Chissà, la buccia è delicata, i profumi sono appetitosi ed invitanti, il terreno dove cresce è povero di calcare, potrebbe essere un giusto apparentamento. Magari una selezione clonale riuscirebbe a tirar fuori il clone più adatto al nuovo corso, troppo diverse le schiave presenti nelle vigne.

La prima annata in degustazione è il 1975, 2500 bottiglie prodotte, e nel 2015 è stata riprodotta la stessa etichetta, con un padre e due figli sulla botte: l’artista ha voluto rappresentare così lo stesso Spitaler con il fratello e il padre, anch’essi enologi. La verticale non ha seguito il solito ordine cronologico, la scelta è stata più legata alle caratteristiche di ogni singola annata.

Schermata 2017-01-23 alle 18.56.42

1990 Porpora, pulito, riflessi vivaci. Naso potente e intenso, deciso, fresco, frutti piccoli, erbe aromatiche come timo, molte spezie e profumi terziari (liquirizia, tabacco, cuoio), medicinale. Bocca succosa, e vivace, piena, pulita, molto leggera, morbido (senile). Finale piccolo ma sapido , retrogusto dolce. 87

1983 Rubino, non pulitissimo. Naso evoluto e maturo, confettura, cotognata, mele cotte, intenso, anche spezie ed erbe aromatiche. Bocca media e tranquilla, anche succosa, fresca ed elegante. Finale più largo, tannino appena presente.   86

1985 Rubino, sufficientemente limpido. Naso fruttato dolce, anche susina e pesca e frutta tropicale, qualche frutto di bosco. Bocca di medio corpo, buon peso, dinamica ma fresca, vivace, appetitosa, con tannino ben integrato e presente. Finale lungo e invitante.  89

1976 Rubino, lievi riflessi granati. Naso elegante e invitante, frutti quali  lampone, ciliegia, ribes. Bocca ben alternata nelle componenti, succosa, vivace. Finale in crescendo.  90

1995 Granato, limpidissimo. Naso minerale, non troppo intenso, cioccolato, tabacco, frutto ancora vivo e vitale. Bocca di medio peso, non imponente, ma rilassante, gustoso, tannino calibrato. Finale in buon peso crescente.  89

1997 Tappato. Amaro, non giudicabile.

1999 Rubino, non limpidissimo. Naso abbastanza intenso, fruttato alcolico, etereo, ciliegia sotto spirito, volatile intrigante. Bocca media all’ingresso, poi vivace, acida, abbastanza concentrata. Finale medio e gustoso.  86

2007 Rubino, non limpidissimo. Naso maturo, tabacco, cuoio, prugne cotte, more in confettura. Bocca un po’ morbida, succosa e di buon peso, cremosa vaniglia nel retrogusto. Finale prolungato.  86 

2009 Porpora, pulito, limpido. Sentori floreali, frutti rossi come lamponi, erbe aromatiche fresche, timo e maggiorana. Bocca pulita nella struttura ma fragile. Finale gentile.  85

2010 Porpora, abbastanza limpido e pulito. Naso intenso e concentrato, frutti variegati, polposi, interi, rossi e neri in alternanza. Bocca calda e succosa, piena e vivace, tannino deciso. Finale in crescendo, ripulito sul finale.  88

2012 Porpora, pulito. Naso quasi affumicato, intenso, frutti come more e ribes, poi ciliegia, cenni vegetali di sottobosco. Spezie, chiodi di garofano e cannella, non intense. Bocca corposa, fresco, gentile, invitante. Finale in progressione positiva.  89

2015 Porpora, pulitissimo, vivace. Colore che sembra rosato. Intenso, potente, fresco, vivace al naso. Bocca succosa, elegante e piena, fresca e godibile. Finale in crescendo positivo, fresco, di giusta concentrazione.  87

 

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

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