Confronto tra Cru adiacenti di Marsannay: due vini uguali o diversi?

Confronto tra Cru adiacenti di Marsannay: due vini uguali o diversi?

di Simone Di Vito

Ho un amico che si sta sempre più appassionando al vino: assaggia tanto e a mio avviso ha già un buon palato. Tra tanti vini provati, pochi giorni fa mi ha confessato di avere un debole per il pinot nero –strano eh! Una debolezza nata però sotto il segno di soli vini italici (precisamente pesaresi), ma che avrebbe bisogno di un pizzico di polvere da sparo in più per esplodere definitivamente.

Lo capisco, è difficile non essere attratti da quel vitigno tanto nobile quanto arcigno, ormai stramaledettamente costoso, specie se proveniente da una certa zona d’oltralpe, zona da cui vista l’attrazione e i costi cerco il più possibile di tenermi lontano, ma non sempre ci riesco.

Così, con la scusa delle feste natalizie ho deciso di concedermi un confronto e dare a lui un piccolo saggio, optando per due noir con prezzi umani (per il momento, perché per ambedue la dicitura premier è alle porte) ma che dubito non possano dare quel q.b. di Côte d’Or a chi ne è affascinato pur avendo assaggiato ancora poco in materia. Ho preso un paio di Marsannay.

In memore delle tante pippe mentali (o seghe se siete più amanti del legno) che normalmente mi faccio – mi sono fatto e ancora un po’ mi farò – su questi vini, per non esasperare troppo il confronto avevo cercato un più sobrio ”stesso cru in due annate diverse” o “due produttori diversi dello stesso cru e annata”, ma la disponibilità mi ha poi “costretto” ad avventurarmi nel più fumoso dei confronti: tra due cru adiacenti e di pari annata.

Per entrambe il produttore era lo stesso, il Domaine Bart, azienda che non ha bisogno di presentazioni, e che offre nel suo portfolio vin de Bourgogne per tutte le tasche: dai mitici Grand Cru come Chambertin-Clos de Beze e Bonnes-Mares (da prezzi comunque più “terrestri” rispetto ad altri), fino ad arrivare alle specialità della casa come alcuni Santenay, Fixin e diversi Marsannay.

I due cru in questione sono Le Longeroies e La Montagne, entrambe nel comune di Marsannay-la-Côte. Vigne adiacenti almeno per quel che riguarda il pinot noir, mentre lo chardonnay interessa solo le parti superiori di En La Montagne, e pochissimi filari nel Longeroies. La grandezza è nettamente a favore di quest’ultimo, che è esposto a sud-est e vanta circa 34 ha totali divisi in due sezioni: Dessus des Longeroies e Bas Longeroies, dove la prima, confinante con una fitta area boschiva, vanta maggior presenza di calcare e arriva a superare i 300 metri di altitudine, mentre la seconda, più bassa e maggiormente argillosa, scende fino ai 270; di queste poi solitamente se ne fa un’unica cuvée. Tra l’altro il Longeroies è uno dei cru più considerati della denominazione insieme al Les-Gras-Tetes e al Clos-Du-Roy, il suo naturale prolungamento nel comune di Chenôve.

La Montagne invece vanta un area di poco superiore ai 4 ha, è esposto a sud, condivide la stessa collina col Longeroies ed è distribuito in quattro parcelle distinte: come detto in precedenza, quelle più ripide e fresche in cima (>350m) interessano lo chardonnay, mentre la parte più bassa (>290 m) decisamente più pianeggiante è destinata quasi totalmente al solo pinot noir. Inoltre En la Montagne è uno degli ultimi cru di Marsannay ad esser vendemmiato, dato da non sottovalutare ai fini della comparazione.

(Informazioni tratte da “Le vigne della Cote d’Or” di Armando Castagno)

Tra le migliori rappresentazioni delle due parcelle in bottiglia adatte a questo tipo di confronto avrei voluto quelle di Sylvain Pataille, ma visti i costi (quasi il doppio), con €57* totali abbiamo portato a casa comunque un buon risultato.

Schermata 2021-12-22 alle 11.06.00

Assaggi

-La Montagne 2018
Cacao amaro in polvere e leggere punte speziate di chiodi di garofano appena stappata, per poi aprire a rose rosse e ciliegine da aperitivo, snello e gentile quanto perentorio, per una trama al palato pulita, elegante e tutta all’insegna dell’acidità. Non il più considerato tra i futuri premier cru di Marsannay, ma espressività e attrattiva non gli mancano affatto. Tra i due è sembrato quello maggiormente pronto e goloso.

-Les Longeroies 2018
Rubino dal tono più profondo, anche qui lieve spolverata di cacao data dalla tostatura del legno, poi subito ciliegia e vampate di ribes su un sottofondo di fiori e foglie secche, complessità e corpo più evidenti rispetto al La Montagne, ma nulla di così robusto da affaticare l’assaggio. Stessa trama di eleganza e profonda acidità, ma con tannino più in evidenza, anche se comunque leggero e verdognolo, che suggerisce maggior attesa del fratello minore.

Conclusioni
Due belle espressioni che meriterebbero un re-match tra qualche anno. Due cru che a parità di vitigno, azienda e vinificazione hanno comunque le proprie divergenze, per altitudine, esposizione, composizione dei suoli, periodo di vendemmia, ecc, ecc.

In un post di qualche mese fa su sei cru di Barbaresco scrissi che in quel caso era più corretto parlare di sfumature, che si faranno sempre più evidenti con gli anni di evoluzione: perciò anche qui lo stesso risultato? Non proprio, perché anche se non così netta, stavolta la differenza nel bicchiere era più evidente, e forse una spiegazione me la suggerisce proprio il vitigno: dove il nebbiolo anche in presenza di suoli ed esposizioni diverse uniforma un po’ di più il confronto con materia e presenza tannica, il pinot noir non ha invece tratti somatici così marcati, e probabilmente traduce in modo più fedele le particolarità del terroir in cui risiede. Tutto ciò è esaustivo? Magari, e a distanza di qualche giorno infatti nuovi dubbi e incertezze riemergono. Roba da nerd consumati insomma, che dopo un po’ ti porta a considerare la teoria del relativismo, e a pensare quanto tali ragionamenti spesso siano inversamente proporzionali alla loro utilità; eppure mi piace tanto farli.

Come i monaci cistercensi, non mi rimane che levarmi lo sfizio e assaggiare la terra di vigne adiacenti nei due territori: non sarà piacevole come bere vino ma forse riuscirò a sciogliere i miei amletici quanto leziosi dubbi, forse…

 

*P.S. Dopo aver ricontrollato la fattura di acquisto, rettifico sul prezzo totale delle due bottiglie: nei 57€ totali infatti avevo dimenticato di scrivere “spedizione compresa” (46+10,99).

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La Montagne e Le Longeroies al calice

 

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

29 Commenti

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Nicola Micheletti

circa 2 anni fa - Link

Molto interessante! Mi fa piacere leggere di tanto in tanto degli articoli dedicati alla Borgogna accessibile ai poveri mortali! Anche io sono all’incirca nella fase del tuo amico (con differenza che io mi sono concentrato sui Pinot Neri altoatesini). Ho scoperto recentemente (con grande gioia) il Domaine de Villaine e il Domaine Maillard Pere et fils che hanno degli ottimi vini a prezzi abbordabili, altri nomi di questa categoria sono super apprezzati.

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Ciao e grazie. Come costi alcuni produttori di Marsannay come Bart e Huguenot sono ancora accessibili... Anche se a distanza di un solo anno gli stessi vini sono aumentati di quasi 10 euro a bottiglia... ma parliamo sempre di Côte d'Or. Mentre per quanto riguarda uno dei nomi che hai fatto, non so se lo sai ma il Domaine de Villanie, a Bouzeron, è di proprietà di un certo Aubert e moglie... Comproprietario nientepopodimeno che del Domaine de la Romanée-Conti. A mio avviso non abbordabilissimi ma comunque di livello. Saluti

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Nicola Micheletti

circa 2 anni fa - Link

Sì lo sapevo che il proprietario è quello di DRC! In effetti fa un po’ di effetti quando la scopri. Io ho trovato il loro La Fortune a circa 40 euro e a mio parere è un buon rapporto qualità/prezzo, se ho capito bene fanno anche un ottimo Aligoté che devo provare.

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Io di loro provai proprio l'aligote "Bouzeron", forse avrei dovuto attendere ancora, ma era già preciso come un orologio... Se ti capita vale la pena

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Bouzeron decisamente buono, il suo chardonnay ancora di più, soprattutto con qualche annetto. Davvero validi anche i rossi. D'altronde seppure la zona non sia tra le più titolate diciamo che il proprietario non è proprio l'ultimo arrivato....

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Grazie Simone, altro che "fumosa", secondo me la degustazione più istruttiva è proprio quella che hai fatto tu, tra parcelle diverse della stessa annata e della stessa azienda, perché immagino li vinifichino allo stesso modo. Se non ho capito male, hai provato due lieux-dits (o climat), perché la dizione "cru" in Borgogna te la casserebbero per Marsannay. La AOC ha una storia stranissima per altro; tu hai notizie di quando potrà venir approvato il passaggio dei climat migliori a 1er cru? Speriamo non troppo presto, così intanto facciamo scorta di bottiglie a prezzi umani!

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Grazie Stefano, se non ricordo male si parlava di dicitura 1er per i 14 Villages di Marsannay dall'annata 2019, e difficilmente subirà ritardi questa cosa purtroppo... Anche in un'altra zona di qualche km più giù, a Fuissé, dissero 2020 e così è stato, tanto è vero che già ho visto alcune loro etichette in anteprima con dicitura 1er e prezzi superiori di almeno il 20/30%. Per esempio: un BART - Les Longeroies 17 lo scorso anno lo presi a 21... Questo 18 già 29€ Spero non lievitino ulteriormente ma se tanto mi dà tanto purtroppo... Saluti P.s. ho appena controllato la fattura di acquisto, ed ho rettificato il prezzo totale nel post

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Rino

circa 2 anni fa - Link

Non so se è possibile, ma potresti indicarmi alcuni siti dove trovare Borgogna a prezzi umani come quelli assaggiati nell'articolo? Grazie in anticipo

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Le trovi su lespassionnesduvin.com ,che poi è il sito dove le ho prese.

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Rino

circa 2 anni fa - Link

Grazie mille

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

Le varietà precoci come il PN sono molto più reattive agli agenti esterni rispetto alle tardive e penso che sia un punto che vada toccato con le pinze, perché spiegherebbe un sacco di cose sulla vera vocazionalità di un territorio.

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Ciao Mattia, se non ricordo male tu produci vino in zona Oltrepó, quindi immagino tu conosca bene la varietà. Per quanto mi riguarda ho tratto le mie conclusioni basandomi solo su quello che ho sentito nel calice. Trovo comunque molto interessante quello che hai scritto nel commento, ed è un qualcosa che voglio approfondire, ma che in pratica avvalora un po' la mia tesi. Poi immagino che molto dipenda anche dai cloni utilizzati giusto? Per esempio in Oltrepó (se non ricordo male) si usa molto il VCR20, più resistente e ricco di polifenoli... Quindi anche più tardivo e meno sensibile al terroir dove risiede. Saluti

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

In OP è stato piantato di tutto; io mi sono trovato una vigna piantata con tre cloni differenti (uno da rosso e due da base) di origine francese ma piantati alla con criteri nostri, quindi a 5000 piante ettaro circa. Il lavoro sulla ricerca di equilibrio non è stato così scontato… ora sono felice di quello che esce, molto felice. Se piantassi la stessa vigna 100 30 metri dopo ( dove cambia esposizione), non arriverei a cogliere uva adatta a fare un Pinot da rosso.

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Prima o poi dovrò assaggiarli i tuoi pinot nero.

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

Quando vuoi ti aspettiamo.

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Paolo A.

circa 2 anni fa - Link

L'importanza del terroir è innegabile. Ma nessuno mi toglie dalla testa che le micro zonazioni (che in Borgogna arrivano a livelli estremi) siano una costruzione essenzialmente culturale (e commerciale), senza nessuna base oggettiva.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Anche io non ci credevo, finché non sono andato a trovare un amico a Gevry Chambertin. Mi si è aperto il mondo della Borgogna, soprattutto per i rossi. Si è chiuso quel mondo qualcbe anno dopo, per via dei prezzi di cui si scrive qui sopra. Le denominazioni più celebri (e non lo sono per caso) sono inaccessibili, anche a livello di villages: Pommard, Volnay, Chambertin... ormai chimere per noi mortali. Rimangono alcune AOC meno blasonate (Mercurey, Auxey-Duress, le Haut Cotes di Beaune e Nuits...), ma davvero ci sono grandi differenze con le grandi zone. E in altre parti del mondo il pinot nero dà esiti completamente diversi, anche se ottimi.

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Paolo A.

circa 2 anni fa - Link

Ma io non sto parlando di differenze a livello comunale ma di differenze, percepite nel bicchiere (almeno così si sostiene), fra parcelle che distano letteralmente decine di metri. In tal caso per me la differenza, se esiste, sta nel manico del produttore.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

No no Paolo, mi son spiegato male. Davvero 100 metri fanno la differenza in Borgogna! Pensavo fossero scemenze del corso AIS, ma quando sei lì e assaggi i differenti cru della stessa denominazione, vinificati allo stesso modo dallo stesso produttore, ti rendi conto che le differenze possono essere eclatanti. E capisci anche, vedendo la disposizione dei terreni, perch6 un Grand Cru costa così tanto rispetto a 1er, e perché un 1er costa più di un Villages, e così via... (oltre che sentire tutto nel bicchiere, ovvio). Almeno, a me ė successo così, folgorato sulla via di Digione

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

Paolo , il dedalo di variabili / sensazioni percepite all'interno del sistema Borgogna è spaventoso : perchè il Pinot Nero è il vitigno più plasmabile , modellabile e difficile in assoluto ... ma anche per lo "Chardonnay di Beaune/Borgogna" , con qualche distinguo meno selettivo rispetto al dirimpettaio rosso . Concordo che il "manico" è la variabile fondamentale, in molti casi anche superiore persino alla classificazione (non solamente come quotazione economica) . Quindi , se combiniamo in termini di variabili : a) Bravura/abilità del produttore - b) Classificazione parcellare ( le quattro classiche + Lieu Dits) - c) Andamento climatico ( annata) ... non di rado si riscontrano rivoluzioni qualitative e sensoriali che nulla hanno a che vedere con la semplice classificazione . ..

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Verissimo, però mi pare che negli ultimi anni il valore dell'annata sia stato ridimensionato; ho visto invece che danno molta importanza all'età delle vigne (ovviamente quando non possono denominare 1er o Grand Cru), il che piano piano sta arrivando anche da noi.

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Nicola Micheletti

circa 2 anni fa - Link

Concordo con te. La zonazione è una cosa sacrosanta per valorizzare diverse aree che effettivamente danno vita a prodotti diversi (penso alle DOC di casa mia, Valpolicella e Soave, dove davvero cambiano le cose tra una valle e l’altra). Tuttavia se portata all’eccesso la zonazione diventa un po’ ridicola o, sospetto, fin troppo furba. Personalmente alcune MGA del Barbaresco mi paiono più un atto di fede nel bicchiere che non una reale differente resa del terreno. Tutto sommato però credo che in Borgogna sussistano davvero sensibili differenze in vigne tra loro distanti pochi km.

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Franca

circa 2 anni fa - Link

In che modo il pinot nero risulterebbe più "reattivo" agli agenti esterni?

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

Impasto del terreno, esposizione, epoca vendemmiale. Su certi vitigni incidono un po’, sul PN portano a stravolgimenti.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Les Vignerons de Bourgogne hanno... ZONATO... anche le poltrone del salotto... dove ESPERTI e Appassionati... posent leur cul. ____ Come si può evincere, dal dibattito interessante, su questo argomento... in discussione da molti anni... non si è fatta ancora piena luce. Non ho "studiato", come di solito faccio, l'argomento: quindi non ho una conoscenza profonda delle problematiche. Su questo argomento dovrebbero esprimersi prima di tutti degli ESPERTI con le palle. In due sensi: 1che conoscono bene l'argomento 2 che siano fortemente INDIPENDENTI. Cosa intendo per fortemente Indipendenti? Un... "innammorato"... di una donna, di uno sport, di una religione, di un piatto regionale, di un film ecc... non sarà "mai" obiettivo e indipendente nei giudizi. E per essere Indipendenti bisogna anche... soulèver le cul... dalle poltrone dei salotti... des Vignerons de Bourgogne. ___ Ho, come vi ho detto, una profonda conoscenza in FRUTTICOLTURA che ha delle somiglianze nelle conduzione di una vigna(ho parenti e amici che coltivano vigneti ma non ho una diretta esperienza pratica della conduzione di una vigna) Quindi conosco bene l'importanza del MICROCLIMA, l'importanza dell'Esposizione di un suolo, che non si possono controllare. Il SUOLO ha una sua importanza ma..attenzione.. si può intervenire in vari modi... per attenuare o correggere alcuni limiti...per migliorarlo. Orbene, anche un bambino che conosce bene un fruttetto si accorge che tra mille piante da frutto della stessa cultivar ci sono piante che quasi ogni anno producono dei frutti migliori delle altre piante(più grossi, più precoci, più saporiti ecc...) Ma quando ci sono le ANNATE AVVERSE queste differenze si attenuano o scompaiono. Infatti, leggendo qualche articolo sulla zonazione dei vini in Borgogna le cose si complicano proprio nelle annate con avversità climatiche. ___ La differenza... che è enorme... tra un frutticultore e un viticultore-che-vinifica... è che il viticultore può intervenire anche... dopo la coltivazione e la raccolta... in CANTINA. ___ E in cantina, signori, si possono... FARE MIRACOLI. ___ Nel senso che oggi si hanno a disposizione TECNICHE E TECNOLOGIE impensabili...quando mio nonno... faceva il vino(e lo sapeva fare). Chi può stabilire cosa è successo nelle CANTINE des VIGNERONS DE BOURGOGNE nelle ANNATE AVVERSE? Perché, signori, è in quelle annate che si vede veramente il MANICO... di un 1 frutticultore 2 viticultore 3 vinificatore

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Mattia Grazioli

circa 2 anni fa - Link

Ok le annate difficili vanno interpretate, ma questo in tutto il mondo e in tutte le colture agricole. Loro sono, mediamente, molto bravi perché accettano meno di noi il compromesso ( o per lo meno non lo magnificano come un pregio). Chi lavora certe vigne punta solo a fare il miglior vino possibile, guardando molto poco ai costi aziendali, cosa che da noi non sempre accade, purtroppo.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Nessuno può escludere che si possa arrivare, en Bourgogne, all'ULTRA-ZONAZIONE. Cosa intendo? Gli Appassionati di Tutto il Mondo potranno prenotare 1(una) bottiglia di vino... ultra certificata, ultra millessimata... prodotta da pochissime piante...sulle quali i Vignerons, per distinguerli, metteranno la foto degli amatori che hanno prenotatom A conclusione dell'invecchiamento tutti gli appassionati del mondo che hanno prenotato parteciperanno ad un evento che prevede la cerimonia di consegna della bottiglia dal Vigneron all'amatore. Saranno invitati i migliori esperti a livello internazionale per una verticale tra soltanto 10 delle bottiglie prenotate. Il vincitore della verticale avrà diritto a dormire... per una notte... sulla speciale e unica POLTRANA-LETTO del salotto del Vigneron... sulla quale nessuno potrà sedersi durante l'anno.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Ogni bottiglia avrà un prezzo che oscillerà tra 5.000 e 10.000 euro. Ed è comprensivo del 1 viaggio in aereo per l'evento-consegna 2 pernottamento in un 5 stelle L 3 Due raspi dei grappoli serviti per vinificare la bottiglia. I raspi, comuque, potranno essere venduti tra coloro che non si sono potuti permettere la prenotazione. 4 pulitura delle foto appese nel vigneto dopo ogni trattamento antiparassitario ad opera di immigranti provenienti dall'est europa.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

CITO da Marcow ...battuta ma non troppo : " Ogni bottiglia avrà un prezzo che oscillerà tra 5.000 e 10.000 euro" ...se parli di Musigny di Roumier o Domaine Leroy , Romanée Conti o Montrachet di domaine Leflaive , prenoto un bancale , anche senza viaggio aereo e speciale e unica POLTRANA-LETTO del salotto del Vigneron. ammennicoli descritti compresi ...

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