Col vino tutto è più buono e adesso hai un’altra scusa valida
di Antonio TomacelliOggi è sabato e, come sempre, nel weekend siamo portati ad allentare i freni inibitori, complice una giusta dose di alcol che, a seconda dei casi, chiameremo primitivo di Manduria o gin tonic. L’alcol, lo sappiamo, rilassa e ci rende “socievoli” nonché più disponibili verso il/la prossimo/a. Quello che non sapevamo, e che di recente alcuni scienziati hanno scoperto, è la pericolosa azione esercitata sui neuroni che, stimolati dall’alcol, rilasciano un peptide chiamato AgRP (agoti-related protein). L’azione di questo peptide mette una fame che a placarla non basterebbero due pizze al bisonte selvaggio per sera. C’è di più, c’è di peggio: comportandosi come un simil-oppiaceo, l’alcol renderebbe piacevole e gustoso al palato qualunque schifezza ingurgitata, falsando la nostra percezione dei sapori e dei profumi.
Vogliamo accennare per un attimo alle conseguenze? La panza alla Homer Simpson sarebbe l’effetto più sgradevole e impattante ma c’è ben altro di meno visibile perché più subdolo. Si diceva degli effetti distorti sulla nostra percezione dei sapori: ora immaginatevi nella parte dell’esperto gourmet alle prese con un menù degustazione chilometrico, a cui sono associati tanti vini e alcolici quante sono le portate e chiedetevi: non sarebbe meglio una bella caraffa di acqua liscia che depura i neuroni e vi rende giudici imparziali? E se anche non foste dei giudici non sarebbe un modo per degustare al meglio una cena over 100 eurini?
Lo so che siamo su Intravino e certe abiure non andrebbero neanche accennate ma, che devo dirvi: ho provato la parmigiana di melanzane di Mammà da sobrio e…l’ho rivalutata!
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