Chi fa polemica sui vini costosi ha rotto il cazzo

Chi fa polemica sui vini costosi ha rotto il cazzo

di Daniel Barbagallo

“Se dé meínt a tòt tag saltaré mai fora parche un a la vol cotà e cleter a la vol cruda”, tradotto per i non modenesi: “Se ascolti tutti non ne verrai mai fuori perché c’è chi la vuol cotta e chi la vuole cruda”.

Ogni volta che si parla di un vino pregiato, apriti cielo. Levate di scudi di chi si indigna perché sarebbero vini “da ricchi”, arrivando a parlare di scarsa sensibilità nei confronti di chi non può permetterseli. Peccato non ci sia la stessa verve quando su riviste o blog si parla di auto di lusso o vestiti firmati: io non posso permettermi una Lamborghini ma non me la meno se qualcuno ne parla.

In questo spazio, su riviste o pagine dedicate, c’è posto per tutto e tutti, dai vini migliori della GDO agli approfondimenti sul Verdicchio fino alle orizzontali di Romanée-Conti, vini per tutti i gusti e per tutte le tasche e ogni volta mi chiedo: che problema hanno alcuni lettori coi vini costosi? Purtroppo il mercato è impazzito e con i paesi emergenti disposti a spendere cifre folli per determinate bottiglie, bere grandi vini (per storicità o altro) è sempre più difficile ma non impossibile: ovvio che le persone facoltose non abbiano nessun problema a bersi uno Chateau Latour del ’61 a collo e magari dentro ad un cestello del ghiaccio o un Richebourg di Leroy a colazione (beati loro), ma la questione non può essere ridotta al solo conto in banca.

C’è uno stuolo di grandi appassionati di ogni estrazione sociale che ho conosciuto in venticinque anni di frequentazioni enoiche e vi assicuro che è composto proprio di persone che non riescono a rinunciare all’emozione di confrontarsi con certi miti liquidi. Quello che fa la differenza è il livello di passione o meglio di amore che si nutre per questo mondo, e come ogni amore non è avaro di delusioni e di bottiglie per le quali si rimpiangono i non pochi sforzi fatti per accaparrarsele. Scontato dirlo ma ovviamente si può bere bene, spesso benissimo, senza spendere della fortuna.

Ma torniamo ai fatti. A noi enostrippati della prima ora non resta che goderci quello che abbiamo acquistato e messo in cantina quando di certe bottiglie non interessava una emerita fava a nessuno (e per di più costavano quanto un paio di jeans). Ma cosa fare per il futuro? Io personalmente ho parecchi gruppi di amici con cui bevo con formule diverse e vi assicuro che ci si possono togliere parecchi sfizi al costo di una bella cena per due in un bel ristorante. E spesso non mancano le sorprese, come capitò avendo accanto un Meursault Perrieres e un Dettori bianco (e io preferii il secondo, che non a caso è uno dei miei vini del cuore).

Sento molto questo argomento perché la solfa delle bocce costose ha davvero rotto il cazzo: nel mio giro di amicizie c’è gente che cambia tre telefoni all’anno ed altri che hanno biciclette che costano come una boccia di Rousseau al mese per un anno intero. Pensate a cosa smuove le vostre viscere e a cosa siete disposti a fare per quella cosa prima di fare sermoni agli altri, quello che smuove le mie e quelle di quelli come me è il vino quindi se non siete Gandhi o Madre Teresa di Calcutta potete anche evitare il sermone.

Le critiche ed i commenti sono bene accetti se fatti nel merito e non per partito preso, anche perché sappiate che i veri appassionati dai mezzi economici normali le grandi bottiglie tendono più a stroncarle che a celebrarle solo per il nome che portano. Proprio perché acquistarle è costato fatica, ricerca e sbattimenti vari, e quando un Barolo Paiagallo 2006 di Canonica fa saltare il banco siamo bel lieti come ho fatto io di raccontarlo in modo che tutti possano provare cosa vuol dire bere un grande vino.

Detto questo, io continuerò a bere Lambrusco quando mi va e Romanée Saint-Vivant quando potrò. Scriverò raccontando le mie esperienze per chi le vuol leggere e agli altri dico che se dovessi scrivere quello che volete leggere voi quello sarebbe un dettato ed io le elementari li ho fatte tanto tempo fa.

[Foto cover: WineNews]

avatar

Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

55 Commenti

avatar

Stefano

circa 2 anni fa - Link

A quando un bello squillo come "I titoli con l'espressione rompere il c. hanno rotto il c." ? D'accordo invece sui contenuti; da studente squattrinato risparmiavo per potermi permettere bottiglie o pasti in ristoranti blasonati. In fondo è stato un investimento nella mia formazione, perch6 poi ho lavorato come professionista nel settore e ai tempi non esistevano possibilità di imparare, se non sul campo. A riguardo però dubito che oggi uno studente squattrinato possa fare lo stesso, perché i prezzi sono aumentati esponenzialmente. Personalmente è subentrato il concetto di "sobrietà" (d'accordo, parlando di vini non è forse la parola più adatta...): come non mi compro un telefono da 1100 euro, fatico ad acquistare bottiglie a più di 100 euro per uso personale. Se devo fare un regalo, invece è diverso. Anche i ristoranti stellati mi sembrano sempre più sproporzionati; non mi trattengo invece nella scelta di un bell'hotel, se ne vale la pena.

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Il titolo è mio e stiamo pensando di serializzarlo perché rende in pieno il senso :-)

Rispondi
avatar

Emanuele

circa 2 anni fa - Link

Io continuo a restare esterrefatto di fronte al tuo procedere bustrofedico tra Andrea Vitali e Alvaro Vitali, senza soste intermedie.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Concordo sulla scarsa originalità del titolo, che presumo non sia stato concepito dall'autore del post perché in quel caso l'avrebbe scritto in dialetto modenese. Concordo completamente con il senso del post, un senso talmente sensato che non avrebbe avuto motivo di essere scritto, se si vivesse in un mondo perfetto. Purtroppo sguazziamo invece in un oceano di ditini alzati, pelouovisti, rosiconi o duri e puri.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Ho polemizzato, rompendo... il clima, su argomenti fortemente CORRELATI e mi spiego meglio. 1 Quando ne abbiamo discusso ho detto chiaramente che si può discutere di TUTTO e, quindi, anche di vini costosi. 2 Ma, subito dopo, ho detto che a me interessa il MODO in cui si scrive di vini costosi( ma vale per qualsiasi vino). Come lettore, consumatore, ecc... voglio RECENSIONI INDIPENDENTI e non... esaltazioni di (falsi) MiTI. E non ci siamo arrivati(E penso che non si arriverà mai) 3 Il PREZZO e il Rapporto Qualità Prezzo sono stati definiti "DETTAGLI VENIALI" che turbano la "Narrazione" del vino. Siamo lontanissi da quel che io intendo per RECENSIONE di una CRITICA ENO-GASTRONOMICA... indipendente... al sevizio del cliente, del bevitore, ecc...

Rispondi
avatar

Vinologista

circa 2 anni fa - Link

Chateau "Larour" dev'essere un castello nel modenese.....

Rispondi
avatar

Sancho P

circa 2 anni fa - Link

Ricordo bene quando uscì il Paiagallo 2004 di Canonica. 25 euro sullo scaffale. Con il mio amico Antonio de l'enoteca L'es Vignerons, che cercava di spingerlo. Con scarso successo. Altri tempi.

Rispondi
avatar

Daniele

circa 2 anni fa - Link

Piccola nota: una Lamborghini costa una fucilata, ma ha dentro studio, processi costruttivi e tecnologie costose. La butto lì, probabilmente il costo é il 60% del prezzo. Possiamo dire lo stesso di una bottiglia da migliaia di euro che un paio di decenni fa costava, appunto, come un paio di jeans?

Rispondi
avatar

Nicola Micheletti

circa 2 anni fa - Link

Il vino estremamente caro è frutto di un mercato ansioso di pagare blasone+qualità. A mio parere superate le 200-300 euro a bottiglia (prezzo in uscita dalla cantina) la qualità aumenta in maniera marginale e subentra prepotentemente il blasone. Nulla di male ma non sono interessato. Viceversa in molti altri ambiti del lusso la qualità aumenta in maniera molto più lineare con l’aumento del prezzo… vedi automobili, immobiliare, alta tecnologia, perfino alta moda. Secondo me c’è spazio per tutti, rimango dell’idea che una critica enologica di qualità dovrebbe riuscire a fare un analisi sulla qualità indipendentemente dal prezzo. E non perché il prezzo sia “sbagliato”, ma perché superate certe soglie corrisponde in realtà più a una aspettativa del compratore che non una reale qualità del prodotto.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Condivido anche altri commenti. Nicola Micheletti: "Secondo me c’è spazio per tutti, rimango dell’idea che una critica enologica di qualità dovrebbe riuscire a fare un analisi sulla qualità indipendentemente dal prezzo. E non perché il prezzo sia “sbagliato”, ma perché superate certe soglie corrisponde in realtà più a una aspettativa del compratore che non una reale qualità del prodotto" (N. M.) Lo condivido. È interessante anche perché implicitamente si accenna alla PSICOLOGIA del LUSSO che dovrebbe entrare nel percorso formativo scolastico che arriva alla maturità(diploma) come capitolo del più generale studio del MARKETING senza il quale si capisce poco della società contemporanea in cui siamo immersi. E che ci rende, quello studio, più IMMUNI alle manipolazioni mediatiche.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Dimenticavo. Oltre alla Psicologia del Lusso non va trascurata la Psicopatologia del Lusso.

Rispondi
avatar

Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Mi ritrovo pienamente nei pensieri espressi da Stefano: ho uno stipendio 'normale', guido una Fiat Punto a metano del 2006, utilizzo uno smartphone del 2017 pagato 110 euro, frequento pochissimo aperitivi e ristoranti, non acquisto vestiario costoso. Non ho alcun problema invece, se voglio levarmi uno sfizio, ad acquistare ogni tanto bottiglie di fascia medio alta. Certo, non posso permettermi Romanèe Conti o Haut Brion (purtroppo, aggiungo) ma se voglio 'regalarmi' un Krug posso farlo rinunciando ad altre cose. E' una questione di scelte di vita e di piaceri. Adoro il convivio e preferisco di gran lunga cucinare un'amatriciana con due amici e stappare belle bocce piuttosto che spendere denari in movida, cocktail e locali. Quando qualcuno ha la fortuna di bere vini importanti e di difficile reperibilità (quindi, ovviamente, costosi) mi piace leggere i pareri, le emozioni e le caratteristiche dei suddetti vini. Ho un paio di gruppi di appassionati con cui, tramite quote mensili o per l'occasione, dividiamo la spesa e soprattutto l'impagabile piacere di degustare insieme. Trovo sterile la polemica su chi beve 'alto'. Se potessi lo farei sempre e con grande piacere. Naturalmente capita talvolta di trovare chicche relativamente economiche che danno la paga a etichette blasonate (recentemente in una sessione con amici un Dom 2010 è stato asfaltato da un paio di produttori di fama ma ben più accessibili) e quando accade è un piacere e una scoperta ma sono dettagli. Sicuramente il mercato è impazzito e ci sono produttori sopravvalutati e che ci hanno marciato ma questa è un'altra storia. Ognuno beva ciò che può e che più gli piace.

Rispondi
avatar

Nicola Micheletti

circa 2 anni fa - Link

Mi riconosco abbastanza nelle tue abitudini! Piccola nota a latere: apprezzo le degustazioni di “grandi classici” ma onestante ricordo con più piacere le degustazioni con le “sorprese”. In un commento sopra parlavo delle aspettative del mercato e del singolo nel determinare il prezzo di un vino. Potendo scegliere preferirei essere sorpreso positivamente da un vino piuttosto che avere una aspettativa corrisposta… poi ovviamente è questione di gusti e palato.

Rispondi
avatar

Pio Capra

circa 2 anni fa - Link

sarebbe bello condividere i nomi di quelle chicche relativamente economiche che competono senza sfigurare con quelle etichette più blasonate (ma purtroppo ai più non accessibili) ha dei suggerimenti da darmi anche eventualmente in privato, grazie.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Articolo molto centrato, tanto di cappello. Anche perché fare un falò delle vanità con tutte quelle (ottime) bottiglie è di magra soddisfazione, manco bruciano.

Rispondi
avatar

Giuseppe Costantino

circa 2 anni fa - Link

Condivido buona parte dell'articolo e la parte che più mi piace è quella che esalta il Dettori bianco rispetto al Meursault Perrieres. Per il mio limitato punto di vista il mondo del vino è pieno di gradevole e abbordabili sorprese, dopo di che se qualcuno ha capacità economiche superiori alle mie potrà sperimentare di più ma l'importante è bere con il cervello e con il palato senza farsi condizionare troppo da altri fattori(il nome, la storia) che hanno sicuramente valore commerciale ma non corrispondono necessariamente ad una qualità superiore.

Rispondi
avatar

enogastronauta

circa 2 anni fa - Link

Il mondo cambia, e cambiano modi e stili di vita, mi piacerebbe tornare a quando con meno di 400.000 lire prendevo un cros parantoux 1978 del "Signore del pinot nero" H. Jayer, ma purtroppo non si può e lo dice uno che ora non se le può permettere certe bocce. Quindi ha ragione, basta rompere il c... , anche perché di vini buoni a prezzi giusti soprattutto in Italia siamo pieni. Inoltre è un gran piacere scovarli quando ancora sono misconosciuti e i prezzi non sono ancora saliti trainati da guide e guidine varie

Rispondi
avatar

Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Premessa una doverosa tirata d'orecchie al signor Barbagallo per l'incipit non propriamente raffine' ( perdonate quello che - lo riconosco - e' un mio limite, ossia il rifuggire da qualsivoglia forma di coprolalia. E poi, va bene citare Dante, ma il signor Morichetti... ) vorrei dire al signor Marcow che il recensire sine ira et studio alcuni " titani" dell'enologia mondiale e' una pia illusione. Sin dal momento in cui posiamo gli occhi su un'etichetta leggendaria ne subiamo inesorabilmente il fascino e siamo propensi a concedere un bonus di alcuni punti. Sarebbe estremamente interessante effettuare degli assaggi a etichetta coperta, assieme a vini che si fregiano di minori quarti di nobilta'. Si potrebbero avere delle conferme, ma anche delle clamorose d ebacles, chissa'... Personalmente sono interessato anche ai giudizi espressi da assoluti profani che - proprio perche' alieni da conoscenze enologiche - non soggiacciono alla malia di alcune altisonanti etichette. Ignoti nulla cupido

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...Marcello : mia madre , novantenne veneta verace, schifava Krug e si ingollava Prosecco senza ritegno . Preferendo, inoltre , Lambrusco a Borgogna . Stiamo parlando fra appassionati, non fra bevitori seriali . Il vino ha componente psicologica, culturale , edonistica , di esperienza personale , di condizionamenti socio - economici ecc , ecc , ecc . Non capendo un "beep" di vino e pervicacemente continuando ad interessarmene ( per lucro , esclusivamente) oggi bevo le etichette e vivo felice ...

Rispondi
avatar

Salvo70

circa 2 anni fa - Link

Pienamente d’accordo, ma “in medio stat virtus” perché altrimenti tutti quanti faremmo degustazioni esclusivamente tecniche. Il fattore soggettivo c’è e deve essere preso in considerazione, sia come minus sia come plus. La Degustazione di un vino è inevitabilmente un’esperienza estetica. Con tutto quello che ne consegue.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Salvo70, ammettiamo che la degustazione sia un"esperienza estetica" che cosa impedisce che L'ESPERTO che recensisce vini sui MEDIA per il Pubblico(non è una degustazione tra 4 amici dove uno può fare come gli pare) che cosa impedisce che l'ESPERTO segua un protocollo di degustazione che dia al consumatore-bevitore una maggior garanzia di INDIPENDENZA? L'esperienza estetica non viene intaccata dal fatto che l'etichetta sia coperta.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Credo che occorra distingure tra 1 degustazione personale privata (uno fa come gli pare) e 2 Degustazione di un Esperto che recensisce per il grande pubblico sui media. Sono due cose diverse.

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...secondo il mio parere , il problema non sussiste . Non è una questione di censo ma di passione . E il vino di "alto livello" , seppur in condizioni più difficili rispetto al passato nel reperimento e costo, è ancora un piacere sostenibile , sia di sensi che culturale . Mi sembra più un articolo dettato dall'esasperazione di una critica esterna dei pochi ideologizzati che proprio mi tange da lontano , i rosiconi non li ho mai sopportati a pelle , dove il vino costoso rimane un simbolo da abbattere , non un piacere da raggiungere. Il consorziarsi fra amici appassionati rende il tutto ancora più accessibile . Il percorso personale è questione parallela , checchè sia difficile ammetterlo , l'emozione è molto più facile trovarla in grandi Borgogna o Bordeaux o Barolo , rispetto ad aree meno costose ma meno facili da reperire l'emozione , pur nella soddisfazione eccezionale di quando succede. Per Marcow ... e basta con 'sta solfa della "critica indipoendente" . Assodato che non esiste , che l'oggettivazione sensoriale è pura chimera , che l'applicazione della statistica e matematica su fenomeni emozionali una forzatura solo per alimentare la discussione ( come la baggianata etimologica dei "vini naturali , innaturali , esoterici e cosmogonici" , ritorniamo alla sana e condivisibile discussione dove un condivisibile "secondo me" è sempre auspicabile , senza pretese di universalità...

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Caro Vinogodi ti rispondo con le parole di Marcello Sensi: "Sarebbe estremamente interessante effettuare degli assaggi a................... ............... etichetta coperta,.................. ............ assieme a vini che si fregiano di minori quarti di nobilta’. Si potrebbero avere delle conferme, ma anche delle clamorose d ebacles, chissa’… Personalmente sono interessato anche ai giudizi espressi da.... assoluti profani.... che -- proprio perche’ alieni da conoscenze enologiche -- non soggiacciono alla malia di alcune altisonanti etichette" (Marcello Sensi) __ Caro Marcello S. io propongo che siano gli APPASSIONATI-ESPERTI come Vinogodi a fare una degustazione alla cieca(non assoluta) come avviene in diverse manifestazioni enologiche. Sono sicuro che se la caverebbe ma LUI odia questo protocollo di degustazione che, secondo me, è uno di quei requisiti necessari e fondamentali per dare al consumatore-bevitore-cliente-ecc...una qualche GARANZIA che la degustazione sia INDIPENDENTE. Parola(indipendente) che Vinogodi odia. Ma non basta. Occorre che l'ESPERTO degustatore alzi il c... dalle poltrone dei salotti dei produttori che recensisce e vada ad acquistare anonimamente le bottiglie da recensire in enoteca. PS E finiamola con le solite trite e ritrite FALLACIE argomentative.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Uffa... come disse il cugino meno brillante di Groucho Marx, a ognuno secondo le sue capacità, e a ognuno secondo i suoi bisogni. Per qualcuno è una gioia paragonare alla cieca etichette costosissime ad altre ottime poco care, per altri è un piacere regalare qualcosa di prestigioso e poi c'é chi semplicemente vuole quello, se lo può pagare e amen. O non lo berrebbe mai per principio. Ognuno gode come gli pare, almeno nel vino. E devo confessare che è proprio questo approccio follemente anarchico che mi intriga, e non mi fa annoiare mai del vino.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

E che c'entra questo con quello che ho detto a Vinogodi? Non ho mai messo in discussione la libertà di... "scelta"... tra prodotti diversi, in questo caso tra... bottiglie diverse. A me sembra che alcuni, invece, vogliano mettere la "MUSERUOLA" al libero pensare di chi ha idee, opinioni non "conformi" alle proprie. Che sono sempre criticabili, beninteso, ma come sono criticabili le opinioni di TUTTI. È soltanto auspicabile che il "confronto" avvenga senza far ricorso a FALLACIE argomentative.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Non capisco. Ho scritto che ciò che mi intriga del vino è che lo si può godere in mille modi diversi, compreso il raffrontare alla cieca questo con quello, e non va bene? Davvero non capisco.

Rispondi
avatar

Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

E poi, a dirla tutta, gia' il fatto di custodire nella propria cantina una bottiglia di DRC e' godimento puro... E pazienza se poi, all'atto dell'apertura, non ci ripaghera' appieno delle aspettative. I sogni non hanno prezzo...

Rispondi
avatar

enogastronauta

circa 2 anni fa - Link

Per marcow Ho avuto il piacere e la fortuna di far parte di un gruppo di enostrippati le cui degustazioni erano alla cieca, vi posso assicurare che abbiamo assistito a delle clamorose performance. Famosa ancor oggi, a distanza di una ventina di anni, una serata in cui Vignamaggio 1991 (millenovecentonovantuno) bastono' senza pietà alcune delle più famose etichette mondiali, tra cui HB95, Vegasicilia 90 e altri simili. Bicchieri schierati, schede, degustazione, voto finale e voilà la sorpresona. Non dico che era sempre così, ma in 20 anni di degustazioni alla cieca ci siamo divertiti e messi alla prova, perché di sfondoni davanti a un bicchiere in cui non sai cosa c'è e dovevi rendere pubblico il tuo pensiero, né abbiamo detti parecchi, ma imparato altrettanto. A noi piaceva così, degustavamo vini, non etichette

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Mi tocca spezzare una lancia a favore di Vinogodi, il quale peraltro non ha bisogno della mia difesa né intenzione di difendersi. Io non disdegno le degustazioni alla cieca, sono un giochino divertente e ogni tanto funzionano per rinquadrare le proprie cognizioni vinose. Però in certi ambienti, come qua, si tende a dare troppa importanza all'atto di assaggio bendato. Addirittura si tende a considerare la degustazione cieca come unica garanzia di un giudizio imparziale e assoluto. Per la mia esperienza non è così, e comunque, scusate, ma davvero ce ne importa? La maggior parte di chi interviene e commenta non è un giudice preposto a una sentenza - cioè un critico professionista del settore - bensì un appassionato più o meno esperto che legge ma non subisce.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

La degustazione alla cieca non è un giochino. Un provare a indovinare. Lei vuole mettere la "Museruola" a chi non la pensa come lei? Decido io di che cosa parlare. Ed è Intravino a decidere se censurarmi. Non Vinogodi o lei.

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...marcow , stai scherzando, vero? Dove sarebbe , nel mio o nell'intervento di Nelle Nuvole, il tentativo di imbavagliare qualcuno o impedire di esprimere un pensiero? Se me lo dici , possiamo parlarne ... PS: io non discuto lo strumento dell'analisi sensoriale "alla cieca" , quanto l'abuso in contesti non congrui e la delegittimazione del giudizio personale se non supportato dai crismi di cui ti fai paladino ...

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Di grazia, dove ha letto che io voglia imbavagliare chi non la pensa come me? Se a Lei non piace giocare, ma fare sul serio nel caso di una degustazione alla cieca, sono rispettabilissimi affari suoi. La mia esperienza mi porta a scrivere e partecipare a una discussione, non a un processo censorio. La MIA esperienza, come mi sembra aver già scritto.

Rispondi
avatar

Emanuele

circa 2 anni fa - Link

"Scriverò raccontando le mie esperienze per chi le vuol leggere e agli altri dico che se dovessi scrivere quello che volete leggere voi quello sarebbe un dettato ed io le elementari li ho fatte tanto tempo fa." Se si evita di puntare il dito verso la luna della titolazione coprolalica, si può più proficuamente riflettere sul significato metalinguistico di questo scritto, icasticamente (e magnificamente, a mio modo di vedere) espresso nella chiosa. A Daniel è comparso in sogno Barthes, hanno chiacchierato abbastanza a lungo e da lì il Modenese ha capito ipso facto come l'unico Lettore che si possa pretendere di coltivare (non compiacere) sia quello che non si rifà pedissequamente ai postulati (fallaci) del verosimile critico (oggettività, gusto, chiarezza). Insomma: a lui viene naturale essere scrittore e non scrivano. Non bastasse, probabilmente gli è comparso in sogno anche Bachtin, con cui ha certamente chiacchierato a lungo sul "rumore assordante della comunicazione ordinaria". Questo, infatti, è un bellissimo scritto ironico. Lo è anche nei suoi effetti, che sono quelli di provocare la reazione del lettore-traduttore-scrittore che sappia percorrere davvero il testo senza presunzioni (e preconcetti) da critico letterario.

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

Non è successo niente di irreparabile. Un piccolo scambio di opinioni ma nessuno ha superato i limiti della buona educazione. Ho avuto parecchi scambi più calorosi con Vinogodi e li ho(li abbiamo) sempre superati senza conservare rancori. __ Penso che vivacizzare il dibattito, anche in questo modo(senza farsi male), lo renda più interessante agli occhi del lettore. E io penso molto ai lettori che non scrivono mai quando esprimo le mie opinioni. Auguro a tutti buon pranzo

Rispondi
avatar

Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Tutto e' bene cio' che finisce bene! Per suggellare la ritrovata armonia proporrei di accompagnare il pranzo con una bottiglia di Chateau Cheval Blanc del 1947!

Rispondi
avatar

Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Se mi attende arrivo e porto il pane.... :)

Rispondi
avatar

Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

Se mi aspettate in due avrei dell'olio per il pane... :-)

Rispondi
avatar

Vinologista

circa 2 anni fa - Link

Oppure potremmo suggellare questa ritrovata armonia ( machissene ) con una bella verticale di Tavernello...ovviamente alla cieca.....ma bevete come vi pare e non rompete il c.....

Rispondi
avatar

Ermanno boccolari

circa 2 anni fa - Link

Degustazioni alla cieca ne ho fatte tante. Stesso vino ed annata. Prodotti italiani di alta qualità Con 30 / 50 persone alla fine non abbiamo mai scoperto il Tavernello sconosciuto ma tante Volte i più blasonati sono arrivati dietro a vini di minor carisma. Questo però è un gioco che oggi pochi partecipanti ( cantine )

Rispondi
avatar

Marco Cardinali

circa 2 anni fa - Link

Tutto condivisibile ; l'unica cosa è che la mia curiosità non verrà mai soddisfatta con certi vini..........e la curiosità ,per chi ama il vino ,è vivacità E poi per me che adoro la barbera ,i costi ancora non sono un problema ( però 50 € per il Vigna Francia di Conterno ,che palle !!! .....scherzo )

Rispondi
avatar

Ruggero Romani

circa 2 anni fa - Link

Perché non applicare il criterio anche alla critica letteraria? Lettura di un testo anonimizzato e uso di rigorosi protocolli formali e strutturalistici di analisi con tabella dei parametri numerici?

Rispondi
avatar

Franca

circa 2 anni fa - Link

Mi pare veramente inutile continuare a chiedersi se il prezzo di Romanee Conti corrisponde alla sua qualità o meno. Sarebbe come chiedersi se i milioni di euro spuntati alle aste dei vari Picasso o Tiziano corrispondano o no alla qualità del quadro

Rispondi
avatar

Sisto

circa 2 anni fa - Link

Non ho nulla da dire sul merito, soprattutto perché non mi interessa l'oggetto dell'articolo. Mi interessa, invece, lo scambio tra Marcow a cui va la mia solidarietà (va da sé che concordo con le sue posizioni, tra l'altro, lo stigmatizzare la brutta abitudine di molti di ricorrere a pietose e ricorrenti fallacie argomentative). Non so Marcow ma io non ho mai commentato i giudizi (sempre quelli) sui vini (sempre quelli) dei produttori (sempre quelli) delle zone (sempre quelle) dei vitigni (sempre quelli) dei metodi produttivi (sempre quelli) dai prezzi (sempre quelli). Ho commentato gli argomenti che mi interessano, e basta. Invece, se uno esprime un'opinione vagamente diversa o opposta da certi miti che vanno per la maggiore presso le scuole a-scientifiche (uso il termine che il prof. Gerbi usa per designare talune associazioni connesse al servizio del vino), si riceve (parlo di me) spesso una reazione vagamente indignata o canzonatoria quando non brutale (gli argomenti: il legame terroir caratteristiche organolettiche vino, la biodinamica, l'esoterismo, la mineralità, l'analisi sensoriale vs la degustazione, il giudizio monocratico del vate di turno del vino, la potenza del marketing, l'autosuggestione da iperconoscenza canalizzata da etichetta ben scoperta, il confronto del vino con altri prodotti agronomici, etc.). Non so se vi ricordate ma, tra le tante chicche di quest'anno, si è dovuto financo ricordare che la luna non influenza nulla se non le maree o che nel suolo di una famosa zona francese c'è un bel po' di pattume o che da un sasso (calcare, gesso, ardesia, etc.) non viene fuori nessun odore percepibile, né tanto meno, non trapassa nell'aroma del vino attraverso la vite (basterebbe leggere il libro divulgativo per le masse di Moio). Per ultimo: "degustare alla cieca" (l'ho ricordato 100 volte), detto banalmente così, non significa un bel nulla. Anzi, meglio che l'etichetta sia in chiaro, almeno c'è la componente edonica che influenza il giudizio, esplicitamente e senza pseudo tocchi di oggettività. Per me: o si beve (per il godimento o il pastegggio) o si assaggia sapendo cosa si sta assaggiando o si attua (se si vuole, se serve, se è obbligatorio) la metodica AS normata, l'unica (Vinogodi lo sa bene) valida in sede legale o scientifica (certo: è noiosa, lunga, costosa, burocratica). Boccio ciò che sta in mezzo, e di sicuro, quello "indoviniamo" che trovo ridicolo.

Rispondi
avatar

Dott.Conti alias rudy

circa 2 anni fa - Link

Quali sono i miti delle scuole a-scentifiche? Qui si sta parlando di grandi boccie stappate da enofighetti, instastorisblablabla,nella maggiore parte dei casi con i soldi di babbo o con i proventi di enospeculazioni a danni di compagni di bevuta

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

..."Dott." ...non certo di italiano...

Rispondi
avatar

hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Certamente: non importa quello che scrive ma come lo scrive. Come se, su un forum, fosse più importante la forma e non il contenuto... Ti sei forse sentito tirato in causa ???

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...assolutamente si , penso abbia fatto una fotografia del mio vissuto e modo d'essere : infatti , dopo aver letto , il mio babbo , da lassù, mi ha tagliato la paghetta per le boccie da enofighetti facendomi crollare tutti i miti metabolizzati frequentando le famose scuole a-scentifiche frequentate (con poco costrutto) , squole che mi hanno permesso vita agiata grazie alle speculazioni a danni di compagni di bevute...

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...tra l'altro pensavo rispondesse quell'altro enofighetto di Daniel ... lui si che beve grandi boccie a sbafo del facoltoso papà a danni di compagni di bevuta...

Rispondi
avatar

Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Qui siete alla canna del gas....si parla sempre delle stesse cose che urticano i lettori per riscuotere commenti....

Rispondi
avatar

Dott.Conti alias rudy

circa 2 anni fa - Link

Sono senza vocabolario, ma soprattutto senza pretese di universalità Un giorno le fiamme saranno gialle

Rispondi
avatar

josè pellegrini

circa 2 anni fa - Link

Ma perché non beviamo e basta ?

Rispondi
avatar

Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Io proporrei di istituire l'antidoping per coloro che intervengono su Intravino. E' palese che qualcuno sia solito fare abuso di bevande alcoliche - peraltro di pessima qualita'' - e non solo...

Rispondi
avatar

rudi alias Dott.Conti

circa 2 anni fa - Link

istituite il pass,và di moda.sulla qualità delle bevute ognuno fà quello che crede,l'importante è non scodinzolare troppo la coda .....w la narda

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...w la narda siempre...

Rispondi

Commenta

Rispondi a hakluyt or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.