Che domenica bestiale

Che domenica bestiale

di Antonello Buttara

Lo scorso fine settimana ho avuto il piacere d’incontrare un mio caro amico di Parigi che per motivi di lavoro si è fermato alcuni giorni a Roma. Il caso ha voluto che proprio quella domenica avessi un evento organizzato presso Cantina del Drago, un mio ristorante del cuore situato nel borgo di Sutri, non lontano dalla capitale. Ho proposto a Marc di venire insieme a me con la promessa che si sarebbe divertito, mettendolo in guardia sul fatto che non sarebbe stato un pranzo veloce e avvisandolo che i partecipanti di mia conoscenza hanno un’ossessione per il culto di Bacco.

Tavolata abbondante, decibel oltre la soglia massima consentita e una divertente sbicchierata con alcuni assaggi molto interessanti che meritano di essere condivisi.

Maddie 2021, Furlani
Schiava realizzata da Matteo Furlani nei vigneti di proprietà vicino Trento. Cinque giorni di macerazione e una sosta in acciaio. Liquido dotato di una bevibilità eccezionale, un vino da merenda, gioviale e corroborante. Naso di melograno e ribes rosso, tannino non pervenuto, sorso snello e leggiadro. Ho sempre adorato questo vitigno e raccomando a tutte le pizzerie che si rispettino di averne una scorta abbondante in modo che chiunque possa capire la bellezza di un abbinamento praticamente perfetto. Intanto, dall’altra parte del tavolo sento esclamare “Bono questo poulsard”. Atmosfera già calda.

Maddie

Mystère de Rosée 2018, Michelle Guigner
I vigneti di Michelle Guigner si trovano un po’ sparsi nei dintorni del villaggio di Vauxrenard, mentre altri sono piantati nei cru di Fleurie e Moulin-a-Vent, rigorosamente coltivati a gamay. La macerazione è quella semi-carbonica tipica del Beaujolais. Vino di razza, concentrato e terroso. Sentori di lampone e rabarbaro fanno capolino nel bicchiere accompagnati da una leggera sensazione di smalto. L’incedere sul palato è fluttuante e il tannino appena sussurrato. Forse assaggiarlo un paio d’anni prima lo avrebbe reso ancora più interessante ma rimane comunque una bevuta appagante.

Mystere

Maistru 2020, Sa Defenza
Alzi la mano chi conosce il nuragus, vitigno autoctono sardo. Siamo a Donori nel sud della Sardegna, dove Pietro, Paolo e Anna Marchi tirano fuori una piccola perla. La macerazione di qualche giorno è gestita con destrezza donando spessore e profondità a un liquido che profuma di susina gialla, fieno e rosmarino, Sorso serrato e salato, un rosso travestito da bianco, pieno e avvolgente con un tannino ben definito. Vino poliedrico che avrà una sorprendente evoluzione in bottiglia. Bella sorpresa.

Scarabee Skintouch 2016, Domaine Christian Binner
Gewurztraminer, riesling e muscat coltivati sul Grand Cru di Kaefferkopf in Alsazia. Avete presente il film “The Walk”, la storia dell’artista Philippe Petit interpretata da Joseph Gordon Levit che sogna di percorrere su un filo la distanza che separa la torre nord dalla torre sud del World Trade Center di New York? Bene, ci sono i vitigni aromatici, un accenno di residuo zuccherino, un’acidità vibrante e tutte le componenti contribuiscono a donare al sorso un ritmo incalzante, basterebbe un nonnulla per far vacillare un vino del genere ma lui non cede di un millimetro, rimane dritto e danza sul filo mostrando un equilibrio magistrale e trasmettendo un’energia pazzesca.

Gevrey-Chambertin 2017, Domaine Trapet Pere & Fils
La famiglia Trapet è un punto di riferimento e un approdo sicuro per tutti gli amanti della Borgogna. Ginepro, pellame, una lieve nota di grafite, yogurt alla ciliegia, e un filino di legno che forse, data la giovane età del liquido, è un po’ troppo invadente. Pinot nero muscolare all’inizio della sua parabola, sta iniziando a svelare un potenziale per ora solo accennato. Ci sono tornato più volte per capire come guidare una Ferrari ma ho avuto la sensazione di non riuscire a premere sull’acceleratore perché ingolfato nel traffico di Roma. Tannino scolpito e levigato. Da attendere con trepidazione e magari un giorno ti accorgi che non sei tipo da Ferrari.

Melì Melò 2020, Sebastian Jacques & Amelie Vuillet
Coppia di vignaioli nativi dello Jura che coltivano piccolissime parcelle intorno alla loro casa a Malamboz e altre sparse tra Arbois e Montigny-lès Arsures. Ploussard, trousseau, pinot nero, chardonnay e savagnin diraspati, macerazione di tre mesi e imbottigliamento la primavera successiva alla vendemmia con tappo a corona. Vino da picnic, leggiadro e scanzonato da bere fresco ma non per questo banale perché ha dalla sua un naso intrigante di more e violette, dotato di una bellissima speziatura. In bocca è scattante e ha un ritmo veloce e distorto, ma allo stesso tempo appetibile per tutti, come il reef di chitarra di Van Halen per Michael Jackson in Beat it, che mette d’accordo i patiti del pop e i fan dell’hard rock.

Ribolla gialla 2006, Paraschos
Siamo a San Floriano nel Collio Friulano, la culla della ribolla gialla. Quando sento uno schioccante Stock! all’ apertura capisco che il tappo e la bottiglia hanno conservato un vino integro che ha bisogno finalmente di vedere la luce e respirare. La botta di aria dopo un’ora dall’apertura svelerà tutti i limiti che il tempo inesorabilmente impone. Fiori essiccati, incenso, propoli, tè nero, l’incipit è delicato, quasi timido. Sorso dotato di un’interessante componente salmastra. Chiude su sensazioni tostate di crème brûlée. In sostanza sono attratto dal fascino della maturità ma dopo un po’ ti accorgi che per divertirti hai bisogno dell’entusiasmo della giovinezza, o forse no, e magari proprio In medio stat virtus.

Alla prossima domenica bestiale.

[Credits photo cover]

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Antonello Buttara

Romano di prima generazione, una laurea in tasca in Scienze della Comunicazione e mi ritrovo al Ministero della Difesa. Quando troppo tardi sono andato a vivere da solo acquisto una cantina che con qualcosa dovevo pure riempire. Presenza fissa in qualsiasi fiera dove si beve, divento l'incubo di alcuni enotecari della capitale e controvoglia mi diplomo Sommelier AIS per poi abbracciare la filosofia Porthosiana.

2 Commenti

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Snow

circa 1 anno fa - Link

Bellissima bevuta, ho bevuto lo skin touch di Binner di recente veramente impressionante. Ho apprezzato molto le descrizioni dei vini, veramente originali!

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Giacomo

circa 1 anno fa - Link

Splendido articolo ,ottima spiegazione dei vini.Amo in modo viscerale Parascos

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