Chateau Pedesclaux e la rincorsa dei cru a  Pauillac

Chateau Pedesclaux e la rincorsa dei cru a Pauillac

di Andrea Gori

Fare vino non è difficile, sono i primi 300 anni che sono complicati“. Questa famosa frase attribuita al Barone Rothschild viene ripetuta spesso nei corridoio e nei meandri di Chateau Pedesclaux, un luminoso esempio di architettura moderna e imprenditoria contemporanea che sa rispettare il passato gettando le basi per un futuro da “grande”. E non potrebbe essere diversamente per questo chateau già “classè” nel 1855 quando, già mezzo secolo, Pierre Pédesclaux produceva vino di qualità.

Una qualità che progressivamente declina dal secondo dopoguerra in poi, fino a che l’imprenditore farmaceutico Jacky Lorenzetti e sua moglie Françoise decidono di sviluppare le loro attività nel bordolese dopo l’acquisto dello Château Lilian Ladouys nel 2008. I 46 ettari dei vigneti, attigui a quelli di Lafite Rothschild, Mouton Rothschild e Pontet-Canet, con una vista mare invidiabile, producono ogni anno quasi 100mila bottiglie. La suddivisione in vitigni è così composta: 47% cabernet sauvignon, 48% merlot, 3% petit verdot e 2% cabernet franc da cui nascono i tre vini aziendali, ovvero, il Grand Vin, il  Fleur de Pédesclaux e Le Haut-Médoc de Pédesclaux.

Schermata 2019-05-06 alle 11.18.53

La cantina (inaugurata nel 2015) è qualcosa di semplicemente meraviglioso, fantascientifica e classica allo stesso tempo. Duemila metri cubi in gran parte interrati con 58 doppie vasche di vinificazione e macerazione che usano la gravità in maniera ottimale, con la pre-fermentazione che avviene nella parte superiore per poi terminare la fermentazione alcolica in quella inferiore. Ci pensa poi uno spettacolare ascensore a movimentare ai piani inferiori (a colpi di 3 vasche di 100 hl per volta!) il vino, per metterlo nelle barrique per l’affinamento. Barrique che provengono da nove diverse tonnellerie da varie zone della Francia selezionate in particolare per avere più frutto che legno, sfruttando le tostature lunghe e delicate piuttosto che quelle intense e pesanti.

Anche l’architettura dello Chateau è funzionale e scenografica grazie all’idea geniale dell’architetto Jean-Michel Wilmotte che ha inglobato in due cubi di vetro gli ampliamenti laterali del castello realizzati nel ‘900, mentre la parte centrale resta libera e in evidenza. La sala degustazione è avvolta nel vetro e guarda il mare e i vigneti, mentre il salotto e la cucina enorme permettono di offrire una ricettività impressionante e di livello, resa ancora più piacevole dalla verve del direttore tecnico Vincent Bache-Gabrielsen, della famiglia di origini norvegesi già proprietari del famoso brand di Cognac Bache-Gabrielsen, un vulcano di energia e simpatia che coinvolge e sa renderti partecipe della grande sfida che ha per le mani. Così come Jérome Juhé, l’enologo, affabile, disponibile e tra i pochi a Bordeaux che sa guardare anche al mondo che c’è oltre questa regione.

Le risorse messe a disposizione dalla famiglia Lorenzetti sono state ingenti  ma la progressione gustativa e aromatica dei vini nel corso della verticale sono impressionanti e solo il tradizionale conservatorismo delle gerarchie a Bordeaux non gli ha finora permesso di ottenere punteggi di altissimo livello pur avendo già tagliato molti traguardi ed essere in pratica tornato sui livelli di Grand Cru Classè di 150 anni fa.

Schermata 2019-05-06 alle 11.16.10

Chateau Pedesclaux 2009 cabernet sauvignon, 55% merlot 40%, cabernet franc 5%
Ricchezza e calore, senape e pomodoro confit. Placido e sottile ma gustoso. 86

Chateau Pedesclaux 2010 cabernet sauvignon 55% merlot 30% cabernet franc 5%
Tabacco, pepe e bergamotto, tannino che ruga un poco ma acidità è viva e piccante, fa bene il suo lavoro nel sottolineare il bel frutto rosso rivelando un balsamico intrigante. 89

Chateau Pedesclaux 2011 cabernet sauvignon 65% merlot 32% cabernet franc 5%
Calore, eleganza, frutto nero sotto spirito, annata calda ma bel ritmo del tannino che ruga ancora un poco ma da anche qualche gioia in più. 86

Chateau Pedesclaux 2012 cabernet sauvignon 63% merlot 32% cabernet franc 5%
Carattere  sanguigno e ferroso, con bella dinamica, il cabernet comincia a farsi sentire per la sua stoffa reale. 87

Chateau Pedesclaux 2013 cabernet sauvignon 53% merlot 43% cabernet franc 4%
Piccante e intenso, frutto integro e scuro, bocca meno saporita e con tannino intorcinato che non pare in grado di risolversi perfettamente  88

Chateau Pedesclaux 2014 cabernet sauvignon 53% merlot 47%
Vinificato nella vecchia cantina e affinato nella nuova, annata complicata ma la vendemmia ha funzionato. Naso esplosivo di fragole, lamponi, menta e lunghezza di tannino bello ritmato, finale snello ed elegante. 90

Chateau Pedesclaux 2015 cabernet sauvignon 52% merlot 42% petit verdot 6%
Ricchezza e sterzata su note speziate freschissime, densità, pepe e dolcezza. Frutto molto maturo e molto bello, materia di notevole estrazione e nitidezza, finale con discreta prospettiva. 92

Chateau Pedesclaux 2016 cabernet sauvignon 48% merlot 45% cabernet franc 3% petit verdot 4%
Incantevole floreale e ricchissimo, lavanda, ribes rossi e neri, ha delicatezza e forza. Tutte le quattro varietà sono presenti per la prima volta, è salino e sapido, il ritmo del tannino è preciso e incalzante. Bel ritratto corale di terroir. 94

Chateau Pedesclaux 2017 cabernet sauvignon 65% merlot 25% cabernet franc 8% petit verdot 3%
Incenso e balsamico avvolgente, garrigue, cannella, speziatura rotonda e ricca nonostante l’annata che forse gli fa perdere qualcosa al centro bocca, ma il tannino ha ritmo e sensualità. 90-92 (en primeur)

Chateau Pedesclaux 2018 cabernet sauvignon 64% merlot 27% cabernet franc 5% petit verdot 4%
Pepe di sichuan, fragole, mirtillo, cedro e canfora. Bocca polposa, sensuale, gustosa e appassionante che conferma le ottime sensazioni del millesimo. Un’annata che incarna bene lo spirito dello Chateau nelle intenzioni del direttore, ovvero di diventare  “sensuale, complesso, fresco, profondo, teso, ma sopratutto profumato, fruttato e con tannini delicati” . 93-95 (en primeur)

Come si evince dalle note una progressione davvero esaltante che dimostra come la Ferrari messa in pista dai Lorenzetti abbia saputo affidarsi anche a degli ottimi piloti. Se prendiamo la 2018 come emblema del lavoro e delle possibilità attuali di Pedesclaux, possiamo dire che siamo forse lontano dallo stile austero classico di Pauillac ma, nel bicchiere, il vino sa essere un classico moderno, dando un’interpretazione perfetta di quello che si chiede anche ai Bordeaux oggi, ovvero, molta più eleganza e freschezza che potenza e rocciosità. Qualcosa che, a quanto abbiamo potuto assaggiare, è perfettamente nelle corde di questi vigneti. Di certo ne vedremo delle belle e le prossime vendemmie saranno forse quelle che determineranno se questo Chateau potrà entrare relativamente presto nel novero dei vini da acquistare nella regione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.