Champagne, per le donne che tutti guardano senza vedere

Champagne, per le donne che tutti guardano senza vedere

di Angela Mion

“Je suis 

tu es 

elle est / il est

nous sommes 

vous etes 

elles sont / ils sont”

“To be, or not to be, that is the question.” Amleto – atto III.

Essere? Essere. Persona, donna, individuo, un’anima, identità.

Cerchi concentrici uno dentro all’altro è la mia immagine di identità. Il fulcro è quello che non potremo mai non essere: la nostra morale, le nostre origini, anima, istinto, la nostra voce. Poi attorno tutti gli altri cerchi e tutte le altre identità che troviamo e creiamo, che aggiustiamo nel corso di una vita.

Queste poche righe non ho avuto il tempo per scriverle l’8 marzo. Scrivo oggi, alle parole e all’anima non servono giorni, che il vino in me sa raccontare e tradurre. Collego.

100% Pinot Meunier. “La Closerie – Fac Simile” – Maison di Jérôme Prévost.

“Fac Simile” è uno Champagne Rosé extra brut.

A tutti quelli che giudicano le cose senza dargli una possibilità. A tutti quelli che vivono sul filo del parossismo. A tutte le donne che nessuno vede, sente o ascolta. A tutte le donne che tutti guardano senza vedere.

100% Pinot Meunier in un grande Champagne. Figlio delle sue uve meno nobili, il Pinot Meunier, puro.

“Fac simile”, un Rosé che io dedico a tutte le donne.

Alle donne fatte sentire diverse.

Alle donne che pensano di non valere abbastanza.

Alle donne che non valgono abbastanza agli occhi di chi pensa di valere di più.

Alle donne che non sanno che la forma della bellezza non ha uno stampo.

Alle donne che ogni giorno lottano.

A quelle che il gusto della felicità non le ha mai sfiorate.

Alle donne.

Rosè, fruttato come il suo colore femminile e profumato come i suoi frutti, con una bollicina fina fina che non si stanca mai di salire come se continuasse a chiacchierare ininterrottamente. Floreale e luminoso“..ma il suono continua ad uscire dai fiori”. Elegante, dritto, molto deciso e netto. Rotondo come le forme di una mamma morbida ed affettuosa ma al contempo severa, di un carattere che fonde acidità e sapidità. Il legno non lo invade, pulito come un volto senza trucco. Come se essere nobili fosse indispensabile per essere qualcuno.

Sicuramente ancora giovane (dégorgement 2018) e qui è tutta colpa del venerdì.

Jérôme Prévost coltiva, alleva, cresce e cura solo un paio di ettari di Pinot Meunier e la sua storia è fortunata. Récoltant-Manipulant à Gueux (pt. Montagne de Reims). La sua ricetta per le sue due etichette? 100% Pinot Meunier da terreno sabbioso calcareo e 100% legno. Perché a volte credere nelle cose nelle quali non credono in molti è bello ed il bello è che c’è qualcuno che ce la fa.

Ci resta un’arma, forte di una forza smisurata che toglie tutti i confini e può spostare le montagne della speranza: la parola.

La parola non toglie la voce ma la dà, anche a chi non ce l’ha.

Non restiamo a guardare croci – silenzio – cicatrici.

 

 

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Angela Mion

Veneta, classe 1981, studi giuridici e azienda di famiglia. La svolta cubista arriva quando ormai maggiorenne incontra il vino: Sommelier, Master Alma-Ais ed altre cose in pentola. “Vin, avec toi on fait le tour du monde sans bouger de la table”. Bucolica e un po' fuori schema con la passione per la penna, il vino, il mondo e la corsa. L’attimo migliore? Quello sospeso fra la sobrietà e l’ebbrezza.

4 Commenti

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Stefano

circa 3 anni fa - Link

Parità, parità di diritti per tutti: anche per il meunier. Che però in Champagne è già ben di peso, no? Non è più raro ormai trovarlo in purezza o maggioritario in cuvee, ma in effetti in purezza rose non l'ho mai trovato.

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Endamb

circa 3 anni fa - Link

Jeaunaux Robin, il rosé de saignée.

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Roberto

circa 3 anni fa - Link

Buono, un must per me.

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Lanegano

circa 3 anni fa - Link

'A quelle che il gusto della felicità non le ha mai sfiorate'. Ecco. A costoro levo il calice con (seppur malinconico) piacere.

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