Champagne e bollicine: the power of love

di Fiorenzo Sartore

SparklerIeri sera guardavo Voyager, programma RAI assai scientifico. Spiegava che il mistero del triangolo delle Bermude era risolto: le navi e gli aerei sparivano, annichiliti da gigantesche bolle di metano che si sprigionavano dal fondo. Niente alieni grigi, niente Atlantide, una vera delusione.

Guarda tu che potere hanno le bolle (grandi e piccole). Ora pare che l’essenza olfattiva degli Champagne stia tutta nella fragile bollicina di CO2. Magari tu lo sospettavi, ma ora puoi starne certo, siccome lo dice la scienza: vedi BBC, ABC, New York Times, Associated Press. Precisamente Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), in questo articolo, rivela che le bollicine veicolano, dal fondo del bicchiere, una quantità enorme di elementi sensoriali, sia gustativi che olfattivi. La misurazione avviene ponendo un vetrino in prossimità della superficie del bicchiere. Questa metodo, peraltro, è contestato da ricercatori australiani, secondo i quali la bollicina non c’entra gran che: anche il latte esala aromi verificabili nello stesso modo. E il latte non frizza (credo).

In attesa che la scienza approfondisca il pur interessante argomento, avrei anch’io (modestamente) qualche teoria scientifica che serve a spiegare perché le bollicine (di Champagne, ma non solo) sono un’attrazione irresistibile. Io la vedo così: l’effervescenza è un parametro sensoriale tattile, in quanto la bollicina sollecita i recettori all’interno del cavo orale con la sua azione titillante. Ora, siccome il cavo orale è, sarete d’accordo, una vera e propria zona erogena, ecco dimostrato come mai amiamo le bollicine: non è SOLO amore, è anche sesso.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

2 Commenti

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Luca Risso

circa 15 anni fa - Link

Vuoi dire che ne era consapevole Veronelli quando parlava di Krug? Luk

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