Castello di Querceto | 125 anni di storia del Chianti Classico con La Corte in verticale (fino al 1978)

Castello di Querceto | 125 anni di storia del Chianti Classico con La Corte in verticale (fino al 1978)

di Giorgio Michieletto

Nel Chianti Classico, sono poche le aziende che da più di cento anni hanno la stessa proprietà: una di queste è Castello di Querceto. E sono ancora meno qui i vigneti da sempre piantati solo a sangiovese: uno di questi è La Corte.

Per i 125 anni di Castello di Querceto all’Hub di Identità Golose a Milano abbiamo partecipato a una verticale del vino ottenuto dal cru la Corte, che vedeva in degustazione le tre annate più recenti 2017, 18 e 19 (in anteprima), tre di fine anni ’90 (1997, 98 e 99) e l’annata numero uno, la 1978.

Siamo nella zona nord occidentale del Chianti Classico, ai suoi confini, fra boschi di querce e castagni: otto chilometri da Greve, un angolo fresco ai margini dei circuiti più battuti.
Nel novembre 1897, Carlo Francois acquista Castello di Querceto, prima pianta e poi vinifica in purezza una piccola vigna di sangiovese: nasce così l’antenato di La Corte di cui esistono ancora 6 bottiglie, datate 1904. La Corte “moderna” invece vede la luce ufficialmente nel 1978 come Igt Toscana da quella stessa parcella (allora un Chianti Classico non poteva essere sangiovese in purezza): Alessandro Francois, fra i pionieri del concetto di cru in Chianti Classico, conferma l’intuizione del nonno e punta su questo vigneto da cui oggi nasce un Gran Selezione.
3,4 ettari di solo sangiovese, 440-470 metri di altitudine, esposizione sud/sud-ovest, 5.500 ceppi per ettaro. Il terreno è a prevalenza sabbioso, povero di argilla e calcare. Fermentazione e macerazione in acciaio per circa due settimane; affinamento in barriques e tonneaux per 12 mesi, poi 6 mesi di bottiglia. Produzione fra le 12 e le 15mila bottiglie all’anno.

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Di seguito, le note dei vini assaggiati nell’ordine in cui ci sono stati serviti.

Colli della Toscana Cetrale Igt La Corte 2017
Annata complessa, soprattutto per la gran siccità da maggio ad agosto, dopo una gelata di aprile. Ma i vigneti di Castello di Querceto, in una zona fresca, hanno risentito meno di questo stress. Vino  con un sorso avvolgente: ciliegia molto matura e cacao. Parte alcolica e vegetale importante. I tannini sono già abbastanza integrati. Finale ferroso.

Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2018
Produzione nella norma dopo i piccoli quantitativi 2017. Annata abbastanza classica, estate con poche piogge ma ben intervallate. Qui le erbe aromatiche e la macchia mediterranea sono in primo piano: il frutto sempre sulla ciliegia ma più croccante. Bella freschezza e finale molto lungo su note pepate.

Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2019
Ce ne fossero di annate così: praticamente perfetta. Nonostante la gioventù e le note legate al legno che devono ancora un po’ integrarsi, nel bicchiere c’è una grande tensione: floreale elegante, more e sottobosco; frutta sotto spirito, spezie dolci. Il tannino trascina un altro sorso.

Colli della Toscana Centrale Igt La Corte “Il Cento” 1997
“Una splendida vendemmia che ha permesso di realizzare vini ricchi e maturi”, spiega l’azienda. Tutto giocato su floreale ed erbe aromatiche: il profilo aromatico richiama quello della 2018 con più evoluzione. Sbuffi di menta e sapidità in primo piano rispetto alla freschezza con ricordi di mare ed alghe.

Colli della Toscana Centrale Igt La Corte 1998
Inverno non troppo rigido, primavera fresca, estate con poche piogge. Il frutto è maturo ma ancora integro; sottobosco, terra e funghi, ematico con una parte agrumata ben in evidenza. C’è un tannino ancora importante, vivo, che sorregge il sorso.

Colli della Toscana Centrale Igt La Corte 1999
Inverno freddo, primavera mite ed estate calda con poche piogge concentrate fra fine agosto e settembre. Già dal colore un vino diverso da tutti gli altri: scuro, cupo, di potenza. Note terziarie soprattutto: cacao, cuoio, caffè. La materia c’è ma il sorso ha meno tensione.

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Colli della Toscana Centrale Igt La Corte 1978
Diverse piogge in primavera, poi asciutto fino alla fine di settembre. “Vini fitti e austeri”. Secondo l’azienda un’annata praticamente perfetta, come la ’19; a livello stilistico quello che vorrebbe ricercare Castello di Querceto. Il vino ha ancora sia freschezza che sapidità: ovviamente i terziari e i profumi d’autunno sono in primo piano con foglie e castagne, poi escono il tè nero e le erbe di montagna.

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Giorgio Michieletto

Giornalista professionista: ieri cronaca nera, oggi rosa. Ieri, oggi e domani: rosso, bianco & co. Varesino di nascita e cuore, milanese d'adozione e testa. Sommelier Ais. Se c'è una storia la deve raccontare.

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