Cartoline dal Sud Africa/3: ricerca e sperimentazione

Cartoline dal Sud Africa/3: ricerca e sperimentazione

di Redazione

L’Università di Stellenbosch in Sud Africa, insieme a quella di Davis in California e Montpellier in Francia, a livello mondiale, è tra quelle più all’avanguardia nel settore enologico. Trovo interessante far notare che il 30 aprile partirà un mini corso di 18 ore sui vin de garage aperto a tutti. Perché lo scrivo? È un piccolo esempio che riflette quanto stia succedendo in Sud Africa: immensa libertà di sperimentazione con massimo accesso a tutte le informazioni possibili. L’impressione esterna è che un giovane laureato enologo al suo primo giorno di lavoro si senta un po’ come Willy Wonka nella sua fabbrica di cioccolato: immensi poteri (leggi attrezzature), tanta manodopera, capitali sostanziosi alle spalle e una grande rete di comunicazione con gli ex compagni di banco che magari stanno facendo vino nei restanti 3 continenti. Potete solo immaginare quanto fermento (passatemi la freddura)! Bere vino in Sud Africa oggi è come fare un trip dopo aver sniffato la ghiandola pineale: tutto è possibile! (=per i ben pensanti cultural-chic: i vini sudafricani, in particolare i Vin de Constance, erano consigliati da Jane Austen in quanto i loro poteri curativi potevano aiutare un cuore deluso).

noble hill mcc

Noble Hill (Paarl) appartiene a Christopher Tillery: non ama stare sotto il sole estivo, ma ama chiacchierare e risponde a qualsiasi domanda (dietro lauto compenso). Non ha studiato enologia, ma sa fare bene il suo lavoro, conosce perfettamente ogni aspetto della vinificazione e ama fortemente tutto quello che lo circonda, è un grande osservatore, un globe-trotter e ama ridere e far star bene le persone che lo circondano. I suoi vini sono filoeuropei, possiedono carattere e comunicano genuinità. E poi mi fido sempre di chi ti regala un libro con una dedica personalizzata. Perché no, provate il metodo classico Blanc de Blancs, chardonnay, 24 mesi sui lieviti: un vino che colpisce soprattutto in bocca grazie all’altalena tra sapidità e freschezza fruttata. 90 punti.

moreson fym

Moreson (Franschoek) e Nikki Friedman, soprannominata Lady Fizz, sono un binomio inscindibile. Nikki è nata e cresciuta all’interno dell’azienda, ne è la proprietaria e l’anno scorso ha vinto il premio come miglior enologa del Sud Africa, un bel riconoscimento davvero meritato visto che si cimenta sia con l’MCC (Methode Cap Classique, il metodo classico sudafricano) e con tutte le altre tipologie di vino: dallo chardonnay in anfora (chardonnay da cloni che appartengono solo a lei) al tipico pinotage. FYM, chardonnay 2017 da clone Cy18, poche bottiglie che vedono la luce dopo 3 anni di affinamento: profumi di creme Brulèe e Alpenlliebe che si fondono con agrumi, sorso fresco e dinamico. 91 punti.

diemersfontain pinotage
Diemersfontain (Wellington): un enofighetto un po’ hipster sarebbe uscito da questa cantina dopo 5 minuti. Francois Roode, l’enologa, è una roccia e di una simpatia contagiosa: non ha paura di nulla, nemmeno di raccontare i suoi segreti più reconditi, ad esempio, che il loro chenin lo scorso anno è stato pompato con un bel po’ di acido tartarico per raggiungere gli standard aziendali e che il loro The Original Pinotage in stile “coffee-chocolate” viene fatto in cemento con l’utilizzo di doghe belle tostate, segue fuoriuscita dimostrativa di doga di 2 metri per 20 cm un po’ viola e un po’ bruciacchiata. Se non siete morti o se non avete cambiato pagina finora, vi dirò di più: non è male. Ora, lo so, siete morti. 86 punti.
uitsig semillon

Uitsig (Constantia): è un villaggio da cartolina, nel 2017 è diventato “heritage market” perché in ogni casina ugonotta vi lavorano artigiani locali e il vino è una parte dell’economia locale. Danna de Jongh, laureata a Stellenbosch nel 2016, oggi gestisce più di un milione di bottiglie all’interno di Uitsig in una cantina nuovissima atta a garantire altissime prestazioni. Ci ha confessato che ha la possibilità di scegliere una piccola parte di uve e fare degli esperimenti, cosa che ci è stata confidata da molti altri enologi. Provate il semillon in purezza 2017, solo 2000 bottiglie prodotte e un corredo olfattivo di erbette aromatiche che incanta, mantenendo in bocca acidità e personalità. 90 punti.

chamonix troika

Chamonix (Franschoek): Bernard Dewey ci accoglie sorridente e pacato, parla di altitudini estreme delle sue vigne, delle esposizioni perfette e della fortuna ad aver individuato sempre il posto giusto per il vitigno giusto. Anche qui si respira un po’ di vecchia Europa. Più parliamo con lui e più tutto mi è chiaro: per esempio l’utilità commerciale del pinotage, perché è sempre meglio non irrigare, l’esposizione giusta delle vigne.. per ore. Troika Reserve 2016 (un blend composto da50% cabernet franc, 30% cabernet sauvignon, 10% merlot e 10% petit verdo) è ispirato a Saint Emilion e apparentemente gli assomiglia molto per via di quella leggera nota di erba sfacciata che lo avvolge solo inizialmente, ma il suo punto forte è la sapidità coadiuvata da persistenza gustativa e finale pulitissimo. Un grande vino rosso adatto a tante occasioni diverse. 94 punti.

graham beck

Graham Beck (Robertson): 5 ore di viaggio in cui abbiamo visitato solo questa cantina e ne è valsa la pena. Il mio accompagnatore è Pietro Palma, Ambassadeur du Champagne, che è subito entrato in confidenza con Pieter Ferreira, un enologo davvero unico, non solo per la generosità con cui ha degorgiato alla volèe ogni bottiglia su cui abbiamo posato gli occhi, ma anche perché la sua preparazione è stupefacente. Piccolo scoop: produce anche un’etichetta col suo proprio nome che ha avuto un successo straordinario ed è quindi ora introvabile; se volete farvene dare qualche bottiglia dovete sentire la moglie. I suoi esperimenti spumantistici vanno oltre qualsiasi immaginazione. Distribuito da Première. Blanc de Blancs vintage 2015, compensa il basso dosaggio di 4 g/l con la pienezza gustativa fruttata, è il vino con cui Nelson Mandela ha celebrato la fine dell’Apartheid e Barack Obama l’insediamento alla casa Bianca. 91 punti.

boekenhoutskloof choc blcock

Boekenhoutskloof (Franschoek): qui si entra solo su raccomandazione e parliamo di pura leggenda sudafricana. Marc Kent è il proprietario e Gottfried Mock l’enologo. Insieme hanno la passione non solo per il vino ma anche per il Barolo di Conterno e Star Wars, 2 buoni motivi per farsi adottare subito. Marc possiede anche vigne nello Swartland, un’area produttiva nuova, composta da piccoli produttori senza spalle coperte da ingenti capitali e che stanno lottando per emergere attraverso la strada dell’artigianalità e proponendo vini biologici, biodinamici e vegani. Marc ha inventato il Chocolate Block, un blend ispirato ai vini della Côte du Rhone composto da uve provenienti da tutto il paese: syrah, granche, cinsault, cabernet sauvignon e viogner, è uno dei vini sudafricani più pregiati e premiati di sempre dal tipico profumo di china e cedro e una sontuosità in bocca davvero unica. La vendemmia era la 2018. Distribuito da Vinimark. 94 punti.

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