Campania Stories 2021: luci, ombre e un bel po’ di assaggi (parte prima)

Campania Stories 2021: luci, ombre e un bel po’ di assaggi (parte prima)

di Simone Di Vito

Anche quest’anno quelli del Campania Stories hanno fatto le cose in grande. Una manifestazione bella e impegnativa che ci ha visti girare ogni giorno come trottole toccando luoghi mozzafiato e un pizzico di storia. Inizio con visita agli scavi di Pompei, una passeggiata tra le vigne del Vesuvio, poi Campi Flegrei, Capri, Sannio, Irpinia e senza dimenticare una splendida sede come quella del campus Principe di Napoli di Agerola, dove nel blu dipinto di blu, tra tasting e alloggi con vista (e che vista) ci è scappato anche un mini-pranzo in presenza del direttore del campus, un certo Heinz Beck.

Dell’intera settimana sono rimasto solo tre giorni, tra luci e ombre, aspetti positivi e negativi.

Luci
– La prima non può che essere quella dell’organizzazione, che visti i tempi e le difficoltà del caso ha preparato tante belle iniziative senza farci mai mancare presenza e disponibilità.

– La 2019 dei bianchi irpini si dimostra un’annata particolarmente interessante. Meno carica e alcolica della 2018 –ora finalmente più distesa– e con vini in molti dei casi già pronti e brillanti. La 2020 invece alterna alcune belle bevute a vini un po’ embrionali.

– Bene alcuni Irpinia aglianico e Campi Taurasini, con molta meno garra dei fratelli maggiori ma anche meno intaccati dal legno, il tannino c’è e si sente ma non offusca beva e riconoscibilità al calice.

– La forte presenza su carta di vitigni autoctoni a scapito degli internazionali dimostra come molte aziende anche in Campania abbiano capito che la valorizzazione di vino e territori passa per l’autoctono. Caprettone, pallagrello, tintore, e tante altre presenti.

Ombre
– L’assenza di alcune zone e denominazioni, un vero peccato, perché se si racconta una regione intera sarebbe bello riuscire a coinvolgere ogni denominazione. Es. Ischia dov’eri??

– A malincuore lo scettro di ombra principale spetta a parecchi Taurasi in assaggio. Siamo nel 2021, eppure in molti casi qui si è rimasti ai primi anni 2000, con concentrazioni da passata rustica, legno dolce e tannini spacca gengive. Vini a cui la ciccia non manca e su cui invece di aggiungere bisognerebbe sottrarre. Alcuni potrebbero migliorare col tempo, altri invece sembravano già stanchi e seduti, il rischio è che se attesi potrebbero addirittura sdraiarsi.

– Tipicità questa sconosciuta. Discorso forse trito e ritrito, ma se era positiva la presenza di molti autoctoni questi in teoria oltre al nome dovrebbero differire per caratteristiche, invece in alcune bottiglie da luoghi e vitigni completamente diversi ho fatto fatica a sentire le differenze. Puntare sul territorio non è solo scrivere vino da uve Tizio o denominazione Caio invece che Sempronio su un etichetta ma far esprimere la vera natura di vitigno e luogo di provenienza.

– Trasferimenti troppo lunghi e con bus caratteristico da Buscopan® nel taschino. Peppino di Capri al primo giro è simpatico ma dopo un po’ diventa pesante, specialmente se hai fatto cinque ore di tasting.

Gli assaggi

Con ben 341 vini a disposizione, tra bianchi, rossi, spumanti e rosati (pochini) di carne al fuoco ce n’era tanta, ma ne ho assaggiati “solo” un centinaio, focalizzando le mie scelte su quello che mi interessava di più. La lista è un po’ lunghetta certo ma nel panorama del vino c’è chi fa le top ten di MTV e chi invece ci mette la faccia pur essendo un hobbista…

Schermata 2021-09-10 alle 10.27.16

Salvatore Martusciello  – Asprinio D’Aversa Dop Trentapioli Brut
Bollicine fini e persistenti su un bel paglierino lucente, tra fieno, erbe aromatiche e agrumi, si abbatte sulla lingua con un bel mix acido e salino, solo un po’ corto sul finale. Bolla carinissima e gastronomica. 87+

Montevetrano – Campania Igp Core Bianco 2020
Giallo paglierino, note di mela golden e sbuffi aromatici di aneto, caldo e corposo al sorso, che richiama agrumi e frutta, salinità in chiusura. 87

Azienda Agricola Casebianche – Paestum Bianco Igp Iscadoro 2018
Paglierino non filtrato e tendente all’oro, zafferano, miele e pesca, assaggio caldo e materioso, sapidità sul lungo finale fruttato. 87

Contrade Di Taurasi – Campania Bianco Igp Grecomusc’ 2018
Paglierino acceso con pesca, erbe aromatiche e iodio, dritto ed energico, con buona progressione e una sontuosa scia sapida a chiudere. 88

Porto Di Mola – Roccamonfina Coda Di Volpe Igp Risiera 2020
Paglierino, succo di mela e salsedine, sorso carico e un po’ sbilanciato che spara sale a raffica anche in chiusura, ancora acerbo. 85

Traerte – Irpinia Coda Di Volpe Dop Irpinia Coda Di Volpe 2020
Paglierino con naso di pesca, agrumi e note fumé, sorso brioso con punte di freschezza e sale in abbondanza, finale non troppo lungo, giovanissimo. 87

Amarano – Irpinia Coda Di Volpe Dop Lucinda 2019
Paglierino, matita temperata e frutta gialla, assaggio perentorio e sulla lingua dove lascia una sabbiosa patina salata, chiude su acidità e agrumi, gioventù ma già tanta bontà. 88

Sorrentino Vini – Vesuvio Lacryma Christi Bianco Superiore Dop Vigna Lapillo 2019
Paglierino, pietra focaia, fiori di campo e sedano tritato, dal sorso beverino e piacevole, con discreta morbidezza e durezze controllate, bella chiusura in crescendo e sulla freschezza. 88+

Ettore Sammarco  – Costa D’Amalfi Ravello Bianco Dop Vigna Grotta Piana 2020
Paglierino, con sentori di pera abate e erbe aromatiche, caldo e leggermente salino, sfumata acidità sul finale, giovane e immaturo, prego attendere. 85

Marisa Cuomo  – Costa D’Amalfi Furore Bianco Dop Fiorduva 2019
Paglierino lucente con riflessi oro, dal naso ricco di salsedine e gomma da cancellare, ginestre e punte aromatiche, corposo e sapido per un assaggio che svanisce rapidamente svuotando la bocca. Tanta materia prima ma per il momento fatica ad esprimersi appieno. 87+

Tenuta San Francesco – Costa D’Amalfi Bianco Dop Per Eva 2018
Paglierino, frutta gialla e iodio, caramella d’orzo e alga Nori, dritto in bocca con un contrasto acido/sapido che sfiora finemente ogni papilla gustativa, chiusura in punta di piedi e sulla freschezza. Ricamato e bellino. 90

Lunarossa – Colli Di Salerno Fiano Igp Quartara 2018
Paglierino, crosta di pane e affumicature, frutta gialla e grafite, sinuoso e sapido per un sorso che richiama ancora il fumé e nuove sorsate, chiude profondo su sapidità e lieve dolcezza. Piacevole. 89

Canonico & Santoli – Fiano Di Avellino Dop Iside 2020
Paglierino, mela cotogna, scogli e erbe aromatiche, assaggio semplice e controllato ma con una sua finezza, finale evanescente, ancora in divenire. 86

Tenuta Cavalier Pepe – Fiano Di Avellino Dop Refiano 2020
Paglierino, gesso sbriciolato su note di mela e timo, assaggio ricco e sinuoso ma un po’ alcolico, abbonda di sapidità anche sul finale. Da riassaggiare più in là. 86+

Passo Delle Tortore – Fiano Di Avellino Dop Bacio Delle Tortore 2020
Giallo paglierino dal naso di fiori gialli, frutta, note fumé e grafite, energico, fresco e finemente sapido, dinamicità e eleganza, finale corto ma che fa salivare a più non posso, tanta roba ora e chissà in futuro. 90+

Colli Di Lapio – Fiano Di Avellino Dop Fiano Di Avellino 2020
Paglierino su note di mela, sbuffi di menta romana e punte salmastre, poi leggere note agrumate, energico e vibrante sulla lingua, corpo non troppo pronunciato ben condito di freschezza e sapidità, sfuma lentamente sul finale. Un giovanotto già bello così. 90

Donnachiara – Fiano Di Avellino Dop Empatia – Organic 2020
Paglierino tra pesca e erbe aromatiche, bocca un po’ scarica e tutta spostata sulla sapidità, senti l’acidità solo sul finale mandorlato, da rivedere. 84

Traerte – Fiano Di Avellino Dop Fiano Di Avellino 2020
Paglierino dal naso piuttosto complesso, tra roccia bagnata, camomilla e note di orzata, si muove sinuoso e punge con salinità e freschezza, l’alcol però è ancora un po’ evidente ma non manca tanto alla meta. 88+

I Favati – Fiano Di Avellino Dop Pietramara 2020
Giallo paglierino cristallino, di fiori bianchi, mela e roccia, assaggio pulito e misurato, acidità e sapidità ci sono, chiude corto e sul frutto. Vino fatto bene a cui manca solo un po’ di personalità, che forse gli regalerà il tempo in bottiglia. 88

Vigne Guadagno – Fiano Di Avellino Dop  2019
Paglierino su note floreali, di erbe aromatiche e leggerissimi spunti fumé, sorso agile, salino e che richiama il gesso, chiude l’assaggio lasciando in bocca un retrogusto di frutta e sfumata freschezza. 90

Salvatore Molettieri  – Fiano Di Avellino Dop Fiano Di Avellino 2019
Paglierino limpido e ficcante al naso, tra menta, camomilla, matita temperata e erbe di campo, dritto ed energico con netta sapidità che permane a lungo su lingua e papille. 88

Villa Raiano – Fiano Di Avellino Dop Alimata 2019
Paglierino con note dolci di mela e caramella mou, fiori gialli e roccia, morbido e intenso, sapido e fresco, ci trovi di tutto ed è puntuale come un orologio, ordine e goduria con una vita davanti. 91+

Villa Raiano – Fiano Di Avellino Dop Bosco Satrano 2019
Un giallo paglierino brillante, dal naso quasi marittimo per la tanta salinità, balsamico e di frutta, lievi affumicature e freschezza, morbido e quasi tannico sulla lingua, ma ovviamente non è il tannino, è il sale che lascia la bocca grassa e vogliosa di un’altra sorsata, sontuoso e dal sicuro avvenire. 91

Villa Raiano – Fiano Di Avellino Dop Ventidue 2019
Paglierino su fiori e note di pesca bianca, sorso verticale che pennella la bocca con punte di finezza, profondo e ammiccante, finale su agrumi e sapidità. 89

Cantina Del Barone – Campania Fiano Igp Particella 928 2019
Paglierino, di pesca gialla e salsedine, zenzero e affumicature, prosperoso, arrembante e intensamente sapido. Manca poco per essere al top. 89

Rocca Del Principe – Fiano Di Avellino Dop Fiano Di Avellino 2019
Paglierino tra roccia, fiori e salinità, dal sorso elegante e ordinato, dove senti sia freschezza che sapidità, richiami di roccia bagnata e agrumi sul finale. Un equilibrista sul palato. 90+

Feudi Di San Gregorio – Fiano Di Avellino Dop Morandi 2019
Giallo paglierino, con sentori di gomma da cancellare, pera e biancospino, sorso intenso e sapido, snello e precisino, finale corto. Ricamato e fine ma al momento un po’ prevedibile. 87+

Pietracupa – Campania Fiano Igp Fiano Pietracupa 2019
Paglierino, ginestre su agrumi e salsedine, ingresso carico e tutto all’insegna della sapidità, finale che sfuma su freschezza e note saline, migliorerà. 89

Tenuta Sarno 1860 – Fiano Di Avellino Dop 2018
Paglierino su note floreali, di pesca e salmastre, assaggio caldo che sviluppa in ampiezza e che rilascia tanta sapidità, sfumata acidità, piacere e tanta voglia di riberlo. 90

Pietracupa – Campania Fiano Igp Cupo 2018
Paglierino tra erbe aromatiche e roccia, largo e voluttuoso, abbonda di sale e freschezza, è tutto tanto ed ha le stimmate di grandezza, ottimo adesso, ma domani forse di più. 90+

I Favati – Fiano Di Avellino Riserva Dop Pietramara Etichetta Bianca 2018
Paglierino acceso e consistente, erbe aromatiche, frutta matura e salinità, corpo formoso e ancora sapidità, persiste, persiste e non finisce mai, una bestiolina che seduce e con ampi margini di miglioramento. 91+

Rocca Del Principe – Fiano Di Avellino Dop Tognano 2018
Paglierino, con note di pesca e fumé, timo e spezie, basilico e fantasia, scalda il cuore con forme e materia, per un sorso brioso di sale e freschezza che persiste da morire. Che bomba! 92
Vigne Guadagno – Fiano Di Avellino Dop Contrada Sant’aniello 2016
Paglierino intenso, tra cera d’api e affumicature, assaggio pulito e in equilibrio, profondo e invitante, maturità a pieni voti. 90

Fattoria La Rivolta – Sannio Taburno Greco Dop Greco 2020
Giallo oro, tra fiori gialli, pera e gesso, morbido e salato, grasso e che fa salivare, chiude lungo su note saline e fruttate, può crescere ancora. 88+

Sanpaolo – Greco Di Tufo Dop Greco Di Tufo 2020
Giallo paglierino, semplice al naso tra timo e gelsomino, con sorso tutto improntato sulla sapidità che richiama anche sul finale corto e dissetante. 86

Tenuta Cavalier Pepe – Greco Di Tufo Dop “Nestor” 2020
Paglierino, naso su scogli, note tropicali, di erbe di campo e pesca gialla, assaggio abbastanza morbido e sulla sapidità, finale dai richiami freschi e speziati. 87

Tenuta Del Meriggio – Greco Di Tufo Dop Greco Di Tufo 2020
Paglierino limpido, crosta di pane, biancospino e zenzero, verticale e fine ma semplice ed evanescente in bocca. 85

Canonico & Santoli – Greco Di Tufo Dop “Mefite” 2020
Paglierino di fiori e frutta, dal sorso caldo e robusto, c’è sale e freschezza, chiusura lunga e piacevole sulla sapidità. 87

Colli Di Lapio – Greco Di Tufo Dop “Alexandros” 2020
Paglierino intenso, mela e note marittime, energico e fine, spara sale e ingrassa il palato, finale da pesca mangiata in riva al mare. 88+

Benito Ferrara  – Greco Di Tufo Dop “Vigna Cicogna” 2020
Paglierino, mela e salsedine, agrumi e erbe aromatiche, un po’ alcolico ma la finezza c’è, acidità e sale, corto e succulento in chiusura. 88+

I Favati – Greco Di Tufo Dop Terrantica 2020
Paglierino, biancospino e pera, cenere e freschezza, fine e formoso, caldo ed energico, chiude composto tra frutta e sapidità. 88

Le Otto Terre – Greco Di Tufo Dop Petranera 2020
Giallo paglierino, note di scorza d’arancia e friccicorii di zenzero, assaggio facile e quasi sbarazzino, non per questo banale, fresco e salato sul finale lungo e succulento. 87

Passo Delle Tortore – Greco Di Tufo Dop Le Arcaie 2020
Paglierino, con sentori fumé e di grafite, fiori e iodio, scoppia in bocca con un turbine di sapidità e freschezza, salivazione e piacere in abbondanza. 90

Cantine Dell’Angelo – Greco Di Tufo Dop Miniere 2019
Giallo paglierino ricco e particolare tra note salmastre, fiori, frutta e spunti fumé, sorso fine e morbido il giusto, agile al palato e in equilibrio, chiude il sipario con una rondata di freschezza ed emozioni. 91

Cantine Di Marzo – Greco Di Tufo Riserva Dop Vigna Serrone 2019
Paglierino, con note marittime, salvia e frutta gialla, morbido e sapido, agile in bocca e profondo sul fresco finale. 90

Cantine Di Marzo – Greco Di Tufo Riserva Dop Vigna Ortale 2019
Paglierino ricco di agrumi e erbe aromatiche, gesso e calore, con una pregevole scia salina a chiudere. 88+

Cantine Di Marzo – Greco Di Tufo Riserva Dop Vigna Laure 2019
Paglierino con spunti balsamici, limone e origano, corposo e masticabile, richiama roccia e pesca bianca, lungo e decisamente sapido sul finale. 88

Pietracupa – Campania Greco Igp Greco Pietracupa 2019
Paglierino, scorza di agrumi e coriandolo, spicchio di mela, dal sorso morbido e vibrante, fresco e saporito con una lunghissima scia salina. 89

Petilia – Greco Di Tufo Dop 4 20 Quattroventi 2017
Giallo ocra freddo, frutta secca e punte di pasticceria, dattero e zafferano, morbido e intenso, allarga la bocca con forma e sostanza, prontissimo. 90

Di Meo – Greco Di Tufo Riserva Dop Vittorio 2008
Giallo oro, cera d’api e miele, idrocarburi e effetti speciali, morbido e sapido ma acidità ancora presente, l’arma bianca finale. 91

 

Qui la seconda parte con i rossi…

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

33 Commenti

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Angelo D.

circa 3 anni fa - Link

''La forte presenza su carta di vitigni autoctoni a scapito degli internazionali dimostra come molte aziende anche in Campania abbiano capito che la valorizzazione di vino e territori passa per l’autoctono. Caprettone, pallagrello, tintore, e tante altre presenti''. Ma quando è che la Campania avrebbe puntato sugli internazionali? E' forse l'unica regione d'Italia se non d'Europa e del mondo che non ne ha mai sentito il bisogno...

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gervasio

circa 3 anni fa - Link

Sarà, ma tutto codesto gran sale a profusione che sentite voi, io nel vino non l'ho mai sentito...

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Simone Di Vito

circa 3 anni fa - Link

Io lo sento... Forse perché mangio parecchio sciapo 😅😉

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Vocativo

circa 3 anni fa - Link

Sarebbe interessante approfondire la questione "tipicità", dato che è un'ombra. Sui rossi posso immaginare e con il prossimo post De Vito verosimilmente chiarirà con i report sugli assaggi, ma sulla mancata tipicità in Campania, con un parco ampelografico così ampio e territori così diversi, spendere qualche parola in più può diventare illuminante, perché vuol dire che c'è un grande problema di "manico".

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Ci sono produttori che puntano tutto sulle potenzialità delle singole varietà e la loro capacità di tradurre i territori, addirittura qualcuno si sta spingendo sulla zonazione delle proprie vigne, individuando parcelle con caratteristiche meritevoli o areali di provenienza. Altri produttori puntano al mercato sic et simpliciter, cercando nei propri vini principalmente piacevolezza... infondo al ristorante, al bar, a casa, quanti stanno li a discettare di tannini, sapidità, verticalità, etc etc?

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Sara Cintelli

circa 3 anni fa - Link

Ciao Simone, mi trovi d'accordo su molti aspetti (luci ed ombre, soprattutto queste ultime!) e noto con piacere che abbiamo individuato come eccellenti diversi vini, anche se io i punteggi non li ho pubblicati, ma li avevo segnati sui miei appunti ;-) Sul discorso valorizzazione vitigni autoctoni, sicuramente ci sono diverse aziende che utilizzano ancora tagli con internazionali (me ne viene in mente qualcuna) ma credo siano sempre in minoranza, questo almeno è il mio percepito/incontrato fin qui. E sì, per rispondere anche ad altri commetatori di cui ho letto note, anche per me sono stati molti i vini "salati" e li ho apprezzati con grande piacere. Esci il resoconto sui vini rossi, dai! Saluti!

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Alvaro pavan

circa 3 anni fa - Link

Ma tutta questa salinità potrebbe essere traducibile in mineralita'?

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Spanna

circa 3 anni fa - Link

Ma poi perché dovrebbe essere sempre una componente positiva del profilo di un vino?

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Spanna

circa 3 anni fa - Link

Ma poi perché dovrebbe essere considerato sempre come un aspetto positivo di un profilo di un vino?

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

È la moda del momento... è come la vaniglia da barrique di una ventina di anni fa, altrettanto omologante...

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Mi pare piuttosto punitivo raccontare una regione vinicola (qualsiasi essa sia) in un ordine cosi sparso... Non dico di individuare annate, province, comuni, sottozone, contrade, numeri civici, etc (anche se, per una varietà come il fian, sarebbe pure piuttosto semplice), ma almeno rendere onore alle varietà dandone un quadro d'insieme... Messo giù così sembra piuttosto un elenco di buoni (decisamente pochi) e cattivi (la maggioranza), ché nel vocabolario intravinico 90 pts sono proprio pochini... Il Cilento e la provincia di Salerno non ha dignità di presenza, Benevento non pervenuta, Caserta idem... Ma soprattutto Napoli, praticamente ignorata...

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Cerco di chiarire la sua confusione in pochi, essenziali, punti: Scriviamo sia articoli che raccontano determinate realtà(regioni, città, persone) che articoli report di un evento che comprendeva circa 300 campioni in assaggio. Quello in oggetto è, appunto, un elenco dei vini assaggiati e valutati, se mancano alcune zone è perché qualcuno non ha inviato i campioni o noi non abbiamo fatto in tempo ad assaggiare tutto. È evidente come siano articoli diversi e, comunque, sulla Campania scriviamo spesso. Quanto al "vocabolario Intravinico", 90 punti sono 90 punti e sono tanti. Parliamo di una delle regioni che sta producendo i migliori bianchi d'Italia, non dello chardonnay di Roccacannuccia. È tutto: anche oggi abbiamo dovuto spiegare l'acqua calda ma va bene così. P.s.:Se vuole, in giro è pieno di post con "I miei migliori 5 assaggi a Campania Stories", basta cercare.

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Gino barrini

circa 3 anni fa - Link

Commento dell'anno, cialtrone e pallone gonfiato

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Alessandro

circa 3 anni fa - Link

Ma in sostanza, 60 euro per il fiorduva di cuomo mi pare di capire non valga la pena spenderli...o meglio...con gli stessi soldi si comprano 2 altre bottiglie (forse 3) di pari valore. Dico bene?

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Tomacelli, lei dovrebbe avere più (molto) rispetto del suo interlocutore. Innanzitutto l'autore scrive che ha scelto di assaggiare il centinaio di campioni che gli interessava di più (???)... non è che non "avete avuto tempo". 90 punti non hanno alcun valore oggettivo... lei, tantomeno i suoi colleghi, non ha un gas cromatografo, al posto del naso... a chiarire questo fenomeno di articoli scientificamente validati ce ne sono più che dei suoi post coni migliori assaggi... Ma, a prescindere da tutto, qualche vino - in Italia - lo assaggia anche qualcuno che non scrive sul presente blog... L'acqua calda, fossi in lei, la userei per sciacquarmi la faccia e rilassarmi... in realtà quello che ho sottolineato è esattamente il contrario. L'articolo - a me - pare esattamente nella scia dei "migliori n prodotti", a campania stories ci sono stato anche io (e lei?), ho ancora l'elenco dei prodotti in assaggio e di rappresentanze (persino valide, guarda un po') delle province campane che non siano l'Irpinia, ce n'erano in abbondanza! Mi chiedo: ma prima di spiegare, lei l'articolo, lo ha letto?

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Gino barrini

circa 3 anni fa - Link

Non perda tempo con questo esaltato, vorrei vedere se fosse in grado di ripetere la sua lezioncina di persona, tomacelli è nervoso perché sta perdendo audience

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Simone Di Vito

circa 3 anni fa - Link

Buongiorno, chiarisco il discorso "vini che mi interessavano di più". Vista la mole di bottiglie e zone in degustazione e con sole 5 o 6 ore al giorno (una giornata per i bianchi e una per i rossi), ho scelto di focalizzarmi sull' Irpinia. Dopodiché se avessi avuto un giorno in più per ogni tipologia avrei sicuramente approfondito anche altre zone, come Campi Flegrei, Cilento, Sannio, ecc Per quanto riguarda i voti, per un vino giovane e in anteprima 87,88 e 89 io non li considero voti negativi, anzi... Sono vini a cui magari manca poco o pochissimo. Poi ognuno ha il suo range di valutazione. Saluti

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

E lei dovrebbe avere più rispetto per chi lavora. In poche righe ci ha dato degli incompetenti, superficiali e ancora insiste. Ci sono blog della Campania che pubblicano report di cinque vini (i soliti noti, tra l'altro) e viene a fare le pulci a noi perché abbiamo "solo" 50 assaggi. Mi trovi in giro un report più completo e ne riparliamo.

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Tomacelli, lei continua a calpestare deiezioni bovine... Se la mette dal punto di vista del "lavoro", allora: Quella è una manifestazione pagata dai soldi dei contribuenti campani, per fare promozione del territorio e delle produzioni locali. L'invito ricevuto conteneva - di certo - anche il programma (di cui, parte, era stato rilanciato ovunque). Pertanto se si se si fosse improbabile, nel poco tempo concesso, riuscire a dare un quadro esaustivo della situazione, da professionisti, si sarebbe dovuto rifiutare, oppure, fare doverose ed approfondite premesse in testa al pezzo!!! Quindi, in sintesi: lei non ha letto l'articolo, non si è confrontato con il suo collega che, invece, è intervenuto con un chiarimento garbato e pacato, non sapeva come si è svolta la manifestazione e, per di più, non ha neanche compreso quanto espresso... e parla a nome di suoi soci/colleghi, dando loro degli incompetenti e superficiali? Io, fossi in loro, mi offenderei... @Simone Di Vito: la ringrazio per il chiarimento. Converrà con me che ad altre anteprime i toni entusiastici si sprecano, così come punteggi altissimi (anche oltre i 95)... Per l'amore del cielo basta conoscere gli autori, ma chi non dovesse essere così addentro alla frequentazione del blog, confrontando un 88 dato da lei, con un 95+ dato sulle stesse pagine un paragone lo fa... Per il resto comprendo le esigenze di tempo, essendoci stato (giornata operatori)... rimane il problema, a mio avviso, di un quadro decisamente poco esplicativo...

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Giusto per aggiungere: lei ritiene corretto rasoiare il lavoro di decine di produttori con commenti tranchant, tirati giù in una girata ed una voltata di bicchiere e non accetta il confronto con altri? Ma fa sul serio?

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andrea celant

circa 3 anni fa - Link

questo post ha commenti maleducati che, fossi in voi, cancellerei ... anche per non dover replicare ... limitiamoci a parlare di vini e anche a contestare ma con altri toni, quelli che sono soliti sul "mio" intravino

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Abbiamo prima di tutto un cervello. Poi abbiamo anche un palato. Le interazioni tra cervello e palato sono molteplici e di diversa natura. Molti non hanno ancora capito l'importanza del cervello(in senso lato) nelle degustazioni organolettiche. __ Usiamo di più il cervello. Usiamo di più il nostro GUSTO PERSONALE. __ Non aspettiamo che ci sia sempre qualcuno che ci dica COSA PENSARE e COME PENSARE. Non aspettiamo che ci sia sempre qualcuno che ci dica COSA DEGUSTARE e COME DEGUSTARE. __ Pensa. Degusta. Indipendentemente e liberamente. __ Dopo questo pippone direi che non vale la pena di accapigliarsi per le diverse valutazioni. Per me queste valutazioni di esperti hanno un valore relativo. Perché non ci sono tutti i crismi di condizioni di indipendenza. Ma anche perché do importanza al mio GUSTO PERSONALE.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Alberto: "Quella è una manifestazione pagata dai soldi dei contribuenti campani, per fare promozione del territorio e delle produzioni locali" E che c'entra la ....PROMOZIONE... con...la CRITICA ENO-GASTRONOMICA.... INDIPENDENTE?

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

È una boutade in risposta al tentativo di buttarla in caciara facendo riferimento al rispetto per chi lavora... mi pare piuttosto chiaro. Quindi, mi ripeto, se è una questione di lavoro, allora i primi a dover essere rispettati sono i viticoltori... come? È semplice: se si ritiene di trovarsi davanti ad un programma difficilmente rispettabile, allora... Dopodiché è critica enogastronomica, non la bibbia, né un editto monarchico, pertanto è lecito esprimere dei dubbi (e l'autore ha cortesemente risposto)...

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Credo di aver finalmente capito qual è il problema: essendo una manifestazione pagata con denaro pubblico, lei si aspettava una PROMOZIONE dei vini campani mentre noi abbiamo esercitato il nostro sacrosanto DIRITTO DI CRITICA che prevede giudizi e scelte. Lei ha proprio sbagliato blog ma se vuole - in privato - le posso dare una serie di indirizzi di siti che fanno promozione vendendosi per pochi spiccioli. Mi scuso per averla indotta in errore e averle fatto perdere tempo.

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Paolo

circa 3 anni fa - Link

Non è proprio così, gentile Tomacelli. L'affermazione del (furibondo) lettore è: "pagata daii soldi dei contribuenti campani". Non "pagata con denaro pubblico" genericamente inteso. Ora, per curiosità, ho voluto compulsare i dati disponibili, e come dire... mi riesce difficile dirlo... ma l'affermazione del (furibondo) lettore non sembra tecnicamente e giuridicamente precisa. Forse è denaro pubblico, almeno in parte, ma non riesco a rilevare una così diretta corrispondenza; a meno che non consideriamo valido il teorema dei sei gradi di separazione, e allora in questo caso....

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Alberto

circa 3 anni fa - Link

Tomacelli, lei ha capito benissimo, infatti evita accuratamente di rispondere nel merito e reagisce nervoso... L'ha stizzita una non supina accettazione dell'impostazione del pezzo che rimane una personale (sicuramente legittima) espressione di gusto dell'autore, senza che vengano inquadrati territori, varietà, annate, nonostante come è scritto chiaramente fosse disponibile un'ampia quantità di materiale... Per quanto mi concerne, rimane punitivo nei confronti di un'areale che - come lei stesso sostiene - è in grado di esprimere alcuni dei bianchi più valide del territorio nazionale...

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Antonio Tomacelli

circa 3 anni fa - Link

Certo che lei è proprio un fenomeno: noi siamo qui da 10 anni, abbiamo in archivio – immediatamente consultabile tramite il motore di ricerca – centinaia di post sulla Campania del vino, poi un bel giorno arriva lei, legge UN (UNO) articolo e ci accusa di non aver parlato dei territori della Campania come se fossimo IoDonna o Tutto Uncinetto: ma ci fa o ci è? Ma soprattutto, lei lo sa chi siamo noi?

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erique

circa 3 anni fa - Link

quanta isteria solo perché il pezzo ha un suo legittimo taglio sull’evento, evitando di riportare una marketta senza filtri; a chi la fa facile, assicuro che serve un altissimo senso di dignità personale in questo mestiere per scrivere con serenità di qualcuno (in questo caso di un’azienda vinicola) con cui, per lavoro, si hanno rapporti professionali continuativi; come scriveva un amico in un altro contesto, “a volte bisogna accettare di essere reazionari”, riconoscendo, in questo caso, i danni profondi che sta producento la comunicazione del vino via internet, dove la benevolenza interessata è celata dietro un velo di (apparente) scrittura giornalistica: se un articolo normalissimo - ed è questo il caso - viene vissuto come atto di lesa maestà, allora qualcosa sta andando storto. ps. che amarezza, invece, per l’immobilismo legnoso di tanti taurasi. qualcuno suoni la sveglia a questa docg, che rischia di finire nell’elenco infinito dei vini italiani grandi solo in teoria.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Erique "dove la benevolenza interessata è celata dietro un velo di (apparente) scrittura giornalistica" _____ Oltre a fare bene la DEGUSTAZIONE ANALITICA (per distinguere un aroma da un altro) sarebbe auspicabile un affinamento delle capacità di comprensione e interpretazione di un testo. Troppi veli nei discorsi sul cibo e vino. Troppi interessi. Alzare quei veli, comprendere, cioè, cosa c'è dietro ai veli è compito ben più arduo di una degustazione. ... A cui non siamo molto abituati. PS Erique fatti senrire più spesso.

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Sisto

circa 3 anni fa - Link

Quoto tutto.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...ottimo servizio Simone...

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...Bue Apis della cantina del Taburno è stato assaggiato? Era presente?

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