Bufale britanniche: la donna che avrebbe speso 16.000 di vino al primo appuntamento

Bufale britanniche: la donna che avrebbe speso 16.000 di vino al primo appuntamento

di Elena Di Luigi

Le notizie generano sempre una conversazione, vere o false che siano.

Poco meno di un mese fa, per esempio, era virale su Twitter la notizia di un primo appuntamento conclusosi con un conto da pagare di 15,000 sterline. Pare che la lei della circostanza avesse ordinato del vino pensando costasse 50 sterline a bottiglia anziché le 5 mila come da lista. Insomma, secondo il tweet fatto circolare, la signora avrebbe sbagliato a leggere e che il conto le sarebbe stato addebitato sulla carta, ma spalmato in 10 anni. A corroborare il tutto c’era anche uno screen-shot di una conversazione WhatsApp, mandata da un amico di un amico, sull’incontro nato su Tinder e consumatosi in uno dei wine bar dello Shard di Londra.
Quante volte abbiamo ricevuto messaggi cosí, che o cestiniamo o inoltriamo per divertirci?

La falsa notizia è circolata abbastanza da generare almeno due domande:
1. quale vino in lista avrebbe mai potuto ordinare la donna? (oltre a: Chi mai potrebbe mai permetterselo a un primo appuntamento!)
2. cosa si fa in circostanze simili se non si hanno i soldi?

Per quanto riguarda il vino, il messaggio WhatsApp non ne parlava, a dimostrazione di quanto fosse inattendibile. Tuttavia, Aqua Shard, cioè il wine bar tirato in causa, ha fatto notare che la malcapitata avrebbe potuto ordinare “al massimo” uno Chateau Lafite Rothschild del 1990, a 2,300 sterline a bottiglia. Per spendere di piú avrebbe dovuto cenare al ristorante Ting, nello stesso grattacielo disegnato da Renzo Piano, che ha in lista il Petrus del 1998, a 5,200 sterline.

Per il pagamento, invece, è chiaro che per legge quando si consuma si stipula un contratto con il locale, e va onorato. L’addebito sulla carta in genere viene offerto al cliente solo come una soluzione alternativa ma, almeno in GB, non si è obbligati ad accertarla. Ci si puó rifiutare di pagare solo se il prezzo non è riportato in modo chiaro, o se la qualità del vino è in dubbio, ma è necessario dimostrare di avere ragione.

Come hanno fatto osservare i tweet stuzzicati dalla fake news, in circostanze del genere, per esempio, il vino verrebbe sempre introdotto da una presentazione del sommelier, che non mancherebbe di giustificarne il prezzo; oppure, se un cliente riordina a go-go, in genere ci si accerta che abbia recepito il prezzo da sobrio. In ogni caso, come regola generale, a un primo appuntamento, è sempre bene mantenere un profilo basso, soprattutto quando devi ancora capire che tipo di “vino” è la persona che hai davanti.

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