Bertinga, qualcosa di grande e antico a Gaiole

Bertinga, qualcosa di grande e antico a Gaiole

di Andrea Gori

Per i più attempati di voi la parola “Bertinga” rievocherà subito piacevoli sensazioni legate all’ immaginifico progetto di zonazione e cru ante litteram di Castello di Ama, decenni prima che diventasse una tendenza del vino in Toscana. Per altri meno attempati il ricordo potrebbe essere quello de La Porta di Vertine, una piccola azienda che riscosse un notevole successo una decina di anni fa alla Chianti Classico Collection e che fu notata anche dalla redazione di Intravino.

Oggi Bertinga è una realtà che incorpora vigneti da entrambi questi progetti in una sfida territoriale di alto profilo coinvolgendo professionalità di livello stratosferico e non lesinando certo in investimenti come fa ben vedere il cantiere della nuova cantina invisibile e  sotterranea con una punta panoramica che a mo’ di prua di una nave spunta dalla collina.

Del resto quando sei di proprietà di un grande importatore russo (Maxim Kashirin e Anaoly Korneev di Simple) e scomodi Stéphane Derenoncourt , uno degli enologi più richiesti al mondo, per curare il progetto enologico vuol dire che hai bene in mente il modello di riferimento bordolese. Fa quindi molto più piacere in realtà  scoprire che l’approccio è molto più borgognotto o almeno Chianti Classico moderno con una lettura di suoli, altitudini e vitigni degna dei migliori esempi di Gallo Nero moderni.

Bertinga è oggi un ibrido non facilissimo da comunicare perchè poggia su un Chianti Classico, La Porta di Vertine appunto, già conosciuto e apprezzato e molto fresco e dinamico poi passa ad una coppia di vini “grand vin” e “second vin” in stile bordolese ovvero Sassi Chiusi e Bertinga (50% merlot e 50% sangiovese) dal vecchio vigneto Bertinga da cui nasceva la selezione di Ama e infine due cru a livello alto di prezzo (verso i 100 € per intendersi) uno dedicato al sangiovese e uno al merlot, entrambi già sommersi di premi ed entrambi vini dall’approccio estremamente territoriale mono vigna e mono cru.

La Porta di Vertine Chianti Classico 2018
Sangiovese 100% dal vigneto a ventaglio sotto il castello di Vertine vicino al paese di Gaiole, a 500mt slm su scisti argillosi e roccia dura alberese, due parcelle piantate nel 2003, vinificazione in cemento. Naso frizzante e freschissimo viola e lamponi, fragole e amarena, succo e  polpa stile moderno Gaiole con sorso diretto immediato gustoso ed elegante in annata che ne asseconda bene l’agilità. 90
Sassi Chiusi Igt 2016 Bertinga
Un vero e proprio second vin che nasce da 85% sangiovese e 15% merlot con uve da tutte le vigne di proprietà (in totale sono meno di 20 ettari su un territorio piuttosto ampio), note di pepe lamponi e ribes nero, ingresso piacevolissimo e scattante, piacione quanto basta ma anche  piccante e diretto senza lesinare in tannino e struttura. 90
Bertinga Igt Toscana 2016
Sangiovese 50% merlot 50% polpa e struttura, senape e vetiver, intenso agrumato di arancio rosso, poi pepe, curcuma e con un merlot che rinforza Gaiole. Più che prendere campo si arriva ad un mix intrigante tra sangiovese di altura e concessioni limitate alla dolcezza. Spigliato e fitto, sul finale lascia spiragli di eleganza e finezza molto promettenti. 93
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Adine Sangiovese 2016 Igt Toscana
Da una vigna quasi in verticale (ce lo siamo girati attorno in MTB, possiamo confermare…) sotto cui sta nascendo la cantina che giù funge da stoccaggio per l’affinamento in vetro molto lungo, matura in botte grande Stockinger ovale da 25hl. Il vigneto poggia su galestro di alberese  100% ed è un vigneto con solo bosco intorno, posto a 520mt Slm, una zona selvaggia perfetta per questo vino elegantissimo, fatto di  amarena, agrumi  scuri stile bergamotto e lamponi, tabacco , pepe ribes nero, con una piacevolezza in bocca da arrivare ma dall’intensità, piccantezza e sostanza che ammaliano. 95
Volta di Bertinga Igt 2016
L’immancabile merlot 100% nasce dalle vigne a nord del vigneto Bertinga con passaggio in acciaio poi barrique di cui 35% nuove. Ha di rigore note di cassis, mirtilli e  ribes nero poi mallo di noce, cacao e caramello, al sorso rivela notevole estrazione ma anche forza, spezia e intensità vibrante donate da un vigneto in effetti splendido e dagli esiti sorprendentemente fini anche con vitigni che in genere qui escono con molta più opulenza.  94
Al di là dei singoli vini ed esiti veramente notevoli spiace molto che un progetto così tanto Chianti Classico nell’approccio territoriale alla fine proponga i “soliti” IGT rinunciando a produrre riserva o Gran Selezione però va considerato mercato e obbiettivi che specie a livello di tempi vengono accorciati molto usando la denominazione generica Toscana.
E’ un peccato soprattutto perchè l’esito complessivo è molto più territoriale di quanto non si possa pensare leggendo etichette e uvaggi e aiuta non poco a definire Gaiole in Chianti come sottozona del Gallo Nero, una zona che per metà guarda verso Radda ma che comprende al suo interno l’etereo di zone molto alte e la potenza di zone più calde mescolandole in una eleganza sopraffina.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

4 Commenti

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AG

circa 2 anni fa - Link

Ovvero materia prima da primato nelle mani di Simple....

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Simone

circa 2 anni fa - Link

Non vedo l'ora sviluppo e ricerca del prodotto come si vede a montalcino.....si tende più ad apparire....e per il chianti è una grossa perditempo perche non credo sia inferiore.....anzi..avrebbero potenzialita da portarlo più in luce dell' altro vino nostro....

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Vincenzo busiello

circa 2 anni fa - Link

Mi spiace Andrea, ma non vedo qualcosa di grande in questo progetto. Vedo solo grande business dove un altro affarista ha idealmente e praticamente sottratto qualcosa al vignaiolo artigiano che vive della sua terra. Sia chiaro: ci sono centinaia di "situazioni" di questo tipo in Italia. Ma non sono intriganti come possono esserlo.2 ore passate con lino maga o, per volare piu bassi, con bucciarelli, buondonno, bressan, keber tanto per nominare i primi che mi vengono in mente.

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Sono intriganti in maniera diversa e in ogni caso mi piace pensare che grazie a operazioni come Bertinga (cui chiederei più coraggio e uscire con più Gallo Nero) potranno portare in futuro più persone ad apprezzare artigiani come quelli che nomini tu. In ogni caso dal punto di vista della gestione del territorio e impatto ambientale c'è stato un recupero e una modalità di intervento rispettosa e che aggiunge fascino alla zona, non certo che la deturpa

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