Bere un vino di Bordeaux è come innamorarsi

Bere un vino di Bordeaux è come innamorarsi

di Daniel Barbagallo

Questa notte mi sono fermato a riflettere sui vini che amo, su come questa passione mi abbia trasformato diventando il fulcro della mia vita sociale, affettiva e in un certo modo un metro di misura per tutto. Anche dell’Amore.

Ero giovane ed insieme al vino sono cresciuto e cambiato nei gusti fino a diventare ciò che sono ora.

Oggi mi rendo conto che quando incontro una donna mi chiedo sempre a che vino assomiglia.

Per carattere amo gli opposti, quindi mi trovo ad avere un forte trasporto per le donne che assomigliano al mio Lambrusco, genuine, simpatiche e spumeggianti, con pochi fronzoli e tanta sostanza, dove l’immediatezza di carattere non riesce a nascondere una identità precisa e per nulla scontata.

Per contro subisco una forte attrazione per le donne che mi ricordano i Bordeaux.

Mi piace il fatto che si facciano attendere, dover aspettare il momento giusto, mi piace il loro carattere riservato, da scoprire con calma, come per il vino che le rappresentano.

Bere un vino del Medoc mi ricorda un corteggiamento: a nessun altro vino dedico le cure e l’attenzione che dedico a lui. Difficilmente, sostanzialmente mai, improvviso. Scelgo la bottiglia con cura e dovizia, la porto in casa giorni prima, la ammiro proprio come si fa con una bella donna e comincio a fantasticare. L’attesa assomiglia a quei momenti in cui sei sotto casa sua la prima sera e aspetti che scenda, con il cuore che ti va a mille e il fiato corto.

L’apertura avviene ore e ore prima in modo da poter valutare lo stato evolutivo per poi decidere se lasciarla stappata, tirarne via un bicchiere e ritapparla oppure più raramente scaraffarla.

È tutto estremamente lento e pacato, uno dei rari momenti in cui la mia vita frenetica riesce a fermarsi per assaporare il piacere dell’attesa dando vita ad un gioco della seduzione che mi piace un sacco.

Quando ho incontrato i Bordeaux avevo poco più di venticinque anni ed ero ancora troppo irruento per capirli. Cercavo il “tutto e subito”, in quella voracità tipica della gioventù. Le prime esperienze mi lasciarono con l’amaro in bocca e con la convinzione che fossero troppo osannati rispetto a ciò che erano in realtà. Quanto mi sbagliavo , erano solo nascosti .

Devo dire grazie a due persone se ora provo questa venerazione per questi vini.

La prima è Raffaella Carrà, la seconda è il maitre di un ristorante ormai chiuso da anni che mi spinse ad approfondire la mia conoscenza su questi vini, a dispetto di una Borgogna alla quale cominciavo già a dare del tu.

Era l’inverno del duemila. Io e la mia fidanzata decidemmo di passare il ponte dell’Immacolata a Vienna. Giorni bellissimi e assai romantici. Nevicava e la cosa aggiungeva poesia ad una città addobbata e piena dei famosi mercatini di Natale..

Per farle una sorpresa il sabato sera decisi di portarla in un ristorante bellissimo, nei pressi di Stephansplatz. La giornata passò tranquillamente tra musicisti di strada, profumi di frittelle e patate condite.

Una volta rientrati in hotel a tardo pomeriggio, le svelai le mie intenzioni. C’era un “ma”…: avevo sottovalutato il suo amore folle per la Raffa Nazionale. La sua risposta fu: “No, questa sera no: è sabato e  c’è Carramba che sorpresa”!

Non potevo credere alle mie orecchie, insistetti, ma non ci fu nulla da fare. Complice la stanchezza mi convinse a fatica a non uscire, e per di più mi chiese di andare in giro a comprare qualcosa da mangiare, per la sera.

Uscito sconsolato cominciai a vagare per la città, – adoro perdermi in vicoli e viuzze in luoghi sconosciuti, mi da un grande senso di libertà-. Arrivai davanti ad una enoteca ed entrai a curiosare.

C’era un assortimento di Bordeaux degli anni ottanta e novanta incredibile e visto che la mia serata romantica sarebbe stata ascoltando “…dopo vent’anni, dal Perù, tua sorella è qui…!” decisi che dovevo farmi un regalo, una sorta di risarcimento.

Comprai  un ’85 di Lafite ad un prezzo ridicolo, più o meno quello che avrei speso per una cena per due al ristorante, e la portai a casa. Quindi, grazie Raffa!

Ma a parte questa simpatica parentesi la prima volta che entrai veramente in questo mondo parallelo fu grazie al maitre di cui vi ho parlato poc’anzi, che una sera mi convinse a non bere il solito pinot nero: insistette per farmi assaggiare Rauzan Segla 88. Mi guidò pazientemente e mi fece capire che la bellezza di queste bottiglie sta nella fusione data dal tempo. Non lo ringrazierò mai abbastanza, tanto è vero che l’ho incontrato alla Fivi nel 2019 e ci siamo fermati tanto a parlare. Si ricordava perfettamente di me visto che negli anni a seguire frequentai spesso il locale dove lavorava e stappai molti vini con lui.

Davanti a me c’è Leoville Las Cases 1989 che a mio avviso rappresenta la più grande ingiustizia della classificazione stilata nel 1855 e valida ancora oggi, un’annata ricca a un buon punto di maturazione ma lontanissima dal suo apice.

Ora potrei dirvi tante cose, dalla scatola di sigari, alla componente balsamica molto fresca, potrei parlarvi del frutto definito e succoso, della nota tartufata, potrei raccontarvi che il tannino ha impiegato svariate ore ma ha regalato una dolcezza stupenda

Potrei.

Ma la verità è che in fondo in fondo in questo vino mentre scrivo se chiudo gli occhi posso sentire un lontano profumo di frittelle e nel berlo vibrava come sanno fare gli amori di gioventù. La bottiglia è finita e un’altra volta mi sono sentito come se avessi cercato di conquistare una donna uscendone in realtà sedotto io stesso.

Anche questa volta. Come ogni volta.

Forse sarò solo un inguaribile romantico, ma bere così fa proprio battere il cuore.

avatar

Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

23 Commenti

avatar

Andrea Nonisso

circa 3 anni fa - Link

a parte Bordeaux ,altro pianeta,vorrei sapere quando esce la degustazione di Bolgheri,ha vinto Ornellaia,secondo Castellaccio,ma mi mancano le altre aziende,grazie

Rispondi
avatar

Daniel Barbagallo

circa 3 anni fa - Link

Magari il mio scritto è noioso ma il suo commento è certamente arido.

Rispondi
avatar

Daniel Barbagallo

circa 3 anni fa - Link

Cercherò di essere chiaro, a casa mia bevo ciò che voglio e con questo confido che non mi leggera più .

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... per certi versi mi rivedo nelle considerazioni di Daniel , quindi per me uno scritto molto coinvolgente , altrochè "noia" . Leoville è , secondo me , solo apparentemente un errore di classificazione : nelle annate eccelse se la vede con i top dell'area . Di contro , in alcune annate ricade nell'anonimato di "ottima bottiglia" che non me lo fa ancora sposare all'elite dei Premiers . Inoltre non sempre la longevità lo sostiene , parlo dei decenni (tanti) . A mio parere , preferisco Cos D'Estornel per la sua capacità quasi epica di invecchiare sempre migliorando e per una caratterizzazione forse unica , la stoffa sempre aristocratica , il fumé che me lo fanno associare alla specificità sensoriale di altri monumenti che adoro , quali il tabacco di Haut Brion oppure l'anguria di Monfortino oppure la china di Monvigliero ... si fa per chiaccherare di vino , rimane un grandissimo ...

Rispondi
avatar

Daniel Barbagallo

circa 3 anni fa - Link

Marco Hai citato Cos che adoro e Haut Brion che è la mia prima scelta da sempre, pur riconoscendo che Latour spesso è l’ Asso pigliatutto.

Rispondi
avatar

Blablawine

circa 3 anni fa - Link

Tu sei il Re dei noiosi

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...ma hai intenzione di continuare per molto? ...sempre in tema di "noia molestia" ...

Rispondi
avatar

Rino

circa 3 anni fa - Link

Io invece ho trovato l'articolo molto carino,come del resto tutti quelli finora pubblicati da Daniel Barbagallo... a me piace davvero molto come scrive...ma poi se uno può permetterseli perché non dovrebbe comprare e bere determinati vini? E poi non è mica vero che parla solo di vini costosi... ricordo un suo recente articolo su alcuni vini di Borgogna con target prezzo accessibili un po' a tutti quindi...

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...quoto: Daniel è bravo e " prende" quando scrive. I rosiconi lasciamoli ragliare..

Rispondi
avatar

Lanegano

circa 3 anni fa - Link

Su di un blog che parla di vino, personalmente, mi piace leggere dei migliori acquisti in FIVI o qualunque altro mercato vinicolo, delle degustazioni di nuove annate di qualsiasi denominazione, di interviste a persone e personaggi tangenti al mondo enoico, di ristorazione, di questioni legislative e anche di esperienze con grandi bottiglie. Ovviamente in base al tema trattato e alla capacità del redattore scelgo se leggere e rileggere o se passare oltre. Non capisco dove sia il problema a meno che si voglia triturare i cabbasisi giusto per il gusto di farlo.....

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...posso sempre deliziare i lettori della mia esperienza nell' arrivare all' agognato diploma di terzo grado AIS come un recente articolo appassionante su questo blog...ma potrebbe essere oggeto di denuncia come arma improria per cui vi dispenso..

Rispondi
avatar

Sergio

circa 3 anni fa - Link

Quanta supponenza in vinogodi

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...perchè non mi conosci di persona : sono una pasta di ragazzo ...

Rispondi
avatar

marina

circa 3 anni fa - Link

Che noia.. Si fa sempre a chi beve "più caro". Allora assaggiatevi Liber Pater, viaggio nello spazio

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...Marina , scusami , ma non è proprio vero che si parla solo ed esclusivamente di vini costosi . Si parla di "vino" , che è l'argomento principe della nostra passione. Con tutto ciò che gli gravita attorno come contorno . Infatti , quando si parla di "vino e dintorni" la discussione e interesse portano ad una bella articolazione di interventi , non necessariamente allineati e questo è il bello del confronto . Personalmente , ma io sono fatto strano, preferisco quando si parla di vino bevuto rispetto ad argomenti accessori che , guarda caso anche su questo schermo , passano quasi inosservati senza destare interesse oppure numero significativo di interventi , numero che mostra non solo gradimento ma voglia di intervenire . D'altronde è un blog sul mondo del vino e come tale ci si fionda per leggere , il più delle volte , a seconda dell'argomento, anche con interesse. Il vino non è "orologi" o gioielleria o auto di lusso inarrivabili : salvo poche (purtroppo sempre di più) eccezioni , un sacrificio economico sostenibile da tanti , soprattutto se ci si consorzia fra amici davvero appassionati ... quindi ben vengano le discussioni sui vini quotidiani così come quelli top quality , perchè il confronto e condivisione sono la cosa più bella e interessante ...

Rispondi
avatar

marina

circa 3 anni fa - Link

Ciao, premetto che il mio tono non é polemico né arrogante (spesso non si interpretano bene i modi nello scrivere). Scusami ma non trovo il nesso tra ciò che volevo dire io e la tua risposta. Stavo semplicemente dicendo che quando leggo articoli su Bordeaux, il più delle volte è un elencare una sfilza di nomi celeberrimi e carissimi sentiti e risentiti. Noioso, appunto. Bordeaux é una realtà pulsante, fedele a sé stessa ma in continua evoluzione. E proprio per questo, in tono provocatorio ma non troppo, se si parla di pepite, allora assaggiate Liber Pater

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...no , non comprerò Liber Pater : innanzitutto perchè 30.000 Euro per l'uscita 2015 mi sembra un pò eccessiva e , soprattutto, perchè si paga un concetto e non la qualità percepita. Dico questo non per desiderio represso , ma proprio perchè abbiamo bevuto un Liber Pater 2007 a casa di un amico (ok facoloso superappassionato di Bordeaux , come i 5 presenti : io portai un Lafite 2000 ed era completamente altra merce....) che posso rinunciarci senza grossi sensi di colpa né anelito di scienza e conoscenza... tranquilla , ci saranno le occasioni per parlare anche di Verdicchio , Lambrusco e Barbera . Ma , ogni tanto, il sogno di un giro su una Lamborghini ....

Rispondi
avatar

marina

circa 3 anni fa - Link

"si paga un concetto e non la qualità percepita". Vera come la verità questa affermazione. Ma a quanti vini si può applicare quanto affermi? Direi proprio alla maggior parte, se non a tutti! Ps. Il prezzo di 30'000 é venuto fuori dalla sacrosanta legge della domanda e dell'offerta. Ha proposto ai suoi clienti i vini, ha chiesto quanto fossero disposti a sborsare, e la media é stata il prezzo di 30000.

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...per collezionismo puro e rarità , come fosse un'opera d'arte o , meglio , un'esclusiva eccentricità . Raramente è così , in Italia conosco non più di 3 - 4 realtà similari ( non a questo livello di prezzo , chiaramente) , ma anche all'estero, Saint Emilion soprattutto , nell'era Rollandiana di fine anni '90 nel culto dei vins de Garage si raggiunsero spinte speculative incredibili , poi sgonfiatesi con la realtà dei fatti , cioè di una qualità non proporzionale alla qualità sensoriale . E' bastato assaggiarli . Come , appunto , Liber Pater . Come ben sai , purtroppo , la qualità non è una funzione esponenziale ma logaritmica, dove un incremento di qualità ai massimi livelli, purtroppo legato anche a numeri minuscoli, permette una richiesta esagerata con abnormità economiche apparentemente senza senso , anche per prodotti di qualità accertata e universalmente riconosciuta. I Romanéee Conti , i Montrachet di Domaine Leflaive , i Musigny di Roumier e domaine Leroy , I La Romanée di Ligier Belaire ... e compagnia cantante ( per limitarmi a Borgogna ) oggi sono amplificati, come prezzo , da bolle speculative spaventose , ma la qualità è indubbia e non si può affermare che sono prodotti di marketing , anche se sostenuti da una valorizzazione economica assolutamente irreale per una bottiglia di vino ( oppure a confronto con pochi lustri fa quando costavano 10 volte meno) ...

Rispondi
avatar

Spontaneo

circa 3 anni fa - Link

Continuo a pensare che concepire il vino alla vinogodi che si fa vanto delle sue altobevute, sia quanto di piu lontano dall'essenza del vino stesso

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... che cavolo dici? Guarda che io bevo Lambrusco , Gutturnio , Barbera , Malvasia e Prosecco colfondo , soprattutto . Vantarsi di che? Sono solo ed esclusivamente un appassionato , per cui "un giro in giostra" enologica, ogni tanto mi /ci ( sempre con amici) piace farlo . Avendo poi non più giovanissima età , qualche giro in più posso averlo fatto...

Rispondi
avatar

marina

circa 3 anni fa - Link

La qualité é una costruzione mentale del consumatore alimentata da diversi fattori a cui ciascuno da più o meno importanza. Lui sostiene "ti faccio assaggiare lo stesso vino che beveva Napoléone, quanto sei disposto a pagare?". Paragona i suoi vini ad un viaggio sensoriale nel tempo. Ed é fottutamente vero. Lui chiaramente un Genio

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...immagino i reperti ritrovati nelle triremi romane , impastati di miele e spezie, quanto potrebbero costare , all'avido consumatore...

Rispondi

Commenta

Rispondi a Spontaneo or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.