Aste da record: tutti i dubbi sulla bottiglia da centomila euro
di Antonio TomacelliVenerdì scorso abbiamo pubblicato un post sulla vendita all’asta di una bottiglia di vino da 100.000 euro, una doppia magnum Grand Cru di Romanée Conti del 1990. L’asta online, a cura della Bolaffi, prevedeva centinaia di lotti che sono stati praticamente tutti venduti, stabilendo la cifra record di 830.000 euro.
La notizia presentava però alcuni lati poco chiari e subito dopo si sono scatenati i commenti sia nel post che sui social. Proprio un commentatore di Facebook faceva notare un’anomalia a dir poco sospetta: nella foto di copertina del nostro post, ripresa da comunicato stampa della Bolaffi, si vedeva chiaramente che la bottiglia non aveva il numero di serie che in genere hanno bottiglie di vino di quel rango. Il seriale risultava chiaramente abraso, azione che fa chi vuole nascondere l’origine della bottiglia ma che riduce tantissimo il valore della bottiglia.
Per inciso ricordiamo che le circa 6.000 bottiglie che ogni anno escono dal Domaine Romanée Conti sono tutte numerate e tracciate praticamente da sempre. Funziona un po’ come il numero di serie del telaio di una macchina di cui si conosce ogni passaggio di proprietà, solo che qui, a paragone, parliamo di una Ferrari d’epoca.
L’abrasione ci ha subito insospettito e sono partite le indagini del caso che hanno coinvolto la casa d’aste e alcuni esperti venditori che queste bottiglie le hanno vendute e acquistate spesso. Proprio loro ci hanno segnalato altre stranezze che qui elenchiamo:
1. Il numero di serie cancellato
Abbiamo innanzi tutto chiesto chiarimenti alla Bolaffi che, tramite l’ufficio stampa, ci ha inviato il catalogo dell’asta in cui si legge la seguente descrizione:
dida lotto 773
Romanée Conti Grand Cru 1990, Domaine de la Romanée-ContiCôte de Nuits
RP 98/100
Cassa originale in legno e retroetichetta dell’importatore Sagna
Ceralacca rotta, numero di serie cancellato
La bottiglia fu acquistata da un commerciante di vini, direttamente dal distributore per l’Italia Sagna, appena fu resa disponibile dal Domaine nel 1993.Verso la fine degli anni ’90 la bottiglia fu poi rivenduta dal suddetto commerciante, abradendo il numero di serie per evitare la tracciabilità della sua assegnazione, al proprietario di un’enoteca lombarda che l’ha sempre conservata fino ai giorni nostri. Dopo oltre vent’anni di attento possesso di questo “trofeo” gli attuali eredi dell’enoteca hanno deciso di affidarla alla nostra casa d’aste per metterla a disposizione del prossimo fortunato proprietario.
Una frase in particolare solleva parecchi dubbi: “…abradendo il numero di serie per evitare la tracciabilità della sua assegnazione”. Perché cancellare la provenienza di una tale bottiglia, annullandone in parte il valore? La DRC non impone limiti alla vendita delle sue bottiglie, sia che si tratti di compravendita tra privati o fra ristoranti e collezionisti e allora perché si voleva evitare la tracciabilità? Cosa c’era da nascondere e perché Bolaffi mette all’asta bottiglie col seriale cancellato?
2. La capsula rotta
Nella descrizione si parla della capsula in ceralacca rossa, ma chi ha potuto vedere le bottiglie in altre foto parla di capsula sostituita con una che non è più l’originale. In genere, quando la ceralacca si rompe, il produttore si fa carico di sostituire la capsula controllando lo stato di conservazione e rilasciando un apposito certificato. In casi particolari il produttore può decidere di rabboccare la bottiglia con vino della stessa annata. Nel caso in oggetto, invece, si è preferita una capsula non originale, con tutte le conseguenze del caso.
3. L’orario dell’asta
Chi ha partecipato all’asta ci ha fatto notare un’altra evidente stranezza: l’orario. La vendita è iniziata alle 10 di mattina ma il lotto da record è andato all’incanto solo alle 19 quando, cioè, i ricchi mercati asiatici dormono da un pezzo. Perché si è volontariamente tenuta fuori una ricca fetta di mercato?
4. Il cosiddetto record
100.000 euro stabiliscono un record per l’Italia ma bottiglie di quel genere vengono battute a prezzi molto maggiori. Chi partecipa a queste aste parla di cifre raddoppiate per cui la bottiglia di Bolaffi sarebbe addirittura un “sottocosto”.
Queste sono le anomalie di un’asta che sta facendo rumore per le cifre raggiunte, restiamo in attesa di una replica dalla casa d’aste che, finora, si è limitata a fornirci il colophon di accompagnamento.
30 Commenti
Stefano
circa 3 anni fa - LinkSe il primo post poteva essere una simpatica (?) provocazione, questo contiene invece insinuazioni molto gravi, da cui spero Bolaffi, casa di serietà estrema in tutti i suoi settori, si tutelerà. Mi spiace davvero leggere su Intravino frasi vigliacche come "chi ha potuto vedere le bottiglie in altre foto" o "chi ha partecipato all’asta ci ha fatto notare ". Molta contraddizione poi tra il commento al prezzo , giudicato eccessivo nel primo pezzo e qui invece sospettosamente definito sottostimato, sempre da "chi partecipa a queste aste". Ma sbaglio, avete ragione voi, sarà un post acchiappaclic e ci sono cascato anche io, commentandolo per primo.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 3 anni fa - LinkNon insinuazioni ma fatti: il numero di serie è cancellato
RispondiStefano
circa 3 anni fa - LinkCome correttamente dichiarato in catalogo da Bolaffi
RispondiMaurizio
circa 3 anni fa - LinkMa infatti, non capisco questo interesse morboso per una questione che non esiste. Il catalogo specificava nel dettaglio tutte le caratteristiche e quindi dove sta il problema? Se qualcuno ha ritenuto comunque di investire soldi propri nonostante quanto scritto saranno affari suoi. Se ste domande non se le è poste chi ha sganciato 100.000 € perché ve le ponente voi?
RispondiTommaso Ciuffoletti
circa 3 anni fa - LinkMaurizio, con tutto il rispetto, ma che ragionamento è? Un giornalista se trova una traccia cerca di seguirla. Se nel seguirla chiede delucidazioni sta solo facendo il proprio lavoro. Ora ... va bene tutto e ciascuno è libero di pensarla come vuole sul merito della questione, ma che ci possa essere spazio per trattare la vicenda giornalisticamente, abbiate pazienza, ma quello non è in discussione.
RispondiMaurizio
circa 3 anni fa - LinkTommaso, apprezzo molto i tuoi articoli, sempre molto precisi e documentati, ma non capisco davvero di cosa si sta parlando qui. Traccia di cosa? Quale è il punto? Dove si vuole andare a parare? Mi sembra si siano fatte solo un mucchio di illazioni insieme a dati già noti. Questo articolo non da alcuna informazione in più rispetto a quanto scritto sul catalogo, getta solo ombre e dubbi senza esplicitamente affermare quello che vorrebbe dire. Forse che Bolaffi ha scientemente orchestrato la vendita di una bottiglia fasulla??? O forse che l'acquirente è complice di un imbroglio più grande in accordo col venditore originale? I fatti sono chiari, ovvero che una bottiglia è stata venduta a un prezzo logico di mercato, ribassato rispetto al normale alla luce di alcuni difetti della conservazione della stessa. Questo è l'unico fatto. Il resto sono solo chiacchiere da bar se non supportate da altro. Quindi se mi spieghi tu o Tomacelli di cosa si sta parlando sarò lieto di cambiare opinione. La mia idea è che viste le vicende si stia facendo un mescolone sulla questione dei vini falsi.
RispondiTommaso Ciuffoletti
circa 3 anni fa - LinkGrazie davvero maurizio, intanto per l'apprezzamento e poi per le tue argomentazioni che trovo adesso più chiare, comprensibile e del tutto legittime. Io credo che le risposte puntuali saprà darle Bolaffi, chiarendo la questione in ogni aspetto e oltre ogni ragionevole dubbio. Ad esempio mi torna che il lotto in questione sia stato battuto tra gli ultimi, proprio perché può starci in una scelta strategica della casa d'aste (per fare un esempio). Insomma io non vedo un tono malevolo nel pezzo di Antonio e davvero credo che - nel caso ritengano opportuno - potranno rispondere senza troppi problemi. Però davvero, a me ha dato alcune informazioni utili riguardo ad un mondo che pure un pochino (pochino eh) conosco, ma riguardo al quale mi rendo conto che c'è sempre da imparare.
RispondiStefano
circa 3 anni fa - LinkMa sai Tommaso, se nessuno si offende, forse stiamo proprio parlando di un mondo che gli appassionati di vino non conoscono affatto. Intendo dire che noi conosciamo il vino, lo beviamo, siamo magari anche edotti di alcuni episodi storici (i falsi di Kurniawan per restare in tema); gli è che qui non si tratta affatto di vino, ma di aste ed investimenti. E' come se io chiedessi a mio zio, che ha una grossa ditta di spurghi, un'opinione sulla cifra pagata per una Merda d'artista di Manzoni ad un'asta di Sotheby's. No vabbè, scusa, qui in effetti per l'esempio ci si potrebbe offendere (e in quel caso il numero di serie delle famose scatolette è fondamentale)
RispondiAntonio Tomacelli
circa 3 anni fa - LinkA proposito di Kurniawan, nessuno in Italia ha scritto più di Intravino http://www.intravino.com/?s=kurniawan
RispondiStefano
circa 3 anni fa - LinkOcchio che l'hanno scarcerato 3 settimane fa, e chissà quante bottiglie ha nascosto in giro
RispondiDavide Fasolo
circa 3 anni fa - LinkLa abrasione dei numeri di serie delle bottiglie in Italia (e non solo) è pratica non inusuale ed è legata alla volontà di non far vedere come certe bottiglie si muovevano uscendo dalla distribuzione ufficiale, le motivazioni sono note tra alcuni addetti ai lavori, può sembrare una sciocchezza ma veniva fatto.
RispondiJohn
circa 3 anni fa - LinkNon ne avevo idea, grazie per questa interessante spiegazione!
RispondiGianpaolo
circa 3 anni fa - LinkEffettivamente per quanto riguarda il prezzo, bottiglie singole da 75cl di quell'annata sono state vendute recentemente (Dicembre 2019) da Zachy's a New York a circa €200.000 l'una. Ovviamente la cancellazione del numero di serie e altre considerazioni ne hanno ridotto ampiamente il valore. Si tenga presente poi che, se non sbaglio, la cifra riportata comprende il buyer's premium, che non so quanto sia per Bolaffi, ma normalmente si aggira intorno 15-25%. Per cui si puo' pensare che sia stata pagata circa € 80.000. Una cifra molto al di sotto di quello che ci si potrebbe aspettare per un raro Jeroboam.
RispondiPaolo
circa 3 anni fa - Link" Una cifra molto al di sotto di quello che ci si potrebbe aspettare per un raro Jeroboam.", si torna quindi al punto iniziale: cancellazione del seriale che "ha ridotto tantissimo il valore della bottiglia". Al di là delle (inesistenti) insinuazioni molto gravi (cit.), sembra che premessa e conclusioni alla fine si tengano per mano. Quello che si è letto è una usuale, comune sparata dei comunicati stampa: " venduta a prezzo record una bottiglia di..." "una bottiglia di... ha raggiunto un prezzo più alto di tutti i prezzi meno alti di quello" "in un'asta per riccanza raggiunto un prezzo che voi povery nemmeno potete immaginare". Vabbè, questo fa parte del normale circuito della comunicazione.
RispondiGianpaolo
circa 3 anni fa - Linkquesto fa parte del problema generale della poca dimestichezza con il mercato dei vini di pregio, che e' un mercato internazionale. Un asta di vini di pregio di 800.000 euro e' una cosa piuttosto marginale nel contesto globale, quando simili aste (Zachys, Sotheby's, Acker, ecc.) si posizionano sui diversi milioni per volta (asta di Baghera in svizzera della collezione privata di H Jayer di £25 milioni, per es.) Messa nel giusto contesto, con le informazioni corrette la notizia sarebbe stata meno "esplosiva", benche' sempre rilevante.
RispondiGiovanni
circa 3 anni fa - LinkArticolo interessante che merita però qualche considerazione. Normalmente le case d'aste mettono i pezzi più pregiati verso la fine dell'asta in modo tale da "costringere" gli interessati a partecipare ed avere pubblico in sala (o online). Certi pezzi, come il lotto in questione, non passano inosservati e il miliardario asiatico di turno sicuramente non avrà perso il sonno, ma avrà incaricato il suo broker di fiducia (magari residente in UK o US) di seguire l'asta per lui. Quanto all'abrasione del numero seriale, sarà anche vero che il Domaine non impone limiti alla vendita delle sue bottiglie, ma l'importatore italiano Sagna impone (ai ristoratori) la sottoscrizione di un impegno formale a non rivendere le bottiglie di DRC sul mercato secondario. Ciò detto, corre d'obbligo ricordare che un po' di anni fa due italiani (recidivi) patteggiarono la pena per una contraffazione internazionale di svariate bottiglie di Romanée Conti (tuttora in circolazione).
RispondiAlessandro
circa 3 anni fa - LinkSe uno spende sti soldi per una bottiglia...e si prende una inc...fregatura...mi viene da dire "Dio esite"
RispondiLanegano
circa 3 anni fa - LinkConcordo.
Rispondiandreuccio
circa 3 anni fa - LinkDio Esiste perchè spende quello che si è guadagnato in quello che si vuole ed è invece una fregatura? quanta negatività che hai in testa, pussa via
RispondiDaniel PC
circa 3 anni fa - LinkScusate l'ignoranza ma come si può garantire che una bottiglia non tracciata abbia ricevuto la cura necessaria per conservare la qualità in tutti questi anni?
RispondiKalosartipos
circa 3 anni fa - LinkFìdati
RispondiStefano
circa 3 anni fa - LinkTommaso, scusa, ma "giornalisticamente" secondo te è come è scritto qui sopra? tutto per sentito dire? Poi ho letto più volte la rivendicazione del fatto che Intravino non è una testata giornalistica '
Rispondimarcow
circa 3 anni fa - LinkChiedo cortesemente che venga fatta un po' di chiarezza sulla questione sollevata da Stefano.
RispondiTommaso
circa 3 anni fa - LinkÈ un pezzo che dà delle informazioni utili ad inquadrare la questione e pone delle domande.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 3 anni fa - LinkStefano quando si fanno piccole inchieste di questo genere, quali altre fonti dovrei interpellare se non i testimoni diretti e gli esperti della questione? Sul fatto che non siamo testata giornalistica confermo, ma in passato abbiamo fatto più inchieste noi (con conseguenze notevoli) che qualunque altra testa registrata.
RispondiVINOLOGISMO
circa 3 anni fa - LinkAntonio permettimi di dire che il primo post è stato fatto con molta superficialità , senza in alcun modo veirficare e analizzare meglio la notizia , solo e solamente per mettere online una "notiziona " .....e questo secondo post lo dimostra.....
RispondiMaurizio
circa 3 anni fa - LinkConcordo in pieno
RispondiChristian ROGER
circa 3 anni fa - LinkHo seguito l'asta e sono abbastanza conoscitore dei vini del Domaine che visito regolarmente da quasi vent'anni. Mi viene da sottolineare tre cose, che credo semplici : 1) Il numero cancellato : succede purtroppo quando chi ha avuto l'allocazione non vuole far sapere (per evitare di essere radiato come futuro compratore) al Domaine o all'importatore ufficiale che invece di bere la bottiglia la rivende per fare un guadagno monetario. In questo specifico caso l'abrasione mi è sembrata qualcosa di superfluo in quanto i 3 litri importati in Italia negli anni '90 dovevano essere poche unità e quindi probabilmente sia il Domaine che più sicuramente l'importatore sanno vita e miracoli di questa bottiglia. 2) Difficile poter dire con certezza che la ceralacca non sia di origine. Non avevo letto niente in proposito. Ciò detto non comprerei mai una bottiglia con una ceralacca sostituita non di origine. Ad ogni modo ho forti dubbi che il Domaine avrebbe accettato di sostituire una ceralacca per di più ad una bottiglia con numero cancellato. 3) Il prezzo di martello è stato di 80.000 €, probabilmente un record in Italia, ma un prezzo relativamente basso per un 3 litri della grandissima annata 1990; direi in linea con le condizioni della bottiglia. Buon Natale a tutti !
RispondiA
circa 3 anni fa - Linkforse sarei unico io a sapere la verità visto che sono stato io a aggiudicarmi tale schifezza meno male che gli avvocati hanno fatto il loro lavoro e sto falso se lo sono tenuto loro occhio che prima o poi tornerà sul mercato
RispondiDaniel Peccini
circa 3 anni fa - LinkIl numero di serie dovrebbe essere scritto all'interno della bottiglia e rilevato tramite raggi X. Per cancellarlo di deve rovinare il vino.
Rispondi