Anteprima Benvenuto Brunello 2021. L’annata 2017 non è poi così complicata

Anteprima Benvenuto Brunello 2021. L’annata 2017 non è poi così complicata

di Andrea Gori

L’annata complicata era stata annunciata e tale si è rivelata anche se i risultati dei nostri assaggi del primo Benvenuto Brunello 4.0, quello del trentennale con spostamento della data da Febbraio al Novembre precedente, sono decisamente incoraggianti. Niente bis della deludente e rasposa annata 2009 ma semmai una riedizione in tono minori di annate calde recenti come la 2011 o la 2007 il tutto con una consapevolezza e capacità di far fronte alla stagione decisamente da DOCG di altissimo livello.

Quello che impressiona infatti è la capacità di mantenere quel delicato equilibrio tra piccantezza e acidità del sangiovese con il suo lato dolce maturo e fruttato in vini che escono 4 anni dopo la vendemmia e devono mostrarsi brillanti e splendidi.
Di vini brillanti e splendidi nei nostri assaggi non ce ne sono moltissimi ma quelli che ci sono non sono certo eccezioni, le eccezioni sono i vini con tannino verde, acidità basse e poca struttura quindi in definitiva “non-brunello”.

Tante le selezioni presentate, quasi il 30% ormai delle aziende ne produce una o più, e questo disorienta un poco l’assaggiatore in una annata che dovrebbe essere minore. Quelle presentate spesso staccano e di molto il Brunello della stessa azienda ed è lecito supporre se non valesse la pena produrla, lato economico a parte.

L’impressione è che se l’andazzo è questo, il Brunello “annata” diventerà sempre più un vino “normale” (oppure per usare l’orrido termine molto in voga tra i produttori, il Brunello ”base” ) sorpassato a sinistra dai Rosso di Montalcino sempre più buoni e diversificati anche in selezioni e a destra dalle selezioni di annata che a loro volta rischiano di cannibalizzare il mercato della Riserva intesa come adesso ovvero un Brunello di maggior struttura e longevità.

In un’annata come la 2017 questo è molto evidente visto che sul mercato ci sono Rossi 2019 e 2020 molto promettenti, selezioni 2017 molto buone, selezioni 2016 uscita ritardata decisamente splendide e infine poche Riserva 2016 eccellenti a fronte di molte banali o già pronte e a fine carriera.

A contorno però il quadro economico impone scelte e accordi di vasta scala per gestire il successo ed evitare brutte ricadute: a tal proposito molto bello il talk show (che vi invitiamo a seguire nel video qui sotto) che ripercorre trent’anni di successi ed errori ma soprattutto di integrazione umana e sociale che ha creato un circolo virtuoso di cui si vedono sempre di più risultati. Trent’anni otto Master of Wine presenti a dire la loro sul Brunello di Montalcino (insieme ovviamente al MW autoctono Gabriele Gorelli) non erano di certo immaginabili per nessuno!

Tornando alla 2017, ovvio che il caldo ha penalizzato versanti più meridionali e facilitato i lavori a nord e nord est ma possiamo dire che spesso ha contato di più la mano del vignaiolo che con il giusto lavoro in cantina ma soprattutto in vigna è riuscito a portare in bottiglia vini intriganti e piacevoli sul breve termine. Era un’annata da interpretare in leggerezza per avere vini pronti e piacevoli, estrazioni non esagerate sul fronte tannino e con una ricerca importante di leggerezza evitando le surmaturazioni e molte aziende hanno rinunciato ai “visoni” a tutti i costi.

Per qualcuno la voglia di stupire ha giocato brutti scherzi con vini che non reggono le ambizioni, per altri l’annata è stata il palcoscenico perfetto per far capire che sono dei veri maestri a danzare sull’equilibrio sottile della follia del sangiovese, vitigno difficile e pazzesco da gestire ma sempre più nelle corde dei vigneron ilcinesi.

 


Brunello di Montalcino 2017


Albatreti: accessibile, dolce saporito e piacevole, dal finale energico e passionale. 93
Agostina Pieri: amarene, ciliegie, ferroso e piccante, saporito e intenso, lieve nota erbacea ma freschezza incoraggiante. 90
Altesino: lamponi, ribes rosso, menta, resine e piccantezza assortite, un lato esotico e speziato ben accompagna il sorso elegante. 94
Altesino Vigna Montosoli: calibrato e succoso, timo, ciliegia, amarene e lamponi, sorso di nitore e luminosità, stoffa e classe solite con dimensione di dolcezza in più. 96
Argiano: ricco, visciole, macchia mediterranea, pepe nero e resine, sorso che spinge e conquista, serrato il tannino. 93
Armilla: dolce, saporito, squillante e preciso, sorso di bel ritmo e succulenza, finale di lunghezza e ariosità e quasi solenne. 95
Banfi ribes rosso e nero, more di rovo e solare balsamico, elicriso e amarena, sorso di bella intensità e ritmo. 91
Banfi Poggio alle Mura: spessore, fruttato scuro che impressiona, fine delicato e saporito il sorso, finale di grande lunghezza. 93
Banfi Vigna Marrucheto intensità e opulenza, serrato floreale e balsamico con frutto turgido di sottofondo, intenso, bella definizione e intensità, tannino di bella succulenza. 94
Beatesca: fresco floreale, timo e mentuccia oltre ribes rosso e nero, sorso spigliato, agile non molta sostanza ma fine e delicato. 93
Bonacchi: visciole, pepe, resine e cumino, saporito e croccante, finale esile ma preciso. 90
Camigliano ampio e fine, sottilmente carnoso e assolato, sorso con grinta e fisicità, nel finale libera un po’ di alcol ma tratteggia bene annata e territorio specifico. 90
Camigliano: paesaggio inatteso, timo, mentuccia, grip tannino deciso e in debito di bottiglia evidente ma la materia è bella e dolcissima. 93
Campogiovanni: delicato sottile, floreale finissimo, viole e lavanda, sorso esile, fresco dolce, sottilissimo con prontezza, da bere subito ma ha eleganza di altre zone. 93
Canalicchio di Sopra: classicheggiante, serrato già dal naso, sorso di brillantezza e rocciosità, finale in crescendo di salinità. 94
Canalicchio di Sopra Vigna La Casaccia: ampio e sontuoso, ricchezza e sfarzo, erbe aromatiche, macchia mediterranea, frutto splendido e e ricco, finale enorme e sottilmente elegante. 96
Cannetta: profilo dimesso, sottile e curioso, erbe di campo e visciole, sorso un poco diluito e scarno 88
Capanna di Cencioni: classicheggiante e finissimo, viole e ribes rosso, lavanda e timo, bocca di lunghezza e piacere puro. 95
Capanne Ricci: balsamico scuro, musk e alloro, amarene e visciole, tannino con qualche contrattura ma allunga bene il finale. 92
Caparzo amarene e prugne in confettura, ebanisteria nobile e cumino, sorso placido con sostanza e tannino di bella grana. 93
Caparzo La Casa ampio e assolato, fine e delicato, sorso di importanza e struttura, imponente e saporito. 96
Caprili: amarene e cardamomo, pepe nero, rafano e confettura di agrumi, sorso arioso, etereo con piccantezza e stile deciso. 95
Carpineto. roccioso sapido visciole succulente e lamponi in confettura, sorso solido e piacevolissimo. 92
Casanova di Neri: eleganza e piacevolezza, agile fragola e vispa viola, peonia, pepe nero, ematico e ferroso il finale, ben controllato. 93
Casanuova delle Cerbaie: mughetto, viola e lavanda, ampiezza e balsamicità, torrefazione leggera poi finale di armonia e bella ricchezza. 94
Casisano: roccioso, pepato, more di rovo e cassis, tapenade e balsamico, sorso spigliato e ricco, dal finale avvolgente. 93
Castello Romitorio: cosmetico e balsamico, dinamismo e rocciosità, molto salino e ficcante, lascia una bella sensazione di frutta dolce mista a pepe di cayenna. 92
Castello Romitorio Filo di seta: eleganza e sottigliezza, fragole e vaniglia, macis e talco, sorso di precisione e ricchezza, tante sfaccettature e sapidità che torna ad ondate di piacevolezza. 94
Castello Tricerchi: piccante sottile,  amarene pepe, ribes nero, more e senape, sorso di bella eleganza e scorrevolezza, frutto nitido e godereccio. 93
Castello Tricerchi AD 1441 balsamico e nitido, timo, salvia, ginepro, frutto scuro , lunghezza e distensione del tannino lo rendono incalzante e dissetante 94
Castiglion del Bosco: ampio e solenne, fruttato in confettura e spezie fresche, tannino di sostanza ed energia, dolcezza raffinata. 93
Castiglione del Bosco Campo del Drago: balsamico e fragrante, floreale, viole e rosa damaschina. 90
Cava d’Onice: solido e roccioso, ematico e ricco di frutto scuro, sorso imponente all’inizio ma poi freschezza e sapidità rendono spigliata la beva e di ottima lunghezza fruttata: 93
Cava d’Onice Colombaio: pepe e ribes, ficcante nitido e saporito, agilità insospettabile e rocciosità affiorane che incanta. 95
Celestino Pecci polpa ribes menta zenzero e rafano, finale di lunghezza e salinità belle. 92
Celestino Pecci Poggio al Carro: pieno, deciso, succoso, di slancio e finezza, allunga e si distende molto bene con classe e decisione. 94
Ciacci Piccolomini d’Aragona: dolce, ampio, cesellato e piccante, lunghezza e piacevolezza notevoli, lievemente contratto il tannino. 92
Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso: struggente e ricco, pepe nero, visciole, amarene, canditi di agrumi, chiusura lunghissima. 96
Col d’Orcia: ampio floreale e balsamico, pepato e saporito il sorso con fruttato dolce anche nel bel finale. 93
Col d’Orcia Nastagio: 2016: sontuoso elegante, balsamico e freschissimo, scalpita e seduce, chiude in finezza e ritmo da fuoriclasse. 96
Col di L’amo: piacevolmente dolce e fruttato, ribes rosso e nero, lunghezza e distinzione, salino il finale .91
Collemattoni: salino e roccioso, visciole e fragole in confettura, lunghezza, classicheggiante ma non brillantissimo. 88
Cordelia: note molto cariche e calde, pepe e mughetto, tabacco e sacristia, sorso di discreta intensità ma un poco strozzato. 87
Corte Pavone Loacker Fiore del Vento: Resine e spezie, lamponi e ribes nero, lunghezza felpata, belle note balsamiche sullo sfondo e tannino preciso. 93
Corte Pavone Loacker Fior di Meliloto: visciole e amarene, pepe nero e struggent il finale. 94
Corte Pavone Loacker Campo Marzio: sottile, visciole, saporito, dinamico e struttura giusta commisurata a dolcezza e grazia. 96
Cortonesi La Mannella: piacere e dolcezza, levigato e pepato, lamponi in confettura e melograno, finale bello carnoso. 93
Cortonesi Poggiarelli: ribes rosso, ciliegie e croccantezza, lampo balsamico che risveglia un grande finale. 91
Donatella Cinelli Colombini: intenso e avvolgente, visciole e pepe nero, intenso e succulento con nota ematica che intriga. 93
Donatella Cinelli Colombini Prime Donne: dolce sensuale di melograno e durone, sorso spigliato avvolgente e con ritmo tannico serrato che piace e attrae il sorso successivo. 95
Elia Palazzesi Collelceto: piacevolezza mediterranea, sale e salsedine, ribes rosso , non lunghissimo: 88
Fattoi:  scuro ed ematico, pepe nero e visciole, vetiver e incenso, succoso e agrumato, bel finale fresco e iodato. 93
Fattoria dei Barbi: piacevole croccantezza, agrumi e floreale viole e peonie, pesca e prugna, sorso solido e piccante quanto basta. 92
Fattoria dei Barbi Vigna del Fiore: pepe nero e ciliegia, oliva e carrube, menta e sottobosco, sorso di compostezza e armonia splendide. 95
Fattoria del Pino: frutta in confettura e un poco cotta, amarene, prugne e vetiver di nota speziata, sorso diretto e sostanzioso, bella lunghezza ma arcigno il tannino. 92
Fattoria La Lecciaia: distinto. pulito e delicato, lamponi e prugna in confettura, talco e lieve timo, tannino che si fa sentire. 89
Fattoria La Lecciaia Manapetra: roccioso come nome impone, fine e arancio, lunghezza bloccata da estrazione un po’ forte e note verdi. 88
Ferrero: dolcezza e candore, pepe nero e cumino, rigoroso e scuro, si apre nel finale con solennità. 93
Fornacina: ribes rosso e nero, sottile e ferroso, elegante e piccantezza ben dosati. 92
Fossacolle: salsedine e macchia mediterranea, fragole in confettura e pepe, sorso con tannino che si fa sentire ma dolcezza vi avvennta nell’ultima curva. 91
Franco Pacenti: solare e piacevole, sottobosco e humus, ginepro e pepe nero, finale classicheggiante. 90
Franco Pacenti Rosildo 2016: arancio e bermatto, visciola, mirto e legno ben tostato, caffè, finale di grande eleganza. 93
Giodo: ricchezza e stile, succulenza e balsamico, vetiver e sandalo, polpa e finale di candore disarmante, dolcezza e spinta sempre intriganti. 96
Il Palazzone: amarene e fragole, floreale di ciclamino e viole, sorso semplice ma accattivante. 90
Il Paradiso di Frassina Moz Art Wine: piacevolezza fruttata pepe e menta, finale composto e salino. 91
Il Paradiso di Manfredi :sottobosco piacevole, humus, castagne e salino, spinta acida e sontuosa di frutto e resine, finale in grande crescita. 94
Il Poggione: tostature di caffè e pepe nero, cumino e lamponi in confettura, sorso pimpante e nitido che legge l’annata in chiave di piacevolezza solo un poco arsura sul finale. 93
Innocenti: scuro e intenso, carrube, miele di castagno e carrube, sorso non lieve. 88
La Colombina: intenso e floreale, spiccata balsamicità e ritmo intrigante, finale asciutto e sereno. 90
La Fiorita: affabile e succoso, more di rovo e mirtilli, in bocca ha muscoli flessuosi e un finale splendido. 94
La Fornace: austero ma invitante per una nota ammandorlata misto ribes, in bocca rivela frutta rossa e piccante ben definita fino ad un finale croccante e saporito. 92
La Fornace Origini: distinto e saporito, elegante e carnoso, frutta in confettura con potenza e raffinatezza, sorso di energia pulsante e grande verve minerale. 93
La Fortuna: ampio e discorsivo, frutta rossa e floreale ben fresco, finale che incuriosisce e stuzzica. 92
La Gerla: lavanda e amarena, more di rovo e visciole china e bergamotto, sorso distinto e profondo. 93
La Gerla La Pieve 6170: balsamico ricco e pepato, mallo di noce, curcuma e spezia fine, sorso magicamente sottile con poche sbavature di poca maturità tannica. 92
La Magia: pronto succoso e diretto, pesca e lavanda, pepe nero e salsedine diffusa, finale di grande profondità. 94
La Magia Il Ciliegio: mandarino e bergamotto, glicine e viola, incenso e menta marocchina, intensità mostruosa a scardinare consuetudini, sorso in fieri ma di autorevolezza tannica splendida. 96
La Palazzetta: floreale di campo e rusticità invitante, caramello e mallo di noce, sorso di buona resa. 91
La Poderina: dimesso e quieto, note scure, smalto e sacristia, sorso piacevolmente croccante. 90
La Rasina: pepato e ricco, molto intenso e sfaccettato, pulsante di balsamicità inattese ed esotiche, sorso dolce e benissimo condotto. 93
La Rasina Persante: sfaccettato, dinamico intenso e speziatissimo, sorso roccioso con tannino agile e di tanta sostanza che chiude un bel crescendo. 94
La Serena: piacevole e saporito, piccantezza e stile sicuro, finale roccioso e salino. 92
La Togata: ribes e humus, selvatico lieve ma piacevole, dinoccolato e spedito il finale con dolcezza intrigante. 91
Lo Togata Carillon: acceso cangiante e speziato, sorso molto fresco e agile con finale di eleganza e spezia fine. 93
La Togata Seconda Stella a Destra: vinoso e affabile, fresco e balsamico, tannino squillante e di grande piacevolezza. 94
La Togata Jacopus: austero e scuro, cannella pepe e rosmarino misto ad amarena, sorso un poco contratto ma di grande ritmo. 90
La Togata Notte di Note: delicatezza floreale e intensità di menta e liquirizia, sorso di bella intensità e finale lieve con armonia che sorprende. 93
La togata Dei Togati: scuro e piccante, soave a tratti e poi massiccio e determinato al palato, finale di buona lunghezza. 90
Lambardi: more di rovo, lamponi e ribes nero, diretto e saporito, finale contratto. 89
Le Chiuse: affascinante e mielato, carrube e ginepro, spezia dolce e frutto molto intenso, tannino splendido e roccioso, finale lunghissimo. 97
Le Gode: floreale di campo, rosmarino e mughetto, sorso un po’ soffocato tra alcol e tannino rugoso. 90
Le Gode Montosoli 2017: balsamicità e distinzione, freschezza e sostanza che intriga, finale di bella compostezza e ritmo dolce. 93
Le Macioche Famiglia Cotarella pepato e ficcante, arioso di lavanda e rose poi sotto traccia fruttata e balsamica, tannino di bella resa. 92
Lisini: sottile piacevole levigato, dinamismo del sorso e frutto pepato nel finale. 93
Lisini Ugolaia 2016: ampiezza distinzione e sapidità iodata già al naso, poi mandarino, pesca e tabacco, tannino di grande definizione. 96
Mastrojanni: succoso e denso, pesca e lamponi in confettura, saporito e netto, fava tonka e cannella, sorso energico e pepatissimo. 93
Mastrojanni Vigna Loreto: intensità mediterranee e cassis, elicriso e alloro, pepato il sorso e i ritorni speziati molto in profondità. 95
Matè: sottile ematico e poi frutto di ciliegia che cresce poco a poco, energia e intensità coinvolgente, finale dolce. 92
Mocali di Ciacci Tiziano: lamponi e pepe nero, sottile e aritmicamente rosso e nero, fresco e dinoccolato il finale. 91
Mocali di Ciacci Tiziano Le Raunate: pepe, lavanda, cumino e musk, sorso roccioso e salino, finale di grande ritmo e sostanza. 94
Musico: sinuoso e pepato, liquirizia e tabacco dolce, fresco e intenso, tambureggiante e fine nel finale. 93
Padelletti: pepe e resine, ciliegie in confettura, tabacco e alloro, succoso e pieno il sorso con tannino in definizione ma con già bella grana e spinta. 93
Palazzo: ampio e balsamico, viole e ribes rosso, sorso di bella energia, agile e fresco. 93
Paradiso di Cacuci: sottobosco humus, pepe nero, mallo di noci e ginepro, sorso con bel ritmo e sapidità, elegante e imponente. 93
Patrizia Cencioni: intensità floreale e prestanza fruttata, sorso vivace e succoso, finale di lunghezza e stile. 95
Pian delle Querci: ricco e dinamico, sottilmente scuro sensuale, bello sviluppo in dolcezza e tannino vivace, bella lunghezza. 94
Pian delle Vigne: ferroso ed ematico ma anche di bella luminosità floreale, tamarindo e amarena, sorso piacevole e saporito. 93
Pietra: guardingo e chiuso, saporito e salino il sorso, finale fragole e lamponi semplice. 88
Pietroso: amarena, legno di cedro, agrumi e senape, sorso splendido per definizione e lunghezza, grande armonia e piacevolezza tannica. 95
Pinino: pepe nero, cumino, ribes e vetiver, allunga e disseta ma un po’ arcigna la beva. 89
Pinino Cupio: lamponi e confettura di mirtilli, sorso di bella succulenza e aromaticità diffusa. 92
Piombaia: fresco preciso e vivace, arioso e leggiadro, sorso tra liquirizia, pepe, vetiver e cardamomo, finale che squilla e diverte. 94
Podere Brizio: speziato e rugoso già dal naso ma quella scabrosità che piace e conquista, mediterraneo e fruttato, pesca e viole, ciliegie e agrumi, finale con tannino vispo. 94
Podere il Cocco: fine e delicato floreale, viola e lavanda, iris e timo, tannino di sostanza energia e brillantezza, finale pulsante e godereccio con tensione bellissima. 95
Podere Martoccia: brillantezza e florealità solare, piccante e saporito, tannino con grip un poco ostico. 89
Poggio Antico: ampio e solenne, elicriso e mirto, lamponi in confettura e tamarindo, sorso placido e dolce, bella definizione e prontezza. 93
Poggio Antico: altero, saporito e squillante, profondità di colore e spezia cangiante, cumino e salinità, ricco e imponente, lunghezza sontuosa. 95
Poggio dell’Aquila: ampio e solenne, elegante e austero, ribes rosso e resine, sorso un po’ contratto ma con bella materia. 90
Poggio di Sotto: salino e asciutto, mediterraneo e assolato il naso, ribes rosso e menta, sorso placido e immaginifico che traguarda lontano ma regala emozioni e stimoli fin da subito. 96
Poggio il Castellare: maturone e ricco di confettura di fragola e rabarbaro, mirtillo e pepe nero, carrube e mallo di noce, sorso di spessore e bella materia. 92
Poggio Landi: succoso e dolce, viola ed elicriso, sorso compatto e di grande piacevolezza. 93
Renieri: intensità di frutto deciso e speziato, caffè e cacao, visciole e senape, finale con tannino che scalcia un poco ma diverte. 92
Ridolfi: mora di rovo e mallo di noce, carnoso speziato saporito e lunghissimo, bello stile moderno ma senza compromessi con il gusto semplice a tutti i costi, dimostra come sostanza energia e grazia possano convivere alla grande. 95
Roberto Cipresso: floreale di tiglio, lavanda mirto e tanta intensità di mora mirtilli e sottobosco, squillante e acceso anche al palato, qualche squarcio di alcol, materia molto bella comunque ma vi devono piacere le emozioni forti! 93
Rossi Alessandro Aisna: sale e senape, olive in tapenade, cumino e fragole in confettura, sorso piacevole e sfumato ma molto esile. 88
Salvioni: agrumi e lavanda, mandarino, fragolina di bosco e pepe, chiama l’ampia sorsata e regala sostanza ed emozione vera. Precisione tannica solita con toni appena più caldi ma sempre coccolosi senza smancerie. 96
San Polino: mughetto, confettura di more e di lamponi, rabarbaro e rafano, sorso di sostanza intensità e struttura salde e precise. 93
San Polino Helychrysum: intenso e piacevole, floreale elicriso, viola e tamarindo, bocca di piacevolezza e tensione rare e coccolose anche se il finale ha colpo di coda tannico intrigante. 94
San Polo: pulsante e diretto, frutta rossa in confettura e spezia calda, sorso composto ed elegante, di bella lunghezza ed emotività. 93
San Polo Podernovi 2016: dolce e invitante, distinto ed elegante, note molto scure e fini, sorso con tensione rilasciata e avvolgenza. 92
San Polo Vignavecchia: scuro e intenso, palato di musk e prugne, tabacco e liquirizia, tannino elettrico e ben condotto su binari di abbondanza. 94
San Carlo: scuro e intrigante, lavanda e alloro, bergamotto, sorso di discreta compiutezza e maturità. 92
San Lorenzo: tamarindo e amarene, calore buono di frutta e mallo di noce, miele di castagno e ginepro, in bocca si libera il frutto con un tappeto tannino di grande presa. 93
Santa Giulia: dark e scuro, menta e cassis, sorso con bel grip e materia, finale con note erbacee non spiacevoli. 91
Sassodisole: macchia mediterranea, tamarindo, lamponi in confettura, sorso preciso appena polveroso ma genuino. 92
Sassodisole SassodiLuna: suadente e piacevole, l’annata lo favorisce e lo esalta molto bene, tannino di bello spessore lunghezza. 93
Scopetone: lamponi e ribes in confettura, elicriso e timo, sorso spigliato e finale carnoso. 92
Sesta di Sopra: fine elegante e intenso, visciole sapidità e nota ferrosa ematica che piace, sorso di bella energia e sostanza sempre nella finezza. 93
Sesti: immediato, frutta e note sassose e minerali, bocca con frutto che torna a ondate belle. 93
Talenti: floreale e speziato, canditi e rose, sorso di piacevolezza e piccantezza tannica spigliata e divertente. 94
Talenti Piero: ricco e suadente, frutto dolce e nitido, sorso di sostanza e dolcezza, profondità e struttura con non enorme tensione. 93
Tassi di Franci Franca: intensità e frutto carnoso, amarene, visciole, pesca e prugna, sorso bello e placido. 92
Tassi di Franci Franca Vigna Colombaiolo: baldanzoso per aromi e intensità, grip e sensazioni speziate, tannino splendido per definizione e lunghezza sontuosa, chiude su moka e senape, brillante. 95
Tenuta Buon Tempo: solido e speziato, fragole in confettura e mostarda, pepato e carnoso il sorso, di bella lunghezza. 92
Tenuta Croce di Mezzo: molta maturità e ricchezza, sorso un poco contratto e con note erbacee. 88
Tenuta di Sesta: intenso e assolato, croccante e spigliato, pulsante e nocciolato, finale di buon ritmo ed energia residua. 93
Tenuta Fanti: fragole, pepe, frutta nitida e precisa, finale fine e discreto con note scure di sottobosco e spezia. 92
Tenuta Fanti Vigna Vallocchio: carnoso, mediterraneo e pulsante di ligustro, pepe e ginepro, sorso fitto e spesso con finale di grande lunghezza darkeggiante. 94
Tenuta La Fuga: intenso e piccante, deciso e solare, bella energia al sorso con dolcezza insistita ma non ruffiana. 93
Tenuta San Giorgio Ugolforte: pieno ricco e intenso, bergamotto, menta e more di rovo, pepe nero e senape, tannino serrato. 92
Tenute Silvio Nardi: piacevole e ritmato, pepato e sottile, sorso intrigante e speziato, semplice ma efficace. 92
Tenute Silvio Nardi Poggio Doria: sempre espressivo e diretto, mediterraneo avvolgente resina di pino, ligustro e mirto, visciole e sandalo, sorso con qualche contrattura tannica ma sempre di materia notevole. 93
Terra al Sole: dolce e un poco caramelloso, sostanza e piccantezza, pepe nero e macis, sorso di energia contagiosa. 92
Terra al Sole Vigna Pian Bossolino: delicato floreale e pepato, sorso di piccantezza e fruttato rosso molto presente, tensione bella. 92
Terra al Sole Vigna Fonte Lattaia: saporito e mediterraneo, salino e fruttato rosso brillante, sorso con balsamicità invitante e calda. 93
Tiezzi Poggio Cerrino: intenso e scuro, visciole prugne in confettura pepe nero e macis, sorso di intensità e trama scura, molto personale e deciso. 92
Tiezzi Vigna Soccorso: saporito e squillante, intenso e spigliato, sorso comunicativo ma sempre con rigore ed eleganza. 93
Tornesi Saporito: caldo, note speziate e frutta sotto spirito, sorso prevedibile e spigliato senza scosse. 90
Uccelliera: lavanda glicine e pesca, acceso e solare, tannino lucido e ficcante, finale speziato e balsamico che trascina. 95
Val di Suga: pepe e macis, frutta di sottobosco, humus e olive, tannino placido e distinto. 92
Ventolaio: balsamico e fitto, senape e croccantino, confettura di fragole e pepe nero in finale, tannino con qualche inciampo. 89
Ventolaio Il colle del fante: serico e lucido, cayenna e zenzero, sorso fitto e distinto. 92
Verbena terso e fruttato, talco e fragole con panna, sorso di bella intensità e croccantezza. 92
Verbena Le Pope: ricco e sfumato, pepe e canditi, arancio scuro e talco, sorso di intensità e profondità notevole. 94
Villa al Cortile: assolato e floreale passito, frutta sotto spirito, macchia e ribes nero, sorso con contratture e qualche inciampo tannico da affinare nel tempo. 88
Villa i Cipressi: more di rovo e cassis, resine e ginepri, fragole in confettura e macis, finale di slancio. 92
Villa Le Prata: talco e ribes, pepe nero e mallo di noce, sottile e delicato il finale di bella lunghezza e intensità. 93
Villa Poggio Salvi: saporito e frutto rosso in evidenza mela e fragole, sorso fine e sottilissimo con non molta profondità. 88
Villa Poggio Salvi Pomona: pepe nero macis e confettura di more, sorso spigliato e croccante, allungo di soddisfazione. 92
Voliero: ribes rosso e lamponi, fine e stuzzicante, finale non lunghissimo. 90

Foto credits: Olga Sofia Schiaffino

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

45 Commenti

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Ma "croccantino" è riferito all'odore dei cibi secchi per cani e gatti? Ti confesso che pure "fragole con panna" mi lascia qualche dubbio...

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

E la "sacristia" dove la metti ??? Io, quando negli anni '60 facevo il chierichetto, ricordo un odore poco piacevole. Il top comunque è un qualcosa di "aritmicamente rosso e nero", forse del pepe...

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Dipende dal tuo rapporto con nostro signore! Ma in genere è un misto lacca smalto e incenso, normalmente piacevole e dolce nonostante sia austero

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Lacca, smalto e incenso " dolci"?...che dire ...Chapeau!

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Vinologista

circa 2 anni fa - Link

e magari "musk" si riferisce al deodorante anni 80 Denim Musk....dai su....😉😊😎

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rudi alias Dott.Conti

circa 2 anni fa - Link

a Montalcino ormai non si sbaglia un colpo,sulla 17 proporrei un sostanzioso aumento di prezzo,annata del secolo visti i punteggi

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

considera che ne è stato prodotto il 30% in meno, non è così difficile avere qualità se ne fai molto meno!

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Esatto! È un profumo la cui nota principale è ottenuta dalla ghiandola del cervo muschiato.

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Non so da voi ma in Toscana con “croccantino” da bambini si intende il mandorlato delle fiere (caramello + frutta secca)

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Paolo A.

circa 2 anni fa - Link

Voto più basso 87. Annata del millennio.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Punteggi ipertrofici a detta di alcuni ( quorum ego ) pero' il 96 a " Sua Maesta' " Giulio Salvioni ci sta tutto! Ma dobbiamo attendere la dipartita di costui per riconoscergli i suoi giusti meriti? Alzi la mano chi ricorda un' annata storta di colui che reputo il vero dominus di Mons Ilcinus

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

A Montalcino tutti lo considerano il vero maestro...almeno in patria è profeta! Cosa rara in Italia... Poi considera che fa pochissime bottiglie e costose...non è facile assaggiarlo

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Sai, Andrea, con il mio peana a favore di Salvioni volevo assestare una stoccata a un azienda dal doppio cognome che, a parer mio, e' ampiamente sopravvalutata. Ebbene, se rapportiamo i 150-160 euro ( eccezion fatta per la mirabolante 2016 ) del Brunello Salvioni con i circa 500 ( se non di piu'... ) della riserva con il doppio cognome mi viene da ridere! Comunque, Salvioni e' maggiormente accessibile con il suo Rosso di Montalcino; 70 euro circa di un ammaliante Brunello in nuce.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Mi perdoni se dico la non richiesta mia opinione: indipendentemente dal prezzo, tra i vini del fu dottor Franco e quelli del simpaticissimo Giulio, tecnicamente, ci corre quanto il giorno e la notte. Quelli della nuova proprietà non li conosco, quindi non li giudico.

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giuliano

circa 2 anni fa - Link

siete seri con questo metro di valutazione stellare???

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Molto seri. Quanti ne hai assaggiati?

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Michele Braganti

circa 2 anni fa - Link

Gori cambia la foto sul profilo…questa è di quando sei passato a comunione….

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

così mi sento più giovine!

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Andrea

circa 2 anni fa - Link

,,,e Baricci?

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Littlewood

circa 2 anni fa - Link

Nn era presente lui come altri nn era d'accordo sul fatto di presentare così presto la nuova annata....

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Orion

circa 2 anni fa - Link

Io capisco tutto però ci deve essere anche un limite. Sul Brunello ogni anno siamo all'annata del secolo e anche quando l'annata meteorologicamente fa supporre ad un annata minore con vini con passo più corto e meno pronti a sfidare il tempo, ecco che piovono 90 e financo 95/96 come se non ci fosse un domani. A questo punto diamo il 95 perpetuo alla denominazione e facciamo prima.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Concordo pienamente con lei, est modus in rebus... Anche perche', se tanto mi da tanto, che punteggi dovremmo attribuire ai grandi di Langa quali Rinaldi, Mascarello( Maria Teresa e Mauro ), Conterno, Roagna, etc. A mio modo di vedere a Montalcino esistono 4 o 5 aziende che nella annate di grazia possono tener testa ai fuoriclasse di cui sopra. Per me la contrapposizione Barolo Brunello non vale quella Coppi Bartali e non ha alcuna ragion d'essere. Se fosse un match di pugilato sarebbe interrotto per manifesta inferiorita'.

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

In verità i punteggi sono circa almeno 3-4 punti inferiori rispetto alle 2016 e i migliori dello scorso anno non sono certo i migliori di questa 2017 a rimarcare che la differenza anche solo numerica si vede eccome. I voti alti ci sono ma sono su delle selezioni da poche centinaia di bottiglie e lavorando in questo modo si riesce ad avere picchi di qualità elevata. La media invece è ovviamente più bassa della 2016 e comprando un Brunello a caso di questa 2017 è normale che si possa incontrare un vino non eccellente. Quanto al confronto con il Piemonte direi che è una questione di gusti, sangiovese e nebbiolo sono talmente diversi che non ha senso metterli sulla stessa scala. Limitandosi alla 2017 credo che a Montalcino abbiano lavorato meglio che in Piemonte ma si vede che voi avete altre esperienze.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Appunto, anche Bartali e Coppi erano diversi ( entrambi fuoriclasse ) eppure gareggiavano l'uno contro l'altro, perche'non dovrebbero farlo nebbiolo e sangiovese? Dal resto la mia modesta opinione e' suffragata dai piu' autorevoli esperti planetari. E a dirlo e' anche il mercato, dato oggettivo e non soggettivo. Basta vedere il prezzo medio di un top brunello e un top Barolo. Is it enough?

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Forse su alcune etichette topo il Barolo è superiore al Brunello ma è decisamente indietro come prezzo medio al litro rispetto . il Brunello non lo trovi mai a 10 euro al discount o all'autogrill come succede al Barolo... Quanto ai punteggi, vorrei sapere in base a quale analisi dici che i Barolo prendano punteggi superiori. Il Barolo ha fama e reputazione migliore rispetto al Brunello perchè da molto prima è nel portafoglio di appassionati e importatori UK ma se guardi ai punteggi numerici sono praticamente allineati.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Caro Andrea, vedo bene che l'attaccamento alla terra natia inficia la tua capacita' di giudicare sine ira et studio... Comunque ben venga il fantasioso dualismo Barolo-Brunello se vale a stimolare l'interesse delle masse verso il mondo del vino.

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

Gori dice il vero. Quando si parla di Barolo la percezione, più che in ogni altra grande denominazione è inficiata dal peso dei produttori più noti, che sono a livello stellare senza dubbio. Detto questo il Barolo è un'altra cosa, il prezzo medio è molto più basso che a Montalcino e la denominazione è venduta per quasi la metà sfusa in ambito GDO a prezzi ridicoli. Quello è soprattutto Barolo oggi; i nomi menzionati da Marcello Sensi sono mosche bianche nel mare di vino prodotto. Che Montalcino oggi sia sopra a Barolo è un dato di fatto a livello di media qualitativa e di valore, così come è vero che vertici i qualitativi di Barolo a Montalcino difficilmente vengono raggiunti. Detto questo la 2017, pur ben interpreta dai produttori, è a mio giudizio un'annata davvero scarsa.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Mosche bianche? Oltre ai produttori precedentemente citati potrei aggiungere Bruno Giacosa, Giovanni Rosso, Vietti, Luciano Sandrone, Burlotto, Grasso... Vado avanti o mi fermo qui?

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

Forse mi sono spiegato male, i nomi di grandi e validi produttori sono tanti, il problema è che se si mettono insieme le loro bottiglie non rappresentano il grosso della denominazione, che è altra cosa, ben lungi dalla grandezza di questi.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...2017 meglio in Toscana che Langa? No, Andrea , ti sbagli . Oggettivamente...

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Si, ma per il Morellino di Scansano si preannuncia come un'annata esplosiva! Lo dico perche' ben conosco il suo penchant per questa rampante Docg...

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Aldo Conterno, Cappellano, Massolino, Cavallotto, Roberto Voerzio... E chi se ne importa del barolo ( n.b. con b minuscola ) da 10 euro, lasciamolo ai cafonazzi, io focalizzo sulle eccellenze!

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

D’accordissimo, ma se ti focalizzi su questi allora meglio appunto citare i nomi, perché il Barolo, ed è un gran peccato, è più oggi quello da basso costo che non quello dei nomi che tutti apprezziamo.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

E poi non mi risulta che a Montalcino siano tutti Salvioni, Cerbaiona, Madonna delle Grazie o Cerretalto. Ho affermato che solo 4 o 5 aziende di Montalcino ( e solo nelle annate di grazia ) possono tener testa ai grandi di Langa. In fondo anche lei ha ammesso che i grandi di Langa figurano in un'altra lega. Poi, ripeto, la mediocrita' a me non interessa.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

E anche lei concorda sul fatto che i Brunello 2017 non sono eccelsi. Dunque, torniamo al punto di partenza, ovvero i punteggi eccessivamente generosi.

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

Sì certo, assolutamente. Quando si parla di un territorio in generale però è giusto inquadrarlo nel suo complesso anche. Se prendiamo solo il meglio sottoscrivo quello che ha detto in toto.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Bene Maurizio, per me e' stato gratificante avere questo scambio di opinioni con lei. E non si dica che io sono un detrattore di Montalcino! Sa che le dico: per celebrare la nostra intesa avrei piacere di condividere con lei un Brunello che se non e'il Sacro Graal di Montalcino poco ci manca. Sto parlando del Brunello Cerbaiona 2010, che custodisco gelosamente nella mia cantina. Fulgido esempio delle elevate vette qualitative che puo' raggiungere questo territorio!

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Per me su un Brunello un punteggio tra i 90 e i 93 punti non è che sia un gran punteggio, eh! Si tratta di vini oggettivamente buoni ma molto probabilmente non destinati a invecchiare e quindi dei Brunello non riusciti in tutte le loro potenzialità. Per prezzo e posizionamento un Brunello (di quelli recensiti nessuno esce a meno di 35 euro in enoteca) dovrebbe idealmente prendere minimo 93 punti in su. A livello qualitativo molti Brunello 2017 sono ottimi vini in assoluto, non buonissimi se considerati nel rango dei Brunello. La cui qualità media è comunque oggettivamente molto più elevata di un tempo

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Paolo A

circa 2 anni fa - Link

Si, l'avevo intuito che la tua scala è parkeriana, per cui vini sotto i 90 punti sono sostanzialmente vini scarsi. Il mio metro individuale è molto diverso, per me un vino da 96 punti è un'eccellenza assoluta che, ahimè, si incontra di rado.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Marcello Sensi il 27 novembre scrive: "E chi se ne importa del barolo ( n.b. con b minuscola ) da 10 euro, lasciamolo ai cafonazzi, io focalizzo sulle eccellenze" ______ Sembra quasi che i 10 euro facciano da spartiacque: sotto i dieci, i CAFONAZZI. Sopra i dieci, i SIGNORI. __ Fanno eccezione I CAFONI ARRICCHITI di cui è piena l'Italia. __ La gente, anche la più semplice, riesce a riconoscere il VERO SIGNORE. Tanto è vero che, anche se sempre più raramente, si sente dire in una conversazione: TIZIO è un vero signore, si è comportato da signore ecc... E uno dei "TRATTI" che caratterizza... un signore vero... è la non ostentazione. (Ce ne sono altri, chiaramente, di tratti). __ Il buon mangiare, il buon bere sicuramente MIGLIORA LA VITA. Ma siamo sicuri che MIGLIORI le qualità interiori degli uomini? Forse la lettura dei dibattiti dei wine e food blog può aiutarci a rispondere alla domanda.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Preciso che i " cafonazzi " non sono i non abbienti, bensi' i non acculturati. Esiste una pletora di "signori" ( anche di nascita ) decisamente meno colti di tanti proletari. A fare la differenza non e' il censo ( o meglio, non necessariamente ) ma lo spessore umano, la nobilta' d'animo. Personalmente mi professo un Robespierrista: aborro il contatto con il "popolaccio" ( gli incolti ) ma ne desidero sinceramente l'emancipazione sociale e l'innalzamento del livello culturale. Questo per puntualizzare che non sono uno snob e non accetto lezioni da nessuno al riguardo. Detto questo, e' evidente che un consumatore evoluto ( e avveduto ) non acquisterebbe mai un barolo a 10 euro.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Condivido alcune parti del commento di Marcello Sensi che, secondo me, ha chiarito meglio il suo pensiero. ___ Vorrei precisare che un commento, in un dibattito PUBBLICO, può "stimolare" riflessioni che non riguardano strettamente il commento stesso o l'autore. Non c'era l'intento di dare lezioni ma di esprimere "opinioni personali" non su Marcello Sensi ma su alcuni aspetti della società contemporanea che si riflettono anche in un dibattito di un wine blog e che, attenzione, esulano dal commento stesso. ______ Molti, e ne abbiamo discusso più volte, non amano, nei dibattiti, le voci critiche che appaiono sgradevoli e fuori dal coro. Alla fine, come sta succedendo, in tutto il mondo, molti si ritirano nelle echo chabers.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Alla fine, come sta succedendo, in tutto il mondo, molti si ritirano nelle echo chambers.

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Marcello Sensi

circa 2 anni fa - Link

Condivido toto corde le sue considerazioni a sfondo sociale. E' singolare constatare come, traendo spunto dai punteggi siderali elargiti da larga parte della critica enologica, siamo poi approdati a tematiche di piu' ampio respiro. Il confronto e' benefico e stimolante, in quanto ci aiuta a crescere e a migliorare. Arroccarsi su posizioni rigide e precostituite e' indice di totale mancanza di saggezza. Ille nihil dubitat qui nullam scientiam habet...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Cindivido questa bella replica.

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