Anche in America il vino biologico non esiste. E ci sono le prove

di Antonio Tomacelli

Immagine-87Non è una combinazione dovuta al diverso fuso orario. Tra il nostro post sul vino biologico e quello del blog americano Dr. Vino sono passati cinque giorni, giusto il tempo di mettere insieme un po’ di dati e informarsi in giro per riprendere il tema. Che, curiosamente è lo stesso che abbiamo trattato noi di Intravino, conclusioni comprese: anche in America il vino biologico non esiste e molti produttori che usano il metodo bio in vigna, preferiscono non dichiararlo in etichetta.

Il post di Dr. Vino ha però la fortuna di essere supportato dai dati di uno studio universitario pubbicato sulla rivista Business & Society. Insomma, quella che era una nostra impressione, in America ha un supporto scientifico e statistico (apre un pdf). Cosa dice la ricerca svolta dall’Università della California? Intanto che a fronte di un aumento del 13% del prezzo finale dovuto alla certificazione, si registra un calo in valore del 20%. Curioso, vero? Più sei garantito e meno vali.

I produttori americani intervistati dai ricercatori ammettono che l’etichetta “bio” viene vista dai consumatori come uno “stigma” e non come un valore aggiunto anche se le valutazioni di Wine Spectator su tipologie diverse (bio-non bio) sono sostanzialmente uguali. Ormai lo avete capito: stiamo parlando di un classico pregiudizio ma quello che vorremmo capire sono le cause di questa diffidenza che si impossessa di una nazione votata al pragmatismo. Se posso capire un certo sospetto negli enti di certificazione italiana, non mi spiego lo stesso atteggiamento in America, paese dove tutto è certificato, anche il junk-food. E allora? Come spiegare il “paradosso del vino biologico”?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

1 Commento

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Antonio, intanto giriamo sta' coccinella, sono due settimane che la tieni all'"incovercio" ;-)

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