Analisi di una performance: lo show di Gaggan Anand sul palco di Identità Golose 2018

Analisi di una performance: lo show di Gaggan Anand sul palco di Identità Golose 2018

di Graziano Nani

Identità Golose. L’evento è ricchissimo, l’auditorium enorme, sul palco si alternano nomi che sono pesi massimi sotto ogni punto di vista, compreso quello mediatico. Come ogni anno si salta da uno stand all’altro un po’ scorrendo il piano fissato sul taccuino e un po’ seguendo la pancia, i profumi e l’istinto. Così, uno stimolo via l’altro, bastano un paio d’ore per andare in overload e vivere quel senso di disorientamento tanto noto a chi bazzica i grandi eventi.

Per gli chef emergere in questo mare magnum e riuscire a raccontarsi in modo efficace non è semplice ed è per questo che l’intervento di Gaggan Anand mi ha colpito in modo particolare. Quasi 40 anni, indiano di origini super-umili, lo stage al Bulli di Adrià è l’innesco per una carriera folgorante che culmina a Bangkok con il suo Gaggan, già due volte miglior ristorante d’Asia, due stelle Michelin e 7° posto assoluto nella World’s 50 Best.

Fama e curriculum lo precedono, ma lui va oltre, e per una volta non mettiamo la lente di ingrandimento sui suoi piatti, ma sulla sua comunicazione. Perché quando sale sul palco e inizia a parlare non ce n’è per nessuno. E se il tema di Identità Golose del 2018 è il fattore umano, cosa c’è di più umano di empatizzare profondamente con il proprio pubblico? Più che di speech è il caso di parlare di vero e proprio show e non perché lo chef maneggi fuochi e ingredienti sul palco, ma proprio per il livello del racconto.

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Tre quarti d’ora da manuale, con la platea inchiodata alle sedie in religioso silenzio nonostante l’ora di pranzo si avvicini. Uno spettacolo che di primo acchito può sembrare frutto di un carisma enorme e di una certa dose di improvvisazione, ma che invece non lascia al caso nemmeno il minimo dettaglio. E qui passiamo al primo dei 6 punti caldi.

1. Niente al caso. 
Sembra di assistere a tutti gli effetti a un TED Talks: ritmo, pregnanza massima dei concetti, sintesi nello snocciolarli, rapidità espositiva, tempi teatrali. I gesti e i passaggi di Gaggan sono misurati al millimetro.

2. Una risata vi avvicinerà.
Non serve ricordare quanto sia difficile strappare una risata, e quanto lo sia ancora di più davanti a una platea. Ed è meglio non pensare proprio a quella sensazione di imbarazzo quando qualcuno dal palco ci prova e, invece che uno scroscio di risa, scende il gelo. Non è questo il caso di Gaggan Anand, che dà un’accelerata al livello di empatia con il pubblico costellando il suo spettacolo con poche battute divertenti, piazzate nei momenti strategici. All’inizio, per rompere il ghiaccio, e nei vari passaggi chiave, per tenere alta l’attenzione o sdrammatizzare. Il tutto con un tocco internazionale che funziona in maniera trasversale, e questo non è affatto scontato considerando che i gap culturali tendono ad acuirsi quando si parla di umorismo.

3. Videodrome.
Online viviamo immersi in un videodromo e anche su questo punto Gaggan è ineccepibile. Parla e mostra un video, parla e mostra un video, in un’alternanza serrata e continua, e ogni clip è splendida dal punto di vista del ritmo, delle immagini, della soundtrack, e soprattutto è perfettamente in linea con l’identità che il super-chef si è costruito attorno e che ritroviamo ovunque, dalla t-shirt che indossa al modo in cui saluta. Quando parte un nuovo video il pubblico non vede l’ora, e si sente.

4. Sganciare la bomba.  
Chiunque oggi conosce il valore di una notizia da spendere a livello di comunicazione. Non stiamo parlando di una semplice notizia ma della notizia, con la L maiuscola. Quella che i giornali non vedono l’ora di ribattere, e che inizia subito a rimbalzare da una parte all’altra della rete. La notizia dello chef è che il Gaggan di Bangkok chiuderà nel 2020, quando sarà nel pieno della sua ascesa. Sicuramente non è il primo personaggio a fare una mossa del genere, ma lui si muove con una lungimiranza e una precisione comunicativa impressionante. Certo non si tratta solo di un innesco PR, lui è immenso e ha una visione progettuale chiarissima. Il nuovo GohGan, che aprirà nel 2021, sarà l’evoluzione naturale di Gaggan in chiave di ricerca, visto che sarà aperto a mesi alterni e che quelli di chiusura saranno dedicati alla ricerca. Ma il punto è potentissimo anche in termini di comunicazione, provate a googlare il nome dello chef e guardate tra i primi 10 risultati quanti parlano della chiusura del 2020.

4. The social code.
Parliamo di comunicazione, parliamo di codice. Il lavoro di Gaggan sul menù attraverso le emoji può sembrare solo un gioco pop e colorato, ma la verità è che è profondamente connesso alla cultura contemporanea e al modo in cui le persone interagiscono ogni giorno. È banale, ma nessuno lo aveva mai fatto in maniera così efficace. Se sto tutto il giorno a chattare e scambiare faccine e la sera sulla carta del ristorante mi ritrovo le stesse icone dello smartphone, invece che riferimenti complessi alle arti più colte, continuerò a ritrovarmi nel mio mondo, in un’esperienza di continuità che in termini di comunicazione è impagabile.

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6. Gran finale: il fattore umano.
Come i più grandi speaker Gaggan chiude lo show tornando sul tema dell’evento – il fattore umano – e lo fa in maniera magistrale avvicinando la platea con un grande classico come “vengo da nulla, e ora sono qua, se ce l’ho fatta io potete farcela anche voi, domani chiunque tra voi potrebbe essere su questo palco.” Può sembrare scontato, o retorico. Ma il punto è che quando comunichi ai suoi livelli per 44 minuti  poi negli ultimi 60 secondi hai la platea nelle tue mani, stai orchestrando un vero e proprio rituale, e niente è più potente che mandare un messaggio al tempo stesso universale e rivolto a ogni singola persona.

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Graziano Nani

Frank Zappa con il Brunello, Hulk Hogan con il Sassella: per lui tutto c’entra con tutto, infatti qualcuno lo chiama il Brezsny del vino. Divaga anche su Gutin.it, il suo blog. Sommelier AIS, lavora a Milano ma la sua terra è la Valtellina: i vini del cuore per lui sono lì.

1 Commento

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Pingwin

circa 6 anni fa - Link

Grazie per aver segnalato!! 🙂paperhelp

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