Alsace DigiTasting: un successo digitale

Alsace DigiTasting: un successo digitale

di Simone Di Vito

Tra caldo, riaperture e vaccini da un paio di mesi finalmente siamo tornati a respirare aria di vita normale.

Dopo quasi un anno e mezzo di pandemia, oltre alla ristorazione il settore che ha subito maggiormente la crisi è stato quello degli eventi che tuttavia dopo un lungo periodo di posticipi e annullamenti sta lentamente ripartendo. Ci mancava però la recente variante delta, i numeri dei contagi in Europa crescono e l’ottimismo vaccinale di qualche mese fa si sta pian piano sgretolando.

Per gli appuntamenti più blasonati legati al vino come Vinitaly, ProWine e Grand jour de Bourgogne bisognerà comunque attendere il 2022, mentre il Mercato FIVI, evento vignaiolo ormai arrivato alla decima edizione, dopo un anno di stop per il momento è confermato dal 27 al 29 novembre.

In un periodo nero come questo però c’è chi non si è dato per vinto e senza attendere riaperture o vaccini ha scelto di andare sul sicuro sfruttando le possibilità che offre la rete negli ultimi anni.

È il caso degli alsaziani con il loro Alsace Digital tasting, evento online per addetti ai lavori, stampa e buyer che credo non abbia eguali al mondo.
Attraverso un’apposita piattaforma web si dava la possibilità di scegliere tra più di 400 vini sotto forma di mini box (4 assaggi da 3 cl) delle 100 aziende alsaziane che hanno aderito all’iniziativa, scelte in tagli da 5 o 10 box e in seguito poi recapitate a casa per posta. Durante i tre giorni dell’evento era anche possibile prenotare incontri in videoconferenza con le aziende stesse e partecipare a webinar su temi riguardanti territorio, sostenibilità e tendenze di consumo.

I numeri ottenuti testimoniano il successo di questa bella iniziativa: 10.000 scatole di degustazione ordinate, 3.750 visitatori virtuali accreditati (di cui 2.700 internazionali e 1.050 francesi), 55 paesi rappresentati e 2.000 appuntamenti online in 3 giorni di fiera digitale, un evento curato nei minimi dettagli, e visti i tempi chissà se in futuro non diventi una modalità habitué.

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Di seguito i miei assaggi suddivisi per varietà:

Pinot noir

Domaine Moltes, “Sonnenglaenzlé” 2018: rosso rubino freddo, rose rosse e ciliegia matura, assaggio caldo e corposo ma con tannino leggero che non prevarica una buona beva, un bel finale profondo e fruttato. 87

Gustave Lorentz, “La Limite” 2015:
rubino Campari®, vaniglia e menta, poi viola e leggera liquirizia, entrata fine e leggera per poi esplodere un tannino largo e un po’ invadente, chiusura corta e dal retrogusto legnoso. 85

Domaine Leon Beyer, “Comtes d’Eguisheim” 2016: rubino con unghia aranciata, naso ampio con liquirizia, caramello, frutta matura e mercurio cromo, attacco verticale e sulla lingua, con tannino che va e viene quasi a ritmo di valzer materializzandosi lentamente poi sulla lingua, scia di acidità e finezza nel suo finale intramontabile. Hello, I love you… 92

Gewurztraminer

Gustave Lorentz, Grand Cru “Altenberg de Bergheim” 2012: paglierino con riflessi oro, pesca gialla e miele su nota ferrosa, attacco deciso, denso e masticabile, rovente ma con raffinatezza, acidità misurata, punta di sapidità su un finale dolciotto per un vino che ha ancora una vita davanti. 90

Arthur Metz, Selection du Grain Noble 2008: ambrato cristallino, tra uvetta, miele, pan di zenzero e cenere esprime un assaggio quasi tridimensionale fatto di densità e raffinatezza, dove il tutto è cesellato e in armonia, 3 cl di meraviglia. 93

Muscat

Arthur Metz, Grand Cru “Kirchberg de Barr” 2019: paglierino chiaro con venature verdoline, semplice e dolce al naso, tra salvia e pesca entra in bocca sottile e finissimo, ancora frutta, sali minerali e fresca acidità, nulla di più per un vino giovanissimo che magari in futuro svilupperà maggior complessità. 86+

Pinot Gris

Domaine Zind-Humbrecht, “Heimbourg” 2017: paglierino chiaro con sfumature ramate, naso complesso con vampate di frutta, miele e liquirizia, entra in bocca e mostra le sue doti di fine trapezista, fresco, iodato e mediamente lungo, che vino! 91

Domaine Zind-Humbrecht, “Rotenberg” 2017: paglierino con sfumature ramate, pesca gialla e nota ferrosa, genziana e nocciola, intenso con sfumata sapidità ma immensamente fresco, scalda lo sterno ma anche il cuore, non oso pensare ad un’annata vecchia. 90

Domaine Moltes, Grand Cru “Steinert” 2019: giallo paglierino tra albicocche e erbe aromatiche, attacco intenso, fresco e con residuo zuccherino in evidenza su un finale dal passo lungo e felpato. Giovane e immaturo, da attendere. 87+

Riesling

Domaine Moltes, “Steinstuck” 2019: paglierino con riflessi verdolini, fiori e scorza di limone, dritto sulla lingua con tanta freschezza e bevibilità, semplice e piacevole. 87

Domaine Moltes, Grand Cru “Zinnkoepfle” 2019: giallo paglierino, tra fiori e sfumature saline, ingresso fino e tagliente, ancora un pò sbilanciato ma la prospettiva non gli manca, finale profondo dai richiami gessosi, giovane e promettente. 88+

Gustave Lorentz, Grand Cru “Kanzlerberg” 2017: un paglierino non troppo intenso che apre con gesso e gelsomino su punte di erbe aromatiche, morbidezza e calore ben bilanciati da punte di sali minerali e freschezza, chiusura profonda. 88

Gustave Lorentz, Grand Cru “Altenberg de Bergheim” vieilles vignes 2016: giallo paglierino brillante che spalanca le narici con note di coriandolo e selce, poi camomilla e erbe aromatiche a seguire, assaggio fine e decisamente acido che fa salivare a più non posso, neanche inizio a sognare che ahimè i 3 cl finiscono in un lampo. 91+

Arthur Metz, Grand Cru “Engelberg” 2018: paglierino quasi brillante, dal naso arioso tra erbe aromatiche, gelsomino e gesso, assaggio energico tra guizzi sapidi e intensa acidità, rimandi citrini su una chiusura decisamente lunga con brevi accenni di dolcezza. Bello! 90

Arthur Metz, Grand Cru “Florimont” 2017: un giallo paglierino semplice tra accenni floreali e citrini, attacco che si abbatte sulla lingua per poi esplodere una splendida freschezza, il corpo è impercettibile ma il finale è lunghissimo, una lama che richiama un trionfo di sushi e sashimi in abbinamento. 88+

Domaine Zind-Humbrecht, Grand Cru “Rangen de Thann” Clos-Saint-Urbain 2018: come tuffarsi su un prato verde ricco di fiori, gesso e affumicature, tagliente e implacabile da far vibrare tutti i recettori della lingua sotto i colpi di acidi e sali minerali, ancora gesso, erbe aromatiche e ginestra… o signore non son degno di partecipare alla tua degustazione. Applausi! 94

Domaine Zind-Humbrecht, “Roche Granitique” 2018: giallo paglierino tra sbuffi rocciosi e di limone, beva energica e dall’intensa freschezza che si traduce in una famelica quanto gradevole salivazione, il classico riesling giovane e sfrontato, tutto durezze e bevibilità, migliorerà ma al momento quel che mostra è già stupendo. 89+

Domaine Leon Beyer, Grand Cru “Eichberg” R de Beyer 2015: tra note saline, lime e punte di erbe aromatiche chiudi gli occhi e vieni catapultato in riva al mare, candido e ricamato, piccoli passi a piedi nudi tra fiori, grazia e richiami di salsedine, con l’eleganza che solo un grande riesling può trasmettere, la descrizione di un attimo… meraviglia. 93+

Domaine Leon Beyer, Grand Cru “Pfersigberg”Comtes de Eguisheim 2013: giallo paglierino arioso e complesso, con note di pasticceria, scorza di limone, mandorle e alga nori, attacco dritto, snello e sparato sulla lingua, ad ogni sorso si alza una hola da Maracanà… cesellato e senza imperfezioni, sedotto e abbandonato da soli 3 cl. 93

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

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