Albugnano, il fascino discreto del nebbiolo alternativo

Albugnano, il fascino discreto del nebbiolo alternativo

di Fiorenzo Sartore

La storia è più o meno sempre la stessa: assaggi molte cose, una sola ti resta in mente. Puoi usare i descrittori più fantasiosi e anche dare punteggi, ma c’è questa cosa dell’elemento affettivo, quella che ti fa ripensare a un assaggio anche giorni dopo, che vale ogni primato. Così adesso salto la fase degli assaggi totali durante Barolo Barbaresco & Friends (organizzato a Genova da GoWine) e mi dedico alla faccenda veloce: the winner is.

Albugnano è una denominazione di origine controllata a base nebbiolo, in maggioranza, della provincia astigiana. Chi ancora non la conosceva, tipo me (ahem) può ricorrere al disciplinare: “vini ottenuti da uve provenienti dai vigneti aventi nell’ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Nebbiolo: minimo 85%; Freisa, Barbera, Bonarda (da soli o congiuntamente): massimo 15%”.

Ripassata la lezione, l’azienda del cuore, che sta “a cavallo delle colline che fanno da spartiacque tra i comuni di Castelnuovo don Bosco e Pino d’Asti”, si chiama Mosparone. Gli assaggi iniziano con un Piemonte Sauvignon 2014 ed il signor Ghebbano, che mesce, precisa che fino a poco fa preferiva mettere in vendita il 2013, secondo lui più compiuto (ma ormai è terminato). Classica premessa che incuriosisce e dispone positivamente. Infatti il bianco ha un varietale molto delicato (tradotto: non spara le solite note selvatiche da sauvignon, foglia di pomodoro). Anzi è aggraziato e prosegue con uguale grazia in bocca. 20 mesi sui lieviti, meno di 15 euro in enoteca. 85.

Iniziamo bene e poi si prosegue.

Barbera d’Asti Superiore 2012. È profondo nel colore e pure al naso, quasi grafite, china e liquirizia, decisamente una bella sorpresa considerando che prevalgono elementi di freschezza sulla maturità dell’annata. Intorno ai 13 euro in enoteca. 88

Albugnano 2013. Nebbiolo 100%: un affinamento di 8-9 mesi in legno per un rosso fitto, teso, con frutta che mette in equilibrio i tannini. Molto bene. Stesso notevolissimo rapporto prezzo-prestazioni della barbera, 13 euro. 88

Albugnano Superiore 2010. Nuovamente solo uve nebbiolo, qui il rosso appare rarefatto, elegante, con grande stile: accenna la liquirizia e annuncia uno stato di maturità nobile. Circa 22 euro in enoteca. 87
Assaggio anche un Superiore 2009 che è decisamente più compiuto e maturo, ottimo ora ma forse ha raggiunto il suo apice, da adesso probabilmente potrà solo enfatizzare quelle note terziarie tipo caffè e tostature.

Freisa d’Asti Superiore 2011. Molto ampio sul floreale, rose, viole, colpisce da subito con questo naso delizioso, e poi in bocca conferma una certa grandeur: è saldo, asciutto, e assieme è fine, lungo. Altro applauso. Prezzo sui 23 euro. 89

Tutti vini di notevole interesse, che bilanciano bene la frutta col carattere astigiano, dove i rossi sono affilati, ma in questo caso mai rudi, anzi prevale un’idea di eleganza e finezza. Salto l’assaggio della loro Na Frisa, una freisa chinata, perché – raccomanda il produttore – dopo quella è difficile proseguire gli assaggi successivi. Accetto il consiglio ma a fine serata, ripassando a quel tavolo, Na Frisa è finita. Quindi adesso mi segno un appuntamento in più al prossimo Vinitaly.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

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